Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Incontri

Post n°257 pubblicato il 03 Novembre 2007 da lilith_0404

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. [...] E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante [...]Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."  (Il Piccolo Principe - A. de Saint-Exupéry)

Alla domenica raramente riesco a scamparla: solo quando mia sorella torna a casa, ormai sempre più di rado, e non si alza troppo tardi, che poi a ora che si è fatta la doccia e lavati i capelli e vestita e truccata, a mamma è scappata la pazienza,  e per non sentirla brontolare finisco con l’offrirmi di nuovo io volontaria come autista 

D’altra parte, la sua vita sociale si riduce ormai da tempo quasi esclusivamente a  quelle settimanali  visite al cimitero durante le quali spesso succede di incrociare qualche conoscente, o meglio ancora qualche parente, con cui scambiare due chiacchiere e ricevere gli ultimi aggiornamenti su quello che é accaduto nella loro vita.  Come la settimana scorsa, per esempio.

Avevamo piantato dei crisantemi nell’aiola alla base delle tombe dei nonni e degli zii, e mentre io finivo di sistemare in un  sacchetto la paletta, che ci era servita per fare il lavoro e le carte in cui erano avvolte le piantine, lei andava alla fontanella vicino all’ingresso a prendere un po’ d’acqua per i fiori appena piantati, e l’ho sentita esclamare, sorpresa, e da lontano la vedo  abbracciare l’uomo che era entrato in quel momento.Con lui una ragazza bionda, magra, minuta.   Riconosco un cugino che avevo visto l’ultima volta al funerale di papà, oltre otto anni fa, la ragazza scopro essere la moglie, che io non avevo mai incontrata fino a quel momento,  benché l’uomo sia il figlio dell’unico fratello di mia mamma.

Si erano sposati da pochissimo, quando lei rimase coinvolta in un brutto incidente. Restò in coma a lungo, le ferite e le fratture riportate l’avevano quasi uccisa e anche quando si svegliò dal coma tutti pensarono che sarebbe stato meglio per lei se fosse morta, tanto gravi e permanenti i danni riportati.

Ci racconta che si era laureata da poco quando successe l’incidente, e dopo il coma dovette imparare di nuovo a parlare, a scrivere, a fare ogni cosa, come un bambino. Mentre parla le sue mani si muovono nei gesti dell’alfabeto muto, anche se ormai non ne avrebbe bisogno, anche se articola con lentezza le parole, parla,parla, come a voler recuperare il tempo perduto. 'Tu usi la macchina per andare al lavoro, stai attenta quando guidi', mi dice, 'io lo so quanto è brutto', e mentre lo dice le dita si atteggiano a fare il segno delle  corna.

'Abitate a  G…' chiedo, rivolta a mio cugino.  'Ci sta solo lei', mi risponde,  'non è in grado di stare da sola e abita con la mamma, io la raggiungo nel fine settimana.'  Il marito la guarda con tenerezza, con una mano le sfiora una guancia, delicatamente:  tutti pensavano che il loro matrimonio non sarebbe sopravvissuto, erano sposati da così poco quando successe l’incidente, non c'erano figli a tenerli uniti, e quando lei uscì dall’ospedale, così distrutta nel corpo da non potersi neppure girare nel letto senza essere aiutata, la mamma  la riprese in casa e si dedicò a quella figlia  curandola e accudendola come quando era piccola.

Ci salutiamo, li guardo allontanarsi, la ragazza è visibilmente claudicante, ma è viva. Mentre torniamo a casa ascolto distrattamente le chiacchiere di mamma, penso a loro due, alla tenerezza che ho visto negli occhi di lui, e mi chiedo se sarebbe stata uguale senza quella prova terribile.

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Commenti al Post:
lakonikos
lakonikos il 03/11/07 alle 09:13 via WEB
No, non penso sarebbe stata uguale. Ma, forse, qualcosa di altrettanto intenso, chi può dirlo?
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 03/11/07 alle 22:05 via WEB
certo, nessuno può dirlo... tra moglie e marito difficile riuscire a scandagliare tutti i risvolti e tutte le implicazioni di ciò che li lega... e tuttavia, quanta complicità può venire dall'affrontare insieme una situazione così difficile...
 
cinico_nick
cinico_nick il 03/11/07 alle 18:34 via WEB
... non so se avrei il coraggio e la forze che ha avuto lui........
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 03/11/07 alle 22:35 via WEB
ti auguro sinceramente di non doverlo mai scoprire...:)
 
lupopezzato
lupopezzato il 03/11/07 alle 18:47 via WEB
Il bello dell'amore forse è proprio questo, non hai bisogno di farti forza o coraggio.
Penso che quella tenerezza non avrebbe avuto dentro anche la componente di dolore, nient'altro.
 
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 03/11/07 alle 20:54 via WEB
Ehehehe, lupo, mi hai fregato il commento...
sì, la forza dell'amore vero sta proprio lì, cioè che quello che fai per l'altra persona ti viene spontaneo, senza bisogno di sforzarti o di impegnarti. Non è qualcosa che ti imponi, ma ti viene dal cuore. Anzi, probabilmente non potresti fare nulla di meno nè di diverso.
Speriamo solo che anche in questo caso si tratti di amore vero e non di compassione, affetto o senso di responsabilità! E speriamo che lei possa tornare ad essere quella di prima.
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 03/11/07 alle 21:53 via WEB
no, Vega, temo che lei non tornerà mai quella di prima. Sono molti anni ormai che l'incidente é successo. C'era ancora mio papà quando successe e lui é morto da quasi nove anni. Ricordo che mia mamma andò a trovarla a casa , tempo dopo che era uscita dal coma, e ritornò a casa sconvolta, e ancora oggi si commuove a ricordare le condizioni in cui l'ha vista... e a detta del marito non é a tutt'oggi in condizione da essere lasciata sola... Parli di amore come di una cosa diversa dalla compassione, dall'affetto, dal senso di responsabilità... ma cosa é se non la somma di tutte queste cose? Si, certo, c'é anche la componente fisica, ma per il poco che ne posso sapere io, é la parte che più velocemente si deteriora, nel tempo...
 
     
VegaLyrae
VegaLyrae il 04/11/07 alle 01:08 via WEB
Veramente non mi riferivo al piano fisico, non sono così superficiale come mi stai facendo passare! Semplicemente per me l'Amore è Amore e basta. E nel momento in cui comincio a formulare nel mio cervello frasi del tipo: "Senso di responsabilità", oppure "Compassione", so che non è più Amore ma senso del dovere; è qualcosa che attiene alla mia etica e non più al mio sentimento. L'amore è qualcosa di totalmente irrazionale che va oltre ogni logica, e non è qualcosa che deriva dalla riflessione nè è mediato dalla morale o dalla compassione, altrimenti sarebbe semplice affetto. L'Amore è e basta! E proprio per questo sopra convenivo che un amore vero non comporta sforzi nè imposizioni.
Non avevo capito che l'incidente fosse accaduto oltre diec'anni fa; il tempo trascorso è evidentemente una testimonianza dell'autenticità di quel sentimento, però sono d'accordo con Marion che un amore così grande deriva sicuramente da un sentimento molto forte già preesistente, il quale, proprio perchè forte, è stato capace di superare una prova tra le più dure!
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 04/11/07 alle 10:03 via WEB
Ma no, il riferimento all'aspetto fisico dell'amore non voleva essere affatto denigratorio, anzi per la verità un amore senza attrazione fisica mi riesce decisamente difficile da concepire. Però anche così, temo che la mia idea dell'amore sia un po' meno romantica e irrazionale della tua. Soprattutto nei momenti di crisi, nei passaggi difficili che ogni rapporto incontra, credo che sia proprio il ragionamento, la componente non emotiva ma razionale a dover prevalere, il senso di responsabilità, come lo chiami tu, che ti fa scegliere di continuare comunque una storia, per quello che ci hai investito fino a quel momento, per quello che ha significato e che ancora può significare, per gli impegni che sono stati liberamente assunti e su cui altri possono aver fatto assegnamento... mi rendo conto che detto così non é molto esaltante, so di essere una persona molto prosaica, ma non so 'sentire' diversamente...
 
     
VegaLyrae
VegaLyrae il 04/11/07 alle 14:59 via WEB
Sorrido. No, non credo che la mia idea dell'Amore sia "romantica"; per me l'amore è quello e nient'altro. E non vale solo per l'amore tra un uomo e una donna, ma anche per l'amore filiale o tra fratelli o tra amici. L'amore, se c'è, è quello, punto!
Parli dei momenti difficili, degli invitabili alti e bassi in una coppia... Beh, io credo che in quei momenti sia più il disaccordo, la non comprensione, il non dialogo a minare la coppia e non tanto un problema oggettivo in quanto tale. Ed è più facile che una coppia si rompa per frizioni caratteriali che non per un problema di salute che potrebbe intercorrere.
Parli di investimenti... onestamente la trovo una parola triste applicata all'amore, anche se, posso convenire con te, il matrimonio in fondo è un investimento e colui che viene lasciato potrebbe dire "Avevo investito in te". Ma colui che si trova nel dubbio di dover lasciare, non dovrebbe nemmeno porsi il problema dell'"investimento" perchè l'unica vera cosa su cui si può investire in un rapporto è il sentimento e la persona, che per noi dovrebbe essere speciale; e l'unica vera cosa per cui vale la pena salvaguardare quell'investimento resta sempre e solo il sentimento. Le cose materiali, gli impegni, le responsabilità ecc non contano niente se il sentimento viene meno.
No, non credo che la mia idea dell'Amore sia "romantica", semplicemente è un pò meno velata di "carità cristiana". :o)
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 04/11/07 alle 18:09 via WEB
Non so se si possa imputare alla ‘carità cristiana’ la mia concezione dell’amore… è possibile, in fondo quella è l’educazione che ho ricevuto, ma io a me stessa la giustifico in un altro modo…la attribuisco al mio bisogno di sicurezza, al bisogno di non essere in balia della situazione ma di averne il controllo: vivere l’amore solo come ‘sentimento’ avulso da ogni connotazione razionale mi lascerebbe in balia di qualcosa sul quale non ho nessun potere di intervenire, qualcosa che oggi c’è e domani potrebbe non esserci più: nessuna sicurezza, nessuna stabilità, niente su cui fare affidamento per il futuro, del tutto destabilizzante… l’amore come scelta, invece, mi permette un margine di manovra diverso, certo, non tutto dipende da me, ma almeno in parte sono io a decidere se opporre la ricerca del dialogo al non dialogo, la ricerca della comprensione alla non comprensione, la ricerca di un accordo al disaccordo… L’amore sentimento che c’è senza che io sappia perché e con altrettanta facilità può smettere di esistere senza che parimenti abbia alcun potere di trattenerlo mi fa sentire come se mi mancasse la terra sotto i piedi…
 
     
VegaLyrae
VegaLyrae il 04/11/07 alle 22:33 via WEB
Destabilizza anche me ma è l'amara realtà dei fatti. Noi non possiamo controllare nè i nostri sentimenti nè quelli dell'altro e al giorno d'oggi siamo inesorabilmente soli.
Ti invidio, sai? Per questa tua capacità di razionalizzare l'amore e il rapporto a due. Probabilmente tu dormi molto più serena di me. Io invece non ne sono capace, sarebbe una violenza a me stessa: io ho bisogno di essere amata, ma anche di amare. Ho bisogno di sapere che stò con quella persona perchè su di lei si riversano spontaneamente miei sentimenti e non per una sorta di "contratto" ragionato. Infatti ho allontanato una persona che mi amava molto "solo" perchè io non ero capace di amarla altrettanto. Che poi non è affatto vero che vivere l'amore "solo" come sentimento significhi non opporre la ricerca del dialogo al non dialogo o non opporre la ricerca della comprensione alla non comprensione o ancora la ricerca di un accordo al disaccordo. Solo che forse lo si fa con presupposti diversi: si media per amore appunto e non grazie ad un "margine di manovra" (che brutta espressione!). Si media perchè quella persona conta più delle sue idee o dei suoi difetti o delle sue prese di posizione.
Tutti noi abbiamo bisogno di sicurezze e di punti di riferimento e tu, da quanto capisco, ne hai diversi: hai un compagno e numerosi fratelli. Io non ho nè l'uno nè l'altro e so che posso e devo contare solo su me stessa. Ma nonostante ciò, se avrò una persona al mio fianco, sarà solo perchè l'amo e perchè costui vorrà camminare accanto a me, per il tempo che vorrà farlo. Non posso imporgli nulla, posso solo sperare che duri.
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 05/11/07 alle 00:06 via WEB
non possiamo controllare i nostri sentimenti, dici, ed in parte sono d'accordo con te. Chiaro che non ti innamori di qualcuno perché lo decidi razionalmente: succede, incontri qualcuno e senti, a pelle, che é la persona giusta per te. Questo non lo puoi controllare, e siamo d'accordo. e chiaro altrettanto che in amore non si impone nulla a nessuno, non credo neppure io che sia possibile. Però ci sono alcune cose che dipendono da me, sulle quali ho, anche se non ti piace l'espressione, un margine di manovra: posso scegliere di continuare ad alimentare l'amore, o lasciarlo morire... perché di questo sono sicura: l'amore nasce per caso, ma non dura 'per caso': bisogna volerlo, e arrivano per tutti, io credo, momenti in cui é altrettanto possibile lasciar finire tutto o puntare sulla continuità... ecco, io ho sempre scelto la continuità...
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 03/11/07 alle 22:54 via WEB
la componente di dolore... hai detto bene Gigi... il dolore può logorare, la stanchezza può logorare, la mancanza di prospettive può logorare... se ciononostante l'amore riesce a sopravvivere, non potrà che avere metabolizzato una componente di dolore, che lo renderà meno superficiale e più consapevole..., meno emozione epidermica e più scelta meditata...
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 03/11/07 alle 22:00 via WEB
Quello che tu hai visto non mente; posso credere, per quel poco che ne so io, che lui l'amasse profondamente anche prima. E questo tipo di sentimento non svanisce nemmeno nelle prove piu' dure.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 03/11/07 alle 23:07 via WEB
io non li avevo mai visti insieme: i miei zii si erano trasferiti dal paese quando mio cugino era ancora un ragazzo, ed entrambi i genitori morirono che il figlio era ancora molto giovane, per cui i rapporti con lui e con l'altro suo fratello si fecero presto del tutto sporadici. Al matrimonio, quando si sposò, parteciparono mia mamma e mio fratello, poi ci fu quasi subito l'incidente, sicché io la moglie non l'avevo mai vista prima della scorsa domenica, tanto che neppure ricordavo come si chiamasse... eppure, mi ha colpito il gesto, fatto quasi senza accorgersene, di accarezzarle la guancia, e la dolcezza con cui la guardava... si, credo che tu abbia ragione, il sentimento doveva essere preesistente, ma certo le difficoltà che ha dovuto superare lo hanno ... come dire... distillato, e reso più intenso...
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 04/11/07 alle 09:22 via WEB
Forse è la speranza di acere comunque qualcosa da ri.costruire insieme che ha aiutato, rinsaldato, rafforzato quel sentimento che già c'era. Una mia compagna di liceo ha attraversato una prova simile, con suo marito. Che però da dodici anni è in uno stato irrecuperabile, leso nella parola, nel movimento, nell'intelletto. Non so quanto in lei sia rimasto di quell'amore che c'era ed era tanto. Gli vuole bene, di un amore tenero, che si dà a chi è debole. Ma non è più un compagno per lei, nè lei lo è per lui. Ogni tanto la incontro, e mi parla di questi suoi andirivieni dai centri nei quali di tanto in tanto lui viene trasferito, di qualche periodo a casa, del suo lavoro, è medico. E a me si stringe il cuore.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 04/11/07 alle 10:19 via WEB
credo che a certe esperienze si sopravviva solo accettando che una parte di noi muoia, e che un'altra nasca al suo posto. Credo che l'amore di oggi della tua amica, al pari di quello di mio cugino, non sia affatto lo stesso di prima dell'incidente, non potrebbe, perché non é più lo stesso il destinatario dell'amore... eppure, sempre di amore si tratta.
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 05/11/07 alle 00:21 via WEB
è una storia molto bella. ma bello è anche il legame che hai creato fra questo amore eterno e la pietas dell'onorare i morti, la famiglia e l'amore che continuano anche oltre la morte.
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 05/11/07 alle 02:36 via WEB
La mia opinione, invece, è che questa storia non è per niente bella. Io la definirei quantomeno drammatica. Di bello c’è l’amore di quest’uomo e l’amore di quella mamma. Di drammatico c’è il dolore di quella ragazza e la sofferenza di quell’uomo e di quella mamma che amando fanno proprio anche il dolore di quella donna. Il tuo riferimento alla famiglia mi pare, invece, una forzatura. L’amore di una mamma è l’amore di una mamma come pure l’amore di quell’uomo è l’amore di un uomo, punto. Ci sono come, a prescindere dal rapporto familiare, potevano non esserci. Due amori che non hanno necessità di uno stato di famiglia perchè vengono dall’anima e non dal municipio. E' la mia opinione, of course. Ciao :o)
 
   
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 05/11/07 alle 22:54 via WEB
io ho interpretato ciò che ho letto e le interpretazioni sono frutto di come ognuno di noi legge ciò che vede. non c'è niente di male a trsferire un po' di se stessi in quello che si dice e in quello che si legge. dato che non è una analisi di dati scientifici, non mi pare ci sia niente di male, no?
e poi perché questa allergia al termine "famiglia"? chi ha detto che significhi legame istituzionale? ho parlato di documenti? famiglia significa legami d'amore, anche. significa vita insieme.
i luoghi comuni sono tali anche in negativo, sai?:)
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 05/11/07 alle 23:39 via WEB
Ciao, concordo con te sulla interpretazione. Soggettiva la tua ed altrettanto la mia ovvero opinione la tua ed altrettanto la mia. Differenti modi di qualificare questa storia, nient’altro.
Come pure sul “valore” della parola famiglia. Per me i legami d’amore sono legami d’amore così come la vita insieme è vita insieme. Penso invece che luogo comune sia proprio quell’usare la parola famiglia come se fosse sinonimo di legami d’amore o di vita insieme. Ri-ciao :o)
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/07 alle 09:47 via WEB
no,Gigi, famiglia e legami d'amore non sono necessariamente sinonimi, troppe dimostrazioni del contrario mi é capitato di vedere. Però al tempo stesso credo che famiglia, come tutte le parole, sia un termine convenzionale per indicare qualcosa che esiste, e nel caso specifico io due persone che stanno insieme in un certo modo non saprei in quale altro modo chiamarle, a prescindere dai certificati dello stato civile...
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 06/11/07 alle 18:33 via WEB
“no Gigi”? “Sì Gigi” invece visto che hai detto quello che penso anch’io. Famiglia e legami d’amore, infatti, io non li considero affatto sinonimi avendo detto che è un luogo comune considerarli tali (... usare la parola famiglia come se fosse sinonimo...). In altre occasioni ho anche detto che famiglia è solo un termine amministrativo e convenzionale che distingue in termini di Codice Civile la coppia sposata da quella non sposata. Per quanto riguarda poi i “valori” con i quali si vuole imbottire la parola famiglia, io penso che siano solo una forzatura, un’ipocrisia ed una speculazione religiosa perché i valori sono qualcosa di privato. Prescindono dalle certificazioni amministrative e non si acquisiscono di certo davanti all’ufficiale civile. Ciao :o))
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/07 alle 19:22 via WEB
non per polemizzare, ma solo per curiosità,perché a me non ne viene in mente nessuno, con quale termine alternativo a 'famiglia' indicheresti un gruppo di persone, un uomo e una donna non uniti in matrimonio, che però convivono e hanno dei figli insieme?
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 06/11/07 alle 19:57 via WEB
Io non faccio distinzioni terminologiche. Famiglia è l'una (civilmente sposati) e famiglia è l'altra (conviventi). Nemmeno io saprei differenziarle nel termine da usare. La differenza o le differenze sono solo di carattere amministrativo e penalizzano la coppia non sposata. :o)
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 06/11/07 alle 21:38 via WEB
appunto: visto che non facevamo discorsi di matrimoni, convivenze, dico, pacs o cas'altro, ma di legami d'amore tra vivi (e, aggiungerei, anche con i morti, visto che si parlava di un cimitero), io ho usato al parola famiglia unicamente per identificare questi legami. amore, cioè. mi sembra che sia tu a dare alla parola famiglia un significato legale. come dicevo sopra, sono luoghi comuni anche quelli che identificano per forza un termine con tutto un portato di significati negativi. again:)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/07 alle 09:35 via WEB
nel post racconto che avevamo piantato, io e mamma, dei fiori ai piedi delle tombe dei nonni e degli zii. Si tratta di quattro loculi, sovrapposti uno all'altro, che conservano i resti dei miei nonni materni, e del fratello di mamma, e della moglie, in altre parole i genitori di quel cugino che abbiamo incontrato. Quando morirono, sebbene si fossero trasferiti da diversi anni, li hanno riportati al paese d'origine, e li hanno collocati in parte ai nonni... perciò il riferimento alla famiglia era quasi obbligato...
 
marea14
marea14 il 06/11/07 alle 01:14 via WEB
Non saprei dire se sarebbe stata uguale dopo quella terribile prova. Penso però che molto probabilmente la tenerezza c’era anche prima, come c’era prima pure l’amore.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/07 alle 09:24 via WEB
:-) si, ne sono convinta anche io, in caso diverso non credo che il rapporto fra loro sarebbe sopravvissuto ad una simile prova
 
hillmad
hillmad il 06/11/07 alle 22:28 via WEB
cara lilith la tua umanità mi arriva dentro ......e le musiche che scegli mi sciolgono e riportano sempre indietro ai miei 18 anni....
 
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