A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°257 pubblicato il 03 Novembre 2007 da lilith_0404
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. [...] E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante [...]Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..." (Il Piccolo Principe - A. de Saint-Exupéry) Alla domenica raramente riesco a scamparla: solo quando mia sorella torna a casa, ormai sempre più di rado, e non si alza troppo tardi, che poi a ora che si è fatta la doccia e lavati i capelli e vestita e truccata, a mamma è scappata la pazienza, e per non sentirla brontolare finisco con l’offrirmi di nuovo io volontaria come autista D’altra parte, la sua vita sociale si riduce ormai da tempo quasi esclusivamente a quelle settimanali visite al cimitero durante le quali spesso succede di incrociare qualche conoscente, o meglio ancora qualche parente, con cui scambiare due chiacchiere e ricevere gli ultimi aggiornamenti su quello che é accaduto nella loro vita. Come la settimana scorsa, per esempio. Avevamo piantato dei crisantemi nell’aiola alla base delle tombe dei nonni e degli zii, e mentre io finivo di sistemare in un sacchetto la paletta, che ci era servita per fare il lavoro e le carte in cui erano avvolte le piantine, lei andava alla fontanella vicino all’ingresso a prendere un po’ d’acqua per i fiori appena piantati, e l’ho sentita esclamare, sorpresa, e da lontano la vedo abbracciare l’uomo che era entrato in quel momento.Con lui una ragazza bionda, magra, minuta. Riconosco un cugino che avevo visto l’ultima volta al funerale di papà, oltre otto anni fa, la ragazza scopro essere la moglie, che io non avevo mai incontrata fino a quel momento, benché l’uomo sia il figlio dell’unico fratello di mia mamma. Si erano sposati da pochissimo, quando lei rimase coinvolta in un brutto incidente. Restò in coma a lungo, le ferite e le fratture riportate l’avevano quasi uccisa e anche quando si svegliò dal coma tutti pensarono che sarebbe stato meglio per lei se fosse morta, tanto gravi e permanenti i danni riportati. Ci racconta che si era laureata da poco quando successe l’incidente, e dopo il coma dovette imparare di nuovo a parlare, a scrivere, a fare ogni cosa, come un bambino. Mentre parla le sue mani si muovono nei gesti dell’alfabeto muto, anche se ormai non ne avrebbe bisogno, anche se articola con lentezza le parole, parla,parla, come a voler recuperare il tempo perduto. 'Tu usi la macchina per andare al lavoro, stai attenta quando guidi', mi dice, 'io lo so quanto è brutto', e mentre lo dice le dita si atteggiano a fare il segno delle corna. 'Abitate a G…' chiedo, rivolta a mio cugino. 'Ci sta solo lei', mi risponde, 'non è in grado di stare da sola e abita con la mamma, io la raggiungo nel fine settimana.' Il marito la guarda con tenerezza, con una mano le sfiora una guancia, delicatamente: tutti pensavano che il loro matrimonio non sarebbe sopravvissuto, erano sposati da così poco quando successe l’incidente, non c'erano figli a tenerli uniti, e quando lei uscì dall’ospedale, così distrutta nel corpo da non potersi neppure girare nel letto senza essere aiutata, la mamma la riprese in casa e si dedicò a quella figlia curandola e accudendola come quando era piccola. Ci salutiamo, li guardo allontanarsi, la ragazza è visibilmente claudicante, ma è viva. Mentre torniamo a casa ascolto distrattamente le chiacchiere di mamma, penso a loro due, alla tenerezza che ho visto negli occhi di lui, e mi chiedo se sarebbe stata uguale senza quella prova terribile. click |
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Penso che quella tenerezza non avrebbe avuto dentro anche la componente di dolore, nient'altro.
sì, la forza dell'amore vero sta proprio lì, cioè che quello che fai per l'altra persona ti viene spontaneo, senza bisogno di sforzarti o di impegnarti. Non è qualcosa che ti imponi, ma ti viene dal cuore. Anzi, probabilmente non potresti fare nulla di meno nè di diverso.
Speriamo solo che anche in questo caso si tratti di amore vero e non di compassione, affetto o senso di responsabilità! E speriamo che lei possa tornare ad essere quella di prima.
Non avevo capito che l'incidente fosse accaduto oltre diec'anni fa; il tempo trascorso è evidentemente una testimonianza dell'autenticità di quel sentimento, però sono d'accordo con Marion che un amore così grande deriva sicuramente da un sentimento molto forte già preesistente, il quale, proprio perchè forte, è stato capace di superare una prova tra le più dure!
Parli dei momenti difficili, degli invitabili alti e bassi in una coppia... Beh, io credo che in quei momenti sia più il disaccordo, la non comprensione, il non dialogo a minare la coppia e non tanto un problema oggettivo in quanto tale. Ed è più facile che una coppia si rompa per frizioni caratteriali che non per un problema di salute che potrebbe intercorrere.
Parli di investimenti... onestamente la trovo una parola triste applicata all'amore, anche se, posso convenire con te, il matrimonio in fondo è un investimento e colui che viene lasciato potrebbe dire "Avevo investito in te". Ma colui che si trova nel dubbio di dover lasciare, non dovrebbe nemmeno porsi il problema dell'"investimento" perchè l'unica vera cosa su cui si può investire in un rapporto è il sentimento e la persona, che per noi dovrebbe essere speciale; e l'unica vera cosa per cui vale la pena salvaguardare quell'investimento resta sempre e solo il sentimento. Le cose materiali, gli impegni, le responsabilità ecc non contano niente se il sentimento viene meno.
No, non credo che la mia idea dell'Amore sia "romantica", semplicemente è un pò meno velata di "carità cristiana". :o)
Ti invidio, sai? Per questa tua capacità di razionalizzare l'amore e il rapporto a due. Probabilmente tu dormi molto più serena di me. Io invece non ne sono capace, sarebbe una violenza a me stessa: io ho bisogno di essere amata, ma anche di amare. Ho bisogno di sapere che stò con quella persona perchè su di lei si riversano spontaneamente miei sentimenti e non per una sorta di "contratto" ragionato. Infatti ho allontanato una persona che mi amava molto "solo" perchè io non ero capace di amarla altrettanto. Che poi non è affatto vero che vivere l'amore "solo" come sentimento significhi non opporre la ricerca del dialogo al non dialogo o non opporre la ricerca della comprensione alla non comprensione o ancora la ricerca di un accordo al disaccordo. Solo che forse lo si fa con presupposti diversi: si media per amore appunto e non grazie ad un "margine di manovra" (che brutta espressione!). Si media perchè quella persona conta più delle sue idee o dei suoi difetti o delle sue prese di posizione.
Tutti noi abbiamo bisogno di sicurezze e di punti di riferimento e tu, da quanto capisco, ne hai diversi: hai un compagno e numerosi fratelli. Io non ho nè l'uno nè l'altro e so che posso e devo contare solo su me stessa. Ma nonostante ciò, se avrò una persona al mio fianco, sarà solo perchè l'amo e perchè costui vorrà camminare accanto a me, per il tempo che vorrà farlo. Non posso imporgli nulla, posso solo sperare che duri.
e poi perché questa allergia al termine "famiglia"? chi ha detto che significhi legame istituzionale? ho parlato di documenti? famiglia significa legami d'amore, anche. significa vita insieme.
i luoghi comuni sono tali anche in negativo, sai?:)
Come pure sul “valore” della parola famiglia. Per me i legami d’amore sono legami d’amore così come la vita insieme è vita insieme. Penso invece che luogo comune sia proprio quell’usare la parola famiglia come se fosse sinonimo di legami d’amore o di vita insieme. Ri-ciao :o)