A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
Messaggi di Luglio 2006
Post n°121 pubblicato il 30 Luglio 2006 da lilith_0404
Dai libri che una persona ha letto riusciamo a farci un’idea di lei. Sarà per questo che mi piace sempre quando qualcuno scrive di quali libri ha amato, a quali autori si sente legato in modo particolare, quali libri hanno contribuito a formare la sua sensibilità. Ricordo un paio di post scritti tempo fa da Rosalux al riguardo, ed é un peccato che nel frattempo li abbia cancellati. Più di recente invece mi sono riconosciuta in molti dei titoli citati da Bluewillow nel suo post n. 116. Riflettevo sul fatto che a casa mia la libreria é divisa in due sezioni, senza che nessuno abbia volutamente operato questa separazione. Da una parte i miei libri, per lo più classici, biografie, saggi di storia; dall’altra i libri di mia sorella, prevalentemente autori contemporanei e testi sul cinema e sulle arti visive. Nella lista di Bluewillow c’é più di un titolo che compare anche sugli scaffali di mia sorella, ma raramente mi é capitato di leggere i suoi libri, così come lei non legge i miei. Perché sembra che ci sia una specie di attrazione che ci porta a incontrare certi libri, che ci sono congeniali, e non altri. Ho letto in un blog che “Il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini”. Ma non tutti siamo felici allo stesso modo. |
Post n°120 pubblicato il 26 Luglio 2006 da lilith_0404
‘Sono anche stata fortunata perchè ho potuto farlo. O forse ho saputo potere’ Riflettevo su questa frase che ho letto nel post n.2812 di Scalzasempre, e su come spesso siamo stati noi stessi, e il nostro atteggiamento di fronte alle opportunità che la vita ci ha offerto a determinare la fortuna in cio' che siamo riusciti o non riusciti a fare. E ho pensato che “Vorrei ma non posso” al mio orecchio ha sempre avuto il suono di un ‘Non voglio abbastanza’, perché in realtà, c’é sempre una possibilità di scelta alternativa, solo che spesso non siamo disposti a pagarne il prezzo. Non ricordo chi ha scritto che siamo noi stessi a costruire le sbarre delle nostre prigioni. Con le nostre scelte, e ancora più spesso con le nostre non scelte. Questo mi ha fatto ricordare questa poesia, di E.L.Masters: I have studied many times Molte volte ho studiato
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Post n°119 pubblicato il 24 Luglio 2006 da lilith_0404
Confesso, sono ignorante, la grammatica l’ho sempre studiata controvoglia, e la trovo francamente noiosa. Nello scrivere vado molto a orecchio, più che applicare consapevolmente regole codificate. Però forse é proprio per questo, perché sono consapevole che di regole ne conosco poche, quando ne trovo enunciata qualcuna, mi sforzo di memorizzarla, e di darmene una ragione, per cercare di ricordarla. Perciò, quando nei commenti al post n. 757 di SandaliAlSole mi sono imbattuta nella garbata schermaglia circa la forma del plurale dei termini stranieri usati in italiano, mi sono presa la briga di approfondire un poco l’argomento. Con Internet é oltretutto molto facile farlo. E’ bastato inserire in Google una opportuna stringa di ricerca, ed ecco quello che che ho trovato: I nomi stranieri diventati di uso comune in Italiano, sono invariabili, e questo per il fatto che nella nostra lingua il plurale o il singolare viene segnalato anche dall’articolo, oltre che dalla desinenza del nome. Tuttavia "I nomi stranieri che non sono ancora entrati nell'uso comune dei parlanti e, quindi, sono sentiti ancora come veri e propri forestierismi tendono a formare il plurale secondo le norme delle rispettive lingue di provenienza: il raid/i raids; il lied/i lieder." ("Il sistema della lingua" di Marcello Sensini ed. Mondadori). Lo stesso concetto é anche sostenuto dalla Accademia della Crusca, che distingue tra forestierismo che sia acquisito stabilmente e da tempo nell'italiano e in questo caso possiamo lasciarlo invariato, e neologismo recente o un termine fortemente specialistico e allora è consigliabile utilizzare il plurale della lingua d'origine. A questo punto mi chiedo : link, e blogger, in quale gruppo li facciamo rientrare? Dopo questa ricerca sulla regola applicabile, credo proprio che continuerò ad andare a orecchio.
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Post n°118 pubblicato il 18 Luglio 2006 da nef29
Sto leggendo un libro bellissimo sulla capacità di ascoltare, di apprendere ad apprendere e di uscire dalle proprie cornici... uno di quei libri che t'insegna una cosa parlandoti di qualcos'altro. E lo fa in modo chiarissimo. Devo intervistare dei ragazzini e improvvisamente ho un po' paura. "ricostruire storie di vita in termini di comprensione" semplicemente è una cosa da cui io devo stare fuori, pur rimanendoci dentro... anyway. è l'unico modo. uscire dalla mia cornice. uno di loro è sbarcato a lampedusa, ho spiato tra i documenti. quante volte incrociamo occhi che celano storie enormi, storie di infinita sofferenza? io non c'ero.
che ne dite? P.S.: come ho scritto a Vega di là, le parole non dette sono più importanti di quelle pronunciate... di cosa non vi ho parlato? non vi ho parlato della mia felicità. ma davvero non ci riesco... a parlarne ho paura di perderla o di falsarla, boh. "il vero segreto è il tuo respiro mentre dormi" |
Post n°117 pubblicato il 18 Luglio 2006 da lilith_0404
la luce della luna Girando tra i blog ne trovo diversi momentaneamente affidati alle cure di amici compiacenti; non lo chiamano ‘blogsitter’ ma ‘dare aria alle stanze’ :sorrido e penso tra me e me che se non é zuppa é pan bagnato, come quando il bambino non lo affidi a una babysitter che paghi perché te lo tenga ma lo porti alla mamma-suocera-sorella-vicina di casa. Penso che é tempo di ferie, e tra i bloggers sono tanti gli insegnanti che a quest’ora hanno finito lezioni, colloqui,scrutini,esami e possono salpare le ancore verso lidi più ameni. Non tutti però sono così fortunati e c’é anche qualcun altro, oltre a me, che le ferie deve accontentarsi di sognarle. Oslo condensa questo desiderio nell’unica frase del suo post n.335: “ho bisogno di ferie...anzi...di un anno sabbatico...” queste parole nella mia testa si legano , per associazione, al post 774 di Holden, dove spiega che Sàbbath in ebraico sta per Meditazione. E quindi ferie uguale meditazione, cioé staccare l’attenzione da tutto ciò che sta intorno e concentrarsi sul centro del proprio io. Penso che mi piacerebbe avere il tempo di ‘meditare’, ma non se ne farà niente. Chiudo le imposte, e mi preparo per andare a letto. tempo dammi tempo goodbye |
Post n°116 pubblicato il 16 Luglio 2006 da lilith_0404
Nel firmamento dei blog di libero, da un paio di giorni brilla una nuova stella, VegaLyrae. Chi ha avuto il piacere di apprezzarla nei suoi contributi a questo blog, potrà ora meglio continuare a farlo a questo indirizzo: http://blog.libero.it/VegaLyrae/ E come da bambini le maestre ci facevano recitare una poesia per festeggiare l'arrivo di qualche personaggio di riguardo, voglio offrirne una a Vega, per darle in questo modo il mio benvenuta. One Sister have I in our house - One came the road that I came - She did not sing as we did - Today is far from Childhood - And still her hum I spilt the dew - Una sorella ho in casa nostra - Una fece la strada che feci io - Non cantava come noi - L'oggi è lontano dall'Infanzia - E tuttora il suo ronzio Versai la rugiada - |
Post n°115 pubblicato il 13 Luglio 2006 da lilith_0404
Il decreto legge 223 emanato nei giorni scorsi dal governo é stato presentato dagli organi di stampa come un colpo inferto ai privilegi di alcune categorie, leggi liberi professionisti, banche ecc, e anche nei blog questa interpretazione é quella che é prevalsa, nei commenti ad esempio di Ossimora, nel post n.578 , e di Boycott nel post n.213 , per citarne solo due. E’ di sicuro impatto emotivo sentire che i professionisti non avranno più tariffe minime approvate per legge, che per comperare un’auto usata non si dovrà pagare la parcella del notaio, che medici e avvocati dovranno incassare i loro compensi in modo che ne rimanga traccia, cioé con assegni o bancomat. Ma a leggerlo con attenzione a me sembra che le riforme che hanno riscosso i consensi più entusiatici e che hanno meritato i titoli dei giornali siano in realtà più che altro di facciata, La storia dell’abolizione delle tariffe, su cui si é tanto insistito, ad esempio, mi sembra più demagogia che altro, perché é noto a tutti gli addetti ai lavori che i tariffari vengono aggiornati con cadenza misurabile in ere geologiche, e le tariffe minime vengono prese in considerazione solo nel caso di contestazione della parcella. Per il resto, il prezzo, come in tutti gli altri settori, lo fa il mercato. E c’é davvero qualcuno così ingenuo da credere che i Notai abbasseranno i loro prezzi, solo perché la legge non prevede più un prezzo minimo? ma i notai hanno il monopolio su una serie di adempimenti obbligatori per legge , ed é economia elementare che il prezzo del monopolista é ben più elevato di un prezzo minimo Al contrario altre categorie, ad esempio i consulenti del lavoro, che non hanno l’esclusiva di niente, e che devono fronteggiare la concorrenza di associazioni di categoria e centri di elaborazione, già da tempo sono nella condizione di applicare tariffe che sono a livello di sussistenza, checché ne dica il tariffario, che, detto per inciso, credo sia stato rinnovato l’ultima volta una decina di anni fa : secondo tariffario un’ora di lavoro di un consulente vale credo intorno agli 8 euro... per fortuna che ora questa tariffa non é più obbligatoria. I farmaci da banco potranno essere venduti nei supermercati, ma per poterlo fare questi dovranno assumere un farmacista. Solo i centri commerciali di maggiore dimensione potranno permettersi di farlo. Dov’é tutto il vantaggio per i consumatori che han voluto farci credere? Le banche dovranno comunicare in anticipo le variazioni contrattuali: ogni volta che la mia banca mi manda le informative contrattuali, mi addebita 2 euro di spese postali...vuol dire che ora mi verranno addebitati 2 euro con 30 giorni di anticipo. Nascoste tra le pieghe del decreto trovo poi alcune norme che mi disturbano decisamente. A esempio l’aumento dell’iva sulle fonti energetiche non rinnovabili. Quanto mi costerà nelle bollette del prossimo anno? E ancora, lo stato NON rimborserà e non riscuoterà i crediti di importo fino a 100 euro derivanti dalla liquidazione dell’imposta sul tfr, per gli anni fino al 2005: della serie, chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, nella più pura tradizione italiana.
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Post n°114 pubblicato il 08 Luglio 2006 da VegaLyrae
Quel locale sul mare: musica e una scala che dà direttamente sulla spiaggia. Aspettando le ordinazioni scendiamo. Loro, un passo avanti a me, si raccontano: “….and he teached me how to measure time by watching the stars….” Io, un passo indietro, annuso a occhi chiusi l’odore del mare, come un dono prezioso. Mi piace... Mi perdo nel suono lento delle onde che in lontananza accarezzano dolci la spiaggia. Penso a come talvolta siamo privati dei piaceri più semplici e primordiali. Non resisto e mi tolgo i sandali, noncurante dei cerotti per un paio di tacchi troppo pretenziosi. Le mie piante nude sulla sabbia risuscitano a quel contatto e i miei passi sollevano odore di salsedine, di ricordi e di pace. "...how to measure time by watching the stars…" "….by watching the stars…" "….the stars…" Alzo gli occhi e guardo quel luccichìo discreto che m'incanta nella vastità della notte; penso che mi piacerebbe condividerlo con qualcuno che in quell’istante si trova sotto un altro cielo, in un’altra terra, qualcuno che ama il mare e le stelle come me; mi piacerebbe fargli attraversare la via lattea per raggiungermi e passare la notte assieme, lì, su quella spiaggia ad accarezzarci l’anima con gli occhi negli occhi. Loro, un passo avanti a me, non si accorgono di nulla. |
Post n°113 pubblicato il 06 Luglio 2006 da lilith_0404
“L’ordine aiuta la memoria e fa risparmiare tempo” scriveva qualche tempo fa Scalzasempre nel suo blog. Purtroppo non ho avuto in dono da madrenatura una gran memoria e sono notoriamente lenta a fare qualsiasi cosa, per cui, essendo il tempo una risorsa scarsa cerco di economizzarlo facendomi una regola di essere ordinata. Ma come dice il proverbio ogni regola sopporta le sue eccezioni e ci son casi e situazioni in cui le cose vanno proprio al contrario, come raccontavo nei commenti al divertente post n.125 di Haashim. Un paio di domeniche fa, in occasione del referendum, al momento di uscire per andare a votare vado sicura al cassetto del comodino dove tengo abitualmente la scheda elettorale, apro il cassetto, cerco la scheda, e la scheda non c'é. Deve esserci, ho pensato, l'ho usata per le recenti elezioni,si sarà infilata in mezzo, o sotto, alle altre cose che ingombrano il cassetto... nulla. Forse sarà nella borsa che ho usato quel giorno... nulla. E se l'avesse messa via mamma insieme alla sua? eravamo andate insieme a votare... nulla. Possibile che l’abbia lasciata in ufficio? non c’é motivo perché lo abbia fatto, ma a volte soprappensiero si fanno le cose più immotivate... Intanto il tempo passa, volevo passare dal seggio a votare prima di andare in stazione a prendere mamma che tornava dalla montagna, ormai non ce la faccio più... ma come faccio se non la ritrovo? dovrò fare denuncia di smarrimento per averne un'altra? per fortuna si vota anche lunedi... ok, domani vado in comune e mi informo...eppure avrei giurato di averla riposta nel cassetto del comodino, la metto sempre lì, per essere sicura di non dimenticare dove sta, da una votazione all’altra, fammi riguardare ancora una volta: e infatti eccola, infilata in una busta in cui l’avevo messa pensando che così sarebbe stato più facile trovarla... L’ordine aiuta la memoria e fa risparmiare tempo, di solito.
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Post n°112 pubblicato il 03 Luglio 2006 da lilith_0404
Non ho letto il libro di G.C.Giacobbe di cui parla Bluewillow nel suo post n.100, ma ho trovato interssante l’idea che in ogni persona si fondano al tempo stesso il bambino, l’adulto, il genitore, e che “quando non si compiono i giusti passaggi nella vita, queste tre personalità possono non formarsi completamente e diventiamo quindi nevrotici” Mi ha fatto riflettere su un episodio di cui mi é capitato di essere testimone proprio in questi giorni, avente per protagonista una giovane donna solo apparentemente matura e di buon carattere, ma che valutata secondo lo schema proposto nel libro in questione é inequivocabilmente rimasta allo stadio del ‘bambino’, adottando comportamenti che non hanno riguardo che alle proprie esigenze ed aspettative, e che non tengono in alcuna considerazione le difficoltà e i problemi di chi le sta vicino. Stando all’autore é la società in cui viviamo che porta a sviluppare soprattutto la personalità del bambino nevrotico. Può anche essere che sia così, ma mi chiedo allora come, e chi, possa ‘educare’ e far compiere ad un giovane quei ‘giusti passaggi’ di cui parla Bluewillow, che portano a sviluppare la propria personalità fino allo stadio del ‘genitore’, cioé ad essere una persona capace di prendersi cura anche degli altri e non solo di se stesso.
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