Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

Messaggi di Luglio 2005

Prenditi tempo

Post n°56 pubblicato il 31 Luglio 2005 da lilith_0404
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Ieri ho avuto necessità di acquistare alcune medicine, e trovare una farmacia aperta é stata una impresa tutt’altro che facile: sulla porta delle prime tre a cui mi sono diretta ho trovato un cartello con la scritta ‘chiuso per ferie’ in bella vista.

Non c’é da meravigliarsi, visto il periodo.

E neppure mi sono meravigliata quando stamattina girando tra i blog ho trovato più o meno lo stesso cartello appeso in diversi posti. Di diverso c’era il dubbio, espresso da più d’uno, circa la possibilità di riaprire una volta che le ferie saranno terminate. In parte é dovuto ad alcuni episodi accaduti, che hanno amareggiato chi ne é stato coinvolto. In parte é dovuto invece a stanchezza, a perdita di entusiasmo.

C’é diffuso un desiderio di prendere tempo, di provare a staccare per valutare se ci sono ancora i motivi e i presupposti per continuare a stare qui.

Ognuno prenderà le decisioni che riterrà più opportune. Nel frattempo, mi é tornato alla memoria un testo, una sorta di vademecum che trovai anni fa su un giornale e che ogni tanto mi piace rileggere.

Prenditi tempo per pensare
perché questa e’ la forza del potere

Prenditi tempo per giocare
perché questo e’ il segreto del potere perpetuo

Prenditi tempo per leggere
perché  questa e’ la base della saggezza

Prenditi tempo per pregare
perché  questo  e’ il maggior potere sulla terra

Prenditi tempo per amare ed essere amato
perché questo e’ un privilegio dato da Dio

Prenditi tempo per essere amabile
perché questo e’ il cammino alla felicità

Prenditi tempo per ridere
perché il riso e’ la musica dell’anima

Prenditi tempo per dare
perché il giorno e’ troppo corto per essere egoista

.................................

 
 
 

Netiquette

Post n°55 pubblicato il 25 Luglio 2005 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

Tempo fa, dopo una discussione sviluppatasi nei commenti al mio post n. 28 un paio di bloggers mi hanno chiesto di non essere più citati , estremamente risentiti per il tono che la polemica aveva assunto.

Ci ripensavo mentre nei giorni scorsi seguivo la vicenda che ha portato gli stessi due bloggers  il primo a chiudere il proprio blog, l’ altro a rivolgersi alle autorità per tutelare la propria sicurezza, in un crescendo di astiosità e in un trascendere di toni che mi ha lasciato piuttosto sconcertata.

Avevo presente tutto questo quando alcuni giorni fa, vedendo la piega che la discussione stava assumendo tra Lupopezzato e Giancla56 nei commenti al mio post 52 mi sono intromessa e ho cercato di  mettere un freno alla polemica, anche a costo di rischiare di urtare la sensibilità e la suscettibilità delle persone che ci sono dietro al nick.

Finchè la discussione si sviluppa sulle idee ne scaturisce un interesse ed un arricchimento per chi legge, ma quando gli attacchi vengono portati sul piano personale, quando ad essere preso di mira non é più il punto di vista espresso dall’altro, ma la persona che lo esprime, allora la discussione non va più da nessuna parte e si trasforma rapidamente in rissa.

Molto meglio fermarsi prima.

 
 
 

Post N° 54

Post n°54 pubblicato il 19 Luglio 2005 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

I commenti al mio post n. 52, in particolare quello di Santaguero hanno sottolineato il fatto che il problema del terrorismo é intimamente connesso al problema della guerra in generale.

L’obiezione di Santaguero é quella che si sente spesso fare:

Non è forse vero che la violenza genera violenza? E più è ingiustificata (ed ingiustificabile, maggiormente crea mostri. Londra, New York, Madrid, ma anche Bagdad, il sud-est asiatico degli anni '70, l'america latina fino alla caduta delle dittature e così via non sono forse scenari della follia omicida di determinati gruppi di potere economico-politico-religiosi? E' più esecrabile il terrorista che colpisce nel mucchio o chi di questa ideologia ne ha allevato postulati e teoremi. Il terrorismo, almeno quello moderno, e la conseguente strategia dell'orrore non è stata forse instillata e diffusa dagli Usa e dall'Occidente? Il problema che però mai nessuno metterà sul banco degli imputati un Kissinger o un Bush”

Sembra un circolo vizioso, da cui non c’é possibilità di uscita.

Riflettendo su questo, mi é tornato alla mente il post n.197 di Haashim in cui é riportata la lettera che Freud indirizzò nel 1932 ad Einstein.  Rileggendola, un passaggio mi é sembrato particolarmente significativo:

“ Credo che la ragione principale per cui ci indigniamo contro la guerra é che non possiamo fare a meno di farlo.Siamo pacifisti perché dobbiamo esserlo per ragioni organiche.... Da tempi immemorabili l'umanità è soggetta al processo dell'incivilimento ...Dobbiamo ad esso il meglio di ciò che siamo divenuti e buona parte di ciò di cui soffriamo.. Dei caratteri psicologici della civiltà, due sembrano i più importanti: il rafforzamento dell'intelletto che comincia a dominare la vita pulsionale, e l'interiorizzazione dell'aggressività, con tutti i vantaggi e i pericoli che ne conseguono.

Orbene, poiché la guerra contraddice nel modo più  stridente a tutto l'atteggiamento psichico che ci è imposto dal processo civile, dobbiamo necessariamente ribellarci contro di essa: semplicemente non la sopportiamo più; non si tratta soltanto di un rifiuto intellettuale e affettivo, per noi pacifisti si tratta di un'intolleranza costituzionale, per così dire della massima idiosincrasia. E mi sembra che le degradazioni estetiche della guerra non abbiano nel nostro rifiuto una parte molto minore delle sue crudeltà.

Quanto dovremo aspettare perché anche gli altri diventino pacifisti? Non si può dirlo, ma forse non è una speranza utopistica che l'influsso di due fattori - un atteggiamento più civile e il giustificato timore degli effetti di una guerra futura - ponga fine alle guerre in un prossimo avvenire. Per quali vie dirette o traverse non possiamo indovinarlo.

Nel frattempo possiamo dirci: tutto ciò che promuove l'evoluzione civile lavora anche contro la guerra.’’

 
 
 

Post N° 53

Post n°53 pubblicato il 15 Luglio 2005 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

Leggevo l’articolo riportato da Giancla56 tratto da Il Riformista  e mi ha colpito il passaggio in cui si dice: ”Non c’è verso di spaventare la gente al punto tale da farle cambiare vita... Non c’è caso conosciuto di una città che si sia arresa al terrore, nemmeno a Gerusalemme la gente rinuncia ad andare al ristorante, in discoteca, in sinagoga o in moschea... I londinesi non hanno ceduto di un millimetro alla xenofobia.. Non si vedono nemmeno i vagoni del Tube squarciati, a dire il vero, in una sublime nemesi della censura: e che cosa resta del  terrorismo senza un Ground Zero?” 

Più o meno le stesse considerazioni le ho trovate espresse in articoli che mi é capitato di leggere nei giorni scorsi, e mi é tornato alla mente un vecchio telefilm di Star Trek: l’equipaggio dell’Enterprise era approdato su un pianeta che aveva trovato un modo di rendere la guerra asettica: non più bombe e distruzioni, tutto era stato trasformato in un gioco a tavolino, dove i morti di una parte e dell’altra venivano stabiliti con algoritmi  e chi veniva designato come ‘’vittima’’ si consegnava spontaneamente alla autorità preposta che provvedeva ad ‘’ucciderlo’’ in maniera incruenta e pulita.

Purtroppo,  o per fortuna la realtà é ben diversa.

 
 
 

Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 11 Luglio 2005 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

Dopo i fatti di Londra, commentando la notizia scrivevo nel blog di Corsaramora: “ provo solo sgomento... e la consapevolezza che domani potrebbe capitare a Roma, o a Milano, o a Napoli...

Più o meno le stesse considerazioni sono state espresse ieri con la mia famiglia: mia sorella lavora a Milano, e non si può evitare di sentire una stretta al cuore ogni volta che si sa debba prendere la metropolitana o salire su un autobus.

Sono reazioni molto umane, ed é del tutto naturale il sentimento di impotenza: come scrive Giancla56 nel suo post n.616 “non c’é la soluzione... siamo in guerra, questo é poco ma sicuro, ma non é una guerra classica. possiamo blindarci, rinchiuderci, scavare trincee, alzare steccati e costruire prigioni e campi di concentramento. ma loro possono aspettare, possono scegliere il momento, l'ora, il luogo: non é sul piano della forza che possiamo sconfiggerli. Hanno il vantaggio della sorpresa, dell'anonimato, dell'amoralità.” 

A ben vedere questo é stato sempre il punto con il terrorismo: quella che viene combattuta non é “la guerra delle bandiere al vento,delle fanfare, dell’audacia e della valentia, l’esibizione del coraggio e della sfida che han sempre avuto gran fascino x i maschi....quella di cui si parla è ben altra cosa, è una guerra sporca ,dove non c è il duello ma l’assassinio, il bombardamento, l’agguato...non i cavalieri ma i killers...”  (occhiodivolpe, commenti al post n.108).

E’ vero, come scrive beckysharp nei commenti al post di Giancla56 citato che l'occidente non é un bambino inoffensivo e diligente, ma essere consapevoli  che ci sono altri innocenti  che la  guerra ce l’hanno in casa, e muoiono senza neppure avere servizi sul tg, non aiuta affatto a sentirsi più tranquilli.

 
 
 

L'imprinting

Post n°51 pubblicato il 07 Luglio 2005 da lilith_0404
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Nel 1935 Konrad Lorenz in un famoso saggio descrisse quello che nel regno animale é conosciuto con il nome di imprinting:  quel momento critico in cui il piccolo impara a riconoscere le caratteristiche della propria specie.

Nell’arco temporale in cui si verifica l’imprinting è come se il cervello mettesse in atto un naturale meccanismo di selezione, una sorta di bilanciamento tra le informazioni che vanno memorizzate e fissate per sempre, perché indispensabili alla sopravvivenza e le altre che arrivano dopo e non servono più, visto che il piccolo, superato il periodo critico, dovrebbe aver appreso tutto ciò che gli serve.

Accade qualcosa di simile anche alle persone. Ci sono esperienze vissute negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza che condizionano per sempre il modo di rapportarsi agli altri, di vivere le emozioni e i sentimenti, a volte in modo del tutto inconsapevole. Quelle prime esperienze condizionano profondamente il nostro successivo approccio alla vita, modellando le nostre aspettative e fornendoci le chiavi di lettura dei comportamenti dell’altro. Ci danno la forma mentale.

L’imprinting, appunto.

Ho pensato a questa cosa nei giorni scorsi, leggendo la poesia del post.n. 27  di wings.of.fire . L'ultimo verso, dove dice: “Lasciami per potermi avere  ha suscitato in me echi che risalgono a tanti anni fa, ai tempi dell'adolescenza.

A quei tempi avevo una grossa agenda che utilizzavo come diario, vi scrivevo canzoni, brani di prosa, e pensieri, un po' come si fa ora con il blog. Su una delle prime pagine di quell'agenda avevo riportato una canzone che sebbene musicalmente non eccelsa aveva il potere di emozionarmi profondamente, toccando evidentemente a livello inconscio tasti di cui io stessa a livello razionale non ero del tutto consapevole.

A distanza di tanto tempo quella canzone é riaffiorata al livello della coscienza, continuando a darmi emozione: 

Niente di strano se te ne vai,
non mi stupisce quello che fai,
niente di strano se resto qui
senza far niente, tanto è così.
Sei come un cigno che allarga le ali,
sei nata libera, devi volare,
e chiudere a chiave la tua libertà
sarebbe solo un'assurdità.
E' così bello vederti felice
e di rubarti il sorriso non sono capace.
E' nascosto dai rami ma lo senti cantare,
se ti vede è finita, allora fuggirà;
lui non riesce a capire che non vuoi fargli male,
lui capisce soltanto la sua libertà.
Niente di strano se te ne vai,
non mi stupisce quello che fai,
devi sentirlo tu, dentro di te,
quando è il momento di stare con me.
E fino a quel giorno ti devo aspettare,
sei nata libera, puoi ritornare.
E' nascosto dai rami ma lo senti cantare,
se ti vede è finita, allora fuggirà;
lui non riesce a capire che non vuoi fargli male,
lui capisce soltanto la sua libertà.
E' nascosto dai rami ma lo senti cantare,
se ti vede è finita, allora fuggirà;
lui non riesce a capire che non vuoi fargli male,
lui capisce soltanto la sua libertà.

( Sanremo 1976  Artista: Leano Morelli   Autori: Crippa – Morelli  )

 
 
 

Croce rossa e diamante bianco

Post n°50 pubblicato il 03 Luglio 2005 da lilith_0404
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Leggevo sul blog di Corsaramora il suo post.n. 200   su Voltaire e sulla tolleranza. 

Ci pensavo mentre leggevo su una rivista un articolo riguardante la croce rossa internazionale che cambierà il proprio simbolo : non più la croce, appunto, ma un ‘diamante’ bianco in campo rosso, per evitare compromissioni ideologiche. La stessa cosa farà la mezzaluna rossa, che é l’equivalente della croce rossa nei paesi islamici. Un nuovo simbolo, scelto per non avere implicazioni religiose.

Nella stessa pagina, un altro articolo parla delle elezioni presidenziali in Iran.  Il nuovo presidente dell’Iran, a detta dei commentatori, é un integralista ultraconservatore, fedelissimo dell’ayatollah Alì Khamenei. Con lui, dicono, vince la linea dell’ortodossia khomeinista, contro la linea del riformismo e dell’apertura all’occidente.

Un altro mattone al muro contro muro che é in atto da qualche tempo, tra cultura occidentale e cultura islamica.

Bastasse cambiare un logo, per vincere l’intolleranza.

 
 
 

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