Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

Messaggi di Gennaio 2008

Tartarino

Post n°285 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da lilith_0404

Confesso di nutrire una certa ammirazione, non priva di una punta di invidia per coloro che riescono a seguire il blog con assiduità, inserendo post con cadenza più o meno quotidiana, e rispondendo con tempestività ai commenti che vengono lasciati dai visitatori.

        

E’ innegabile che in questo modo il blog diventa un luogo dove  è piacevole incontrarsi anche solo per uno scambio di battute scherzose, o per augurarsi il buongiorno. Ne conosco alcuni di blog che vengono gestiti secondo questi canoni, e li frequento sempre con piacere, sicché mi sono detta più di una volta che sarebbe bello riuscire a fare altrettanto.

           

Spesso, d’altra parte, leggendo sia i blog, che i giornali, mi imbatto in notizie o argomenti sui quali mi sentirei di avere qualche cosa da dire. Succede anzi spesso che, mentre leggo, mi prenda qualche appunto al volo di quello che potrei scrivere, per non scordarmelo intanto che aspetto che arrivi il momento di comporre il post.

             

Poiché però non so scrivere di getto, succede che il tempo passi, e il momento atteso, in cui avere la calma e la concentrazione di cui ho bisogno per mettere insieme le quattro righe del post non arrivi. Poi passa altro tempo, e l’argomento diventa superato, o non più pertinente, e l’appunto preso rimane lì, inutile, in una cartella in cui, dopo un po’, mi dimentico anche di averlo messo.

           

Rispetto a queste mie velleità di blogger, quando ci penso, mi sento molto simile a Tartarino di Tarascona, nella celebre scena narrata da Daudet:

 

Esistevano, infatti, nel nostro eroe ( non esitiamo a confessarlo) due nature nettamente distinte. […] Don Chisciotte e Sancho Panza, in un sol uomo!
[…] Tartarino Chisciotte che si eccita ai racconti di Gustavo Aimard, e grida
<< Parto!>>.
Tartarino Sancho che, preoccupandosi dei reumatismi, dice :
<<Me ne sto a casa!>>
[…] Tartarino Chisciotte (con esaltazione crescente) :
[…]  << Una scure! Datemi una scure!>>.
Tartarino Sancho (suonando il campanello ):
<< Rosina, portami la cioccolata.>>

     

Come Tartarino all’idea di compiere gesta ardimentose, io mi infiammo all’idea di scrivere un blog che sia un luogo d’incontro costante e piacevole  per le persone che lo frequentano. Ma poi, vuoi per pigrizia, vuoi per incapacità, i bellissimi post che vorrei scrivere restano allo stato ‘virtuale’ nella mia testa,  e continuo placidamente a leggere quello che altri hanno scritto.

     

 

 
 
 

Confronti

Post n°284 pubblicato il 23 Gennaio 2008 da lilith_0404

Un euro e quaranta al litro. Cinquanta euro per il pieno. Questo appare sul display del distributore e mentre allungo la carta di credito al benzinaio, tra me e me calcolo che un pieno a settimana, in un anno fanno duemilaseicento euro. Una bella fetta del mio stipendio.

Penso a quando, venticinque anni fa facevo benzina con  diecimila lire. Difficile fare paragoni, decidere se in proporzione mi pesassero di più le diecimila lire di allora o i cinquanta euro di oggi.

Con il petrolio che ha sfondato i cento dollari al barile, la sensazione è che tra non molto dovremo fare un mutuo per pagare il conto del benzinaio, anche se stando ad un articolo che ho letto sul giornale di lunedì sembra che invece le cose non siano oggi peggio di quanto siano mai state:  attualizzando il prezzo che la benzina raggiunse nel 1977, saremmo a quota un euro e settanta.

Ma se devo dire la verità saperlo non mi fa sentire meglio: vuol solo dire che è da almeno trent’anni che  non c’é da stare molto allegri.

   

 
 
 

Regole

Post n°283 pubblicato il 16 Gennaio 2008 da lilith_0404

Ci sono le regole.

Le regole vengono stabilite per rendere più ordinata la gestione delle situazioni. Per esempio una regola è fare la fila per prendere il biglietto, anziché accalcarsi e sgomitarsi per farsi largo. Una regola è consegnare allo sportello della posta un massimo di cinque raccomandate, e poi rimettersi in coda nel caso se ne debbano fare di più, a meno di non  presentarsi allo sportello con una distinta di spedizione.

Le regole hanno una logica che le giustifica, e tanto più facilmente possono essere accettate quanto più tale logica appare evidente. Per esempio la regola che limita il numero e la durata delle visite in un reparto di terapia intensiva: è giusto, sono situazioni delicate,  e ogni interferenza può essere controproducente e pregiudicare il regolare svolgimento delle operazioni mediche.

Ma ogni regola sopporta le proprie eccezioni. Anzi, si dice appunto che l’eccezione conferma la regola. Perché, ovviamente, l’eccezione non sarebbe una eccezione se non ci fosse la regola a renderla tale.

Nel caso delle leggi, spesso,  le eccezioni sono espressamente previste, e sono incluse nella previsione stessa della norma. Ma per regole di carattere ‘organizzativo’, non stabilite da leggi formali, è chiaro che debba essere l’operatore, l’impiegato di turno,  a dover decidere cum grano salis se e quando ammettere una eccezione, e trincerarsi dietro il fatto che ‘questa è la regola’ rischia di trasformare la stessa in una fonte di ingiustizia.

Ricordo che da bambina mi insegnavano che ‘il sabato è fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato’ , per dire che le persone vengono prima delle regole.

Sicché impedire a un figlio di vedere la propria madre quando si sa che con ogni probabilità non arriverà al giorno dopo, perché la regola è di un solo visitatore al giorno, francamente mi sembra non solo sintomo di ottusità da parte dello zelante infermiere, ma decisamente ingiusto, a prescindere da ogni altra considerazione di carattere organizzativo.

click

                  

 
 
 

Le stelle stanno a guardare

Post n°282 pubblicato il 13 Gennaio 2008 da lilith_0404

C'é un amico che spesso al mattino mi chiama per dirmi cosa prevedono le stelle per il mio segno, nonostante che in risposta non ottenga da me altro che parole ironiche e decisamente scettiche. Non posso evitare di pensare a lui vedendo  segnalato sulla Home page di Libero  un blog con un post dedicato agli oroscopi.
  

Mentre lo visito ripenso al tempo in cui  subivo il fascino dell’astrologia: sapevo le caratteristiche dei vari segni, conoscevo il mio ascendente e la posizione di Venere e Marte nel mio cielo di nascita.


Ricordo che quando ero ragazzina,  a  fine anno non mancavo mai di  comprare Astra e leggere cosa riservassero le stelle per il nuovo anno. Lo comperavo solo a fine anno, e sebbene  la parte razionale di me sapesse bene che non era vero niente, la parte superstiziosa e scaramantica non voleva incominciare l’anno senza questo ‘rito propiziatorio’ . 

Poi accadde che un anno, mettendo in ordine, mi capitò tra le mani alla fine dell’anno il numero di Astra che avevo comprato l’anno prima: lette a posteriori, e col senno di poi, mi accorsi di quanto le previsioni fossero solo belle speranze e nulla più.

Ora Astra non lo compero più da anni, ma un paio di settimane fa una collega leggeva su non so quale sito le previsioni per il 2008: sembra che per il Toro sarà un anno favoloso, fortuna e successo su tutti i fronti, e solo il fatto di aver l’ascendente in Sagittario rende le previsioni un po’ meno sfavillanti.

Questa volta però non ho dovuto aspettare fine anno per accorgermi che si tratta solo di  un pio desiderio.

 
 
 

E.Dickinson  -  Poesia 1078

Post n°281 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da lilith_0404

The Bustle in a House
The Morning after Death
Is solemnest of industries
Enacted upon Earth -

The Sweeping up the Heart
And putting Love away
We shall not want to use again
Until Eternity -

Il Trambusto in una Casa
Il Mattino dopo una Morte
È la più solenne delle faccende
Compiute sulla Terra -

Spazzolare il Cuore
E mettere da parte l'Amore
Non avremo più bisogno di usarlo
Fino all'Eternità -

       

       

 
 
 

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