Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

Messaggi di Febbraio 2006

Me le dico da me...

Post n°84 pubblicato il 28 Febbraio 2006 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

Seguivo qualche giorno fa in televisione la trasmissione di Gad Lerner su La7. Ad un certo punto il conduttore se ne uscì con una battuta, dicendo:
<< tra noi Ebrei circolano un sacco di barzellette ferocemente antisemite, ma guai se un NON ebreo me ne dicesse una, lo sfiderei a duello!>>

Questa battuta mi ha fatto tornare in mente la famosa scena del Cyrano, e la frase con cui il nostro eroe rimbeccava chi lo stava provocando con battute insipide sulla dimensione del suo naso:

"Me le dico da me, facendone anche incetta, ma non permetto mai che un altro si permetta."

... e sappiamo come andò a finire: un duello in rima al termine del quale ci scappò il morto.

Senza voler banalizzare cose sicuramente di ben altra importanza e gravità, ascoltando in questi giorni le notizie in merito alla ben nota vicenda delle vignette satiriche, continuamente mi ritorna quella scena del Cyrano.

All’inizio tutto quel can can che montava mi sembrava decisamente eccessivo e strumentale. A chi fa comodo, mi chiedevo, e la risposta che mi davo era suppergiù quella che proponeva anche Giancla56 nel suo post n.830  Ma nel mio modesto tentativo di capirci qualcosa di più  ho provato a guardare la cosa anche da un angolo di osservazione diverso. Nel blog di Lia, (Haramlik, nei miei link) ho avuto modo di considerare  la vicenda dal punto di vista dei musulmani, o almeno di una persona che sta, emotivamente e ideologicamente, dalla loro parte.

Mi perdonino quelli che san capire e discutere di politica, se volessero darmi della ottusa  qualunquista avrebbero buon gioco e non sarei certo io a smentirli. Perché, come ho già detto altre volte io di politica ne capisco zero.

Ma pur continuando a pensare che la reazione sia stata montata ad arte, e che sia ampiamente strumentalizzata, mi sono anche abbastanza vergognata di una libertà di espressione che si permette di mancare di rispetto a ciò che per milioni di persone é oggetto di venerazione e di culto. Pur non condividendo quella fede, e nonostante un’istintiva repulsione per ogni forma di integralismo, di qualunque matrice esso sia, credo che alla base della civile convivenza debba esserci il reciproco rispetto.

E qui mi sembra che sia mancato.

 
 
 

Lo farà o non lo fara..?

Post n°83 pubblicato il 26 Febbraio 2006 da VegaLyrae
Foto di lilith_0404

Sono rimasta molto lusingata dalla proposta di Lilith di condividere con lei e Nef il suo blog; tuttavia so di non saper scrivere o meglio di non saper ricamare scrivendo. Certo, la scuola dell’obbligo l’ho assolta, quindi riesco ad articolare qualcosa, ma temo che non sia abbastanza…. e nemmeno nel ricamo me la sono mai cavata troppo bene: ho questa rovinosa tendenza ad annodare e aggrovigliare i fili.

Ho comunque deciso di accettare e provare a cimentarmi, pur sapendo che non sarò all'altezza dei post sempre così raffinati e accurati delle mie compagne di avventura.

Lilith mi ha detto di fare “come fossi a casa mia”, ma non dimentico di essere un’ospite e vedrò di usare il suo blog con il massimo rispetto in modo da non stravolgere completamente l’arredamento della “stanza“.

Le mie coinquiline dovranno anche tener conto che sono un’incostante e anche un po’ disordinata, quindi se strada facendo mi dimentico di qualcosa o rompo qualche bicchiere non dovranno prendersela troppo.

E soprattutto che sono una persona di poche parole e talvolta rischio di ridurmi a parlare del tempo.

Oddio, non che la meteorologia non possa avere il suo fascino….. anche il cielo ha un suo umore e una sua personalità.

 

..ho scoperto di recente che il cielo può essere indeciso e non sapere se fare un passo avanti o un passo indietro, proprio come le persone;

…che può avere voglia di piangere e le lacrime si affacciano ai suoi occhi come grossi nuvolosi bianchi.

…che “cirri, cirrocumuli e cumuli-nembi…” possono diventare una filastrocca divertente;

…che il sole sa accarezzare la nostra pelle con le sue labbra sensuali e farci provare emozioni bellissime..

…ho scoperto che quando nevica, il cielo ci parla sussurrandoci all’orecchio parole dolci  dolci e che quando piove ha voglia di dirci un sacco di cose;

se poi piove a dirotto, allora urla tutte quelle cose di noi stessi che altrimenti non vorremmo ascoltare.…, e quando alla fine s’incazza, ci scarica addosso tutta la sua grandine;

…ma l’ho anche sorpreso mentre arrossiva in bellissimi tramonti fuori orario che nessun’altro tranne te e me poteva vedere…

 

Non lo so se le cose stiano esattamente così. So solo che io le ho scoperte così sabato pomeriggio, in un momento in cui ero felice.

 

Ecco, vedete, già nel mio primo post ho parlato solo del tempo…

Adesso vado a pranzo con papà,

buona domenica.

 

 
 
 

Un anno dopo

Post n°82 pubblicato il 25 Febbraio 2006 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

Tempo fa,un blogger che a quel tempo si presentava con il nick di Merlinodibretagna,  scrisse che per scrivere in un blog bisogna essere un po’ esibizionisti. Alla mia obiezione che non mi sentivo affatto tale, rispose, un po’ causticamente: "infatti, tu non sei un’esibizionista, sei una voyeur, perché un blog non ce l’hai." All'epoca infatti pur essendo da tempo piuttosto assidua con i commenti, non avevo ancora un blog mio.

Questo piccolo episodio mi é tornato alla memoria  mentre riflettevo sul fatto che questo blog, lunedì scorso, ha compiuto un anno.

Un anno non é un tempo particolarmente lungo, poco più di un battito di ciglia, eppure, riguardando indietro mi accorgo di quanto sono diversa dalla persona che con mille titubanze ha scritto il suo primo post un anno fa.

Per scriverlo dovetti farmi una specie di violenza, perché per natura non sono una primadonna e non amo stare al centro della scena.

Rileggo quello che scrissi all’epoca per giustificare, a me stessa prima che a chiunque altro, il passo che stavo facendo:

a chi può importare quello che scrivo?  ecco: importa a me di scriverlo....Non so bene che cosa ne farò (del blog), probabilmente poco, ma sarà un posto mio, dove poter dire quello che penso senza seccare nessuno.” 

Quell’idea, che fosse un posto solo mio, e che aveva portato anche alla scelta del nome ‘A room of one’s own’ é ora del tutto superata, tanto che ho invitato due persone, che ho apprezzato tante volte per quello che di loro ho avuto occasione di leggere, a condividere con me questo spazio. Una di loro ha già accettato, é Nef29 ed ha scritto il post che precede. L’altra spero che lo faccia a breve.

Se poi sarà necessario cambiare il nome del blog, non sarà un problema.

 
 
 

Eccomi.

Post n°81 pubblicato il 22 Febbraio 2006 da nef29
Foto di lilith_0404

Con vero piacere accetto l'invito di lilith di partecipare al suo blog.

E inizio con un annuncio...

OGGI, 22 FEBBRAIO 2006, ALLE ORE 9.20, HO SOSTENUTO IL MIO ULTIMO ESAME UNIVERSITARIO!!!

(Con un anno di ritardo rispetto ai miei progetti ma... meglio tardi che mai! eheh :))

Le congratulazioni sono gradite, anzi: di più.

Ora però vorrei fare delle considerzioni... su come mi sento. Magari vi sembreranno un po' assurde.

La realtà è questa: dovrei sentirmi sollevata, dovrei toccare il cielo con un dito.
Aspettavo questo giorno da un sacco di tempo!
E l'esame è andato benissimo.

E invece.
E invece oggi mi sento "strana".
Un po' sottosopra.

Mi piacerebbe sapere se anche qualcuno di voi ha provato la mia stessa sensazione o se sono proprio un alieno...

Ho dedicato gli ultimi 4 anni della mia vita personale all'università, con passione e impegno.
Ho un lavoro e dedicare i pochi pomeriggi liberi, i weekend e tante serate allo studio non è facile.
Richiede una volontà ferrea e una forte motivazione.
Non vi nascondo che ci sono state serate che chiudevo il libro con le lacrime agli occhi dalla stanchezza o domeniche che maledivo me stessa per essermi presa un impegno che mi impediva di godermi ciò di cui tutti abbiamo diritto: il tempo libero.
O anche solo un po' di sano tempo vuoto.

Però.
Mi mancherà la mia facoltà.
Mi manca già.
Anche se era un'ora e mezza di strada da casa mia all'aula. E poi c'erano il treno, i ritardi, le corse, le attese, la pioggia, la ressa a lezione.
E l'ansia pre esame.
Io però ero felice.
Ma davvero.
Mi sentivo felice nelle mie passeggiate solitarie per Padova, mi sentivo autentica rispetto a me stessa.
Mi sedevo in aula e ascoltavo, scrivevo, parlavo... ed era una fatica piacevole la mia.
Ogni esperienza, ogni relazione, ogni nuova conoscenza mi arricchiva ed era una cosa che riguardava solo me.

Non so se mi spiego, ma lo spero.

Mi sentivo a mio agio, mi sentivo in sintonia.
Ecco.
In sintonia.
Forse per questo sono un po' frastornata.

Grazie per avermi ascoltata.
Grazie lilith.

Francesca (Nef)

 
 
 

L'ombra di Peter Pan

Post n°80 pubblicato il 19 Febbraio 2006 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

«Siamo sempre in due. Volendolo o no, ognuno si porta dietro la sua storia. E' così per tutti»

Questa frase, letta nel post n.114 di Lupopezzato mi ritorna in mente, leggendo i numerosi post che sono stati scritti in merito alla scandalosa sentenza che giudica lo stupratore meno colpevole se la vittima ha già avuto esperienze sessuali.

Perché il fatto é che la vittima era una ragazzina di 14 anni.

E se una ragazzina di di 14 anni che viene stuprata ha già avuto esperienze sessuali, a mio modo di vedere significa che prima dell’attuale stupratore c’é stato qualcun altro che ne ha approfittato, senza neppure dover sopportare le conseguenze della condanna, morale se non legale, della collettività. 

Stando così le cose, la violenza inflitta dallo stupratore avrebbe dovuto  essere giudicata non con il beneficio delle attenuanti, ma con l’aggravante di aver reso ancor più pesante il fardello di cattiverie subite che la ragazza dovrà portarsi dietro per il resto della sua vita, e che condizioneranno per sempre la sua esistenza, il suo modo di rapportarsi con le altre persone in generale e con gli uomini in particolare.

Perché questi fatti faranno per sempre parte della sua storia, e la nostra storia é come l’ombra di Peter Pan: ci sta cucita ai piedi e ci segue dovunque andiamo.

 
 
 

Un contributo di Nef29

Post n°79 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

Il commento che Nef29 ha lasciato al post.77 vale la pena di essere letto, a parer mio, e lo riporto qui di seguito, con il permesso dell'autrice. Eccolo: 

"Mi hai fatto pensare a un libro che ho letto. Una delle cose che ho studiato e che mi ha maggiormente stravolto è un esperimento socio-psicologico piuttosto famoso (che qui citerò per forza di cose molto brevemente e superficialmente) in cui si ricreava artificialmente una situazione in cui uno scienziato ordinava a una persona di inviare una serie di scosse elettriche consecutive e di intensità crescente ad un'altra persona, che si trovava in un'altra stanza.

La presenza di alcuni fattori come: un'autorità che dà un ordine (lo scienziato), il senso di deresponsabilizzazione, la non visibilità del dolore arrecato, la ripetizione del gesto ecc ecc, facevano sì che la maggioranza delle persone coinvolte nell'esperimento (persone normalissime come me e voi) spingesse quel bottone, più volte, pur sapendo di infliggere un dolore molto forte a qualcuno.

Un altro esperimento che ricordo, invece, rinchiuse un gruppo di persone in un laboratorio, suddividendole di fatto in kapò e vittime, al fine di studiarne il comportamento.

L'esperimento stesso venne sospeso poichè molti degli individui messi nella condizione di poter fare qualsiasi cosa ad un'altra persona, dopo un po' di tempo, perdevano il senso del limite e iniziavano a dare letteralmente di matto... insomma: secondo le ricerche sperimentali (pochissime e molto discusse, sia chiaro) siamo (quasi)tutti potenziali kapò...

Cosa voglio dire? quello che è accaduto non è stato un momento di follia collettiva, un evento lontano, estemporaneo, inspiegabile... quello che è accaduto mette a nudo una parte di noi.

Ci sono circostanze particolari che possono indurre persone normalissime a fare cose ignobili, quindi. E questo di fatto accadde ai tempi del genocidio degli ebrei, dentro e fuori dai lager.

Io però vorrei, di queste esperienze, guardare anche a quegli individui, pochissimi, che si ribellavano alla logica dell'esperimento... quei, pochissimi, che si rifiutavano di premere il bottone.

Se il contesto e una serie di fattori posso spingere a liberare il lato oscuro dell'uomo, sono però anche queste le condizioni in cui si evidenzia chi è veramente capace di resistere, di ribellarsi, di difendere i suoi fratelli... penso a chi diede la vita per nascondere Anna Frank, per esempio.

La frase di Guccini dice questo, infondo: da che parte ci saremmo schierati noi?... e questo è l'aspetto più difficile da digerire, quello su cui riflettere... quello che ci mette in discussione tutti quanti."

             

 
 
 

Fratelli d'Italia

Post n°78 pubblicato il 11 Febbraio 2006 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

L’inizio delle olimpiadi invernali a Torino ha fornito l’occasione all’Italia di essere al centro dell’attenzione, e come sempre quando ci sono cerimonie ufficiali, e momenti di incontro internazionali, ecco che risuonano le note dell’inno nazionale: inconfondibili, e anche coinvolgenti, in prima battuta, le parole del testo:

“Fratelli d’Italia, l’Italia s’é desta...”

Ma alzi la mano chi sa andare oltre la prima strofa. E accetto scommesse su quanti saprebbero cantare l’inno fino alla fine.

Mentre lo ascoltavo, ieri sera, seduta nella cucina di casa, in compagnia di mia sorella e del suo ragazzo, mi sembrava di essere stata catalputata direttamente in quella pagina dei Promessi Sposi, in cui don Abbondio si chiede ‘Carneade, chi era costui?”

Ha cominciato il ragazzo di mia sorella a chiedersi ‘ma che vuol dire “dell’elmo di Scipio s’é cinta la testa? chi era ‘sto Scipio?”

Non parliamo del verso ‘dov’é la vittoria, le porga la chioma, chè schiava di Roma Iddio la creò” , l’interpretazione del quale é stata che fosse l’Italia ad essere schiava di Roma, e ci si chiedeva il perché.

Ma la cosa più spassosa é stato sentire che il ‘balilla’ dal quale i bimbi d’Italia tutti prendono il nome, secondo il mio futuro cognato sia da intendere come un rimando ai ‘balilla’  del periodo fascista (sic!) ...

Io non credo che le persone con cui parlavo ieri sera siano dei ritardati mentali, al contrario sono persone di buona cultura, mia sorella s’é laureata l’anno scorso in Scienze della comunicazione e credo che l’ignoranza che hanno manifestato sia significativa di una situazione generalizzata.

L’inno nazionale é stato scritto in un’epoca, quella delle guerre d’indipendenza, in cui forse il sentimento collettivo era diverso da quello attuale.

I tanti riferimenti agli aneddoti della storia, antica e meno antica, che hanno  fornito l’occasione all’identità nazionale di definirsi in contrapposizione ad altri popoli visti come nemici da combattere ora sono perfino difficilmente compresi.

Di tutto l’inno, alla fine si salva solo quell’incipit, quella parola "fratelli”, che immediatamente crea appartenenza, e che a me personalmente richiama un’altro verso, quello di una poesia:

"Di che reggimento siete, fratelli?” .

 
 
 

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