Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Hina

Post n°262 pubblicato il 16 Novembre 2007 da lilith_0404

“Che cosa ti manca di più, un figlio o un marito?’’ mi chiese una volta un amico. Riconosco di non aver mai avuto un istinto materno molto sviluppato e ricordo che all’epoca, era molti anni fa,  risposi: “un marito” , ma ero ancora giovane,  e sebbene un figlio non fosse in programma non escludevo a priori che potesse anche arrivare col tempo.  Oggi  tuttavia non credo che la risposta sarebbe ancora la stessa.

Questo episodio mi è tornato in mente leggendo nei giorni scorsi la didascalia ad una foto, su un giornale. La fotografia è della mamma di Hina, la ragazza pakistana uccisa nell’estate del 2006, qui vicino a Brescia, dal padre e dallo zio.

Ora il suo assassino, reo confesso del delitto, è stato condannato in primo grado a trent’anni di reclusione, e il giornale riporta le parole della moglie, alla lettura della sentenza : ‘così me lo ammazzano’.

Certo, la figlia ormai è persa e nessuno glie la potrà ridare. Ma mi chiedo come una madre possa difendere chi glie l’ha uccisa, e soprattutto chi l'ha uccisa in quel modo.

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Commenti al Post:
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 16/11/07 alle 08:40 via WEB
La cosa più terribile in quella storia è che i protagonisti probabilmente hanno la convinzione "culturale" di aver agito secondo un codice di comportamento corretto.
Ciao A.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 00:42 via WEB
già, deve essere così, a giudicare da come si sono svolti i fatti. Ed é una cosa che mi riesce difficile da capire...
 
cinico_nick
cinico_nick il 16/11/07 alle 09:53 via WEB
... un figlio è e sarà per sempre una parte di te... un marito/moglie, è, e sarò per sempre, un estraneo/a...
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 00:46 via WEB
:-) posso dissentire, almeno in parte? io non credo che un uomo e una donna che sono stati marito e moglie potranno mai tornare ad essere 'estranei' l'uno per l'altra, anche qualora si dovessero separare...
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 16/11/07 alle 14:57 via WEB
Ho avuto anch'io lo stesso pensiero.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 00:50 via WEB
posso solo pensare, come sostiene Thanksgodisfriday che in qualche modo abbia condiviso il giudizio di condanna che ha indotto il marito a commettere quel gesto...ma se con questo mi spiego il comportamento, non per questo lo giustifico.
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 16/11/07 alle 22:00 via WEB
Sono d'accordo con Thanks: è una questione culturale; il ruolo ed il significato di una moglie e di un figlio in quei Paesi è profondamente differente rispetto che da noi. Se pensi che in India molte vedove sono ancora destinate a morire di fame, certamente in Pakistan le cose non sono molto diverse. Il tipo di educazione, di cultura e mentalità influiscono in modo determinante nella formazione dell'individuo, e le donne (e quindi anche questa madre), vengono educate a ritenersi in qualche modo inferiori all'uomo; in qualche modo assoggettate al marito e alle sue decisioni. Sono convinta che quella donna, consciamente o inconsciamente, pensa che lui avesse diritto e forse anche il dovere di "punire" quella figlia per il suo comportamento "trasgressivo" rispetto ai loro costumi. Una punizione severa, dolorosa, ma pur sempre necessaria. Ed evidentemente la permanenza in Italia non è stata sufficiente ad aprirle gli occhi e gli orizzonti, e a scrostare un retaggio culturale che considera una figlia femmina come un oggetto di proprietà (del padre prima e del marito poi). Troppo difficile per lei liberarsi di queste sovrastrutture e lasciare libero spazio a quella rabbia e a quell'istinto di madre che dovrebbe portare a difendere "la prole" sopra ogni altra cosa; suo marito resta, nonostante tutto, il suo punto di riferimento. Per cui adesso, questa sentenza della nostra giustizia, viene da lei percepita come profondamente ingiusta; lei che è la seconda vittima di questa situazione!
 
 
lakonikos
lakonikos il 17/11/07 alle 11:02 via WEB
Concordo. Hai detto tutto tu. Aggiungerei che è anche un po' secondo carnefice, anche se soprattutto seconda vittima.
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 02:21 via WEB
secondo carnefice, più che seconda vittima, perché credo che l'educazione ricevuta, può comunque essere valutata criticamente, e accettata o respinta... in questo caso evidentemente accettata....
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 02:05 via WEB
hai senz'altro ragione, Vega, credo anche io che la formazione culturale di quegli adulti sia ben diversa da quella della ragazza morta, che si era formata, presumibilmente, in Italia. Mentalità talmente diverse da risultare inconciliabili... in questo modo però la coesistenza diventa molto difficile, e il rischio che simili tragedie si ripetano é altissimo...
 
marea14
marea14 il 17/11/07 alle 02:37 via WEB
È una reazione che ha scosso molto anche me ma penso che una lettura corretta sia quella fatta da tanksgodisfriday e da Vega.
C’è, però, qualcosa che non mi convince del tutto perché penso che non tutte le mamme pakistane avrebbero reagito nello stesso modo.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 02:18 via WEB
In quale misura il sentimento che lega una madre a un figlio é un fatto soggettivo e in quale misura é invece un fatto culturale? e quanto del nostro modo di intendere questo rapporto come soggettivo é in realtà il portato della cultura a cui apparteniamo?...
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 17/11/07 alle 15:08 via WEB
quella frase la dice lunga su quanto anche lei in fondo approvi quello che ul marito ha fatto. mi sembrava, all'epoca in cui si svolsero i fatti, che la sua posizione non fosse così chiara quanto a connivenza.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 02:39 via WEB
come hanno detto altri qui sopra, una frase che lascia intendere tutto un retroterra culturale in cui il gesto del marito non solo non é esecrabile ma addirittura doveroso...
 
   
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 18/11/07 alle 10:29 via WEB
mi pareva si fosse parlato di connivenza da un punto di vista legale. che la madre avesse saputo del piano "punitivo", della pianificazione dell'omicidio e non avesse fatto nulla per impedirlo.
il fatto che si contestualizzi nella cultura di provenienza non significa che non si debba sanzionare legalmente secondo le leggi nel cui paese il crimine venga commesso. io, fossi il procuratore, dopo quella frase riaprirei l'indagine nei confronti della donna.
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 11:25 via WEB
non é improbabile che ne avesse avuto almeno sentore... riuscire a dimostrarlo però non é come dirlo, e la frase detta alla lettura della sentenza più che una 'posizione ideologica' non é...
 
lupopezzato
lupopezzato il 17/11/07 alle 16:05 via WEB
Trovo abbastanza ovvio e comprensibile il comportamento di quella donna. Come ha detto Vega, quella donna nella sua cultura è soprattutto moglie sottomessa e poi madre.
Sono retaggi culturali che continuano a dimostrare che il medioevo non è un periodo storico ma soltanto un fatto culturale.
Del resto ci sono paesi dove esiste ancora la pena di morte e la si difende. Ci sono paesi dove la si vorrebbe introdurre. Ci sono paesi dove su 105 donne violentate ogni giorno soltanto 7 denunciano. Ci sono perfino paesi dove per vivere in città devi guadagnare almeno un tot al mese.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 02:46 via WEB
quella donna nella sua cultura é soprattutto 'donna', con tutte le convinzioni sul suo ruolo nella società e nei rapporti con i maschi che questo comporta... ed é su questa impostazione mentale che si é scontrata con la figlia, a mio modo di vedere...
 
   
lupopezzato
lupopezzato il 18/11/07 alle 09:19 via WEB
In quella cultura la donna è soltanto femmina. In un modo molto più esasperato di quanto lo sia nella cultura cattolica. L'uomo, invece, sia in quella cultura che anche in quella occidentale continua ad essere il maschio dominante (non dimentichiamolo quando confrontiamo le culture).
Buona domenica :o)
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 09:57 via WEB
femmina, hai detto bene, non un essere umano completo, ma solo una appendice sessuale esterna dell'esere umano maschio...
 
elioliquido
elioliquido il 18/11/07 alle 00:22 via WEB
In aggiunta ai commenti già fatti, senza arrivare alla questione dell'uccisione, che magari avrebbe fatto scattare delle molle diverse, anche qui da noi, nel nostro mondo, esisteva questo atteggiamento mentale. Fino a quando non è esploso il movimento di emancipazione femminile. Più andiamo indietro nel tempo, di decennio in decennio, e più ne troviamo traccia. Tanto per dire, secondo me appartiene a questo sentimento di appartenenza (essere di proprietà), il fatto che una madre considerasse sciocco che una figlia volesse studiare. Ed in genere tutte quelle cose che era proprio una madre, ad indicare alla figlia la via per essere una perfetta sottomessa all'uomo. Evidentemente, il mondo contro cui avrebbe dovuto combattere la figlia, se le fosse stato insegnato diversamente, era forse troppo forte, potente. Tra le donne emancipate ante-litteram ci furono anche vittime di questa emancipazione. Per cui l'insegnamento della madre era da una parte anche volto a proteggere la figlia. Ma credo che giocasse anche qualche altro sentimento inconscio meno nobile (una cosa un po' come dire: ho dovuto subire io, e allora subirai anche tu).
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 18/11/07 alle 02:50 via WEB
ho avuto modo di osservare, sai, questo atteggiamento di cui parli in chiusura del tuo post... e non escluderei che anche in questo caso abbia avuto un ruolo...
 
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