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Messaggi di Aprile 2009

IL TEATRO DEI PICCOLI PRINCIPI

Post n°377 pubblicato il 30 Aprile 2009 da atapo
 
Foto di atapo

TEATRO 1  +  TEATRO 2  UGUALE...

...una grande fatica!

Non mi è bastato Prometeo, quest'anno non ho resistito ad una delle mie passioni e con i Piccoli Principi del corso di francese, dopo che ci siamo conosciuti ed hanno preso un po' di confidenza (ma proprio appena appena) con la lingua...

...ecco che l'insana voglia di preparare uno spettacolo mi ha ripreso e mi sono lanciata nella regia! Quando insegnavo, raramente passavo un anno senza fare qualcosa di ...teatrale, proprio nel senso di far recitare i ragazzi, mi piace troppo e piaceva sempre troppo anche a loro!

Stavolta abbiamo prima letto un breve libretto in francese per bambini: "Le rat de ville et le rat des champs", poi ho proposto di prepararlo come recita per i genitori all'ultima lezione.  Molti erano contenti, altri, con mia sorpresa, erano impauriti o diffidenti perchè mi dicevano che con i loro maestri queste cose non le avevano mai fatte!

"Nessun problema" ho detto "chi non se la sente farà parti piccolissime"

Sììì, ora ho il problema contrario: tutti vorrebbero fare di più...insomma, si sono appassionati molto, ancora una volta il teatro ha vinto!

Finora il lavoro era stato abbastanza tranquillo, come può esserlo con una ventina di ragazzini che devono impegnarsi nel tardo pomeriggio dopo otto ore di scuola, ma ora siamo alle ultime lezioni, ieri abbiamo incominciato le prove nello spazio dove poi si farà il piccolo spettacolo, ho assegnato definitivamente i personaggi dopo che tutti avevano provato a fare un po' di tutto, abbiamo decisoi movimenti e le posizioni...

Alla fine abbiamo prodotto molto, ma all' uscita, ero DISTRUTTA!!!

Non mi avevano fatto arrabbiare, però...sono bambini e si comportavano da bambini...

Io avevo solo voglia di riposarmi...sono fuori allenamento! NON HO PIU' IL FISICO!

Però ero contenta. Non vedo l'ora che arrivi il prossimo incontro, per vederli fare sempre meglio ed essere così entusiasti...tutto fa ben sperare per un incontro finale di festa con le famiglie.

 
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STORIA DI...

Post n°376 pubblicato il 28 Aprile 2009 da atapo
 

...DI FIORI,

...DI BAMBINE,

...DI DOPOGUERRA...


 

 

Qualcuno ha apprezzato qui il nuovo sfondo di pervinche, che forse chi non ha lo schermo abbastanza grande nel computer non vede nemmeno.

E' andata così: cercavo uno sfondo, primaverile, erba, fiorellini,...Almeno la bella stagione arrivasse nel mio blog, visto che altrove... Girando tra le proposte del Web, quando sono arrivata a questa ho avuto un tuffo al cuore... 

PERVINCHE !

E sono precipitata nel vortice dei ricordi...

Era la fine degli anni '50, ero piccola, sei-sette anni, a Bologna la mia periferia si arrampicava sulle colline e poco dopo la mia casa iniziava un mondo di prati, di boschi, di campi e frutteti. La scuola finiva alle 12,30 e dopo pranzo insieme a due amiche della stessa età andavano a giocare in tutto quel verde dietro casa. Tutto da esplorare...così man mano ci facevamo più audaci e ci allontanavamo sempre di più, alla ricerca di nuovi posti magici per le nostre avventure.

La maestra, a scuola, a primavera ci aveva parlato delle viole, che io non avevo mai visto: diceva che erano fiori piccoli, timidi, che si nascondevano tra l'erba e non si trovavano facilmente...così la mia gioia fu alle stelle quando un giorno le nostre scorribande ci portarono in un prato illuminato dal sole e punteggiato da tutti questi fiorellini viola, che erano tanti, tanti...ne raccolsi un mazzo e trionfante le portai a casa.

"Mamma, guarda, ho trovato le viole!!!"

"Ma queste non sono viole!"

"E allora cosa sono?"

"Non so come si chiamano..."

Delusione...così grande che non raccontai nemmeno alla maestra questo mio errore, anche perchè in fondo avevo l'idea che fosse...una razza di viole un po' particolare, finchè non scoprii da sola in seguito il loro nome, in qualche libro dove erano presentati i fiori di campo.

E, mese dopo mese, anno dopo anno, le esplorazioni continuavano, spesso con altri bambini che si aggiungevano al nostro terzetto. Di ogni luogo scoperto prendevamo possesso, dandogli un nome:

il boschetto, il castellaccio, il frutteto selvaggio,

e in ogni luogo inventavamo i nostri giochi, le nostre bande, le nostre battaglie. Era da poco finita la guerra, nelle scuole c'erano ancora i manifesti con le bombe che si rischiava di trovare nelle campagne, eravamo consapevoli del pericolo, ma le buche che anni prima bombe più grosse avevano lasciato nel nostro frutteto selvaggio erano diventati i nostri fortini, perchè le avevamo arricchite di palizzate e ripari...

Giungemmo pian piano a "conquistare" una collina a cui si arrivava dopo una passeggiata non semplice, c'era da scendere un pendio ripido, attraversare un fossato quasi sempre asciutto...ma la fatica era ricompensata perchè quello era un luogo da sogno per un gruppetto di bambini pieni di fantasia:

lì i boschi, le siepi e i prati erano ancora quanto di più selvaggio potessimo trovare, anche perchè in altri nostri luoghi di gioco stava arrivando pian piano la "civiltà", ossia iniziava la costruzione di nuovi quarteri.

In ogni stagione quella collina offriva doni alla nostra voglia di gioco e di scoperta...ed anche rischi, perchè tentavamo di rubare l'uva o i frutti nei terreni di un contadino, che a volte ci inseguiva...

La mia mamma però stava in ansia: mi aveva raccontato che quella collina era chiamata La Polveriera, perchè durante la guerra aveva nascosto un deposito d'armi, finchè non fu colpita durante il passaggio del fronte (la linea gotica) con esplosioni e boati che si udirono a grande distanza...

Ma tutto questo non fece che accrescere in noi il fascino della Polveriera, dove continuammo imperterriti ad andare a giocare per tutta la nostra infanzia, dove scoprimmo anche l'ingresso di una grotta: la paura del buio ci fermò per molto tempo, finchè qualcuno si procurò di nascosto una pila, entrammo col cuore in gola e...dopo un breve percorso... dovemmo fermarci davanti a rocce e terra franata: fine del viaggio.

E fine anche di questo viaggio nel passato, partito da un piccolo fiore viola...

Provo a mettere qui, in un altro modo, l'immagine che avevo pubblicato all'inizio del post e che è sparita...non so il perchè...proverò ad indagare. Non è che qualche amico lettore mi possa chiarire questa faccenda che ogni tanto mi capita con le immagini che inserisco (o meglio, che vorrei inserire)?

 
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25 APRILE

Post n°375 pubblicato il 25 Aprile 2009 da atapo
 

Z.A.P.

Zona  Altamente  Partigiana

Sotto questo titolo si è svolto oggi un incontro, aperto a tutti, di musica e parole, al centro sociale vicino casa mia, per ricordare-festeggiare il 25 aprile.

Godendo della bellissima giornata di primavera ci siamo ritrovati in molti, l'appuntamento mensile col mercatino del recupero stavolta si è arricchito per questa occasione di ricordo e riflessione.

Soprattutto i più anziani, tra i presenti, hanno accompagnato in coro quei canti che negli ultimi anni si sono sentiti sempre più di rado...

BELLA CIAO, innanzitutto,

poi tanti altri, a cominciare da quello che a me piace tanto, forse perchè mi fa immaginare il momento gioioso di quando, finalmente, tutto l'orrore della guerra finì:

"Scendiamo giù dai monti a colpi di fucile. Evviva i partigiani! E' festa d'aprile!..."

Una volta li insegnavo ai miei scolari, questi canti. A dire il vero ero già insegnante quando ho approfondito lo studio di quel periodo. 

La mia famiglia non ha avuto eroi, durante la guerra solo ansie, tragedie e un mistero: un cugino del mio babbo, di cui io porto il nome,  "intrallazzava" in mille faccende, un personaggio un po' misterioso...e un brutto giorno sparì, non si seppe nemmeno da che parte stava...o cosa tentava di fare...Brutta storia, di cui in casa si parlava poco.




Per il trentennale del 1945 a Bologna si fecero grandi iniziative, anche nelle scuole, a cui donarono materiali informativi: io lavorai parecchio con la mia classe ed uno dei cartelloni che facemmo riguardava il lavoro e il contributo delle donne durante la guerra e la Resistenza, fu esposto per molto tempo al Museo della Resistenza, che nacque in quell'occasione.

Negli anni successivi, a Bologna e a Firenze, quando avevo le classi dei più grandi, ho sempre organizzato qualcosa, insieme a colleghi sensibili a questo tema,

spesso, per presentare ad altri, genitori o altre classi, il nostro lavoro di ricerca, abbiamo organizzato spettacoli, con canzoni, letture, drammatizzazioni di brani o di fatti ricostruiti attraverso le testimonianze di familiari ed ex-partigiani che venivano nelle scuole.

I canti avevano sempre un impatto di emozione forte sul pubblico, ma anche su di noi...

Ricordo in particolare un anno, con una quinta: eravamo andati a fare una settimana verde in montagna, e preparavamo quei canti la sera, seduti in cerchio sotto le stelle col maestro che suonava la chitarra: c'era un'atmosfera particolare, di paura, di nostalgia, di unione tra noi, come a rivivere un poco le sensazioni di chi , da una montagna simile, tanti anni prima aveva scritto quelle canzoni...

Oggi, i più giovani seguivano il ritmo con le mani e con i piedi, ma pochi cantavano...

E' un male? E' un bene? Il mondo va avanti, ognuno ha le sue idee su cosa e come conservare del passato e della memoria...

Probabilmente è già stato abbastanza importante che oggi ce ne fossero molti, di giovani, allo Z.A.P.


 

 

 
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FINE DELLO SPETTACOLO

Post n°374 pubblicato il 24 Aprile 2009 da atapo
 

A  SIPARIO  ABBASSATO

Prometeo ruba il fuoco agli dei per darlo agli uomini

Tutto è andato bene. Alla fine, lo spettacolo è risultato intrigante e noi attori, modestia a parte, abbiamo lavorato al meglio delle nostre possibilità.

E' stata dura, però: tutto ieri prove su prove, per accordare le luci con i nostri movimenti, cosa che non avevamo ancora fatto perchè il tecnico del teatro era a nostra disposizione solo l'ultimo giorno. E devo dire che con i giochi di luce il dramma diventa ancora più suggestivo. Quindi sono contenta e dopo gli applausi e i complimenti del pubblico (una cinquantina di eletti, ad invito), saluti, baci e abbracci innanzitutto con la regista, poi con i compagni di corso, poi...a casa, a riporre gli "attrezzi" di quest'esperienza conclusa.

Quest'anno non è stata facile per me: io non ne sapevo nulla di tragedia greca, era un campo che non avevo mai studiato. All'inizio ho faticato ad "entrare" nel clima, nel testo...ascoltavo molto i commenti degli altri, a volte mi sentivo un po' a disagio, faticavo in certi studi a memoria di parti del testo che ci dava la regista per esercitarci...

Aver fatto anche diverse assenze, prima per il nipotino, poi per il viaggio a Tenerife, non mi ha certo aiutato.

Diciamo che mi stavo impegnando il giusto, non più di tanto. E quando la regista ci ha presentato il copione, quando ho visto che mi erano state affidate solo due battute, ci sono rimasta male, ma il mio pensiero è stato: "Si è accorta che mi sto impegnando poco, è come una punizione"

Non che volessi la parte principale, ci sono compagni più esperti di me, ci sono alcuni che "sgomitano" in ogni momento e alla fine si fanno sempre notare, però...speravo in qualcosa di più...importante.

In fondo l'anno scorso avevo fatto un'ottima prova, a detta di tutti (qualche collega si era anche meravigliato che la regista non mi avesse dato una parte più sostanziosa, ma a me allora andava bene, essendo la prima volta). Addirittura alla replica di settembre alcune persone del pubblico, a me sconosciute, alla fine erano venute a complimentarsi con me...Insomma, speravo di avere qualcosa di più quest'anno...

Per consolarmi mi dicevo: "Siamo in tanti, per far lavorare tutti bisogna un po' accontentarsi".

Però rimasi ancora peggio in una lezione nella quale, poichè alcuni si erano ritirati, la regista dovette redistribuire varie battute: fino all'ultimo sperai che toccasse anche a me qualcosa di più...invece nulla!

Ebbi un momento di grossa delusione, mi venne in mente: "Forse le sto antipatica...",

ma proprio alla fine di quella lezione, quando casualmente feci un pezzo di strada al ritorno con la regista, lei mi disse: "Sai, sono così contenta che ci sei anche tu, mi trovo bene con te, siamo della stessa città" Infatti anche lei è bolognese.

Allora decisi di non pensare più al PERCHE', ma di concentrarmi sul COME, di fare il meglio possibile quel poco che mi era toccato.

In fondo, "NON ESISTONO PICCOLE PARTI, ESISTONO SOLO PICCOLI ATTORI". Non ricordo di chi sia questa frase, ce la ripeteva la regista ad inizio corso.

Ora, arrivata in fondo, sono contenta del bello spettacolo che ho contribuito a realizzare.

Che forse sarà l'ultimo, perchè se l'anno prossimo il corso sarà sempre di giovedì io non potrò più seguirlo: al giovedì mia figlia, che tornerà a lavorare, ha le riunioni di programmazione ed io dovrò occuparmi di Martino all'uscita dall'asilo nido.

E allora ripenso a una frase del mio amico Prometeo (io ero una delle sue amiche Oceanine), frase che mi colpì quando lessi la prima volta il dramma PROMETEO INCATENATO:

La sorte destinata deve sopportare rassegnatamente chi sappia come ineluttabile è la potenza della necessità

 

 
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TEATRO

Post n°373 pubblicato il 23 Aprile 2009 da atapo
 

Rubens, Prometheus

Ci siamo.

Fra poco mi avvierò al teatro e sarà la giornata full immersion: ultime prove, ultimi aggiustamenti di passi, di luci, di intonazioni...

Poi il PROMETEO INCATENATO di Eschilo debutterà nell'unica rappresentazione che conclude il corso di quest'anno di noi attori dell'Università dell'età libera.

La regista ha impostato una messa in scena strana, dove, tutti sul palco, gli attori circondano gli spettatori (pochi, scelti, a invito) che sono quasi "sequestrati" per la durata dello spettacolo (non eccessiva, comunque).

Il nero e il grigio sono i colori dei cappottoni che costituiscono il nostro costume e per la maggior parte di noi i movimenti sono minimi, tutto si gioca sulla voce. Ricerca scenica interessante...

Emozionata? Non mi pare tanto...o forse sì, anche se non me ne accorgo, visto che ho sentito il bisogno, prima di uscire, di fare un passaggio qui ad "esternare"...

Avrei altro da esternare, su questa esperienza, da tempo me l'ero proposto. A questo punto rimando a dopo lo spettacolo...

incrociamo le dita, MERDA, MERDA, MERDA e, mi raccomando, niente di viola in giro...

...fino agli applausi finali!

 

 
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VIAGGIO PASQUALE - ultima parte

Post n°372 pubblicato il 21 Aprile 2009 da atapo
 

ALLA RICERCA DELLA DECIMA MUSA

L'autobus che passa quasi davanti al campeggio e corre lungo gran parte della Costa Azzurra è un invito irresistibile a visitare qualche cittadina più o meno famosa, senza l'assillo della guida e del parcheggio costoso e introvabile. Di più, il viaggio in autobus è una full immersion nella mondo locale (anche se ci sono turisti, non troppi in questo periodo), per me anche un ripasso della lingua.

A Nizza ero già stata l'estate scorsa, stavolta in un pomeriggio sono arrivata a Cannes, attratta, devo confessarlo, dal mito del cinema.

 

In realtà Cannes ha anche una parte antica, sulla collina, che mi hanno detto essere graziosa, ma io non ho fatto in tempo a vederla poichè dopo più di un'ora d'autobus (il traffico sulla litoranea in alcuni tratti è...quasi come a Firenze) non mi restava tanto tempo per passeggiare prima di riprendere la via del ritorno, se volevo essere di nuovo in camper prima del buio completo (la prudenza non è mai troppa...).

Le antichità saranno per un'altra volta, motivo in più per tornarci.

 

 

 

 

 

Allora ho passeggiato tra le vie subito dietro il lungomare, quelle un po' turistiche, ma pazienza...

ho calpestato la famosa Croisette (il lungomare dei divi, appunto),

ho ammirato il palazzo del cinema (che non è nulla di speciale) e la scala rossa che in tempo di festival è salita e scesa da divi di tutto il mondo...su quella scala dove, se avessi fatto l'attrice come si deve, forse avrei messo i piedi anch'io anch'io...sogni...sogni...SOGNI !!!

Per concludere, ecco l'immagine di un po' di cinema a Cannes, tutto per voi, amici lettori.

 

 
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VIAGGIO PASQUALE 2

Post n°371 pubblicato il 21 Aprile 2009 da atapo
 

SOLE  SOLE...MARE  MARE


Le Bouches-du Loup. In secondo piano il paese vecchio di Cagnes.

Per sfruttare le belle giornate di sole e per sfuggire al pericolo della convivenza prolungata negli SPAZI RISTRETTI (definizione di Ody, molto appropriata...) ho lasciato spesso il marito solo a studiare nel camper e ho passato più tempo possibile in spiaggia, a passeggiare, a prendere il sole, a leggere...

Alcuni in spiaggia si annoiano. Io no.

Sarà perchè il mare mi rilassa, mi piace anche solo guardare le onde, il loro incresparsi e luccicare sempre diverso...

Passa gente...persone sole, coppie, famiglie...ognuno ha le sue caratteristiche, i suoi modi di fare...ascolto pezzi di conversazioni che si allontanano mentre io immagino il seguito...sono pezzi di tante vite che passano accanto alla mia...alcuni salutano, come si fa sui sentieri di montagna, a volte qualcuno si ferma, capita di scambiare due parole, in italiano o in francese, ci si rivede forse il giorno dopo, forse no...

La spiaggia dove andavo è vicina alle Bouches-du Loup, la foce di un fiume che è riserva naturalistica: quindi anche il via vai degli uccelli è interessante...

Col passare dei giorni si scopre che alcuni abitano proprio lì, a volte invece arrivano ospiti inattesi, forse di passaggio, magari anche rari e che gli ornitologi studierebbero con interesse.

Allora ho dato sfogo al mio nuovo hobby: scattare foto.

Con la macchina digitale sembra di essere bravi: si scatta, si scatta...qualcosa di buono prima o poi verrà fuori, si possono cancellare subito gli orrori, poi sul computer si ingrandisce, si ritagliano le selezioni migliori...insomma, alla fine sono soddisfatta di conservare solo quello che per me rappresenta un ricordo significativo, oppure quello che, magari per un gusto estetico tutto mio, MI PIACE riguardare.

Le foto che ho messo finora di questa vacanza sono le mie. Lascio un po' di mare anche qui e nel profilo, tanto per poterlo ammirare sempre...ora concludo con qualche immagine...ornitologica, scattata in quelle ore sulla spiaggia. Altre sono nelle mie foto.

cornacchia affamata 

questo gabbiano viveva lì, c'era sempre, spesso si incontrava e...scontrava con la cornacchia precedente

assomigliano ai cavalieri d'Italia, erano di passaggio, molto diffidenti, infatti...

...eccoli volati via!

Arrivederci alla prossima!

 
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VIAGGIO PASQUALE

Post n°370 pubblicato il 19 Aprile 2009 da atapo
 

COSTA  AZZURRA  2

(anzi, 3 ! E non credo che sarà l'ultima.)

Veramente, quando alcune settimane fa mio marito propose:

"Per Pasqua si potrebbe star fuori qualche giorno, pensa un po' dove andare",

io avevo pensato all'Abruzzo, dove non torniamo da anni, da quando i figli erano piccoli, avevamo il carrello tenda (girelloni già da allora) e in estate laggiù con pochi chilometri facevamo mare e montagna.

Poi quello che è successo...

Ancora non avevo in mente alternative, quando mio marito disse:

"Non mi dispiacerebbe tornare in Costa Azzurra"

ed io dentro di me feci non salti, ma capriole di gioia!!!

A dire il vero il viaggio non era iniziato sotto i migliori auspici.

Appena partiti ci eravamo fatti la solita domanda scaramantica: "Cosa avremo dimenticato stavolta?" sperando che la risposta ci venisse in mente nel breve percorso prima di imboccare l'autostrada. A volte è successo, così abbiamo potuto fare dietro front in tempo...ma stavolta pareva tutto a posto...

...fino a sera, in Liguria, quando al momento di andare a dormire, mio marito continuava a girare per il camper in maglione e mutande e a cercare...cercare...perchè aveva dimenticato il pigiama!!!

Poi la mattina dopo ci siamo trovati col camper leggermente allagato perchè si era allentato qualcosa nel serbatoio dell'acqua...nulla di irreparabile, comunque, solo un po' di bricolage imprevisto ed un'asciugatura fuori programma, ma per fortuna il tempo era bello!

In seguito la sorte ci è stata favorevole e il resto del viaggio non ci ha regalato brutte sorprese.

Ci siamo fermati a Villeneuve-Loubet, nel campeggio dove l'estate scorsa ci eravamo trovati così bene: è tranquillo, vicino alla spiaggia, al supermercato Casino, alla fermata d'autobus per vagabondare su e giù lungo la costa, ha una piscina in questa stagione coperta e riscaldata (nel caso fosse stato brutto tempo) e, dato non irrilevante, un prezzo assolutamente competitivo!!! Penso che in nessun campeggio italiano di quel livello, sotto Pasqua, avremmo pagato così poco!!!

Mio marito però aveva messo subito in chiaro che DOVEVA  STUDIARE, si era portato i libri ed è uscito dal camper il minimo indispensabile: a comprarsi il pigiama innanzitutto, qualche altra spesa, alle funzioni nella notte di Pasqua...

 

 

Solo il giorno di Pasqua ha fatto festa, siamo andati a Vallauris,

appena nell'interno, grazioso paese di tradizione di scultori e laboratori di ceramica:

infatti c'era la festa della ceramica, con esposizioni, visite ai laboratori, animazioni...

(l'enorme pulcino che ho fotografato nel post precedente faceva parte delle animazioni)

 

 

 

 

 

 

Lì abitò e lavoro a lungo Picasso (ed anche altri artisti), nel castello del paese c'è un'esposizione delle sue ceramiche e delle sue stampe, che sono andata a visitare;

nella cappella del castello Picasso ha dipinto un affresco doppio: la Guerra e la Pace e devo dire che soprattutto la Guerra è davvero impressionante, è un compendio di tutte le guerre (fu dipinto dopo il più celebre Guernica).

 

A Vallauris abbiamo pranzato in un localino che si presentava come "Salon de thé - Brasserie",

praticamente era un laboratorio di pasticceria che faceva anche da piccolo ristorante, così si mangiava e lo sguardo si compiaceva per gli scaffali pieni di golosità di ogni tipo...

Naturalmente in un posto simile prendere anche il dessert è stato un piacevole obbligo!

Gli agnellini di meringa del post precedente li ho fotografati lì.

Si chiama "Les Bruyères", è in una stradina secondaria (Chemin des Potiers), ma vale la pena farci una piccola sosta, anche solo per una merenda...

Negli altri giorni che ho fatto?  Ve lo dirò la prossima volta...Ma... avete notato i nuovi box che ho messo qui e nel profilo?

 

 
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SORPRESE...

Post n°369 pubblicato il 18 Aprile 2009 da atapo
 

...DI  OGGI.

Eravamo a pranzo tutti insieme: noi due, figli, genero e nuora, nipotino. Ci sono da far fuori le specialità francesi che abbiamo riportato...

Suona il telefono: è MIA MAMMA!!!

"Sono passata vicino al telefono, ho pensato: chissà se quei ragazzi sono in casa? Così ho provato a chiamare..."

Che bella sorpresa! Ci ha salutati proprio tutti, è riuscita a sentire anche i gorgheggi di Martino.....è stato come averla a pranzo con noi!

 

Ma troppa gioia...che non sia mai!

Nel pomeriggio abbiamo scoperto che la lavatrice perde acqua,

mio marito non riesce a farci nulla, non può far altro che smontare il pezzo rotto e la settimana prossima andare a cercarlo...poi rimontarlo...e io pavento i suoi luuuuunghi tempi tecnici...

Intanto tutta la biancheria sporca riportata dal viaggio sta lì ad aspettare...fa compagnia a quello che aspettava già da prima...perchè con questo tempo umido e i nostri spazi poco adatti i bucati ci mettono un'eternità ad asciugarsi!

 
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RITORNO

Post n°368 pubblicato il 17 Aprile 2009 da atapo
 

Eccomi di nuovo a casa!

E già ingolfata tra valigie da svuotare, impegni, figli e nipotino che fanno visita a sorpresa...per cuccarsi i souvenirs che, come al solito, il mio cuore tenero ha portato in abbondanza.

Ho voluto subito scaricare e sistemare le foto, così anche nel BOX dei viaggi ho messo qualcosa che ho scattato io...

Poi con calma racconterò, intanto scrivo qui brevemente per dare un segnale di vita!

E vi lascio, insieme ad una affettuosa buonanotte,

alcune DOLCI immagini, più o meno pasquali, provenienti dalla Costa Azzurra...

naturalmente un peluche è finito per Martino...

ecco i MACARONS, buoni tutto l'anno, non solo a Pasqua

un pulcino GGG (grande gigante gentile)

scommetto che questi agnellini piacciono anche ai vegetariani!!!

 

 
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VERSO LA PASQUA

Post n°367 pubblicato il 08 Aprile 2009 da atapo
 

La malinconia e la tristezza che provo in questo periodo, per ragioni personali e familiari, ora sono accompagnate e sovrastate dall'angoscia per quello che leggo, che sento, che vedo.

Il terremoto è un mostro che sta sottoterra e quando si sveglia sconvolge tutto, distrugge, annienta...

Così l'avevano definito tanti anni fa i miei scolari, commentando il disastro nel 1980, uno dei tanti, troppi,  in Irpinia quella volta.

E se a questo si deve sommare l'incuria degli uomini, la delinquenza di chi costruisce male speculando sulla sicurezza...allora la tragedia si fa davvero insostenibile.

In un attimo perdere le persone care...o perdere tutto quello che si ha, non parlo di chissà quali ricchezze, ma soprattutto le piccole cose che conservano la storia di qualche fatto, di qualche persona, della vita passata che così è come se morisse, anche se fisicamente non ci sono danni...
...e dal niente bisogna trovare le forze per ricominciare daccapo...

Da qui, dove è tutto tranquillo, al sicuro, che si può fare? Ci rivolgeremo, come già le altre volte, a qualche ente di fiducia per inviare aiuti...

E' una Pasqua triste...
Davvero la nostra felicità e la nostra vita sono legate a un filo...
Gli esseri umani sono gli effimeri, dice Eschilo nel Prometeo incatenato su cui sto lavorando per il teatro.
Ora questa definizione mi torna spesso in mente: tutto è provvisorio, ci può essere tolto all'improvviso, perchè a loro e non a noi...?

Avrei voluto, oggi, parlare diversamente: in fondo sono iniziate le vacanze della scuola e dell'Università.
Domani io e mio marito partiamo col camper, vogliamo stare fuori una settimana.
Destinazione? Non è ancora esattamente definita, senz'altro ci starà anche un po' di mare.
Ma soprattutto cercheremo tanta tranquillità, riposo, tempo per stare insieme, vedere cose belle e recuperare serenità.

E così vi saluto per qualche giorno,
lascio a tutti, amici e navigatori casuali, un enorme augurio di una Pasqua serena e portatrice di pace...



 
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GOOD BYE BABY

Post n°366 pubblicato il 06 Aprile 2009 da atapo
 

 
UNA STORIA TROPPO BREVE

Eri ancora talmente nuovo che pochissimi sapevano già di te.
Eri ancora talmente piccolo che non ci avevi rivelato nemmeno se saresti stato Riccardo o Valentina.
Eri ancora un inizio di progetti, di fantasie, di nuove organizzazioni, per i tuoi genitori, per i tuoi nonni
Ti amavamo già.


Ma tu eri ancora indeciso...a lungo indeciso...
e noi siamo stati sospesi, aspettando con più ansia...
finchè hai preferito andartene,

andartene forse a far compagnia a quel cuginetto che ti aveva preceduto un anno e mezzo fa...

Almeno, mi consola pensare in questo modo...

 
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ARTE e AMICIZIA

Post n°365 pubblicato il 05 Aprile 2009 da atapo
 

UN POMERIGGIO PER ME

Ho ripreso il treno, questa volta per un pomeriggio tutto mio, di arte e di amicizia.

A Bologna abita un'amica, amica da tanti anni,
anche i mariti sono amici e i nostri figli nacquero "a raffica", quando erano piccoli si facevano tutti insieme incontri, viaggi, esperienze, capodanni...
Ora ci accontentiamo di vederci ogni tanto, per qualche ricorrenza. Ma ormai cominciamo a progettare qualche viaggetto insieme da pensionati, per un futuro prossimo...
Per non smentire il fatto che le donne sono più...organizzative, io e la mia amica, a differenza dei consorti, ogni tanto ci ritroviamo qualche ora, a Bologna o a Firenze: un po' di chiacchiere, un ristorantino, una scusa per muoverci e incontrarci la troviamo facilmente.
 
Stavolta la "scusa" è stata la mostra di pitture di Giorgio Morandi, che fra pochi giorni chiude, al Mambo, il museo d'arte moderna di Bologna.
Morandi non è tra i miei pittori preferiti, però mi incuriosisce: quella sua mania delle bottiglie, delle nature morte così simili tra loro, con colori così spenti...mi è sempre sembrato un po' fissato, la maggior parte delle sue pitture mi mettevano tristezza.
Non era certo la mostra adatta da visitare in questo mio periodo un po' depresso...

Però sapevo anche che aveva dipinto paesaggi di Grizzana, dove ha abitato: è una zona dell'Appennino dove andavo a volte da piccola, in gita durante l'estate, in treno col mio papà.
Questi paesaggi mi sono piaciuti molto di più, ho ritrovato un'aria familiare, le luci e i colori delle stagioni sull'Appennino, la solitudine di quegli spazi tra i verdi e gli ocra e mi pareva quasi di risentire addosso i profumi e il vento di quei pomeriggi in montagna...








Ma la rivelazione di Giorgio Morandi per me sono stati i fiori: non sapevo che anche i vasi con i fiori fossero, diciamo, un'altra delle sue manie: ne ha dipinti tanti, anche qui molti si rassomigliano tra loro, però in genere i suoi fiori hanno una dolcezza e una delicatezza nelle sfumature di colore che sembrano fragilissimi, viene da trattenere il respiro perchè un soffio potrebbe scombinare quella composizione e far cadere quei petali così tenui...
Io non sono un critico d'arte, posso solo dire le mie sensazioni...





Un'ultima scoperta
: Morandi nacque nel 1890, a Bologna, in via della Fondazza.
Il mio nonno nacque nel 1888, da giovane e per anni dopo il matrimonio abitò anche lui in via Fondazza, lì nacque mio padre  e ci  passò la sua infanzia ... forse si sono conosciuti...chissà!


Qui Morandi ha dipinto un giardinetto interno, tra le case di via Fondazza

 
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DARE UN NOME

Post n°364 pubblicato il 02 Aprile 2009 da atapo
 

NOMINATI...

Da tempo non parlo più dei lavori di risistemazione della casa e qualcuno potrebbe pensare che finalmente siano terminati.
Illusione!!!
Certo, gli ambienti di rappresentanza hanno un aspetto dignitoso...a tutto discapito delle stanze all'ultimo piano, ancora mooooolto indietro, tanto quelle erano le ex-camere dei figli, ora sarebbero riservate ad eventuali ospiti che per adesso è preferibile non invitare!

Ogni tanto, in mio marito si accende un sacro furore, mi dice:
"Oggi voglio sistemare..., quindi bisogna andare...(e qui il nome dei famosi ipermercati per bricolage, es. Obi, Leroy Merlin, IKEA e simili )" per comprare materiali ed attrezzi.

Quasi sempre mi tocca accompagnarlo, anche se la mia consulenza non serve per nulla dal punto di vista tecnico, è carente dal punto di vista funzionale, può essere utile solo dal punto di vista estetico.
Alla fine, quelle ore in piedi tra corsie strapiene di oggetti, oggettini, viti, bulloni, pezzi misteriosi di un po' di tutto, diciamo la verità sono una gran rottura per me, e mi ritrovo col male ai piedi, mal di schiena e il dubbio di aver preso delle grosse bidonate, con tutta quella confusione...

Però l'ultima spedizione, da IKEA, è stata diversa.

Avevo appena letto il libro "Non avevo capito niente" di Diego De Silva, dove il protagonista, Vincenzo Malinconico, avvocato di scarse speranze e di scarse finanze, proprio per quest'ultima sua scarsità ha arredato il suo appartamento e il suo studio coi mobili IKEA che l'autore cita diligentemente col loro nome di battesimo tutte le volte che ne parla. Che so...
"...stava davanti al cassettone Leksvik...
...dietro la tenda a pannello Kvadrant...
...mi distendo sullo schienale della Skruvsta...
...la sveglia Slabang sul comodino Hemnes..."
Ora non vi sto a raccontare tutta la storia in versione IKEA, non voglio togliervi la soddisfazione di leggere il libro,
dico che così anche gli oggetti NOMINATI acquistavano un po' di vita propria, salivano quasi al ruolo di personaggi: conoscere il nome proprio ti fa sentire più vicino e familiare chi (o la cosa che) lo possiede.
Immagino che il signor IKEA abbia giocato proprio su questo per la sua pubblicità...

Così quel giorno avevo un'attenzione tutta particolare per i nomi dei mobili che vedevo.
 Mentre mio marito era concentrato in comparazioni tecniche per me incomprensibili, io  immaginavo nuove avventure dell'avv. Malinconico...tra i mobili dell'ultimo catalogo e fantasticavo di Nominazioni simili anche in altri tipi di supermercati, per esempio la COOP o l'Esselunga:
"...Sbollentare i fagiolini Aristide e ripassarli in un uovo sbattuto Cocoricò, con la conserva di pomodoro Amedea...
Dare un nome proprio è qualcosa di più che citare solo il produttore, crea una certa intimità...
Forse Diego De Silva si cimenterà in un nuovo romanzo in questo senso.....?
Insomma, dopo tutto questo, il mobiletto Aneboda lo sento più amico, quasi quasi gli chiedo il permesso prima di sistemare sui suoi ripiani deodoranti, saponi, bagni schiuma e simili,
anche prima di buttare le immondizie nel secchio per la raccolta differenziata Rationell...quasi quasi gli faccio un sorriso!

 
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SCHERZETTO !

Post n°363 pubblicato il 01 Aprile 2009 da atapo
 
Tag: cronaca

Oggi il PESCE d'APRILE me l'ha fatto il mio computer:

questa mattina per aprire i programmi mi richiedeva una password che io non sapevo, quindi ho dovuto aspettare che tornasse a casa mio marito all'ora di pranzo per avere l'informazione e sbloccare il tutto.

Mi viene un dubbio:

lo scherzo è stato del computer o del marito???



 
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