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Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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8 MAGGIO
Ecco, abbiamo il nuovo papa... proprio il giorno del mio compleanno!
Un altro 8 maggio che sarà ricordato nella storia, c'è stato l'8 maggio 1845 quando è finita in Europa la seconda guerra mondiale, tanto che in Francia è festa nazionale; in un altro 8 maggio, mi pare nel 1951, gli Americani hanno fatto esplodere in uno dei loro deserti la prima bomba atomica dopo la guerra, per i loro maledettissimi esperimenti.
Ho festeggiato in modo sobrio, da anziana quale sono: avevo voglia di un bel pranzo a base di pesce, ma non in casa a faticare e a riempire di puzza la cucina e le scale fino al piano superiore. Ho cercato un buon ristorante e così io e il mario abbiamo pranzato davvero bene.
Sentivo un po' di disagio per questo nuovo numero: 74. Il 73 mi piaceva, mi suonava bene, questo no, non so perchè, è una sensazione a pelle. Io mi sarei fermata a 73 e non è detto che il mio inconscio lo faccia, se prossimamente qualcuno mi chiederà l'età...
Ieri a sorpresa ho ricevuto una telefonata: era una persona amica dall'adolescenza e ritrovata dopo cinquanta anni, ma non sta a Firenze, ci sentiamo per messaggi o telefonate ogni tanto.
- Ho pensato di chiamarti oggi in anticipo, perchè domani sarai subissata di auguri dagli amici. Se hai tempo possiamo parlare un po' con calma. -
Mi ha fatto un grande piacere: c'è un'amicizia bellissima tra noi, parlare insieme anche solo al telefono è sempre un incontro ricco e mi fa stare bene, è stata davvero un bel regalo quella mezz'ora di conversazione e di aggiornamento sulle nostre vite.
Dopo mi è venuto in mente che qui a Firenze guai ad accennare o a fare auguri e regali i giorni precedenti al compleanno, pare che porti male. Non so se è così anche nelle altre città e non credo che quella persona sia al corrente di questa superstizione, nella sua o nella mia città, penso che non le interessi proprio.
In ogni caso... chi se ne importa! E' stata una bellissima sorpresa, mi ha rasserenata e riconciliata col mio compleanno, più disponibile ad affrontare l'aumento di un anno.
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ALLA FINE DEL PONTE
Il Gigante del Parco di Pratolino
Finalmente si è concluso questo lungo ponte, da domani i giorni riprendono a scorrere regolarmente.
Non mi piace questa sequenza di giorni in cui i feriali e i festivi si susseguono e si confondono, almeno io mi confondo, mi destabilizzo, perdo quasi la cognizione del tempo. Che giorno della settimana sarà oggi? Io i festivi li sento tutti domeniche, di conseguenza i giorni successivi ai festivi sono tutti lunedì, una piccola settimana che ricomincia. E invece il 25 aprile era di venerdì e il primo maggio di giovedì. Quali supermercati sono chiusi e quali no, cosa farà ponte e cosa no, se un pacco postale deve arrivare dopo tre giorni in questo periodo hai voglia ad aspettarlo!
Per lo meno è stato bel tempo. La primavera disgraziata e piovosa ci ha regalato una sequenza di giornate calde e piene di sole. Allora fuori di casa! Ho trovato buoni motivi per uscire o per prolungare uscite già previste, sono perfino riuscita a organizzare un pomeriggio con un’amica, cosa difficoltosa visti gli impegni e il maltempo.
Naturalmente nei ponti si muovono tutti e non oso proporre a mio marito gite o viaggetti, lui se ne sta ben bene rintanato in casa, al massimo esce in giardino a potare qualche pianta. Però stavolta ce l’ho fatta a farlo uscire almeno una volta, il primo maggio.
Sulle colline sopra Firenze c’è una villa medicea con un parco enorme, villa Demidoff col suo parco di Pratolino, di quelli che piacciono a me, dove si alternano boschi e prati. Viene aperta solo dal venerdì alla domenica e resta chiusa in inverno. Amo molto questo luogo, in cui sono stata tante volte, con le classi, coi figli, con amici, anche da sola, per me ha un fascino magico, peccato solo che per arrivarci l’autobus non sia frequente, ci vuole un po’ di pazienza.
Nell’ultimo mese la Locanda, cioè il piccolo ristorante all’interno del parco, pubblicizzava la sua Sagra dei Tortelli e su questa ho fatto leva per chiedere a mio marito di andare lassù a goderci il primo maggio che si preannunciava di tempo bellissimo e questa là è la stagione più bella, con fioriture, alberi verdi dalle foglie nuove, non fa ancora troppo caldo.
Non si è convinto facilmente.
- C’è traffico, è dall’altra parte della città!-
- Ma dai, chi vuoi che giri in città in auto la mattina del primo maggio! Chi voleva fare il ponte è già partito!-
- Non ci sarà posto per parcheggiare...-
- C’è un parcheggio enorme di fronte! Se partiamo presto arriviamo lassù prima che arrivi una massa di gente, così facciamo un giro tranquillo nel parco, poi mangiamo i tortelli, poi… vediamo.-
- Dentro ci sarà una gran folla, una gran confusione...-
-Appunto noi andiamo in mattinata prestino, così al pomeriggio se c’è caos veniamo via. E poi il parco è immenso, ce ne vuole ad affollarlo! -
Si è convinto, ma sul partire presto… non ce l’ha fatta! Gli avevo ricordato il percorso per le strade della città che facevamo le altre volte (molti anni fa), ma lui, temendo il traffico, ha impostato il navigatore. Non l’avesse mai fatto!
Ci ha indicato un giro tra le colline attorno a Firenze, attraverso stradine strette, tra campi, frazioncine, fattorie, un giro lungo che non finiva mai… Ma guai a discutere sulle scelte del Santo Navigatore!
Finchè ci siamo dovuti arrendere di fronte a una strada sbarrata perché ostruita da una frana dei recenti nubifragi; lì il marito si è dovuto inventare un giro alternativo. Ormai avevamo perso un sacco di tempo. Io mi ero concentrata sull’ammirare i meravigliosi scorci di paesaggi che stavamo attraversando e che non avremmo mai visto perché non saremmo mai andati apposta a cacciarci in un ginepraio simile, cercavo di non ribollire dal nervoso, temendo anche che da un momento all’altro lui dicesse, come già successo altre volte: - Basta! Non ne posso più, torniamo a casa!-
Invece resisteva, merito della prospettiva dei tortelli, e pian piano siamo arrivati al parco, in tempo per trovare l’enorme parcheggio completamente pieno. Per fortuna mi ricordavo un’altra zona in cui poterci fermare, un po’ più lontana, ma pazienza, avremmo fatto un surplus di passeggiata: lì abbiamo trovato posto a fatica.
Appena entrati nel parco, tutte le ansie svaniscono, ci accoglie la sua bellezza, la sua vastità, immutata negli anni; ora poi il viale d’ingresso è stato affiancato da una lunga e folta piantagione di iris celesti, quelli tipici delle colline di Firenze, ed è una meraviglia. Di gente ce n’era moltissima, ma non ci si dava fastidio in quegli spazi enormi: chi passeggiava, chi aveva messo i teli sui prati e faceva picnic, gruppi di bambini e di grandi giocavano a pallavolo e a calcio. Alla Locanda la coda per i tortelli scorreva velocemente, poi si trovava un posticino per mangiarli all’esterno, sul prato o sui tavolini e le sedie di ferro, come a Parigi: erano squisiti!
Dopo ci siamo sistemati all’ombra sotto un gruppo di alberi enormi e siamo stati in relax, anche con un sonnellino; non ci saremmo più mossi. Ultima passeggiata tra i viali, a salutare la statua del Gigante, ed era l’ora di tornare a casa, senza fretta: abbiamo scelto un altro percorso panoramico sulle colline, stavolta senza navigatore, tanto lo conoscevamo bene, anche se c’è stato l’obbligo di una deviazione per l’ennesima frana.
Una meraviglia di giornata, alla sera mi sono ritrovata anche un po’ di abbronzatura.
Qualcosa di piacevole è stato fatto in questo ponte, da domani pare che dovrebbero tornare pioggia e acquazzoni...
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ZAP
Zona Altamente Partigiana
Oggi tutto il resto passa in secondo piano.
La vita personale: il tempo che corre troppo veloce, le complicazioni, le incertezze, il disagio esistenziale…
Le realtà che ci circondano, le guerre, le ansie per il pianeta e per le persone, i pericoli striscianti di soffocamento dei valori e dei diritti, la protervia e l’egoismo dei potenti, la perdita improvvisa di chi ha coraggiosamente levato sempre la voce contro il male…
Ma oggi è il 25 aprile e nonostante tutto bisogna ricordare la Liberazione che ha ridato pace e libertà e rendere onore a tutti coloro, uomini e donne, che si sono impegnati per la sua realizzazione; con la speranza che ricordo e riflessione aiutino a mantenere quei valori, nonostante i venti di tempesta che soffiano da molte parti.
Così oggi, come gli altri anni, c’era nel mio quartiere la ZAP, un pomeriggio insieme, di rievocazione, canti, spettacoli, libri, buon cibo, incontri e ritrovarsi. Eravamo in tanti, di tutte le età e mi ha dato l’impressione che la partecipazione fosse molto, molto sentita, quasi accorata.
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CRESCONO
Continuiamo i nostri martedì con i nipoti, a volte facciamo anche qualche altro giorno di straordinario. E quando siamo da loro, capita che qualcuno debba andare a qualche corso dopo la scuola, ma entrambi i genitori sono al lavoro, allora mio marito in auto accompagna quello di turno.
Però sta cambiando qualcosa: i nipoti crescono e la nostra presenza non è più così indispensabile. E' necessario che andiamo a ritirare dalla scuola primaria i due più piccoli alle 16,30, sono minorenni e non possono uscire da soli, anche se per arrivare a casa devono fare meno di cento passi e tutti sullo stesso marciapiede.
Damiano, in terza media, esce da scuola alle 15,30 a Prato, ma essendo una scuola parentale può tornare da solo con l'autobus, già dall'anno corso. Martino, in terza superiore, col motorino è del tutto autonomo, va e viene tra palestra e amici, o si rintana a studiare, a volte lo vediamo solo di sfuggita.
Rientrati a casa c'è il momento "merenda": quasi sempre si cercano da soli la merenda che scelgono, dal frigorifero o dal "cassetto delle meraviglie", come ho battezzato io un grande cassetto in cui tengono toast, biscotti, merendine e simili e i bambini hanno fatto propria questa mia definizione. A volte prepariamo qualcosa insieme, tipo pane con l'olio o il pomodoro o i "french toast", la scoperta più recente.
Poi c'è una mezz'ora abbondante di cartoni animati, dove si rilassano sul divano nelle pose più improbabili. Mi piace guardare la televisione insieme a loro, così resto aggiornata!
Poi... c'è chi ha da sistemare qualcosa per la scuola, chi deve studiare, chi legge... insomma, della nonna non hanno quasi mai bisogno, a volte facciamo un po' di conversazione, oppure chiedo io a Cesare: - Oggi a che gioco mi fai giocare?- Hanno infatti dei giochi di società molto carini.
A mio marito non par vero di poter aggeggiare indisturbato sul suo tablet.
Poi... rientra il loro papà e noi nonni ce ne andiamo.
Insomma, a parte l'uscita da scuola, non è che abbiano più molto bisogno di noi, d'altra parte in varie occasioni restano a casa da soli e sono abituati ad arrangiarsi. Non hanno più bisogno di essere intrattenuti dai nonni, sono già grandi e si organizzano per conto loro.
E' normale, mi dico razionalmente, però... mi dispiace. Rimpiango gli anni passati con le costruzioni infinite di Lego, con le mie letture dei libri illustrati che ci tenevano tutti accoccolati sul divano, con il colorare insieme le schede illustrate che gli portavo e che si aspettavano come sorprese gradite.
Come corre in fretta il tempo! Cambiano i ruoli, fra poco le adolescenze spadroneggeranno, i nonni si riveleranno ai loro occhi per quel che sono: vecchi!
Fermare il tempo, tornare indietro ogni tanto, anche solo per poco... perchè non si può?
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PAURA
la PIANA
Tutti hanno seguito nei giorni scorsi le vicende della nuova tempesta e delle nuove alluvioni in Toscana e in Emilia. Ancora una volta ci risiamo, ci sono luoghi che non avevano finito di riprendersi dai disastri precedenti e sono andati ancora sott’acqua.
Venerdì 14 è stato un giorno difficilissimo, sotto la pioggia che continuava a cadere violenta si sentiva, ora dopo ora, che i disastri aumentavano e colpivano sempre nuove zone attorno a Firenze.
Non c’è solo l’Arno a creare pericolo: soprattutto a nord-ovest, nel territorio detto la Piana, è tutto un intersecarsi di torrenti che scendono dalla montagna e di canali costruiti ai tempi del granduca Leopoldo, nel 1700, proprio per imbrigliare le acque che venivano dai monti e allagavano la pianura rendendola paludosa, così da prosciugarla e da avere acqua per le irrigazioni controllate.
Ma adesso, con questi cambiamenti climatici e queste piogge rovinose, i corsi d’acqua spesso si riempiono troppo e troppo in fretta, tracimano, oppure gli argini non reggono e… sono disastri!
Negli ultimi anni ci si è resi conto dell’aumento del pericolo, in vari luoghi anziché continuare a costruire edifici sono state lasciate le “casse di espansione” cioè vaste aree a prato o a bosco rado, un po’ a conca, in cui possano defluire le acque dei torrenti che straripano. Ma ancora non ci sono dappertutto dove servirebbero, né le opere di manutenzione ai corsi d’acqua, ai ponti e agli argini sono state sempre soddisfacenti… Così da sabato la nostra pianura vista dall’alto è diventata un continuo di specchi d’acqua, per la gioia soltanto degli aironi e dei gabbiani.
Anche l’invaso artificiale del Bilancino, nel Mugello, ha fatto la sua parte importante, riuscendo a trattenere acqua che altrimenti avrebbe invaso Firenze come nel 1966; purtroppo così pieno non ha potuto “prendere” anche l’acqua torrenziale del fiume Sieve che scendendo a valle si è riversato in alcuni paesi.
Io non sono stata per niente tranquilla, da quando al mattino ho saputo che aveva passato di molto il livello di guardia il canale Macinante, che ho scoperto scorrere a poca distanza da casa mia! Anche a Poggio a Caiano, da mia figlia, passa un fiume, l’Ombrone Pistoiese, e lei aveva già provveduto a portare al piano superiore le cose più importanti, con provviste di acqua, torce e altro necessario.
Insomma, una giornata d’inferno. Allarme rosso, tutto chiuso, tutto bloccato.
E sabato sera il Camerino Volante aveva in programma una replica di “Rose e Crisantemi”, in un quartiere dall’altra parte della città. La riserva è stata sciolta sabato alle 14, così siamo partiti, sotto la pioggia. Temevamo che il teatro sarebbe stato quasi vuoto, perché ci era arrivata voce che molte erano le prenotazioni annullate; invece ci ha accolto una trentina di persone coraggiose ed entusiaste, che hanno riso e applaudito. E noi, rincuorati da questa partecipazione, come sempre abbiamo cercato di dare il meglio.
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LIBERAZIONE contro PINOCCHIO
Tra poco si ricomincia con le repliche del teatro e c’è una nuova parte da studiare…
Ma c’è, o meglio c’è stata, una delusione e oggi voglio parlarne.
L’anno scorso avevo scoperto che a settembre 2024 sarebbe stato l’ottantesimo anniversario della liberazione della zona di periferia fiorentina in cui abito, ne avevo parlato con alcune colleghe del gruppo teatrale degli anziani, avevo letto un libro che rievocava quei giorni, avevo lanciato l’idea di costruirci uno spettacolo da presentare nell’autunno, proprio per la ricorrenza. Avevo anche individuato alcune tracce di lavoro, le avevo scritte sotto forma di appunti.
Ne avevamo parlato con la nostra regista, che si era mostrata molto interessata, anzi, ci aveva detto che aveva in testa qualcosa sulle donne in quel periodo, quindi i due argomenti potevano unirsi: si era fatta dare da me sia il libro che gli appunti, ormai per i primi mesi dell’anno aveva già preparato un copione di altro genere, però poteva preparare qualcosa di minimale per la ricorrenza di settembre, che avremmo poi completato nei mesi successivi. In realtà noi attrici avremmo voluto collaborare con lei per la stesura, come facemmo per le Trecciaiole, ma non abbiamo insistito in quel momento, aspettando che prendesse visione del materiale. Però eravamo contente di questa ipotesi di lavoro, ne avevo parlato anche qui, il 21 gennaio 2024.
Prima dell’estate mi chiese se ero disponibile a incontrarci perché voleva chiedermi alcune cose su ciò che le avevo passato. Senz’altro, le riposi, e le indicai anche i periodi in cui avrebbe potuto trovarmi a Firenze; però durante i mesi successivi non mi chiamò mai.
Alla ripresa autunnale, dopo le lezioni di “ripasso” e socializzazione, ci propose le letture natalizie del calendario dell’Avvento; mi richiese di incontrarci per parlare del libro, ma non concretizzò mai con un appuntamento. Io mi ponevo domande e aspettavo gennaio…
E finalmente alla prima lezione del 2025 ha parlato! Ma non come speravo…
Ha detto che per tutta l’estate ci aveva pensato a quella proposta, ma non riusciva a farsi venire in mente idee interessanti per buttar giù un copione… nel frattempo aveva avuto per le mani del materiale che riguarda lo stesso qualcosa di storico nella nostra zona, da cui si era sentita molto stimolata e stuzzicata, era riuscita a scriverne… quindi lo spettacolo che prepareremo per fine maggio sarà su questo, cioè la vita di Collodi e ciò che sta sotto alla storia di Pinocchio!
Non ho niente contro Pinocchio e penso che sia anche questo un lavoro interessante e valido, però che delusione!
Soprattutto sono rimasta male che non mi abbia mai chiamato, né messa a parte prima delle sue difficoltà: in fondo una traccia gliel’avevo data, le avevo detto che sarei stata disponibile ad approfondirla, arricchirla, anche con altre colleghe, non era detto che il copione dovesse farlo tutto lei da sola… Diciamo che sono rimasta molto delusa del suo modo di procedere e anche dell’aver liquidato così una proposta di lavoro che pareva interessare molte di noi, lasciando cadere una ricorrenza importante a livello cittadino.
Nessuno però ha obiettato, forse per le altre persone un argomento vale l’altro, neppure io ho voluto fare rimostranze in pubblico sulla mia delusione, non volevo creare polemiche o dissapori, però l’ho sentita forte e non è detto che non trovi occasione per tirar fuori qualche osservazione.
Ho pensato che nel 2029 saranno 85 anni… chissà se saremo ancora qui… ci sono cinque anni per pensare a uno spettacolo...
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QUINDICI ANNI DOPO
Gran Canaria, le dune di sabbia a Maspalomas
Eccomi qua di nuovo, sono ritornata da Gran Canaria, ho impiegato i primi giorni a disfare i bagagli, a mettere in ordine, a scaricare le foto. Volevo liberarmi in fretta di queste incombenze noiose e ce l'ho quasi fatta.
Come è andata? Cosa ho trovato a Gran Canaria dopo quindici anni di assenza?
Luci e ombre nei cambiamenti. Lo scempio edilizio innanzitutto: alcuni paesi che erano già allora votati solo al turismo hanno aumentato enormemente il numero degli hotel e dei villaggi per vacanze, arrampicandosi lungo le pareti dei barrancos in maniera quasi acrobatica: edifici enormi e villaggi di casette, spesso con pochissimo verde attorno, il minimo indispensabile in piccoli giardini. Un paesaggio che era suggestivo così deturpato! In quei luoghi non andrei a villeggiare nemmeno se mi pagassero tutte le comodità.
Poi l'aumento dei prezzi. Questo è successo dappertutto nel mondo, laggiù nelle zone turistiche è consistente, comunque con un po' di attenzione si riesce a spendere sempre meno che in Italia. Se poi si va nelle cittadine dell'interno tutto è molto meno caro, anche nei ristoranti si spende davvero poco, mangiando benissimo e i piatti tipici locali, non come sul mare, dove i "pescado del dia" e le "paellas" bisogna andarli a cercare tra una valanga di piatti cosiddetti "internazionali", tipo spaghetti alla bolognese, pizze (mah!), hamburger, uova fritte e pancetta, tanto per accontentare gente da tutto il mondo che viene a prendere il sole nelle isole Canarie.
Il clima dicono che anche lì sia cambiato, che faccia più freddo e piova più spesso: siamo stati fortunati, non è mai piovuto, c'è sempre stato il sole da concederci le maniche corte e anche un bagno nell'oceano, peccato che però la maggior parte dei giorni, soprattutto sulla costa, tirava un vento a volte fastidioso e dovevo tenermi sempre in testa il cappello ben calcato su fronte e orecchie per non rischiare le mie nevralgie.
Però in varie cittadine ho trovato una bella novità: una forte valorizzazione del passato, delle tradizioni, dell'ambiente naturale, tutto presentato in piccoli musei ben curati, allestiti spesso accanto agli uffici del turismo, i cui addetti si prestavano volentieri a farci da guida e a rispondere alle nostre curiosità. Così notizie che nei viaggi precedenti avevo solo letto nella mia guida ora le ho ritrovate, spiegate, ampliate, illustrate da documenti in questi musei e ne ho avuto molta soddisfazione. Ora agli isolani occorrerebbe fare un altro passo e pubblicizzare queste opportunità anche nelle località solo turistiche sulla costa, magari organizzando eventi o escursioni per diffondere cultura, sperando di smuovere quei turisti che passano tutti i giorni delle loro vacanze tra sdraio e piscina dell'hotel.
Inomma, tutto sommato è stato un bel ritrovare l'isola che, in tutto l'arcipelago, è quella in cui mi trasferirei definitivamente, se troppi interessi e affetti non mi trattenessero ancora in Italia.
La coppia degli amici bolognesi sono arrivati là alcuni giorni dopo di noi e sono ripartiti alcuni giorni prima di noi; nella settimana passata insieme avevamo noleggiato un'auto e ne abbiamo approfittato per le escursioni più lunghe, soprattutto nell'interno. Una settimana di socialità avventurosa e serena; quando se ne sono andati ho sentito un grande vuoto, che mi ha sorpreso. Era il ritorno a lentezza, pigrizia, lamentele e brontolamenti a cui credevo di aver fatto l'abitudine creandomi una corazza per passarci sopra, non farci caso, accondiscendere nei limiti del possibile per vivere con leggerezza cercando di rivolgermi a positività...
Invece quella settimana, così attiva e così viva, nei giorni successivi, per contrasto, mi ha messo maggiormente davanti agli occhi l'insoddisfazione e la fatica, fisica e mentale, che mi accompagnano da tempo, nelle quali mi rivolto senza saperne uscire.
Il ritorno alla vita normale e agli impegni lasciati da parte per due settimane è sempre faticoso, questa volta mi sembra che lo sia un po' di più.
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FINE PRIMO ATTO
Gran Canaria
Ancora a parlare di teatro. Posso dire “fine del primo atto” perché la settimana scorsa abbiamo fatto due repliche, una sera dietro l’altra, di “Rose e crisantemi”.
Sono venute molto bene: ce lo siamo sentito noi stessi attori, lo hanno confermato certi affezionati familiari e amici che ci seguono sempre, così come gli applausi del pubblico, soprattutto nel secondo spettacolo, organizzato nientemeno dal Rotary di Firenze. Fa parte di un concorso tra compagnie teatrali, chissà che non vinciamo qualcosa…
Ma ormai si parla del secondo atto, perché un’altra replica ci sarà domani sera, in un altro teatro.
Io veramente a questo punto sarei un po’ stanca: la replica di domani il regista me l’ha “strappata” a fatica, non ne avevo assolutamente voglia perché… domenica inizierà la vacanza mia e del marito a Gran Canaria!
Non andiamo in quelle isole da prima del covid, a Gran Canaria poi manchiamo da quindici anni… ne ho un bellissimo ricordo, tanto che all’agenzia abbiamo cercato l’albergo dalle parti di quello del 2010, una zona ottima vicina a tutti i servizi, spiaggia, bus, mercati ecc.
Come mai ci siamo decisi? Merito dei nostri amici di Bologna (loro sono andati anche durante gli ultimi anni), che ci hanno sollecitato e convinto: ci incontreremo là e passeremo insieme una delle due settimane.
Così in questi giorni ripassi di copione, documenti, ricerche, valigie e zaini, scelta di cosa portare per restare dentro al peso concesso in aereo… pare che non sia nemmeno molto caldo laggiù, l’eterna primavera delle isole Canarie è ormai un mito, dati i cambiamenti climatici… speriamo bene, che non piova troppo!
Poi c’è la vita normale da portare avanti, con i suoi impegni e i suoi alti e bassi…
Insomma, io stasera mi sento davvero stanca, con i bagagli mezzi fatti e ancora diverse indecisioni; domattina sono da preparare i “bagagli” per il teatro e vedere di chiudere casa, quando tornerò dopo lo spettacolo sarà tardissimo, dovrò avere la forza per struccarmi veloce, poi a nanna, domenica mattina partenza, finalmente! Conto di farmi una lunga dormita, per tutto il volo!
Penso che tornerò qui solo al ritorno dalla vacanza.
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TURNÈ
E' bella questa parola, sa di teatro, quello serio, di adrenalina da palcoscenico che si ripete ogni volta, ogni recita è uguale e differente: diverso è il pubblico che non sai mai come reagisca, diversi siamo noi attori, che siamo pur sempre umani, il vuoto di memoria è sempre in agguato, ma anche diverse espressioni, piccole variazioni nei movimenti e ogni spettacolo può riservare sorprese.
Ora, col gruppo del Camerino, sono arrivata a questo: la commedia "Rose e Crisantemi" già applaudita in primavera, poi in novembre, in vari teatri, ora continua il suo viaggio e abbiamo in cantiere diverse date: a fine gennaio due spettacoli, uno il primo febbraio, due in marzo.
E una volta di queste siamo stati chiamati al teatro Le Laudi, uno dei principali a Firenze, dove l'anno scorso andai con "Poligiano", è un bel traguardo ritornarci.
Una vera e propria TURNÈ, lo dicono tutti.
Ne sono felice, se lo merita il regista anche autore del testo, noi attori dovremmo dare il massimo, anche se c'è qualcuno che prende la cosa un po' sottogamba e mantiene poco allenata la memoria, cosi da obbligarci a fare tutti più prove.
Per me diventa faticosissimo, spero proprio di reggere fino alla fine: la schiena, la voce...
Mi sono rifornita di pastiglie e pomate... anche l'Aulin se sarà necessario!
Per fortuna non ho una parte molto lunga!
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SAPORI DI FRANCIA
Qualche tempo fa i nipoti mi ricordarono che una volta gli avevo portato dalla Francia delle caramelle buonissime… i Carambar.
- Nonna, perché non ce le hai più portate?-
E’ da un pezzo che non vado in Francia e quelle si vendono solo là, gli ho spiegato.
Poi, a casa, ho pensato che ormai su internet si trova di tutto, potevo fare una ricerca e scoprire se per caso qualche ditta li aveva importati in Italia e li vendeva on line.
Ho digitato CARAMBAR e… mi si è aperto un mondo! Non in Italia purtroppo, ma dalla Francia diversi venditori on line le avevano e non solo queste caramelle: tantissimi prodotti francesi mi sfilavano davanti agli occhi, ritrovavo delle squisitezze che avevo gustato tante volte nei miei viaggi e che da anni non potevo più assaggiare. Allora ho perso un po’ la testa: Natale si avvicinava, ho pensato di approfittare dell’occasione per farmi un regalo. I prezzi non mi parevano esagerati, bisognava aggiungere le spese di spedizione, che non sono basse, ma essendo la prima volta che acquistavo ogni azienda faceva uno sconto di benvenuto, oppure c’era uno sconto proprio per il periodo natalizio. Ma sì, non sarei andata in rovina, per una volta!
Così nel periodo natalizio in casa mia sono arrivati da varie aziende francesi diversi corrieri con enormi scatoloni, perché gli imballi erano più voluminosi dei prodotti ordinati; innanzitutto i mitici Carambar, finiti sotto l’albero dei nipoti e, aperto il pacco, accolti con grida di entusiasmo. Poi baguettes, croissants, pains au chocolat, biscotti, grandi plumcake al burro, torte provenzali alla frutta candita, patè e salse a vari gusti, salamini, piatti pronti: mi dureranno per un po’. Ho ordinato addirittura il dolce tipico dell’ Epifania francese, la “galette des rois”, una bontà di pasta sfoglia e crema alla mandorla.
Anzi, di questi ne ho ordinati due, uno per noi e uno per i nipoti, sono finiti in un batter d’occhio.
E’ stata una bella immersione nella gastronomia e nei ricordi delle mie avventure francesi, di tanti anni in cui riuscivo ad andare di là dal confine.
Ma ormai ho imparato la strada on line, quando avrò finito tutto, quando vorrò farmi un altro regalo per coccolarmi un po’...
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ROSSO NANDINA 2025
Dopo alcuni anni, abbiamo deciso di ritornare a teatro per il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno. Abbiamo scelto lo spettacolo un po’ a caso, ma con le esperienze del passato: abbiamo dunque prenotato in un paese confinante con Firenze, pensando di evitare così la confusione rischiosa delle strade nel centro cittadino la notte di Capodanno. Il prezzo non era altissimo (al contrario dei teatri fiorentini) e comprendeva anche il brindisi di mezzanotte, con panettone e pandoro: interessante anche questa opzione, visto che in casa nostra quest’anno non abbiamo comperato spumanti o simili.
Lo spettacolo era una commedia sconosciuta, che dalla trama si presentava divertente. Sì, divertente lo era, risate ne provocava, ma non è proprio stata un capolavoro, direi una delle commedie più brutte che io abbia mai visto, storia un po’ sconclusionata, passaggi repentini dal grottesco al serio, recitazione spesso sopra le righe, esagerata. Il gruppetto di attori non è neppure una compagnia, non ha nome sulla locandina, a questo punto mi chiedo dove li abbiano pescati.
Comunque un po’ di risate le abbiamo fatte e ci accontentiamo. Migliori dello spettacolo erano il panettone e il pandoro della mezzanotte, mediocre lo spumante, ma a me ne basta un goccio giusto per alzare il bicchiere.
Lo spettacolo migliore, e a sorpresa, invece c’è stato dopo la mezzanotte. Pensavamo che fosse un paese tranquillo?
Il teatro è nella piazza principale, il paese è una delle CHINA TOWN attorno a Firenze, i Cinesi hanno la tradizione dei fuochi artificiali: bene, hanno preparato e fatto esplodere, sulla piazza e nelle vie circostanti, un mucchio di petardi e fuochi artificiali che si alzavano tutti intorno, nel cielo, tra le case, riempiendo di botti, luci, colori, fiammate. Uno spettacolo grandioso… ma anche pericoloso. Tanto che pochi si sono azzardati a uscire dal teatro per buttarsi in mezzo, la maggior parte, come noi, sono rimasti nel grande atrio e nel bar, dietro alle vetrate, a guardare senza correre rischi. Anche se con certi botti che facevano tremare tutto mi era venuto il pensiero che se i rompeva una vetrata…
Non so se quel Comune avesse emanato ordinanze anti-botti, ma so che nei quartieri abitati dai Cinesi succede empre così, indubbiamente ci sanno fare perché tra i feriti del giorno dopo non ho mai sentito dire che ci fosse qualche Cinese!
Così i fuochi artificiali inaspettati hanno riscattato lo spettacolo mediocre.
Questa mattina ho avuto un bel da rispondere agli auguri di tanti amici e conoscenti. Ancora una volta ho deciso di farlo con le nandine. Queste piante che nel mio giardino prosperano, nonostante la nostra mancanza di cure, in inverno si riempiono di grappoli di bacche rosso vivo. Sono un cibo molto apprezzato dagli uccelli, così può succedere che, visti nuovi grappoli, dopo pochi giorni siano già desolatamente spogli, con solo i piccioli rimasti. Allora ogni anno, verso la fine di dicembre, in un giorno di sole e di luce favorevole, con grappoli maturi, io scatto qualche foto alle mie nandine, tra i bei contrasti del rosso delle bacche col verde più o meno scuro delle foglie, a volte anche con sfumature arancione, se fa molto freddo.
Ormai è diventata una mia piccola tradizione in questa casa col giardino, ho foto di nandine già da vari anni.
E le foto più belle le uso per accompagnare gli auguri a familiari e amici su Whatsapp, le pubblico sulla mia pagina facebook. Le pubblicherei anche qui, ma Libero ha complicato la vita a pubblicare proprie foto, per fortuna in rete se ne trovano…
AUGURI di BUON ANNO
color rosso nandina!
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DOPO NATALE
E' finito il calendario dell'Avvento, un po' mi manca.
Era diventata una piacevole abitudine: appena alzata e acceso il cellulare correvo a vedere se la regista aveva pubblicato sul gruppo whatsapp la lettura del giorno, la ascoltavo subito, commentavo mentalmente chi aveva letto, le pause, le parole più o meno scandite...
Tutti ci siamo impegnati molto, in aggiunta certe correzioni per merito della tecnologia hanno tolto errori, insomma, è venuto un bel lavoro. Appena mi era possibile lo inoltravo a certi miei gruppi e amici affezionati, su whatsapp e su facebook, da youtube lo mettevo qui, se il libro non lo conoscevo andavo a cercarne la trama per eventuali mie prossime letture: era diventato quasi un lavoro, da fare ogni giorno.
E ora mi manca, ma tutto ha una fine e resta la soddisfazione.
Che Natale è stato quest'anno? Anticipato di un giorno, perchè Riccardo "passava" alla mamma martedì sera e il 25 mio figlio con la compagna partivano per qualche giorno di vacanza a Napoli.
Così ci siamo ritrovati il 24 da mia figlia per il pranzo dei "Bimbi-Natale".
Io continuo a chiamare così il nostro raduno familiare, ma ormai di bimbi ne è rimasto uno solo, Cesare, gli altri sono tre ragazzini alti e sottili e una ormai signorinella che a dieci anni e mezzo gradisce in regalo vestiti e braccialetti piuttosto che giocattoli. E Babbo Natale dei nonni si adegua, con le buste di denaro così che ognuno si compra ciò che vuole, di suo gusto.
E' stata una bella festa, tante buone cose da mangiare, ognuno ha portato le sue specialità: noi nonni due piccoli tacchini ripieni, una ricetta mezza seguita mezza inventata, ma venuto buonissimo e abbondante da congelarne un bel po' di avanzi. Finalmente qualche ora per ritrovarsi tutti insieme, per scambiarsi le novità delle famiglie, gli aggiornamenti, i consigli, i racconti di imprese e di ricordi; io meditavo che i nipoti crescono, vedono volentieri i nonni, ma non corrono più a farsi coccolare, sono autonomi, lasciano gli adulti in chiacchiere e vanno in altra stanza a collaudare i doni arrivati di maggior interesse: quest'anno un gioco tipo tiro a segno che spara delle palline seminandole per tutta la stanza, compreso sotto i mobili per la gioia del doverle poi ritrovare tutte.
Mi sentivo come quando mi accorgevo che crescevano i figli: ora tocca ai nipoti, non me li godrò più come nel passato, non saranno più "piccoli", incantati da una fiaba, una filastrocca, un saltellare sulle ginocchia. Quei tempi si vorrebbe che non finissero mai, io poi mi sento defraudata dai due anni di covid in cui ci siamo potuti vedere pochissimo, quasi interrotti i rapporti e dopo... certi tempi erano definitivamente perduti.
Questa è stata un po' la malinconia del mio Natale, ma non la sola: c'è qualcos' altro in me che non va, mi fa sentire insoddisfatta: la serenità che ho avuto nei mesi scorsi è spesso lontana, sono riemerse situazioni del passato che mi hanno messo in crisi, mi fanno sentire inadeguata e colpevole anche inconsciamente o senza volerlo: riaverle davanti agli occhi e nella mente non mi aiuta. I problemi di salute non ancora risolti credo che appesantiscano la situazione, ora si avvicina la fine dell'anno e vengono tempi di bilanci...
Come andrà a finire?
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"CANTO DI NATALE"
L'Avvento dei libri si conclude con un classico!
BUON NATALE A TUTTI!
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"SE I GATTI SCOMPARISSERO DAL MONDO"
Per gattofili... o forse no?
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"IL PIU' GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE"
Torniamo indietro nel tempo, molto indietro!
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"MI LIMITAVO AD AMARE TE"
Oggi c'è un bambino che cerca la sua mamma.
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"I GIORNI DEL GIUDIZIO"
Leggere sull'estate in dicembre
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"COME L'ARANCIO AMARO"
Una storia siciliana, un libro di successo
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"UN GRAMMO DI FELICITA' AL GIORNO"
E chi non lo vorrebbe!
Ma esiste la ricetta?
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