Astral Night Reverie

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"C'è una cosa che non ti ho detto Dreja..."
"Anche io Adren..."
"Non voglio che questa cosa cambi la nostra amicizia, ma è giusto che tu lo sappia: sono principe"
Dreja restò sorpresa, ma allo stesso tempo confortata, perché si sentiva capita per aver nascosto una cosa del genere "E io sono principessa" disse con un sorriso radioso.
Le parole rimasero sospese a mezz'aria ed entrambi capirono che ciò che stavano costruendo non era dettato da interessi.

***

I sovrani elfici dovevano governare i propri regni nel modo migliore, per questo erano affiancati da elfi saggi e lungimiranti. Il Saggio era, prima di tutto, un consigliere prezioso e poi una creatura magica eccellente; egli aveva il compito di scrutare con gli occhi della mente il regno per individuare in anticipo i pericoli; doveva essere il consigliere disinteressato del re; il suo giudizio era il più importante e, spesso, il decisivo.
Inoltre, il Saggio, era l'insegnante dei principi: insegnava ai futuri re e regine l'arte della battaglia, l'utilizzo della magia, nozioni sulla natura e scienze varie.

I Saggi dei due regni elfici sapevano degli incontri tra Adren e Dreja, fu così che i due anziani si riunirono in gran segreto per prendere un'importante decisione.
Il passo successivo fu quello di avere un colloquio privato con i sovrani.
Il Saggio del regno degli elfi argentei vide disegnarsi quasi terrore negli occhi del sovrano nell'acconsentire alla richiesta di mandare la principessa Dreja nella terra degli oracoli, da sola. Mentre il sovrano del regno degli elfi oscuri fu tanto orgoglioso di acconsentire alla missione affidata al figlio, che subito diede inizio ai preparativi della festa in suo onore.

Quando il giorno dopo, Dreja e Adren si incontrarono al ruscello, si dissero che per un po' di tempo non si sarebbero più visti. Nessuno dei due poteva spiegare il motivo dell'allontanamento: entrambi erano emozionati e onorati della missione a loro affidata, ma andavano via con un po' di tristezza nel cuore dal momento che non sapevano quando si sarebbero rivisti. Il reciproco addio fu impacciato tanto da essere percepito come freddo.

Ci fu una grande festa in entrambi i regni per auspicare ai principi buon viaggio; il giorno dopo, i due ragazzi partirono a cavallo accompagnati dai rispettivi Saggi.
Lungo il sentiero Dreja si accorse dove erano diretti, lo stesso fu per Adren: i Saggi condussero entrambi a quel ruscello dove più volte si erano incontrati. Arrivarono nello stesso momento, si guardarono e bloccarono, come pietrificati, ma si ripresero subito guardando i propri maestri. Quest'ultimi afferrarono il proprio discepolo per mano e lo condussero alla riva del ruscello; quando i due giovani elfi furono uno dinnanzi all'altra fecero finta di non conoscersi, ma i Saggi spiegarono loro che sapevano degli incontri e lo speravano da tanto: loro rappresentavano l'unico modo per far riappacificare i due popoli elfici e farli ritornare all'antico splendore.

I Saggi insegnarono ai futuri sovrani i riti per onorare le tombe degli antichi padri elfici e per aprire le porte degli oracoli. Inoltre, Dreja e Andren impararono come fare magie sulle proprie armi per renderle più potenti e come trarre energia dalla natura qualora si fossero ritrovati in pericolo.
Dopo qualche giorno furono pronti per partire, i Saggi avrebbero vegliato sul loro cammino fino al primo monte che avrebbero incontrato, superato quello, si affidavano nelle mani della sorte, tutti speravano nella buona riuscita della missione.

Adren e Dreja partirono all'alba, dopo aver ricevuto in dono una mappa approssimativa del regno settentrionale e la benedizione dei vecchi saggi. In più avevano ascoltato attentamente i racconti di questi ultimi sul loro viaggio in quel regno, avevano impresso nelle loro menti più particolari possibili.
"E' stato uno shock sapere che per tutti questi mesi i saggi ci hanno spiato" disse Adren appena si furono allontanati abbastanza dai due vegliardi.
Dreja sorrise "Non ci hanno spiati: loro scrutano il regno e comunque non avrebbero mai osato ascoltare le nostre conversazioni".
"Come fai a esserne così sicura?"
"Riesci a immaginare il tuo Saggio come un ficcanaso?"
"No, però ora credo che siano stati loro a farci incontrare la prima volta..."
"Perché? Io sono sempre andata al ruscello..."
"Ma io non ci ero mai venuto, infatti quel giorno chiesi al Saggio dove trovare un luogo tranquillo per suonare il flauto e lui mi consigliò proprio il ruscello..."
Sull'onda di questi pensieri, i due giovani elfi si raccontarono aneddoti sulla propria infanzia a corte.

l sole iniziava a tramontare, i cavalli erano stanchi e i due elfi decisero di fermarsi. Era la prima notte che passavano da soli insieme e dopo un pasto parco, il sonno non tardò ad arrivare.
Si svegliarono all'alba e ripartirono. I giorni trascorsero tranquilli: di giorno marciavano a passo sostenuto e di notte riposavano come fanciulli.
Dopo una settimana iniziarono a vedere, all'orizzonte, le montagne, ma ce ne volle un'altra per raggiungerle.

Ai piedi di quei possenti colossi si respirava un'aria carica di magia. C'era un boschetto che proteggeva una grande pietra circolare e bassa, dove Dreja pose dei fiori, mentre Adren erba. I due elfi pronunciarono insieme le parole sacre prima di appiccare il fuoco al mucchietto di vegetali. Restarono in silenzio e meditazione per qualche minuto.

Ripresero il viaggio sereni, incamminandosi per un sentiero tra i boschi, l'aria diventava man mano più frizzante, segno che iniziavano a salire di quota: secondo la mappa il primo oracolo dimorava in una grotta vicino al valico con il monte successivo.

Continuarono a salire, mentre il bosco si diradava: erano vicini alla meta, infatti in lontananza videro il valico preceduto da una distesa verde dove pascolavano animali. Ma erano ancora lontani per poter dire di che creature si trattasse e dove fosse situata la grotta dell'oracolo.