Creato da black_rose_and_moon il 21/07/2011

Astral Night Reverie

Stargazers ride through virgin oceans...

 

 

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As The Past Withers

Post n°28 pubblicato il 26 Gennaio 2012 da fading_of_the_day
 



Se si fosse trattato di un giorno lavorativo, Andrea Leitner avrebbe tirato le tende ed aperto gli scuri della finestra già da un pezzo, ma quella mattina rimboccò le coperte, raggomitolò la testa tra i fianchi del cuscino e si rimise a dormire. O meglio ci provò.

Fuori la pioggia rendeva buio il cielo delle dieci del mattino, striando l'oscurità d'argento e mercurio. Andrea Leitner serrò il cuscino alle orecchie e si mise in ascolto della pioggia, confidando che il sonno prendesse il sopravvento. Ma il ticchettio delle gocce d'acqua era più paziente della sua indolenza. Così, seppur con fastidio, orientò la sua stanca figura sfocata  in direzione del bagno.

Aveva appena terminato il consueto make-up da giorno quando suonò il campanello.La prima immagine che si materializzò sul reticolo della sua mente fu il viso di Martin - il figlio del portiere - che era solito consegnarle la posta. Quel caro ed educato ragazzo era di qualche anno più giovane di lei e ne era follemente innamorato - si vedeva lontano un miglio - come molti uomini, del resto. Andrea ricordò per qualche momento, con tenerezza, quando la sua corrispondenza pesava chili  e le venivano recapitate lettere d'amore che sapevano di acqua di colonia e mazzi di fiori di dimensioni smisurate. Poi, da quando aveva abbandonato la sua carriera da attrice, circa quattro anni prima, più nulla. Il mondo sembrava essersi dimenticato di lei.

Ora la sua cassetta era invasa da bollette delle utenze domenstiche, pubblicità di aspirapolveri e offerte di valutazioni immobiliari. Andrea Leitner si riebbe dai suoi ricordi come una vecchia governante nostalgica e si stupì di come non vi fosse stato un secondo tocco del campanello, pur essendo trascorse diverse decine di secondi dal primo. "Un gentiluomo", pensò sorridendo. E si diresse verso l'uscio.

Andrea Leitner apparve splendente nella sua mise casalinga: indossava una vestaglia bianca delicatamente ricamata da motivi rosa. Portava sul viso un velo di trucco ed i capelli chiari raccolti, con gli orecchini dai quali pendevano piccoli diamanti, sfere di ghiaccio che oscillavano sul collo umido. E poi aveva un'espressione, un'espressione che si espandeva nello spazio e nel tempo, un'espressione di abbandono e rilassatezza, di estasiata quiete. Richard fu attraversato da una frustata elettrica, da un pensiero brutale, dall'idea torbida che Andrea Leitner si fosse appena concessa ad una decina di amanti in simultanea o fosse stata allietata da dieci mani che le avevano massaggiato la schiena come ragni flessuosi.

-Accomodati

gli sorrise in tono informale, come se avesse di fronte un amico di vecchia data.

Richard eseguì, non riuscendo a fare di meglio che abbozzare un sorriso e guardarsi i piedi.

-Credo di sapere perchè sei qui.
Andrea si accomodò su una chaise longue di vimini, sfilò una Galoise dal pacchetto blu e se l'accese.


-Credo proprio di sapere perchè sei qui e la cosa non mi sorprende affatto.
Ripetè con un'ottava più alta mentre giocherellava con il filtro della sigaretta..


Richard si mostrò visibilmente imbarazzato.
Come faceva a sapere il motivo per cui era lì? Lo aveva spiato? Aveva qualche informatore? O semplicemente stava bluffando?
Decise di rimanere sulle sue e tenere alta la guardia.


- Innanzitutto volevo scusarmi, perchè, insomma, piombare a casa di qualcuno che non si conosce in questo modo non è.... Beh.... non è esattamente da gentiluomini...



Andrea aveva appoggiato la sigaretta nel posacenere ed incrociatò le braccia mostrando a Richard un'espressione costruitamente corrucciata, vagamente infastidita.

Qualcosa la disturbava di quell'uomo, qualcosa che sulle prime non riusciva a mettere a fuoco.
Poi la rivelazione.


Era proprio lei, proprio quell'espressione fanciullesca, fatta di aggrottamenti di sopracciglia, distorsioni della bocca, instancabile gestualità delle mani ad innervosirla. Un senso di delusione l'avvolse quando si accorse di questi particolari,  perchè, quando lo aveva visto per la prima volta, lì in quel tugurio puzzolente e fumoso, Richard le aveva fatto un'ottima impressione. Andrea pensava che avesse delle potenzialità, quelle potenzialità che lei stava cercando. Poteva essere l'incognita che avrebbe risolto il suo sistema di equazioni. Ma ora più di un dubbio si affacciava.

 
 
 
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