Astral Night Reverie

Centrare il bersaglio

Dalla posizione supina sul divano, mi misi a sedere lentamente e dissi a Julia, in attesa al di là della porta, di entrare.
La mia assistente apparve sulla soglia e, leggermente intimorita dal mio tono di voce stanco e distante, appoggiò il pacco sulla scrivania; per qualche attimo parve non volersi muovere, poi fece qualche passo verso di me e la sua gonna verde scuro a campana ondeggiò "Mr Neri, si sente bene? Posso fare qualcosa per lei? Magari portarle un tè"
"Julia, già che mi sopporta è un gran cosa, lei è una santa"
Arrossì e si contorse la mani indietreggiando verso la porta "Ma no, Mr Neri. Mi chiami se ha bisogno di qualcosa".
Mi alzai da quel divano dopo qualche minuto, presi il bigliettino che accompagnava la scatola e lo aprii "Spero che questo ti aiuti a combattere lo stress. Mary". Sorrisi e aprii il pacco: sotto le patatine di polistirolo trovai un set per il tiro a segno: sul bersaglio, da un lato, c'erano i classici cerchi concentrici colorati, mentre dall'altro lato c'era il faccione di Russel Liod. Lo fissai e scoppiai a ridere.
Appesi al muro il mio nemico e iniziai a colpirlo con le freccette e, chissà perché, subito lo feci diventare cieco e muto. Scattai una foto con il cellulare al bersaglio così infilzato e la inviai a Mary con la scritta "Grazie! Spero funzioni anche da bambola voodoo"

***

Iniziai a trascorrere molto tempo in ufficio, pranzavo alla scrivania sempre più spesso, studiando i documenti per ottimizzare gli affari dei clienti, ma continuavo a perdere colpi. Mi sembrava incredibile che Liod puntasse ai miei stessi investimenti, a meno che le aziende stavano facendo il doppio gioco per valutare le offerte migliori.
Julia apparve sulla soglia del mio ufficio "Mr Neri, mi scusi, volevo dirle che vado a pranzo"
Non alzai nemmeno la testa dai fogli che avevo avanti "Ok, a dopo"
"Vuole che le ordini qualcosa?"
"No no, ci penserò io tra poco. Vada pure"

Pochi minuti dopo sentii aprirsi la porta della sala d'attesa, pensavo che fosse Julia che magari aveva dimenticato qualcosa, invece sulla soglia comparve una figura minuta con una t-shirt rossa con cappuccio, shorts in jeans sbiadito e un cestino da pic-nic tra le mani.
La fissai e risi "Ma ciao, cappuccetto rosso!"
Rise anche lei "E' questa la tana del lupo? Ma che aria stanca che hai!"
Sorrisi stanco e giù di morale "E' per... perdere meglio... Magari sono diventato un agnello, altro che lupo..."
"Quindi, da bravo agnello, puoi aiutarmi a spostare questo?" mi disse Francesca avvicinandosi al tavolino davanti al divano.
"Perché?"
"Per pranzare"
"Ma posso togliere queste cartacce dalla scrivania"
"Zitto e aiutami, è un pic-nic, quindi si fa a terra"
Sorrisi scuotendo il capo ma obbedii. La vidi prendere un plaid a scacchi rossi e blu dal cestino e stenderlo sul tappeto per poi disporvi tutto l'occorrente per una perfetta scampagnata.
Ci accomodammo, prese una paletta da portata e scoprì una teglia, il vapore e il profumo che invase la stanza mi catapultò immediatamente a casa, in Italia.
Con l'acquolina in bocca afferrai un piatto al volo e glielo porsi, lei allungò la mano per prenderlo e servirmi una grande fetta di parmigiana di melanzane filante, come quella di nostra madre "Non sapevo che ti cimentassi così in cucina"
"Veramente è la prima volta che la faccio"
Mi accigliai "Ti farò da cavia? L'odore però sembra perfetto", Studiai da ogni angolazione la porzione, con finto scetticismo, e ne assaggiai un boccone abbondante, chiusi gli occhi "Dimmi la verità: te l'ha spedita mamma e l'hai solo riscaldata..."
Rise scuotendo il capo in segno di diniego e assaggiò anche lei, soddisfatta.
Pregustandone un'altra porzione parlai a bocca piena "E' divina, mi mancava proprio!"

***

Finimmo di mangiare, mi offrii di mettere tutto a posto mentre Francesca curiosava nel mio ufficio. Si fermò a guardare il tiro a segno "Ah, ma giochi invece di lavorare?"
Risi "E' un regalo di Mary, gira il bersaglio"
"Quanto è piccolo il mondo! Questo tizio lo vedo spesso a quel bar vintage di cui ti dicevo... pranza spesso con dei colleghi, a volte con una donna. Chi è?"
"Russel Liod, quindi non farti avvicinare da lui, non accetterei che mi rubasse anche la sorella... se solo sapesse chi sei, ne sarebbe capace!". Le avevo parlato più volte di lui, sfogandomi dopo qualche giornata nera, quindi non avevo bisogno di aggiungere altro.
"Ah, quindi indirettamente conosco già il tuo nemico. Comunque, tranquillo, non ce la farei a sopportare un altro uomo d'affari, mi basta mio fratello"