Creato da Fayaway il 22/02/2005

MARMOTTA

non abita più qui. Ha cambiato pelliccia e si è trasferita in una nuova tana (sempre rosa).

INDIZIO #1

 

PALLINI

Bazinga

~ ° ~
Ah! Allora hai letto anche tu "La Rosa e il Plutonio" di Futogi Kazuyo?! sorpresa

~ ° ~

Zukyuuun!

 

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TUTTO O NIENTE

Post n°470 pubblicato il 04 Marzo 2010 da Fayaway

(Una grande vittoria o una grande sconfitta?)

Eduardo diceva che gli esami non finiscono mai. Come su molte altre cose, aveva ragione.

Di esami difficili nella mia vita credo di averne sostenuti tanti. Alcuni superati con pieno successo, altri in maniera meno lodevole. Alcuni li ho falliti. Sono tutte cose che capitano. E capita che tra molto poco avrò un esame che non posso assolutamente fallire, per me e per le decine di persone coinvolte. Il loro destino dipende da me. È una unica occasione, ed è uno di quei casi in cui si prende o tutto o niente. Non ci saranno pareggi e non sono previste seconde possibilità.
Poiché dovrò infondere in questo esame ogni sforzo possibile, credo che fino al giorno della battaglia questo blog sarà aggiornato meno spesso e con post più brevi. Poi, a seconda dell'esito, tornerà la pubblicazione regolare (ovvero alla cazzo di cane) oppure verrà sospeso definitivamente in quanto eseguirò il suicidio d'onore rituale per lavare nel sangue la vergogna che si abbatterà su di me.

Eduardo diceva che gli esami non finiscono mai. Ma Eduardo diceva anche che prima o poi la notte deve finire. E anche su questo aveva sicuramente ragione. O almeno lo spero.


The Devil came by this morning
Said he had something to show me
I was looking like I'd never seen a face before
Here we go now let's slide in through the open door
Pictures and things that I done before
Circling around me out here on the floor
I'm dreamin? this and I'm dreamin' that
Regretting nothin' think about that

 
 
 

CANONE PERVERSO

Post n°469 pubblicato il 01 Marzo 2010 da Fayaway
 

Come le varie pubblicità che girano in questi giorni ci hanno ripetuto ormai fino allo sfinimento, oggi era l'ultimo giorno utile per pagare il canone RAI, anche se con una piccolissima soprattassa. Che poi mi devono spiegare perché secondo loro DJ Francesco e Milly Carlucci dovrebbero essere un incentivo a pagare il canone e non un deterrente. Fossero almeno la Gabanelli e Minoli!
Comunque, so che la maggior parte dei miei lettori si sta chiedendo "Ma chi vuoi che lo paghi il canone RAI?", e io rispondo che, ebbene sì, la Famiglia Marmotta paga il canone RAI.

[Una riga vuota per farvi riprendere dallo shock]

Questo perché tanti anni fa alla parrocchia di Marmotta Town arrivò un prete progressista il cui obiettivo era di stravolgere le abitudini poco legali dei nostri concittadini. Lui vedeva una città più bella, più pulita, più onesta. Da allora gli spacciatori sono aumentati, si battono scontrini con le cifre decimali spostate di una posizione a sinistra, si ampliano case già di per loro abusive, le strade sono dei colabrodi, i cassonetti paiono trincee e a dire il vero quel prete è anche stato trasferito in seguito a un caso di molestie sessuali.  Però da allora la Famiglia Marmotta paga il canone RAI. Bel passo avanti verso la legalità, eh?

Lo scorso 23 gennaio, sabato, Mamma Marmotta non ha perso tempo: alle 7:30 del mattino ha infilato la porta della mia stanza da letto e con la sua solita delicatezza mi ha sussurrato
Mamma Marmotta: SVEGLIAAAAAH!
Fayaway: Argh, ma cos... oddio, ma lo sai che ore sono?
MM: Certo, ora che ti svegli, sennò alla posta poi trovi fila. Bisogna andare a pagare il canone!
F: Mappork, ma chi se ne importa del canone, e poi c'è un'altra settimana di tempo per pagare, perché devo farlo proprio io e proprio oggi?
MM: Essì, certo, rimanda di continuo come è tuo solito! Hai sempre fatto così, anche coi compiti delle vacanze di Natale, ti sei sempre ridotta alla sera del 6 gennaio per finirli...
F: Uff, e va bene adesso vado, dammi il bollettino di conto corrente.
MM: Tieni, ricorda di compilarlo prima
F: Eh? Compilarlo? Ma perché; non ci è arrivato prestampato?
MM: No, quest'anno non l'abbiamo ricevuto, lo devi compilare tu.
F: Ma io che ne so di a chi devi intestarlo? Non so nemmeno quanto si deve pagare!
MM: Non ti ricordi i dati dall'anno scorso?
F: No! E non capisco quale persona sana di mente dovrebbe ricordarseli!
MM: Ma nella pubblicità DJ Francesco che dice?
F: Che dobbiamo pagare il canone sennò lui non si può più trapiantare i peli delle natiche sulla testa!

Reperiti in qualche modo i dati (il webmaster del sito della Rai prima o poi una o due maledizioni se le becca), mi reco prima in tabaccheria. C'è una fila immensa di giocatori di Lotto, SuperEnalotto, WinForLife, Totip e schedine varie. Quando cerco di pagare il canone suscito l'ilarità dei presenti.
Decido di recarmi all'ufficio postale. L'impiegato addetto mi guarda perplesso e mi chiede:
Impiegato: Perché questo versamento?
Fayaway: La causale è scritta dietro, abbonamento RAI anno 2010.
I: No, ok, ho visto, nel senso... perché lo paghi? L'ultima volta che ho visto pagare qualcuno il canone è stato oltre dodici mesi fa da una signora grassa e baffuta con una ricrescita colossale tra i capelli.
F: Sì, lo so, ero io l'anno scorso.
I: Ops, nel senso... che lo pagate a fare il canone? Di cosa avete paura, che vengono a casa e vi sigillano la TV? Guardi che queste sono tutte leggende metropolitane!
Vecchietto in fila dietro di me: Non è vero! Io l'ho visto! L'anno scorso sono venuti in casa nostra, non avevamo il canone pagato e si sono portati via entrambi i televisori, lo stereo di mio nipote e pure il portagioie di mia nuora dove c'erano gli orologi buoni!
F: Signore, temo che quelli non fossero addetti RAI... O sì?

Torno a casa. Il postino ha portato una lettera da via Teulada 66. È il bollettino precompilato per pagare il canone RAI. Decido di dargli fuoco in un rituale purificatore. Dall'anno prossimo solo La7!


CANZONE DEL GIORNO: Renato Zero - Viva la RAI

Se non si mettessero d'accordo alla RAI
Paghiamo allora questo abbonamento
Per mantenerli in salute e in sentimento…
Perché oramai
Questo cervello
Avrà un padrone lo sai ?
Viva la RAI
Con il suo impero
Dice la RAI
Soltanto il vero
Viva la RAI
Coi capoccioni e gli operai

 
 
 

IL SEGRETO DELLA MARMOTTA

Post n°468 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da Fayaway
 

Devo confessarlo. Se parlo così bene l'inglese, tanto da riuscire a spacciarmi per una straniera, tanto da riuscire a leggere qualunque testo senza difficoltà, tanto da riuscire a capire il 99% di quello che viene detto dai parlanti madrelingua, non è solo perché ho avuto dei bravi insegnanti o perché ho studiato molto. La verità è che quando avevo 4 anni Babbo Marmotto e Mamma Marmotta mi hanno portato con loro negli Stati Uniti. Avevano una pizzeria laggiù già da molto tempo, ma prima di quell'autunno del 1984 non avevo mai visto quei luoghi.

E negli Stati Uniti non c'era verso di scappare alla legge anche se eri un immigrato : hai una Figlia Marmotta di 4 anni? Deve andare all'asilo, come tutti i bambini! Visto che paghi le tasse, quello comunale è gratuito. Non importa da dove veniate, che lingua parliate e che religione professiate. All'asilo la Marmottina dovrà imparare a comportarsi, a comunicare in maniera educata, a ragionare, a rispettare le regole e i diritti degli altri, e ovviamente a parlare la lingua standard. E questo non valeva solo per me ma per tutti i figli degli immigrati come noi, non solo italiani. Dei 25 bambini del mio anno solo la metà erano veri americanini WASP (white, anglo-saxon, protestant), gli altri si dividevano tra afroamericani, portoricani, cinesi, messicani, russi (già! russi!!! prima che Rocky IV si riconciliasse con Ivan "Ti spiezzo in due" Drago, e prima che Michael "crapa pelata" Gorbacëv cominciasse a parlare di Perestroika nella mia classe c'era una bambina russa) e vietnamiti in un mosaico di lingue, colori e culture che farebbe impallidire Arlecchino per la sua varietà. E poi ovviamente c'ero io, la piccola Marmottina italiana alla quale per le feste chiedevano sempre di portare una teglia di lasagne o di parmigiana di melanzane fatta da Mamma Marmotta.
Eppure, non mi sentivo diversa dai miei amici. Noi tutti eravamo diversi, e questa non era mica una cosa della quale vergognarsi.

All'asilo Mamma Marmotta mi iscrisse il 3° giorno che eravamo su suolo americano. Sapevo dire solo iès, nô, pliiis e tenchiù, e oltretutto non capivo perché ogni mattina prima delle lezioni dovevamo salutare la bandiera.  Ciao bandiera! Però già giocavo coi miei amichetti, imparavo ad allacciarmi le scarpe, a leggere, a cantare, a riconoscere destra e sinistra, a contare i fiorellini. E così in capo a un mese già descrivevo l'Italia agli altri, e tornavo a casa raccontando a Mamma Marmotta le meraviglie dell'America che mi descrivevano. Venti anni dopo ho conseguito la laurea in Lingue e Letterature Angloamericane e oggi il mio lavoro si basa sostanzialmente sull'approfondita conoscenza di lingue e culture diverse dalla mia. E quando guardo le foto della mia classe, beh, il cuore mi si riempie di gioia e di malinconia per i bei momenti passati.

Oggi. Oggi leggo i giornali e penso che se a quei tempi Reagan avesse avuto un ministro dell'Istruzione Pubblica come Mariastella Gelmini o come quella (mica tanto)cripto-razzista del sindaco di Goito, le cose per me sarebbero state molto diverse. E probabilmente anche per i miei genitori.
Avrei dovuto capire l'andazzo che tirava già da molto tempo, quando a 6 anni tornai in Italia per iniziare il ciclo delle elementari. L'intera scuola mi guardava con sospetto perché non parlavo il dialetto locale, ma solo italiano e inglese, perché leggevo moltissimi libri illustrati e perché alla fine di una frase dicevo sempre grazie e per favore. È stato esattamente da allora, in quella scuola sita a 120 metri da casa mia, che ho cominciato a sentirmi diversa.


CANZONE DEL GIORNO: Caparezza - Io vengo dalla Luna

Io non sono nero, io non sona bianco
io non sono attivo, io non sono stanco
io non provengo da nazione alcuna
io, si, io vengo dalla Luna

io non sono strano, io non sono pazzo
io non sono vero, io non sono falso
io non ti porto iella né fortuna
io, si, ti porto sulla Luna

 
 
 

QUANTO DURANO CINQUE ANNI?

Oggi questo blog compie 5 anni. Qualcuno direbbe che il prossimo settembre posso iscriverlo in primina, altri che questa è l'ennesima dimostrazione che sono la regina del fancazzismo. In realtà io sono semplicemente molto sopresa della mia perseveranza. Io che non ho mai comprato Dylan Dog e Tex perché sapevo che non avrebbero mai avuto una fine, che non riesco mai a finire un tubetto di crema anticellulite, che lascio le decorazioni delle torte a metà perché penso che tanto dopo poco me le mangio, dopo cinque anni sto ancora qui a scrivere le mie paturnie. E ancora non vedo il fondo del pozzo della mia insanità mentale!

Ma quanto durano cinque anni? Se stai giocando a Caesar III calla massima velocità, circa 7 minuti. Ma per essere più precisi, cosa SONO cinque anni? Sono 1826 tramonti, 260 numeri di Panorama, 60 cicli con annessa sindrome rognosa precedente a ciascuno di essi, sono oltre 4000 commenti, 10 viaggi in aereo, 1 laurea, 4 lavori, 50.000 chilometri, 280 ore di ripetizioni scolastiche, 42 libri e più di 1.000.000 di baci.
E sono 467 post. Auguri!


CANZONE DEL GIORNO: Max Pezzali - Quello che capita

Forse è che si fa quello che si può,
forse è che si fa quello che capita
Con più o meno dignità...
 
Forse è come pescare un numero
e sperare poi in quello che capita,
senza troppa logica

Ma ringrazio il cielo che
tu sei capitato a me

 
 
 

DIMENTICHIAMOLI 16° PUNTATA - ANOTHER GAY MOVIE

Post n°466 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da Fayaway
 

Vi avviso con anticipo: questo Dimentichiamoli è tosto da scordare! È talmente ricco di scene aberranti ed elementi di pura follia e depravazione neuronale che difficilmente una volta visto sarà possibile seppellire nei meandri della memoria le situzioni alle quali si è assistito.

Pensandoci bene, credo che l'aver visto questo film sia stata la giusta punizione inviatami dal Karma per lo scellerato abuso dello streaming quale mezzo per vedere opere cinematografiche. È un reato, e anche se il tentativo è quello di reperire film ormai fuori mercato, come tale va punito. Dalla GdF o dal destino. A me è toccato il destino.

La trama di "Another Gay Movie" è del tutto trascurabile, visto che è identica a quella di numerosi altri prodotti goliardici da Porky's in poi: quattro amici e compagni di scuola appena diplomatisi decidono che non possono assolutamente iniziare la loro carriera universitaria senza prima aver perso la verginità, motivo per il quale impiegheranno tutta l'estate a cercare orifizi accoglienti o possenti varre priapiche.
Durante il percorso di formazione dei quattro giovani eroi, lo spettatore assiste senza possibilità di scampo a:

- un utilizzo incontrollato di verdure e oggetti dalla forma oblunga: cetrioli, manubri, grucce, zucche, mazze da baseball, cacciaviti, mini estintori, bottiglie di Gatorade, wurstel viennesi con pelle, flaconi di bagnoschiuma, mestoli, e tubi di cartone con tanto di criceto finale che vi si infila giocoso;
- partite di baseball giocate da una squadra in hot pants a vita bassa e top scaldacuore, e dall'altra in shorts di jeans strappati e gilet di pelle borchiata.  Vedere per credere!
- i rituali di preparazione per il consumarsi della prima volta: depilazioni accurate, esercizi ginnici per sviluppare i glutei, lezioni di danza del palo, e non da ultimo la somministrazione consecutiva di tre clisteri di glicerina (con conseguente eruzione diarroica);
- i meravigliosi siparietti della fidanzata fittizia di uno degli amici, che è CIECA eppure guida l'automobile e ciabatta spensierata in un campun pieno di barriere architettoniche;
- un mondo dove SONO TUTTI GAY: anche le donne! Il padre del protagonista è bisex (è solito infilare la cippa in un buco ai gabinetti pubblici e poi quello che succede succede), sua madre è questa , il suo insegnante di geometria euclidea è un fanatico del sado-maso, la sua migliore amica ha una lingua lunga 40 centimetri, e i paramedici che devono rianimare un tizio svenuto dopo una pasticca di exstasy... indovinate un po'? Sono gay! Lo si capisce perché dopo aver cosparso il torace dell'uomo svenuto di lubrificante, cominciano a limonarselo. E quando rinviene si mettono tutti a ballare la techno.

Ma la cosa che rende questo film difficilmente dimenticabile è la canzone dei titoli di testa, che ha un ritornello - è il caso di dirlo - allegramente penetrante.
Ho come l'impressione che questo sarà il Dimentichiamoli più difficile della mia vita.


CANZONE DEL GIORNO:  Nancy Sinatra - Another gay sunshine day

Welcome to our soiree
Flaming hot pink bouquets
New rainbow Milky Way
Chickens will dance with bears
Wolves prance and dance on air
Reach out and take me there
Come out and play

Another gay
Another gay
Another gay sunshine day

 
 
 

ARMA DEFINITIVA PER FAR CROLLARE IL MERCATO MONDIALE DEI VIDEOGIOCHI

Post n°465 pubblicato il 16 Febbraio 2010 da Fayaway
 

Uno dei miei videogiochi preferiti fin da quando girava sull'ingombrante 486 di mio cugino R. è Caesar III, dove tu sei un funzionario dell'Impero Romano e devi fondare le città della Storia (Brindisi, Capua, Mediolanum, Cartagine, Londinium...) perseguendo degli obiettivi di volta in volta più complessi, fino ad arrivare all'ambita carica di Imperatore.

Accontentare le richieste di Cesare, compiacere gli dei, indire feste per tenere a bada i cittadini, sfruttare le risorse per commerciare con le carovane... e più di ogni altra cosa ascoltare quello che i cittadini che scorazzano per la città hanno da dire. La disoccupazione è troppo alta, mancano lavoratori, non c'è abbastanza cibo, Nettuno ci odia, piove governo ladro, piadina e prosciutto figa per tutti! E poi i nomi dei cittadini sono uno spettacolo: Sylvester Stallonius (l'attore), Obscenus Irsutus (il prefetto), Pompilia Maxima (la massaggiatrice)... io, che John Cleese mi perdoni, in quanto Governatore mi sono chiamata Marco Pisellonio nelle missioni di guerra e Incontinentia Deretana in quelle commerciali. Eggià, perché durante le vacanze di Natale ho ricominciato a giocarci, e dunque nel dopo cena nessuno riesce a privarmi della mia oretta di immersione nell'Impero Romano.

Oddio. Nessuno. Non proprio nessuno. Nessuno fintanto che su RaiTre c'erano le puntate di "Un posto al sole" fisse dal lunedì al venerdì, ma da quando sono iniziate le olimpiadi invernali c'è una buona mezz'ora durante la quale Mamma Marmotta gira per casa libera di fare danni

L'altra sera è entrata nella mia camera:
Mamma Marmotta: Cosa stai facendo di bello?
Fayaway: Gioco a Caesar III
MM: Oh, ma guarda quanta gente per strada. Chi sono quelli col leone?
F: I gladiatori del Colosseo
MM: Ma allora ci sono anche le catacombe dei cristiani?
F: No, non ci sono le catacombe.
MM: E allora cosa mangia il leone? Ehi, cos'è questa trombetta adesso?
F: È il segnale che la città è sotto attacco! Sono quei maledetti cartaginesi con quei tremendi elefanti!
MM: Ehi, è vero, guarda come distruggono tutte le tue truppe sollevando le proboscidi.
F: Argh, devo cercare di condurli verso le baliste!
MM: Eh no, mi sa che ti stanno proprio schiacciando. Bah, lo sai che in tutto il tempo che hai perso così avresti potuto recitare un intero rosario alla Madonna di Lourdes?
F:

I cartaginesi mi fanno un mazzo tanto e Mamma Marmotta mi consiglia di recitare il rosario. Vi prego, ditemi che anche la vostra è così.


CANZONE DEL GIORNO: Madonna - Like a prayer

When you call my name, it's like a little prayer
I'm down on my knees, I wanna take you there
In the midnight hour, I can feel your power
Just like a prayer, you know I'll take you there.

 
 
 

DILEMMA ESISTENZIALE n° 30.036 - CHE ME LO CHIEDI A FARE?

Post n°464 pubblicato il 10 Febbraio 2010 da Fayaway
 

Quando offro un dolce fatto in casa o qualche altra pietanza nata dalle manine mie e di Mamma Marmotta, non è insolito che me ne venga chiesta la ricetta. E io, non senza un pizzico di autocompiacimento , sono sempre molto prodiga di spiegazioni ben dettagliate. La ricetta che ho più spesso condivido con gli altri è quella della pastiera, dolce tipico nella Pasqua dei napoletani, specie di crostatone sugnolento ripieno di grano, uova, ricotta, crema e canditi. E la pastiera di Casa Marmotta è senza dubbio alcuno la migliore del mondo! O almeno questo è quello che dicono tutte le persone che la mangiano, mica io.

Tuttavia, quando poi ne consegno la ricetta a chi me l'ha chiesta, immancabilmente questo comincia a pormi una serie di domande, sempre le stesse, il cui scopo pare non essere altro quello di snaturare completamente la pastiera e trasformarla in qualche altra cosa :
- ma se al posto del grano cotto già bagnato metto il grano saraceno macrobiotico, viene uguale?
- ma secondo te al posto della ricotta di pecora, che puzza un casino, posso mettere il philadelphia?
- e se invece dei canditi mettessi l'uvetta? o le ciliegine?
- no, dai, possibile che ci vogliano tutte queste uova? ne metto la metà, più o meno è uguale, vero?
- la pasta frolla pronta non va bene?
- senti, io frullo tutto insieme, che ne dici?
- un po' di cioccolata come ci starebbe?
- ma davvero devo usare la sugna? la margarina non è la stessa cosa?
- al posto del chilo di zucchero, ci sparo una fialetta di aspartame, che ha lo stesso potere dolcificante, sono furba vero?

A questo punto, il dubbio mi sorge spontaneo: ma non avevi detto che la mia pastiera ti piaceva? che era la migliore del mondo? Sì? E allora perché cerchi di cambiare la ricetta che ti ho dato? Cerchi di trasformarla in un dolce macrobiotico, vegano, dietetico... ma la pastiera non è nessuna di queste cose! La pastiera è un dolce opulento, grasso, dolcissimo: è per questo che è buona, è tanto difficile da capire?

Ma va bè, posso anche sorvolare su tutto questo. Posso capire che ognuno reinventa le ricette secondo il proprio gusto, che sperimentare strade nuove è stimolante e costruttivo... sì, certo, come no. Lo riesco a capire fino al momento esatto in cui, dopo aver prodotto la versione light della pastiera, i Vissani del 3° millennio non mi apostrofano con aria imbronciata: "Ehi, la ricetta che mi hai dato è venuta uno schifo! Non è che me ne hai dato una incompleta?" Ah, davvero? Ma razza di deficiente sottosviluppato paramecio spastico dei miei stivali, tu prima mi violenti una ricetta che la defunta Zia D. e Mamma Marmotta hanno messo a punto in oltre 15 anni di esperimenti e duro lavoro e hai pure il coraggio di lamentarti? Ma soprattutto, non appena si avvicina Marzo,


CON QUALE FACCIA TOSTA
TI PRESENTI ALLA MIA PORTA CHIEDENDO
 "NON È CHE PER PASQUA ME NE FAI UNA?"


Ne vuoi una per Pasqua? E io te la faccio, sicuro. Ma non una pastiera... una scarica di calci in culo, ecco cosa ti faccio!
E no, non ve la do la ricetta della pastiera.


CANZONE DEL GIORNO: Ornella Vanoni - Ricetta di donna

Bella non è tutto
meglio affascinante
E una volta a letto dev'essere importante
Tenera e crudele
quando è innamorata
Ma non avere miele
per la fame di un pirata

 
 
 

RASSICURAZIONI

Post n°463 pubblicato il 09 Febbraio 2010 da Fayaway
 

Ogni volta che a Napoli e dintorni succede qualcosa di brutto, puntualmente i miei amici di altre città mi contattano per sapere se anch'io sono stata coinvolta nell'ennesima schifezza accaduta.  La crisi dell'immondizia, la criminalità, le lotte fra clan di camorristi, le vecchie palazzine che sprofondano perché non ci sono fondamenta o sono state costruite col cartone pressato, i falsi invalidi, l'inquinamento... tutte queste cose avvengono genericamente "a Napoli" senza capire che in realtà ci sono una miriade di paesi più o meno grandi con problemi distinti tra loro. Per dire, da me c'è stata l'emergenza rifiuti, ma le case sono costruite bene.

Proprio oggi è la notizia su Repubbica e al tiggì del diffondersi a macchia d'olio della pratica del cavallo di ritorno, quella per la quale ti rubano l'auto e poi, ricavando i dati dai documenti trovati nel cruscotto, ti telefonano e ti propongono di pagare una sorta di riscatto per poterti vedere restituita la vettura.
Ebbene, visto che qualcuno me l'ha chiesto mi sembra giusto rispondere che no, a me o a persone che conosco non l'hanno mai proposto. La Panda del Colui venerdì scorso se la sono rubata e basta, senza manco degnarsi di un colpo di telefono!


CANZONE DEL GIORNO: Roger Taylor - I'm in love with my car

Im in love with my car
Gotta feel for my automobile
Get a grip on my boy racer rollbar
Such a thrill when your radials squeal

Addio cara Fagiolosa (era una Panda a metano), non ti dimenticheremo mai.

 
 
 

AL MINISTRO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE RENATO BRUNETTA

Post n°462 pubblicato il 02 Febbraio 2010 da Fayaway
 

Onorevole Signor Ministro,

mi rivolgo a Lei perché sono praticamente due settimane che non scrivo una parola nel mio blog sperando di sbollire la rabbia ed evitare di dire acidità gratuite, ma non riesco oltremodo a tacere. La prego di perdonarmi per questo sfogo, ma sono certa che Lei saprà capire il mio stato d'animo e comprendere i motivi che mi spingono a mettere le dita sulla tastiera.
Ho un collega nullafacente. Anzi, siamo più precisi: quel grandissimo stronzo avariato del mio collega nullafacente mi sta portando al manicomio!!!  Non è che lavora meno di me, o meno bene di me, o più lentamente di me. No, non fa proprio un emerito cazzo per tutto il santo giorno!!! (e scusi per il "santo giorno") E almeno si stesse zitto, no! Quel coglione passa metà del tempo a parlare al cellulare col suo allibratore (sì, perché ha un allibratore ) e l'altra metà a canticchiare canzoni neo-melodiche napoletane! Non che passi molto tempo nell'open space dove sono allocate le nostre postazioni, visto che va spesso a fumarsi una sigaretta, che entra in ritardo e esce in anticipo e che la sua pausa pranzo riesce a durare 90 minuti contro i 60 regolamentari.

Il collega nullafacente non fa nulla e non vuole imparare a fare nulla. Se provo a spiegargli come si gestisce una pratica dopo poco scappa.  Se gli viene imposto di fare una cosa, la fa male oppure finge di non sentire bene al telefono e attacca, oppure scrive una mail per dire "si rivolga al mio collega X". Spesso il collega X sono io. Quando ci sono chiamate in coda e noi tutti impazziamo per evitare di perderne anche solo una finge di stare parlando con un cliente, e invece non è neppure connesso. Si vanta tanto del suo livello di inglese, ma quello che gli esce da bocca è inquinato da un cafonissimo accento napoletano e quando raramente si becca una chiamata in inglese alla fine chiama me perché non capisce cosa dica l'utente. O l'utente non capisce lui.
Dirgli che è una piattola, un fancazzista, un debosciato, un parassita, un omuncolo senza spina dorsale non serve. Ci ho provato, lo so che non serve!

E la cosa peggiore di tutte, caro Ministro, sa qual è? È che a tutti gli altri colleghi questo nullafacente STA SIMPATICO!  Lui ci fa perdere tempo, non ci aiuta, ci fa fare figuracce coi clienti, ci danneggia nei risultati che tanto faticosamente raggiungiamo e però poiché fa battute (cretine) a ripetizione allora nessuno lo manda a ciapare i ratti! Dicono tutti "Oh, come è socievole, fa sempre l'amicone con tutti". Ok, ma è pagato per rallegrare l'ambiente o per gestire problematiche IT? Perché se lo stipendio è lo stesso mi faccio passare di incarico anch'io, conosco un mucchio di barzellette, sa?

Qualche settimana fa sembrava che i Capi non lo potessero più sopportare. Gli avevano fatto dei richiami ufficiali, lo stavano mettendo alle strette, tirava aria di licenziamento... e in questo frangente non gli va a morire il padre? Quindi ovviamente adesso suscita pietà a tutti e nessuno ha il coraggio di sfancularlo. E di me? Non ha pietà nessuno? Di me che gestisco 3 servizi contemporaneamente e che nel tempo libero do una mano ai colleghi o studio per imparare altre cose a nessuno importa una mazza?
Poiché la risposta a questo quesito pare essere NO, e poiché ormai sono sicura che nemmeno sotto la minaccia di un lanciafiamme si degnerà di lavorare, quello che Le chiedo, caro Ministro, è di suggerirmi un modo per liberarmi del collega nullafacente e salvare dunque la mia salute mentale. Sono pronta a tutto pur di sbarazzarmi di quell'insulsa creatura sfaticata, e no, non posso aspettare che la sua cirrosi epatica, la sua tossicodipendenza o il suo allibratore facciano il lavoro per me.
Il mio indirizzo di posta elettronica è in calce, se vuole può anche lasciarmi un commento nel blog se preferisce.

In attesa di un cortese riscontro, porgo

Corfiali saluti.
Fayaway


CANZONE DEL GIORNO: David Byrne - Lazy

No tears are falling from my eyes
I'm keepin all the pain inside
Now don't you want to live with me?
I'm lazy as a man can be
Ohh , I'm wicked and I'm lazy
Ohh, Don't you want to save me
I'm lazy, lazy, lazy, lazy

 
 
 

I FAVOLOSI SUPERPOTERI DI UNA OPERATRICE HELPDESK

Post n°461 pubblicato il 20 Gennaio 2010 da Fayaway
 

Fare l'operatore helpdesk può sembrare semplice (prendi la chiamata, raccogli due screenshot, verifichi i dati, dai il numero di ticket e vai a farti un caffè senza zucchero con la collega Rimba), ma la verità è che per sopravvivere a questo lavoro bisogna essere dotati di Superpoteri che in qualche maniera ti evitino di soccombere alle richieste spesso assurde dei clienti e degli utenti.

- Il potere di annullare la propria aura per diventare invisibile è assolutamente indispensabile! Altrimenti i colleghi e i Team Leader ti vengono a beccare persino durante la pausa pranzo per sbolognarti le rogne o chiedere consiglio
- Il potere di trattenere le risate. Alcuni pensano che sia un superpotere minore, ma quando ti chiama il signor C A C C H I O N E o la signora S C H I F A L A C Q U A, magari lamentando che si è rotto internet, si sono scordati la password che avevano digitato 3 secondi prima o che il "servè non è avalablalable", può essere carino evitare di ridere col risucchio e il singhiozzo
- La supervelocità! Non solo a digitare sulla tastiera e a parlare (per non dare all'utente il tempo di farsi venire in mente altre baggianate), ma anche quando si va in bagno, in sala mensa o a chiedere consiglio ai Focal Point bisogna essere velocissimi, perché se ti vedono in piedi a ciondolare ti fermano con la frase "Ehi Faya, visto che non hai niente da fare, vedi un po' qui..."
- Il superudito! Non sempre il livello della fonia è al massimo, e soprattutto quando ti capitano gli utenti con i difetti di pronuncia è necessario rizzare le orecchie. O aguzzare l'ingegno, delle due l'una. Del tipo "La mia utenza da sbloccare è Cafrrrrrrzznahhhh" Mi scusi, può ripetere?  "Gliera ridico: Cafhhhhgnnnnaaaa" Me la può sillabare  "Uffa! Allora, C di Como, A di Ancona, F di Salerno, D di Bologna, H di scngmauhf...." E così fino all'infinito.
- La supervoce, capace di ricoprire tutte le ottave: suoni sottilissimi e impercettibili quando devi chiedere al collega di darti una mano, suoni mellifui quando devi spiegare all'utente che il suo PC ormai si è talmente sminchiato che al limite lo può usare come piastra per cuocerci le melanzane, e suoni roboanti come il tuono quando devi chiamare il tecnico che sta dall'altra parte della sala.
- La capacità di leggere nel pensiero abbinata a una pazienza cosmica. Perché nonostante tu ponga all'utente una domanda PRECISA che prevede solo due possibili risposte, e loro ti rispondano con certezza, tu devi capire che in realtà loro intendono l'altra, e soprattutto non mandarli al diavolo. Un esempio classico:
Fayaway: Adopera un PC fisso o un portatile?
Utente: Un fisso
F: Che marca e modello?
U: Un Acer Travelmate (vedasi foto --->)
F: Mi scusi, ma allora è un portatile!
U: Ah sì, io intendevo quello, anche se ho detto fisso. Dopotutto si somigliano tutti questi PC.
F:
- Per finire, è sicuramente utile una grandissima capacità mutogena del proprio corpo. Come gli X-Men! Solo che io invece di emettere raggi ottici, gelare l'aria e spostare gli oggetti con la forza del pensiero ho sviluppato la vescica d'acciaio, il culo di gommapiuma e gli occhi strabici. Perché un occhio mi serve per vedere il display con le chiamate in coda, l'altro per compilare la pratica dell'utente. In realtà avrei proprio bisogno anche di una o due paia di braccia in più, come la dea Kalì, ma non mi preoccupo: ogni mattina trovo nella mia casella di posta tanti di quegli incarichi che prima o poi mi spunteranno.
O mi spuntano, o muoio.


CANZONE DEL GIORNO: Caparezza - Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche)

Sono un eroe, perché lotto tutte le ore. Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere. Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere

 
 
 

BURRO, GLUCOSIO E BOLLICINE: MEDICINA PER UN CUORE INFRANTO

Post n°460 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da Fayaway

PROLOGO

Durante la primavera dei miei 18 anni conobbi un ragazzo che ai miei occhi sembrava incarnare tutte le caratteristiche che cercavo a quel tempo nel fidanzato perfetto (altissimo, al primo anno di università, figlio unico e lettore di fumetti) e per tutta l'estate attesi che lui tornasse dalle vacanze per poterci mettere insieme e vivere così la nostra magnifica storia d'amore. Ci mettemmo insieme a metà settembre e lui mi scaricò dopo appena 17 giorni con la memorabile scusa "La mia migliore amica ha detto che se non ti lascio si suicida"
Se pensate che dopo 10 anni ancora lo ricordo, potete capire quanto mi ferirono quelle parole.

Se non ci fossero state le mie amiche R. e F. credo che non mi sarei ripresa per lo shock. Come fecero? Il sabato successivo, mentre il mondo intero era intento ad idolatrare quell'immondo pornaio che era l'ultimo film di Stanley Kubrick, mi portarono a vedere "American Pie".
R. aveva nascosti nel suo zainetto due tubi di Pringles, F. un bottiglione di CocaCola che nel tragitto da casa sua fino alla sala era diventato un brodo primordiale schiumogeno ed esplosivo, e io avevo con me un Tupperware pieno di fette di crostata di mele e mandorle autoprodotta. E all'uscita ci comprammo pure 7mila lire di caramelle gommose, tanto per completare lo shock iperglicemico!
E mentre inveivamo contro il genere maschile che non ci cagava come volevamo, e ci abboffavamo di schifezze che non contribuivano a farci cagare dal genere maschile, e ci scappavano risolini goliardici durante la visione del film, io sentivo che la ferita del mio cuore si riempiva di una sostanza calda e caramellosa che rendeva la pena più sopportabile (e le arterie più intasate, ma questa è un'altra storia ). Ancora oggi sono loro grata per questo, le mie ex compagne del liceo si sarebbero senz'altro sorprese a vedermi piagere per una simile sciocchezza, e ebbi il coraggio di chiamare loro. Credo che tutto sommato per dimostrare l'amicizia a coloro a cui teniamo non siano indispensabili grandi gesti.

EPILOGO
R. si è scoperta celiaca a 25 anni, quindi niente più crostate fatte dalla sottoscritta.
F. è scappata di casa, ha aperto una società col suo fidanzato e per un mese mi hanno fatto lavorare gratis ricoprendomi di insulti perché ero laureata e cercando di appiopparmi il loro socio brutto e ignorante come fidanzato.
L'ex un giorno lo vidi limonare nell'aula studio dell'Orientale con un altro ragazzo.
Io... quando sono un po' giù guardo ancora film trash!


CANZONE DEL GIORNO: Don McLean - American Pie

Helter skelter in a summer swelter.
The birds flew off with a fallout shelter,
Eight miles high and falling fast.
It landed foul on the grass.
The players tried for a forward pass,
With the jester on the sidelines in a cast.

 
 
 

CHI VUOLE L'EREDITÀ DEL QUIZZARDARIO?

Post n°459 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da Fayaway
 

Ammetto senza troppa modestia di avere una cultura generale piuttosto discreta (se escludiamo la geografia) e molto spesso mi sento porre la domanda "Ma perché non partecipi a uno di quei giochi a premi dove si risponde a delle domande e loro ti danno i soldi?"
Ecco di seguito una serie di perché.

- La televisione ingrassa di almeno 5 chili e mette in evidenza rughe e peli superflui: in pratica sembrerei tale e quale a Sancho Panza!
- Mi vergognerei a rispondere alle domande del conduttore sulla mia vita privata "Ciao Fayway, cosa fai nella vita?" Sono un'operatrice Help Desk e a dire il vero mi chiamo Fayaway  "E io che ho detto? Fagnauei! Operatrice Help Desk? E che roba è?" Risolvo i problemi informatici degli utenti che mi chiamano da tutto il mondo, visto che parlo le lingue straniere  "Oh davvero, e che lingua parli? Il giapponese? allora dici cose come OKOTOPOKOTOCOTÒ?"
E poi lo strozzerei.
- Se sbagliassi la prima domanda poi ci rimarrei troppo male. Sarei apparsa come una balenottera spiaggiata e sarei passata alla storia come la concorrente di telequiz più rompiballe della storia per niente!
- Vi immaginate Mamma Marmotta o Babbo Marmotto a dare l'aiuto da casa? Quest'ultimo mi replicherebbe "E io che cacchio ne so, ho pagato 5 anni di università per far studiare te!", mentre la prima probabilmente direbbe "Tuo cugino l'avrebbe saputa!". Mentre qualcuna delle mie zie probabilmente mi suggerirebbe volontariamente la risposta sbagliata
- Potrebbe capitare una domanda su una materia che conosco benissimo, magari qualcosa sulla quale mi potrei vantare davanti alle telecamere e ai milioni di telespettatori di essere espertissima dicendo "per me sarà una bazzecola rispondere a questa domanda" , oppure "e questa sarebe la domanda da 50mila euro?", mettere su una spiegazione scientifica frusciandomi da gran letterata  e poi TOPPARE clamorosamente. Non è un'ipotesi tanto remota;
- Se il mio avversario sbagliasse una domanda facilissima non riuscirei a resistere alla tentazione di puntargli il dito contro e fare "Ha-haaaaaa! Coglione! Idiota! Hai visto che studiare serve? Sei proprio un ignorante!!!"
- Se vincessi una discreta sommetta poi avrei tutti i parenti alle calcagna che richiedono di essere finanziati per i motivi più disparati! Peccato che per sanare i debiti di alcuni di loro non sarebbe sufficiente vincere nemmeno a due o tre di questi quiz...
- Se il megadomandone finale fosse incorretto o se fosse palesemente una domanda trabocchetto alla quale solo con una immensa botta di culo si potrebbe rispondere correttamente direi chiaro e tondo "E allora ditelo che non volete sganciare una lira, maledetti!" e censurerebbero la puntata.
- Se il mio avversario azzeccasse una risposta difficilissima e inquesto modo mi portasse via il titolo di campionessa non resisterei daldirgli "Spero che tu vinca, e che spenda tutto in medicine!!!"
No, davvero, preferisco la povertà, purché sia anonima!


CANZONE DEL GIORNO:  Renzo Arbore - La vita è tutta un quiz

Sì la vita è tutta un quiz
e noi giochiamo e rigiocchiamo
Perché noi non ci arrendiamo
fino a quando non vinciamo
Sì la vita è tutta un quiz
e se indovini quante emozioni
Perché è col quiz che ci danno i milioni
eviva le televisioni!

 
 
 

NO MARMOTTA? NO PARTY!

Post n°458 pubblicato il 12 Gennaio 2010 da Fayaway
 

Nonostante quello che afferma il titolo, non credo di essere l'invitata ideale per le feste.  Sono sempre quella che crea problemi, che mette in imbarazzo gli altri e che non sa nemmeno ballare.
Per fare un esempio, all'ultima festa alla quale ho partecipato la padrona di casa aveva saputo della mia allergia al fumo di sigaretta e quindi ha chiesto ai suoi ospiti di fumare solo in una delle stanze. Dopo nemmeno 30 minuti erano TUTTI nella stanza del fumo mentre io sgranocchiavo una bruschetta in completa solitudine.
Non che andasse meglio quando cercavo di avere una conversazione con gli altri.

ESEMPIO UNO
Tizio1: E tu Fayaway cosa studi all'università?
Fayaway: Io a dire il vero me ne sono andata quasi 4 anni fa ma...
T1: Hai fatto bene, l'università italiana non serve a niente! [coro di approvazioni] Tutti quegli esami, i professori, lo studio che soffoca...
F: A-ehm, a dire il vero volevo dire che mi sono laureata 4 anni fa
T1: Ah... e allora adesso cosa pensi che farai?
F: È da un annetto che ho un posto fisso
T1: Oooooh! [incredulità generale]

ESEMPIO DUE
Tizio2: Ma sai che anch'io mi sono iscritto al corso di Angloamericano?
Fayaway: Oh, davvero?  E a quale facoltà: a Lettere o a Lingue?
... ... ... ... ... ... 5 lunghi secondi di silenzio ... ... ... ... ... ...
T2: A dire il vero da settembre non ho ancora mai frequentato (il parlante dice ciò in data 05/01/2010)
[risate generali - colorito delle mie orecchie sempre più simile al rosso Tiziano]

ESEMPIO TRE
(uno degli invitati ha portato una bottiglia di liquore dove non vedo segno di marche da bollo)
Fayaway: Per caso questa bottiglia è stata presa a un duty free?
Tizia3 (altrimenti detta "donna prosciutto"): Eeeeh? Che cos'è un diuti frì?
F: Si tratta di un negozio all'interno di un areoporto dove non si pagano tasse e quindi la roba di marchi famosi costa meno.
T3: Ooooooh! [sguardo illuminato di immenso]
F: Però non è che ci puoi andare se non devi prendere un aereo, ti serve un biglietto e un passaporto.
T3: Nuuuuuh! [sguardo spento nella disperazione]

Poi chissà perché alle feste devo sempre trovare qualcuno con cui attaccare briga! All'ultima festa c'era un tipo tamarrissimo che pensava di impressionarmi parlando in inglese o spagnolo (tsk ) o facendo sfoggio dei suoi tatuaggi (doppio tsk ) e soprattutto voleva costringermi a fare una cosa che non mi andava. In pratica aveva portato due bottiglioni di CocaCola e una bottiglia di rhum e impediva a chiunque di bere la CocaCola se non era mischiata con l'alcool. Tralasciando il fatto che a me non piace bere in pubblico, era proprio quella sua aria arrogante che mi infastidiva.  Quindi tanto per cominciare ho cominciato a portargli una jella mostruosa che gli ha fatto perdere tutte le mani di poker texano per un soffio.  (i miei lettori più affezionati sanno di questo oscuro e terribile potere che abbiamo nella Famiglia Marmotta) Poi, appena si è alzato per andare a fumare gli ho fregato la CocaCola! E temo proprio di averlo traumatizzato, visto che a fine serata si è riportato a casa le tre dita di rhum e la mezza bottiglia di CocaCola avanzate
Ecco, forse c'è chi riesce a essere un invitato peggiore di me alle feste.


CANZONE DEL GIORNO: Pink - Get the Party started

Making my connection as i enter the room
Everybody's chillin as i set up the groove
Pumping up the volume with this brand new beat
Everybody's dancing and they're dancing for me

 
 
 

50% CRASSE RISATE - 50% DEPRESSIONE COSMICA

Post n°457 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da Fayaway
 

Avete presente quando nella 10° stagione di E.R. - Medici in prima linea, il dottor Romano, che già molti episodi prima aveva subito la recisione in tronco del braccio destro da parte dell'elica di un elicottero, muore scamazzato da un altro elicottero?
Ecco, quella scena ha sempre provocato in me sentimenti contrastanti. Da un lato mi ha shockata profondamente (pure perché le battute bastarde del Dott. Romano era uno dei motivi per cui guardavo E.R.), dall'altro mi ha sempre fatto crepare dalle risate per il perfetto bilanciamento di sadismo e ironia da parte degli sceneggiatori della serie TV regina del cicaleccio.

Circa un'oretta fa, mentre mi districavo i capelli dopo lo shampoo, ho riprovato la stessa sensazione. Stavo leggiucchiando gli ultimi post apparsi su Libero fino a quando non sono rimasta colpita da QUESTO.



Poiché mi sembrava decisamente buffo che si criticassero le persone straniere che arrivano in Italia per fingere di imparare la lingua, e poi si brutalizzasse la stessa lingua in questa maniera, mi sono permessa di lasciare un commentino acidello .
Non l'avessi mai fatto! Immediatamente dopo è arrivata una risposta che ha dell'inquietante...


Da un lato rido, perché penso a quanta ignoranza ci sia in giro.
D'altro canto penso: cazzarola, ma quanta ignoranza ci sta in giro?

P.S. So già che qualche furbacchione cercherà di dirmi che si scrive Grasse e non Crasse risate, ma sappiate che anche "crasso" ha un significato in italiano.


CANZONE DEL GIORNO: Tony Tammaro - Se potrei avere te

Se potrei avere te io cambiassi e sai perché
mi facessi una studiata tutti i verbi e la grammata

 

imparassimi per te...

 
 
 

SOGNO TRICOLORE

Post n°456 pubblicato il 09 Gennaio 2010 da Fayaway
 

Nel sogno mi trovavo sul lettino dell'ecografista. Cominciava a spogliarmi piano, aprendomi la camicetta con delicatezza ma con dita pesanti come piombo, fino ad arrivare al ventre. Poi con quel suo attrezzo diabolico cominciava a spingere al di sotto dell'ombelico soffermandosi con insistenza sulla vescica, quasi arpionando la pelle coi bordi della sonda.
Mi prendeva in giro "Mi raccomando, non fartela sotto, è importante che resisti" e mi provocava sventolandomi sotto al naso un piumino per sporlverare. A un certo punto ho sentito odore di merluzzo e, capendo, mi sono svegliata...

Vedo sul mio petto una enorme palla di pelo a tre colori sormontata da due orecchie a punta che si fa strada sotto le coperte. Una coda un po' storta in cima si dimena davanti al mio naso: riconosco il culone peloso di Kine, la gatta in foto in alto a destra.

Fayaway: KINE! Cosa ci fai qui?
Kine: (senza spostare il culo dalla mia faccia) In kuchina facyeva freddo.
F: Sì, ho capito che hai freddo, ma non puoi metterti ACCANTO a me come un gatto normale?
K: E ki l'ha detto ke un gatto gnormale fa kosì? Dì la verità, cuesta è ugn'altra cacchinata ke hai visto gnei kartoni di Uòlt Diznei.
F: Beh, non nascondo una certa influenza...
K: E skommetto ke pensy pure ke i gatti parlano...
F: Beh, ma tu...
K: Hihihihi, che bipede pyrla ke mi è kapitato!
F: Oh, insomma, bando alle ciance, vuoi spostarti sì o no?
K: Gnò! E sappi ke al momento gnon ti konviene perkè ho una fetida scorreggia a pugnta di koltello sotto la koda!
F: Argh, obbedisco!!!!  ... Ma nel frattanto ti posso carezzare?
K: Finké gnon ty sy addormenta il braccho!
F: Ti voglio bene Kine.
K: Purr purr purr...

E così sono rimasta per metà notte con Kine allocata tra sterno e piloro (poi si è spostata nell'interno coscia), cosa che mi ha causato lancinanti dolori intercostali per tutto il giorno.  Però devo dire che durante tutto il tempo lei ha fatto un sacco di fusa.
O forse erano rutti?


CANZONE DEL GIORNO: Bjork - Oh it's so quiet

Its nice and quiet
But soon again
Starts a nother big riot!!

You blow a fuse
Zing boom
the devil cut so loose
Zing boom
So what's the use
Wow bam
Of falling in love

 
 
 

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