Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.

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UFFICIO O CASA ECOLOGICA

l'Ecobox di Madrid,

una palazzina da ufficio sperimentale Una costruzione economica... Costo 1.200 euro a metro quadro (Iva e mobilio inclusi), risparmia il 70 per cento dell'energia, rispetto ad una palazzina da uffici tradizionale, costata uguale o di più. alla luce, spiega Angel de Diego, l'architetto che ha progettato l'Ecobox, è stata dedicata un'attenzione particolare. Le finestre (verticali) sul tetto, che fungono da lucernario, sono schermate da tettoie: d'inverno, quando il sole è più basso, i raggi entrano direttamente; d'estate, quando è più alto, no. Le finestre sulle pareti sono schermate all'esterno da lunghe lame metalliche orientabili. E' più o meno, quello che facevano i nostri nonni con le persiane. Noi le abbiamo sostituite con le tapparelle (o tutte giù o tutte su, non c'è via di mezzo) o, peggio ancora, con le veneziane interne. Ma c'è differenza fra un vetro che si arroventa al sole e trasmette (veneziana o no) calore all'interno e un vetro che resta all'ombra. Lo stesso principio, più in grande, si applica ai muri esterni. Lastre di pietra, avvitate su un isolante e fissate ad una parte di cemento. Poi, la tradizionale intercapedine e un'altra parete di cemento. Il trucco è che l'intercapedine, invece di essere vuota, è riempita di materiale ad alta inerzia termica, che trasmette, cioè lentamente, il calore dall'esterno all'interno (o viceversa). Lo facevano già gli antichi romani. L'intera palazzina è circondata dalla ghiaia, perché l'alta inerzia termica è importante anche sopra e sotto. Soprattutto sotto, dove si capisce che inerzia non è un termine solamente passivo. Esposizione solare, isolamento, ventilazione, forniscono un 20-25 per cento del risparmio energetico dell'Ecobox, rispetto ad una palazzina tradizionale. Un altro 10 per cento è dato dall'automazione dei vari sistemi di controllo delle schermature, della ventilazione, del riscaldamento e del raffreddamento. Ma è qui, nel riscaldamento e nel raffreddamento, che avviene quel 40 per cento di risparmi rispetto ad un edifico con i condizionatori elettrici. La chiave sono 72 metri quadri di pannelli solari messi a copertura del tetto. Non sono i pannelli fotovoltaici che producono energia elettrica. L'Ecobox ne ha sulla facciata ("Li avevamo messi per far funzionare l'ascensore - spiega de Diego - poi abbiamo scoperto che, con gli incentivi, ci conviene vendere l'energia, piuttosto che utilizzarla"). Ma i pannelli importanti, quelli sul tetto, sono quelli del solare termico, una tecnologia meno sofisticata e più sperimentata, oltre che più economica. Quelli che, in sostanza, scaldano l'acqua. Che viene raccolta in due serbatoi da 3 mila litri: un'idea tutt'altro che inedita per chi ricorda ancora, a Roma, prima che i relativi locali venissero trasformati in massa in superattici, le cisterne d'acqua potabile sul tetto. Da lì, d'inverno, l'acqua, a 45 gradi viene pompata nelle serpentine che corrono dentro i pavimenti di cemento e, da lì, risale a riscaldare l'ambiente. E d'estate? Funziona al contrario. L'acqua riscaldata dai pannelli passa in quella che si chiama una macchina ad assorbimento. Dove, con un processo chimico innescato dal bromuro di litio, si raffredda fino a dieci gradi. E dalle serpentine sui pavimenti (che, adesso, valgono come soffitti) scende a rinfrescare la palazzina. Significa, è stato calcolato, 104 mila kilowatt di energia prodotti senza ricorrere ai combustibili fossili. E, quindi, 457 tonnellate di anidride carbonica, in meno, sputate nell'atmosfera. Equivale a tenere ferme in garage, per un anno, 113 automobili. O a piantare 50 ettari di bosco.

 
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