Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.

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Fondi pensione parte 1° - durata e garanzie

Post n°107 pubblicato il 22 Gennaio 2007 da giampi1966
 
Foto di giampi1966

Un Fondo Pensione? E’ per sempre!

La decisione di mantenere il Tfr in azienda (che di fatto verrà accumulato presso l’Inps se l’azienda ha almeno 50 dipendenti) non dovrà essere rinnovata in futuro. Potrà essere revocata in qualsiasi momento, qualora il lavoratore decidesse di partecipare alla previdenza complementare.

Al contrario, la decisione (esplicita o tacita) di partecipare alla previdenza complementare è irrevocabile.

Secondo le nuove norme, non si potrà più esercitare neanche la “sospensione dell’erogazione”, secondo quanto previsto, per esempio, dallo Statuto di Cometa; lo stesso Fondo Cometa lo conferma, comunicando che:

“a decorrere dal primo gennaio 2007 … NON sarà più possibile sospendere il versamento del Tfr”.

C’è una garanzia di rendimento minimo?

Cometa offre un minimo garantito solo per il comparto “Sicurezza”; questa clausola è valida per gli aderenti che avranno mantenuto la propria posizione nel comparto fino al 30/04/2010 e comunque fino a quella data; tale minimo garantito non è però concorrenziale con il rendimento del Tfr. Mentre il rendimento del Tfr è “parzialmente reale”, cioè agganciato per il 75% all’inflazione, il rendimento “garantito” del comparto “Sicurezza” è “puramente nominale”, con la percentuale secca del 2,5%; ricordiamo che alcune banche offrono un rendimento superiore (fino al 3,25%) per il denaro presente sul conto corrente bancario. In ogni caso, con un’inflazione del 2,5%, il rendimento reale del comparto “Sicurezza” si riduce a zero.

Nella pratica, nel primo anno di gestione multicomparto, dall’aprile 2005 all’aprile 2006, il comparto ha ottenuto un rendimento dello 0,6%. Si può pensare che se continua così, i gestori del fondo non potranno sostenere oltre il 2010 una garanzia di rendimento che risulta quasi il 2% più alta del rendimento reale del comparto!

 

C’è una garanzia della conservazione del capitale?

Solo per il comparto “Sicurezza”, nei limiti anzidetti, ma con la penalizzazione di un rendimento basso e che rischia di essere negativo in caso di inflazione superiore al 2,5%. Per gli altri comparti non c’è né la sicurezza di rendimento, né la sicurezza di restituzione del capitale versato: dipende dall’andamento del fondo.

 

Ma se non c’è garanzia, perché si parla di “pensione integrativa”?

E’ sbagliato parlare di “pensione integrativa”: si tratta di un investimento finanziario, legato all’andamento dei mercati borsistici e all’abilità del gestore del fondo. Si tratta quindi tecnicamente di una “rendita”, e non di una pensione. Perché allora si parla di “pensione integrativa”? Perché ai fini del marketing, parlare di “pensione” è molto più attraente che non di “investimento finanziario”.

 

E’ certo che il Fondo Pensione renda più del Tfr? Assolutamente NO!

Chi lo dice è in cattiva fede, poiché garantire un rendimento la cui fruizione avverrà tra 35-40 anni è un esercizio da maghi e non da economisti. Crisi di sistema, cali borsistici, impennate inflazionistiche, possono comportare gravi diminuzioni del capitale accumulato.

 

 
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