Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.

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Fallimento dei fondi pensione, vittoria dei lavoratori

Post n°225 pubblicato il 26 Settembre 2007 da giampi1966
 

”I dati di un sondaggio condotto a luglio da Eurisko per conto di AnimaFinLab su di un campione rappresentativo di lavoratori dipendenti del settore privato ci dicono che entrambi questi obiettivi sono falliti. In media solo un lavoratore su quattro ha espressamente optato per un fondo pensione, contro un obiettivo minimo dell'Esecutivo del 40% (che non verrà raggiunto neanche contando le adesioni tacite). Tra i giovanissimi (tra i 22 e i 30 anni) la percentuale di adesioni esplicite è al di sotto del 20 per cento. Prime anticipazioni da una ricerca in corso sui risultati di questo sondaggio possono anche aiutarci a capire il perché di questo fallimento.

Contrariamente alle aspettative, il fallimento non sembra essere dovuto alla mancanza di consapevolezza sulle scelte. Il 90% dei lavoratori ha fatto una scelta e il 90% di questi è stato in grado di motivarla. Lungi dal non aver capito la riforma, nonostante le sue complessità, i lavoratori sembrano averla capita fin troppo bene. Altrimenti si farebbe fatica a spiegare l'enorme differenza di comportamento tra lavoratori di imprese con meno di 50 addetti e quelli di imprese con più di 50 addetti.

Come si evince dai dati riportati nel grafico qui sopra, elaborato a partire dal sondaggio, circa tre lavoratori su quattro nelle imprese più piccole hanno scelto di lasciare il Tfr in azienda e meno di uno su dieci ha scelto espressamente di destinarlo ai fondi pensione. Nelle imprese più grandi, invece, la percentuale di chi ha scelto di lasciare il Tfr in azienda è di poco inferiore al 50% mentre quattro lavoratori su dieci hanno espressamente optato per un fondo pensione (soprattutto per quelli ad adesione collettiva). Come si ricorderà, le opzioni offerte erano molto diverse nei due casi. La Finanziaria 2007 prevede che i flussi di Tfr "rimasti" in aziende con più di 50 addetti siano destinati a un conto di tesoreria istituito presso l'Inps. Nelle imprese più piccole, invece, questi fondi rimangono effettivamente in azienda.Dato l'interesse del datore di lavoro per la permanenza dei fondi in azienda, ci si potrebbe aspettare che questa differenza sia dovuta a pressioni esplicite o implicite dei datori di lavoro sui dipendenti.

Se crediamo alle risposte fornite dai lavoratori stessi, però, non c'è evidenza di pressioni esplicite. Le risposte per «spinte o pressioni » o per «paura di essere licenziato» rappresentano solo il 2,6% nelle piccole imprese contro l' 1,8%nelle grandi.C'è invece differenza nella frequenza della motivazione «Per agevolare l'azienda/per non far gravare sull'azienda la perdita del Tfr » nelle risposte dei dipendenti di imprese piccole (5,2%) e medio-grandi (3,1%). Questo può essere un segno di pressioni implicite o di una maggiore identificazione del lavoratore con l'impresa in aziende di piccole dimensioni.

 

…..Omissis….

Le principali motivazioni addotte dai lavoratori che hanno scelto di tenere il Tfr in azienda hanno, invece, a che fare con la fiducia. La prima motivazione (con più del 20% delle risposte) è la possibilità di avere una liquidazione in contanti al momento della pensione invece che sotto la forma di vitalizio, un indice di sfiducia nel valore di una pensione privata. Al secondo posto, con il 17% delle risposte, c'è la mancanza di fiducia negli investimenti finanziari. Al terzo posto c'è la convinzione che il Tfr in azienda garantisca un rendimento più sicuro di un investimento nei fondi.
 
Paradossalmente, il trucco inventato dalla Finanziaria 2007 per rimpinguare le casse dello Stato ha avuto come inaspettata conseguenza quella di favorire un maggior flusso di contributi nei fondi. Non per fiducia dei fondi, ma per sfiducia nell'Inps”. (Il Sole 24 Ore)

 

 

Questi splendidi risultati sono stati conseguiti avendo contro tutti, la casta dei sindacati confederali che da tale riforma sperano di guadagnarci parecchi milioni di euro, la casta delle banche per la stessa ragione, entrambi appoggiati in modo massiccio dai mass-media e dalla politica. Inoltre bisogna considerare la legislazione truffaldina ideata ad arte.

 

I sindacati di base e i singoli lavoratori sono riusciti ad informare in modo corretto i lavoratori, con pochi strumenti di comunicazione e pochi soldi, la cosa fa ben sperare per le future lotte.

 

 

 

 

 

 

 
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