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Viandante che passi di qui... Se ti ritrovi tra i miei link o mi ritrovi nel tuo mondo è perché ti leggo spesso o perché mi ritrovo in quel che scrivi. Non mi interessa vedermi elencata nei tuoi. Se ti ho lasciato un commento, non sei obbligato a rispondermi se lo devi fare per gentilezza. La gentilezza a volte è un peso. Niente vincoli, solo il piacere, se c’è, di sfiorarsi sulle parole.
Grazie del passaggio. Paola
Ho smesso di contare le volte in cui, arrivata alla seconda riga, ho cancellato e riscritto tutto nuovamente. Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso agli occhi. Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.
Esco e porto a spasso i pensieri evitando le vetrine e i tragitti piccolo borghesi di chi non vuole sentirsi sola.
Amo la solitudine ma non come abitudine.
Due decenni fa avevo tanti errori ancora da imparare, ero poco più che una bambina. A volte, sento di essere ancora una bambina.
Cos’è la vita? E' assenza, è presenza; dipende dal punto di vista.
Un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. E’ attesa, anche, a tratti più intensa.
L’autobus è rimasto fermo, ha bucato una gomma. Insomma, non è passato.
Mentre invano l'aspettavo ho alzato gli occhi al cielo per esclamare "eccheccaspita" e allora ho visto un aereo passare e lasciare una lunga scia bianca.
Un incanto che si compie ogni volta bello quanto l’arcobaleno in arrivo dopo un temporale.
Cosa porta quell’aereo? Dove va? Chi c’è dentro?
La gioia dell'incognita.
Abbasso gli occhi e mi guardo. Due decenni fa i tacchi alti li portavo tutti i giorni, ora raramente. Ho scoperto che certi uomini s'imbarazzano a vederti alta nonostante amino i tacchi, le calze velate.
Ti credono sicura ma non si accorgono che dentro tremi.
Li rimetterò, prima o poi, in questa terra che dondola così affascino il cielo e tutti i cieli negli occhi di chi passa e di chi sta fermo.
Camminare soli è un po’ come vagabondarsi dentro ignorando chi c’è fuori.
Inspirare ed espirare. Ascoltare quei respiri che richiedono fede alla vita perché sbagliare è facile.
Ho fede ma a volte dentro mi sento atea e forse nel mio intimo anche un po’ puttana.
Ci vuole coraggio a vivere la vita.
Tu uomo, devi avere la costanza e la tenacia di un passo di montagna.
Voglia e forza di raccogliere legna profumata di resina da ardere nel camino e dare vita ad un fuoco che illumini. Per leggerti dentro nella notte, per scaldare il tuo cuore e perché no, per scaldare il mio.
Ehi, come ti chiami? Tu come mi chiameresti?
Così, con un occhiolino, con un gesto.
Ecco, quello è il mio nome: con un occhiolino, con un gesto.
E dimmi uomo, dimmi, i tacchi li posso indossare?
Si, se vuoi si, ma tanto non servono, ti porto in braccio io.
Oh ... grazie, se riesci a trattenere anche il peso che non si vede ma che ho ancora dentro, giuro ti do un bacio e mentre ti bacio ascolta questa musica e poi balla con me.
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Inviato da: cassetta2
il 11/04/2024 alle 21:24
Inviato da: poeta_semplice
il 29/08/2023 alle 21:25
Inviato da: diogene51
il 12/07/2023 alle 20:16
Inviato da: cassetta2
il 23/12/2021 alle 07:47
Inviato da: leone030869
il 16/12/2021 alle 21:10