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Viandante che passi di qui... Se ti ritrovi tra i miei link o mi ritrovi nel tuo mondo è perché ti leggo spesso o perché mi ritrovo in quel che scrivi. Non mi interessa vedermi elencata nei tuoi. Se ti ho lasciato un commento, non sei obbligato a rispondermi se lo devi fare per gentilezza. La gentilezza a volte è un peso. Niente vincoli, solo il piacere, se c’è, di sfiorarsi sulle parole.
Grazie del passaggio. Paola
Ho smesso di contare le volte in cui, arrivata alla seconda riga, ho cancellato e riscritto tutto nuovamente. Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso agli occhi. Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.
Post n°356 pubblicato il 20 Settembre 2018 da pa.oletta
Tag: Poesie e citazioni Dal flauto delle mie due cosce sale il canto dalla mia lussuria si aprono i fiumi. Come potrebbero non esserci maree ogni volta che tra le mie labbra verticali brilla una luna? Raccoglimi, una sola cosa è necessaria, raccoglimi a flutti nei tuoi occhi, fissa le tue vette nei miei abissi, incidi i tuoi bordi sulla memoria dei miei palmi e annusa la pantera nascosta dove iniziano le spalle. Non sono la ritrosia nè la giumenta facile, piuttosto il sussulto della prima tentazione. Non sono la ritrosia nè la giumenta facile, piuttosto lo svanire dell’ultimo rimpianto. Joumana Haddad, il ritorno di Lilith, L’asino d’oro
Post n°355 pubblicato il 14 Aprile 2018 da pa.oletta
Tag: Riflessioni Dov’ero rimasta? Mi ero persa? Che stagione strana è stata questa, piena di mutamenti, di tempo incerto, di neve, di freddo siberiano, di sole improvviso, di buio improvviso. Stamani ho comprato dei fiori. Di alcuni conoscevo il nome, di altri no. Mi sono infilata un piccolo fiore azzurro fra i capelli ed ho sorriso al pensiero. Ho associato ogni fiore ad un suono e ogni suono corrispondeva ad un colore, un profumo, una danza, una forma, una dimensione, una stagione. Ogni tanto succede che mi perdo. Mi conosco. Poi però mi cerco, mi trovo e mi ritrovo. Mi interrogo spesso, forse troppo. A volte mi scordo di essere, poi mi accordo, mi sento e stamani mi sono guardata allo specchio. E così ho preso quei fiori e sono andata da Lei. Ho pensato a mia madre che non c'è più, al ricordo dei suoi occhi che troppo presto si sono chiusi per sempre, a tutti i suoi insegnamenti, alla donna che è stata, l’unica che non mi ha mai deluso. Ho pensato a Lei e mi sono fatta forza e forte di questo ho provato a guardare la mia vita, a ciò che sono, a ciò che provo da dietro un muretto. Ho osservato dall'esterno le mie emozioni, le mie paure con amore e compassione, senza giudicarmi. Sono sempre più convinta che ogni situazione o incontro non siano mai "un caso" e so che devo respingere la tentazione forte di infilare in un cassetto ciò che mi farebbe male affrontare. "Spesso accadono cose che sono come domande, passa il tempo ma se sappiamo ascoltare bene, poi la vita ci risponde". La vita per me è un dono e mai come in questi giorni ne ho capito l’importanza. La mia mamma si chiamava Angela ed era un angelo.
Post n°354 pubblicato il 07 Marzo 2018 da pa.oletta
Incontrarsi. Sfiorarsi. Ma non è possibile dipanare il groviglio delle nostre vite, inventarne un’altra solo per noi due. Mi accontento di questo: darti appuntamento nell’aria, farti sedere accanto a me sullo scoglio, anche se non ci sei. (Sylvia Plath)
Post n°353 pubblicato il 13 Novembre 2017 da pa.oletta
Tag: Racconti La porta è aperta. Un fascio di luce illumina la stanza. Entro senza bussare e lo trovo immerso nella lettura ma è il rumore della pellicola che rapisce il mio sguardo. E’ il rumore che sbatte contro le bobine e riempie il silenzio della stanza. Mi avvicino alla macchina. Il mistero di migliaia di singoli, insignificanti fotogrammi, capaci di una magia così semplice e inafferrabile. Il cinema. Il movimento. Il movimento che cattura, che trasporta in mondi altri e possibili, che emoziona, che provoca, zittisce, assorbe. Sono nella pancia della balena con lui. Lui mi è di fronte. Ho il cuore da una parte e la testa dall'altra. Sdoppiata. Si siede sul tavolo e parla. Parla lento e guarda avanti, in basso. Parla, ma poi alza gli occhi e incontra i miei. Bevo ogni sua singola parola. Poi, parlo io. Ogni pensiero, ogni chiarimento deve arrivare dal di dentro, ogni perché deve uscire spontaneamente, senza forzature, senza aspettare che siano sempre gli eventi a darci le risposte. Mi siedo anch'io. Siamo vicini. Poi, ad un tratto, articolo una domanda e mi serve una sua risposta. C’è silenzio. Lui ed io dentro la pancia della balena. Mi prende le mani, mi avvicina a se e mentre lo ascolto mi accorgo che tutto sta scorrendo sullo stesso binario. Ci siamo capiti. Ha capito. Adesso stiamo parlando di un qualcosa di reale e di concreto. E se n’è accorto anche lui. E io ho voglia di baciarlo. E lui ha voglia di baciare me. E allora non c'è niente di male a lasciare che le cose seguano il loro corso, continuando a ragionare su quel che c'è e non su quel "ma, forse, chissà, un giorno”… Perché io non sono perfetta. Io sono perfettibile. E lui questo lo sa. E ci siamo baciati. Baci lenti. Che dicevano tante cose. Baci lenti. Che valevano cento volte più di una sola parola. Baci lenti. Che se non stai attento ti rapiscono e ti portano lontano.
Post n°352 pubblicato il 03 Novembre 2017 da pa.oletta
Tag: Riflessioni
Riconoscere di aver sbagliato, di aver esagerato è un pregio di pochi e il saper tornare sui propri passi ci rende uomini e non ridicoli. Ci rende "umani" dentro, non solo fuori.
Post n°350 pubblicato il 27 Settembre 2017 da pa.oletta
Tag: Vita
Cadono le foglie dei miei desideri sulla via di un sorriso. E resto a guardare i colori scendere, volteggiando. Poi i pensieri prendono forma morbida, s'intrecciano ed io sono lì sull'orlo fra la me dentro e quella fuori. Oggi preferisco guardarmi, frugarmi, cercarmi, osservarmi. Ma tu non essere distratto se mi passi da dietro perché il dietro non è mai una distrazione.
Post n°349 pubblicato il 19 Settembre 2017 da pa.oletta
Tag: Riflessioni Avrei voglia di tornare a Roma.
Mi piacerebbe tornarci con un uomo che conosco poco, che conosco appena, magari appena un po’.
Perché con te, uomo che non conosco, Roma sembrerebbe diversa, diversa da noi, da ciò che pensiamo d’essere, dall’immagine di noi stessi.
Mi faresti salire su di uno scooter e potremmo girare così, senza meta precisa, senza nessun programma.
Mi farei trasportare dall’istinto del tuo sguardo curioso di avventura che genera estri improvvisi, creativi.
In sella allo scooter osserverei le sfumature del tuo portamento, il tuo modo di allargare le gambe per farmi mettere comoda.
Il mio viso che spunta dal casco invece t’ispirerebbe tenerezza, simpatia e soprattutto noteresti che per me è cosa strana stare dietro perché abituata a guidare l’auto; mi troveresti così, un po’ disarmata nel farmi trascinare da te.
Guarderei dove posi le mani, perché io dalle tue mani, dalle tue movenze potrei capire molte cose.
Il tuo sguardo non può essere che profondo - da fare male -e questo lo so già anche se ancora non ti ho visto.
Avrei voglia di passeggiare con te a Roma perché vorrei assaporare la dolcezza e la sensazione di stare bene col mondo che solo il lungotevere concede mischiato al tuo odore mentre mi cammini vicino.
Girare per le vie del centro, morbide e indulgenti, pigre e spensierate.
Guardarti entrare nei negozi e vedermi incuriosita come un bambina per le mille considerazioni da fare e domandarti cose assurde.
E vorrei per noi cibo e vino buono e anche buona musica.
Salutare il Caravaggio a San Luigi dei Francesi, visitare Villa Borghese e farmi condurre da te al Giardino degli Aranci.
Mi piacerebbe che tu mi facessi arrossire perché il modo che avresti nel provocarmi sarebbe il tuo modo strano ma sincero di comprendermi.
Mi porteresti ai margini del Tevere, di notte, a contare i sogni che restano da sognare ed io li forse potrei farti l’amore.
E l’indomani farti innamorare di me ... e far diventare il tutto … poesia.
Post n°348 pubblicato il 14 Febbraio 2017 da pa.oletta
Ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai, ti volterai senza vedermi ma io sarò li Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni Vorrei essere una nuvola bianca in un cielo infinito per seguirti ovunque e amarti ogni istante Se sei un sogno non svegliarmi Vorrei vivere nel tuo respiro Mentre ti guardo muoio per te Il tuo sogno sarà di sognare me Ti amo perché ti vedo riflessa in tutto quello che c'è di bello Dimmi dove sei stanotte ancora nei miei sogni? Ho sentito una carezza sul viso arrivare fino al cuore Vorrei arrivare fino al cielo e con i raggi del sole scriverti ti amo Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno tra i tuoi capelli, per poter sentire anche da lontano il tuo profumo! Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi. Pablo Neruda
Post n°347 pubblicato il 07 Dicembre 2016 da pa.oletta
Tag: Vita
Ieri a Milano c’è stato poco sole, il cielo non era limpido e ha fatto tanto freddo.
Quel freddo umido che ti entra nelle ossa e per chi non lo conosce e non è abituato te la fa quasi odiare questa città.
Io non ci riesco. E' la mia Milano.
L’adoro per come riesce ad accogliere sia i turisti e chi decide di arrivare qui nella speranza e consapevolezza di voler cambiare in meglio la propria vita, specie lavorativa.
Ieri a Milano c’è stata anche tanta nebbia. La tanto “temuta” nebbia della Val Padana.
In città trovo che la nebbia sia anche "romantica". Ti avvolge, te la senti addosso. Ti accoglie da quando nasci e ti segue per tutta la vita se vivi qui. Molti non riescono a percepire cosa nasconde. Per esempio l’odore della terra che sale e t’invade se l’inspiri. Un odore acre, umido ma mai fastidioso.
Dietro alla nebbia c’è sempre il sereno e svegliarsi con lei vuol dire sapere che arriverà il sole dopo qualche ora. Quel sole invernale, tiepido, dove il bianco, il grigio e il blu colorano il cielo.
Nel pomeriggio ho camminato molto in mezzo al traffico e immersa nei miei pensieri ho alzato gli occhi al cielo.
Vi ho trovato una scia, era quella di un aereo. Si perdeva fra le nuvole ed io guardandola mi sono persa a cercare la mia pensando a certi momenti in cui nulla sembra impossibile.
In questi giorni c’è una melodia strana che risuona per le strade.
E' una musica allegra ma le sue note passano lentamente quasi volessero frenare l’euforia delle feste che verranno.
Nell'aria le canzoni natalizie suonate dagli artisti di strada, le vetrine addobbate a festa, le vie illuminate e in me uno strano turbamento che mi sale in gola.
Ho guardato le mie mani, non riuscivano a stare nella tasca del cappotto, si muovevano come se volessero danzare al passo di quella musica perdendosi in fantasie o desideri che solo la mia mente conosce.
Ho riguardato la scia dell’aereo.
Ci sto provando, a volare, a lasciarmi andare senza la paura di non avere un paracadute. Ci sto provando a vivere questa mia vita senza più paure.
Ho dei sogni che occupano la mia mente e mi chiedo se non siano troppi o forse sono solo io che trattengo le mie emozioni per paura di prendere il volo.
Dicono che i sogni siano un’altra dimensione di noi e che sia giusto viverli.
E così ho sorriso perché contrariamente ad ogni mia logica le mani non hanno smesso di danzare.
Post n°346 pubblicato il 13 Ottobre 2016 da pa.oletta
Tag: Poesie e riflessioni Ho bisogno di prendere un treno salire su un aereo viaggiare nella notte aspettare l’alba. Vedere il mare. Ho bisogno di scrivere un racconto leggere un romanzo placare la fantasia colorare un sogno. Vedere te. Vedere il mare.
Paul Irondie
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Inviato da: poeta_semplice
il 29/08/2023 alle 21:25
Inviato da: diogene51
il 12/07/2023 alle 20:16
Inviato da: cassetta2
il 23/12/2021 alle 07:47
Inviato da: leone030869
il 16/12/2021 alle 21:10
Inviato da: arciturtles.ru
il 05/12/2021 alle 17:15