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Viandante che passi di qui... Se ti ritrovi tra i miei link o mi ritrovi nel tuo mondo è perché ti leggo spesso o perché mi ritrovo in quel che scrivi. Non mi interessa vedermi elencata nei tuoi. Se ti ho lasciato un commento, non sei obbligato a rispondermi se lo devi fare per gentilezza. La gentilezza a volte è un peso. Niente vincoli, solo il piacere, se c’è, di sfiorarsi sulle parole.
Grazie del passaggio. Paola
Ho smesso di contare le volte in cui, arrivata alla seconda riga, ho cancellato e riscritto tutto nuovamente. Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso agli occhi. Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza. Messaggi di Giugno 2015
Post n°320 pubblicato il 25 Giugno 2015 da pa.oletta
Tag: Riflessioni
Avrei voglia di tornare a Roma.
Mi piacerebbe tornarci con un uomo che conosco poco, che conosco appena, magari appena un po’.
Perché con te, uomo che non conosco, Roma sembrerebbe diversa, diversa da noi, da ciò che pensiamo d’essere, dall’immagine di noi stessi.
Mi faresti salire su di uno scooter e potremmo girare così, senza meta precisa, senza nessun programma.
Mi farei trasportare dall’istinto del tuo sguardo curioso di avventura che genera estri improvvisi, creativi.
In sella allo scooter osserverei le sfumature del tuo portamento, il tuo modo di allargare le gambe per farmi mettere comoda.
Il mio viso che spunta dal casco invece t’ispirerebbe tenerezza, simpatia e soprattutto noteresti che per me è cosa strana stare dietro perché abituata a guidare l’auto; mi troveresti così, un po’ disarmata nel farmi trascinare da te.
Guarderei dove posi le mani, perché io dalle tue mani, dalle tue movenze potrei capire molte cose.
Il tuo sguardo non può essere che profondo - da fare male - e questo lo so già anche se ancora non ti ho visto.
Avrei voglia di passeggiare con te a Roma perché vorrei assaporare la dolcezza e la sensazione di stare bene col mondo che solo il lungotevere concede mischiato al tuo odore mentre mi cammini vicino.
Girare per le vie del centro, morbide e indulgenti, pigre e spensierate.
Guardarti entrare nei negozi e vedermi incuriosita come un bambina per le mille considerazioni da fare e domandarti cose assurde.
E vorrei per noi cibo e vino buono e anche buona musica.
Salutare il Caravaggio a San Luigi dei Francesi, visitare Villa Borghese e farmi condurre da te al Giardino degli Aranci.
Mi piacerebbe che tu mi facessi arrossire perché il modo che avresti nel provocarmi, sarebbe il tuo modo strano ma sincero di comprendermi.
Mi porteresti ai margini del Tevere, di notte, a contare i sogni che restano da sognare ed io li forse potrei farti l’amore.
E l’indomani farti innamorare di me e far diventare il tutto … poesia.
Post n°319 pubblicato il 22 Giugno 2015 da pa.oletta
Tag: Vita
Mi ammazzerà la vita, non morirò prima di allora, né per i giudizi, né per le opinioni, né per lo squallido vizio di chi prova a inquinare l’anima degli altri anziché ripulire il proprio respiro.
Dedicato a chi va controcorrente ma mai controcuore.
Massimo Bisotti
Post n°318 pubblicato il 15 Giugno 2015 da pa.oletta
Tag: Riflessioni
Apro la bocca per parlare e mi esce la parola bacio.
Mi si strappa dalla bocca, così…
Aver desiderio di un incontro di bocche in cui le parole non finiscono mai se non nel silenzio della lingua, sulle labbra.
Baciare per il piacere di darsi e per il piacere di ricevere la stessa parola.
Nel sapore di una voglia, nei polmoni senza respiro.
Si taglia a fette questo respiro come quando ci si perde dentro uno sguardo e dove le mani non finiscono mai di cercarsi in una carezza, in un battito di ciglia.
E lo fanno così bene che le bocche sono come curve di un atomo, corpo radiante, elettromagnetico.
La lingua diventa la durezza di una lama e la sua scintilla si posa sul sorriso come fosse una scia.
A cavallo di una cometa, gemito terremotante, forza che scuote il cielo e vola sulla terra come un succoso frutto maturo.
E la sua liberazione arriva in un abbraccio forte dove si posa la delicatezza, l’immersione della classe, del respiro così elegante da rendere questo bacio quasi pubblico, dove il sogno si addormenta nel risveglio della pelle, dei sensi.
Per sentirsi ancora vivi.
Con le mani si disegnano contorni alle idee, con un bacio si sfiorano la sacralità dei gesti …
Prendi il mio tempo.
Post n°317 pubblicato il 10 Giugno 2015 da pa.oletta
Tag: Riflessioni
Se solo si potesse vivere tra parentesi
si potrebbe prendere chi vuoi dentro con te,
e il resto del mondo aspetterebbe fuori
a guardare educatamente dall’altra parte.
Se si sbucasse fuori dalla parentesi,
la vita continuerebbe come prima.
Non ci sarebbero conseguenze
e per una volta i muri si troverebbero dove vuoi tu.
Se solo fosse possibile.
Ma le parentesi esistono solo nei libri.
E il mondo gira di conseguenza. A. Fienberg
E’ arrivata l’estate: c'è un nenia nell'aria, un cigolio alle porte, un silenzio che chiede risposta.
Scrivo perché il cuore batte, pulsa un pensiero; c’è un bisogno che preme e sono stella in questo universo di lune e di soli.
L’amore e la passione sono senza parole.
Ma devono “farsi” ed essere lettera. Viva.
Post n°316 pubblicato il 03 Giugno 2015 da pa.oletta
Tag: Vita
Ci sono incontri che strappano il cuore, che non fanno dormire la notte, che fanno piangere di gioia e hanno origine antica.
Ricordi? Il nostro fu un incontro casuale, nato intorno alle parole, non cercato e all'inizio non voluto.
Questo, fu uno dei primi racconti che postai e parlava di noi. Era l’inizio dell’estate di qualche anno fa. Mi accorgo solo ora che in rete è stato riproposto in diversi blog e in diverse piattaforme.
Poco importa. Si vede che l'amore e la passione non hanno confini ne tempo.
Ed ora la mia mente ritorna a quei ricordi, fra le cose che accadono.
Mi ritrovo allo specchio, il riflesso di un sorriso accompagna i miei ricordi. A volte mi chiedo se anche per te è stato amore e se qualche volta mi pensi.
Guarda, sta volando un aquilone….
Da sempre uso i cinque “sensi”.
Fin da piccola, ma per l'olfatto è come se avessi una percezione in più.
Mi sono sempre piaciuti gli odori e i profumi delle cose.
Ricordo da bambina l’odore della cera che la nonna stendeva sul pavimento di marmo, l’odore di benzina, il profumo fresco che aveva il bucato steso in terrazzo e che entrava dalle finestre aperte, il dopobarba di papà quando di sera si chinava a darmi il bacio della buonanotte, il profumo di mamma, e chi se lo dimentica più?
E ora sono qui, quasi nuda, con indosso un asciugamano di spugna morbido in questa camera nella penombra di un pomeriggio cittadino.
La luce filtra dalle persiane socchiuse.
Il letto è grande e profuma di pulito, le lenzuola sono bianche e i cuscini sono morbidi, di piuma leggera giusto quanto basta per affondarci dentro.
Vicino trovo una benda nera di seta.
Al telefono mi ha chiesto di bendarmi. So che è arrivato, non lo vedo ma sento i suoi passi, è nell’altra stanza.
Le pareti sono chiare, di un leggero color pesca.
Sfioro le lenzuola, prendo la benda, faccio un grande respiro e l’appoggio sulle palpebre che involontariamente si chiudono.
Arriva.
Riconosco il suo odore. Deve essersi rasato da poco perché ha messo qualche goccia del dopobarba che gli ho regalato.
Sento che appoggia qualcosa sulla poltroncina, forse la sua borsa di pelle.
C’è silenzio.
Stiamo in silenzio ed è strano per me, appoggiare quella fascia nera sugli occhi.
Ma poi capisco il gioco: fare l’amore principalmente con uno dei cinque sensi,usare il mio olfatto per rendere più intenso il piacere.
Ha voluto allacciarmi lui la benda e mentre lo faceva mi ha baciato le spalle e l’incavo del collo, piccoli baci che sembravano un soffio di vento caldo.
Mi ha spogliato lentamente e io ho sentito liberare nell’aria l’odore del mio corpo, del mio profumo e del suo quando si è spogliato a sua volta.
L’asciugamano è sceso ai miei piedi, per un attimo il mio corpo è stato percorso da brividi leggeri ma poi lui mi ha preso, si è appoggiato a me, ha baciato la mia bocca e io ho accolto il suo sapore, la mia lingua l’ha gustato come lui avrebbe fatto con un dolce al cioccolato.
Ho raccolto il caldo della sua pelle fra le mie mani, il mio viso è vicino al suo ed io lo respiro.
Mi stende sul letto e lentamente lo sento scivolare verso il basso, mi copre di baci il seno, lo prende fra le mani; è un seno grande, morbido, bianco.
Poi la sua bocca prosegue, scivola giù sull’ombelico per poi fermarsi li sul monte di Venere.
Mi accorgo che il mio corpo si è messo in movimento, afferro un nuovo odore, un aroma, è il mio. Una traccia acida e dolce.
E’ l’odore del mio sesso.
Non stacca le mani dal mio seno ma scende affondando la sua bocca in me.
Mi assaggia con la lingua, emette un suono. Sa essere lieve e calmo.
Ho un fremito.
Con le mani gli accarezzo il collo, le sfioro i lobi, la nuca e sento di aprirmi sempre più.
Sono in apnea.
Improvvisamente si stacca ma non è più calmo, lo capisco da come mi bacia.
La sua lingua danza con la mia.
Mi morde il labbro inferiore e lo succhia e il sapore del mio sesso s’infila nelle narici di entrambi.
Mi accelera il cuore.
Si stende e rimane supino. Io sono al buio.
Non mi sta più toccando e così mi metto in ginocchio, uso l’olfatto come guida e lo trovo.
Sembrerà strano, ma da questa percezione posso sapere in che stato è: sento il suo testosterone, quell’odore caldo e umido del sesso maschile prima del sesso.
Risalgo con la lingua lungo le sue gambe ma non è per baciarlo.
Arrivo a lui e voglio sentire le diverse sfumature. Più denso verso il basso, più acre in punta.
Ma sempre lui. Un profumo che sa di gola, di uomo, di voglia di me.
Poi, lo assaggio.
E lui si lascia fare. E’ mio. Completamente mio.
All’improvviso mi distende e mi passa le mani prima sul viso, poi mi sfiora le labbra e con l’indice mi apre la bocca.
Scende sul seno, sul ventre e finisce per poi appoggiarle sui fianchi e con un movimento fluido mi entra dentro e inizia a muoversi e a danzare con me.
Capisco che il suo corpo sta cambiando odore.
Ora è più carico, più selvaggio.
Mi sorprende scoprire quante informazioni mi arrivano dagli altri organi, ora che la vista non può vedere.
Avverto che i miei sensi si sono affinati, come esploratori nel buio.
Ogni fragranza mi esorta a lasciarmi andare.
Non bado alle posizioni, a come si muove su di me, a come prende il mio corpo, in questo momento non m’importa dei dettagli ma sono gli odori a prendermi, come se fossi in un vortice.
Tutto è progressivamente più intenso.
La pelle lucida e umida, il mio sesso sempre più dolce, il suo desiderio che diventa più aspro.
Sento che sto per avere un orgasmo senza suono, come sott’acqua.
Lo sperimento come una cosa nuova che il corpo mi regala.
Lui è al culmine dell’eccitazione. Lo sento fremere, irrigidirsi.
Io uso l’olfatto, lui usa le mani come se fossero una morsa. Ho il suo viso sul collo, lo sento respirare, ansimare.
Io sono in apnea e lui mi sta divorando con il respiro.
E l’aria si riempie di un odore leggermente pungente, quasi aspro; sento quello, prima del suo grido.
Dalla sua bocca esce un urlo rauco. E anche se non lo vedo capisco che mi sta guardando, sta guardando il mio viso, non si sta perdendo nulla.
Nulla, e solo allora ci lasciamo andare e godiamo, insieme.
Rimaniamo così, non so per quanto, ma lui rimane sopra di me, rimane dentro di me.
Dice che vorrebbe stare così, immobile fino a quando mi prenderà un'altra volta e un'altra volta ancora.
Odoriamo di sesso, profumiamo d’amore.
Solo poi mi toglie la benda.
Contempla il mio volto trasformato, mutato dall’orgasmo ma io non apro gli occhi nemmeno un istante.
Sa che se lo guardo adesso, poi non potrà più fare a meno di me.
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Inviato da: cassetta2
il 11/04/2024 alle 21:24
Inviato da: poeta_semplice
il 29/08/2023 alle 21:25
Inviato da: diogene51
il 12/07/2023 alle 20:16
Inviato da: cassetta2
il 23/12/2021 alle 07:47
Inviato da: leone030869
il 16/12/2021 alle 21:10