Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Tempi moderni

Post n°92 pubblicato il 02 Aprile 2006 da lilith_0404

Quando parlo con mia mamma di qualche sua vecchia conoscenza, per inquadrarmi la persona regolarmente mi dice:"sai, quella che ha sposato tizio, e che ha tot figli....” e se sono fortunata si ferma lì e non prosegue a raccontarmi  di tutta l’ulteriore genealogia della persona in questione.

Ripercorrevo con la memoria le vicende della mia famiglia sulla scia dei pensieri che il post n. 853 di Giancla56 mi ha suscitato  e notavo come il rapporto con questi due eventi ‘fondamentali’ della vita, matrimonio e figli, sia cambiato nel corso del tempo.

La storia che voglio raccontare é ambientata in un paesino della provincia lombarda, e anche se si tratta solo di una esperienza personale, tuttavia mi sembra significativa dell’evolversi del costume nella nostra società.

La maggiore delle mie sorelle ha conosciuto il suo attuale marito a 15 anni,  e sono stati fidanzati per cinque prima di sposarsi. Alla fine degli anni settanta del secolo scorso al mio paese  i fidanzati avevano  dei giorni stabiliti per incontrarsi: il martedi, il giovedi e il sabato sera, e la domenica anche al pomeriggio. Il suo ragazzo quando veniva a casa stava seduto in salotto, dove mio papà dormiva davanti alla televisione, e se uscivano era bene che rientrassero ad un’ora ragionevole, altrimenti si sarebbero trovati mia mamma fuori sul balcone a scrutare l’orizzonte come la piccola vedetta lombarda. Naturalmente neanche da pensare di poter andare in vacanza insieme. Quando si sono sposati sono andati a vivere vicino alla famiglia del marito, un paese a una ventina di chilometri dal nostro, e alla nascita del primo figlio mia sorella, che era operaia in una fabbrica del paese, ha lasciato il lavoro.

Dieci anni separano il matrimonio della prima da quello della seconda sorella. Il fidanzamento é già diventata una questione meno formale,  i ragazzi vanno tranquillamente in campeggio insieme, e quando si sposano, nel 1990 scelgono di restare  a vivere in paese, perché questo rende più facile per mia sorella continuare a restare al lavoro anche dopo il secondo figlio.

L’ultimo capitolo della storia si svolge ai giorni nostri: la più giovane delle mie sorelle ha un ragazzo che come lei un lavoro stabile non ce l’ha, tuttavia vivono insieme a Milano, lontano dalle rispettive famiglie di origine, dividendo la casa con altri ragazzi più o meno nella stessa situazione economica  loro. Nonostante abbia quasi trent'anni, non si parla di matrimonio, e men che meno di figli. 

E’ evidente che a fare la differenza per le tre protagoniste non é stata l’educazione, ma solo l’evoluzione che si é determinata nella società nel corso degli ultimi trent’anni. E anche se indietro non vorrei mai tornare,  onestamente non so dire se stavamo peggio prima o adesso.

So solo che così va il mondo, per dirla con Manzoni, nel secolo ventesimoprimo.

Commenti al Post:
VegaLyrae
VegaLyrae il 02/04/06 alle 23:02 via WEB
Nemmeno io so dire se si stava meglio prima o adesso; in tutta onestà penso che si stia meglio adesso; se non altro siamo più sinceri, anche se forse siamo anche fin troppo esigenti nei rapporti e nella ricerca di un amore ideale. In effetti i fidanzamenti ufficiali, andrebbero evitati. E' lì che oggi ci si perde; ci si perde per poi ritrovarsi soli con se stessi, nell'incapacità di mantenere una relazione. Oggi si cerca di prolungare il più possibile la fase dell'innamoramento anche se obiettivamente è impossibile mantenerla per sempre. Ciò che è triste nella società contemporanea è proprio questo senso di solitudine, questo disperato bisogno che abbiamo di amore, senza essere in grado di darne, e per poi ritrovarci inevitabilmente soli. Ho detto delle ovvietà, lo so.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 03/04/06 alle 09:38 via WEB
lo spunto di riflessione me l'ha fornito il post di Giancla56, e le sue considerazioni sviluppate nei commenti sui comportamenti dei giovani. Io non ho competenze professionali per esprimere giudizi,con i giovani mi capita poco di aver a che fare, ma anche così salta all'occhio che molte cose sono cambiate negli ultimi trent'anni, e oltre all'educazione, una parte notevole di cambiamento é indotto dall'ambiente sociale in cui i ragazzi sono inseriti. Per quanto poi racconto nel post, non ho alcun rimpianto della situazione originaria, assolutamente, ma mi dispiace constatare che l'evoluzione che c'é stata non é tanto nella direzione di una maggiore libertà, ma solo di una maggiore precarietà, perché non é insolito che giovani di quasi trent'anni dipendano ancora economicamente dalla famiglia di origine per far fronte alle normali esigenze della vita. E tu sai bene che l'indipendenza di una persona passa necessariamente dal portafoglio.
 
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