Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

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Post N° 108

Post n°108 pubblicato il 15 Giugno 2006 da VegaLyrae

Sulla scuola di oggi e i suoi problemi

 Rispondo all'invito di Lilith di pubblicare sottoforma di post il mio commento al post precedente, ringraziandola dell'opportunità che mi offre:

La scuola è percepita dai giovani d'oggi come un fatto scontato ed è vissuta più che altro come un luogo di socializzazione dove stare in compagnia dei loro coetanei e trascorrere insieme gli anni dell'adolescenza. Tutto questo è senz'altro bello ed è importante che non sia vissuta come qualcosa di stressante; d'altro canto è anche vero che viene in parte persa l'accezione della scuola come luogo in cui farsi una cultura. Negli ultimi 20 anni si è assistito ad un abbassamento del livello qualitativo dell'istruzione che ha investito tutti gli ordini e gradi, a partire dalla scuola media, fino all'università compresa, ed è stato un effetto a domino in cui l'abbassamento del livello di un grado ha comportato necessariamente anche l'abbassamento degli altri. Molti ragazzi che oggi passano dalla scuola media alle superiori hanno difficoltà a scrivere senza errori ortografici o hanno difficoltà nella lettura e comprensione del testo e spesso non hanno ancora acquisito un metodo di studio adeguato. Di conseguenza la scuola superiore deve far fronte a queste lacune. Qui invece l'abolizione degli esami di riparazione ha portato alla promozione quasi scontata e questo in un certo senso ha demotivato i ragazzi, che essendo pieni di altri stimoli, trovano di certo meglio da fare che non passare i pomeriggi sui libri. Inoltre è stata data alla scuola un'impostazione di tipo aziendale, che ha per definizione come ottica quella del prodotto e non può certo applicarsi ad un'istituzione con fini formativi ed educativi, dove il prodotto non è qualcosa di materiale, ma è la formazione della persona. In quest'ottica, invece si è finiti con l'avvallare promozioni che sancivano un successo scolastico, spesso solo sulla carta e non sempre nella sostanza. Anche all'università le cose sono cambiate: il docente che respinge troppi studenti è chiamato a rendere ragione di ciò al rettore, inoltre finanziameni vengono attribuiti ai docenti in base al numero di esami positivi da lui registrati, perchè in teoria questo dimostrerebbe la sua bravura. La conseguenza è invece stata che il numero di respinti agli esami universitari sia drasticamente calato a prescindere dalla reale preparazione dello studente. Qui, per ragioni di spazio ho fatto solo cenni ad alcune delle complesse problematiche che riguardano l'istruzione oggi in Italia. La colpa di tutto ciò tuttavia, non è nè degli insegnanti, che fanno del loro meglio, nè tantomeno degli alunni, ma è forse di un sistema che nel tentativo (vero o presunto) di rendere la scuola meno teorica e più vicina alla vita reale rispetto a quanto fosse in passato, sta abbassando il livello culturale della popolazione in generale. So che con quello che sto per dire apparirò impopolare e antidemocratica, e in effetti è qualcosa di cui ho dovuto rendermi conto, mio malgrado, solo di recente. Penso che probabilmente quantità e qualità sono due cose difficilmente conciliabili. Io sono sempre stata una sostenitrice dell'innalzamento dell'obbligo scolastico fino ai 18 anni, ma adesso mi sto rendendo conto che questo comporta di per sè un abbassamento del livello qualitativo, in quanto significa adeguare i programmi scolastici sul livello degli alunni meno dotati e motivati, privando di molte opportunità quelli con capacità medio-alte e maggiore motivazione. Mi chiedo pertanto se questa sia davvero la soluzione giusta..... In ogni caso resto a favore di una scuola che sia assolutamente pubblica, e se selezione dev'essere fatta, dovrebbe basarsi solo su parametri qualitativi, a prescindere dal ceto sociale, dal livello economico, dalla razza e dalla religione degli alunni. L' Italia dovrebbe garantire questo ai suoi cittadini e allora la scuola tornerebbe ad avere la sua valenza di conquista e passaporto per una vita migliore.

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Commenti al Post:
Haashim
Haashim il 15/06/06 alle 17:01 via WEB
Le leggi che riguardano la scuola sono incomprensibili e questo la dice lunga sull'atteggiamento dei nostri governanti nei confronti della scuola. Poco fa leggevo unarticoletto ...http://www2.tecnicadellascuola.it/index.php?id=17419&action=view
 
amoildeserto
amoildeserto il 17/06/06 alle 00:30 via WEB
Il livello è disperatamente basso. I motivi molteplici. La scuola è diventata quella dei tanti progetti e la preparazione di base è un optional. I ragazzi passano i pomeriggi facendo mille cose, tre, quattro, cinque allenamenti a settimana ... di calcio, calcetto, basket, danza e quant'altro. Si lavora tantissimo sul metodo di studio ... ma in quanti studiano!!! L'attenzione è spesso inesistente, i compiti li eseguono in pochi e i genitori giustificano ... giustificano sempre. La scuola è diventata la controparte, alleanza educativa zero e la colpa è sempre dei proff. Scuola come luogo per socializzare, spesso unico momento di incontro, per questo, a differenza degli anni passati, non trovi un solo ragazzo che non sia felice di frequentare ... socializzare significa divertirsi, far casino, impedendo un clima sereno e non raramente di fare lezione. A volte capita di incontrare buone classi ... solo a volte e quest'anno a me è capitato. Mi ci voleva, dopo l'incubo dei tre anni precedenti!
 
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 19/06/06 alle 16:28 via WEB
ehehehe ho cercato di essere diplomatica, ma nel mio post volevo dire esattamente quanto hai appena scritto in questo commento! ;-))
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/06/06 alle 01:35 via WEB
e ciononstante capita anche di imbattersi in ragazzi brillanti, che amano studiare e sono curiosi di sapere: a differenza di quanto accadeva,forse, un tempo, hanno altre opportunità anche esterne alla scuola di conoscere il mondo e formarsi un bagaglio di conoscenze, e sanno cogliere le occasioni che si presentano loro di allargare i loro orizzonti.E questo alla fine é il quadro che a me sembra di intravedere: una scuola che non essendo più elitaria fornisce a tutti solo una base di partenza minima. Una base di partenza, appunto, non di arrivo.
 
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