Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Questione di fortuna?

Post n°120 pubblicato il 26 Luglio 2006 da lilith_0404

‘Sono anche stata fortunata perchè ho potuto farlo. O forse ho saputo potere’

Riflettevo su questa frase che ho letto nel post n.2812 di Scalzasempre, e su come spesso siamo stati noi stessi, e il nostro atteggiamento di fronte alle opportunità che la vita ci ha offerto a determinare  la fortuna  in cio' che siamo riusciti o non riusciti a fare. E ho pensato che  “Vorrei ma non posso” al mio orecchio ha sempre  avuto il suono di un ‘Non voglio abbastanza’, perché in realtà, c’é sempre una possibilità di scelta alternativa, solo che spesso non siamo disposti a pagarne il prezzo.

Non ricordo chi ha scritto che siamo noi stessi a costruire le sbarre delle nostre prigioni. Con le nostre scelte, e ancora più spesso con le nostre non scelte.

Questo mi ha fatto ricordare questa poesia, di E.L.Masters:

I have studied many times
The marble which was chiseled for me —
A boat with a furled sail at rest in a harbor.
In truth it pictures not my destination
But my life.
For love was offered me and I shrank from its disillusionment;
Sorrow knocked at my door, but I was afraid;
Ambition called to me, but I dreaded the chances.
Yet all the while I hungered for meaning in my life.
And now I know that we must lift the sail
And catch the winds of destiny
Wherever they drive the boat.
To put meaning in one’s life may end in madness,
But life without meaning is the torture
Of restlessness and vague desire —
It is a boat longing for the sea and yet afraid

Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà questa non è la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza significato è la tortura
dell’inquietudine e del desiderio vano —
una barca che anela al mare eppure lo teme.

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Commenti al Post:
lupopezzato
lupopezzato il 26/07/06 alle 10:12 via WEB
La fortuna e la sfortuna sono solo le scuse alle quali ricorriamo per giustificare le nostre incapacità o cazzate e, troppo spesso, misuriamo la felicità in euro anzichè in sorrisi. Buon onomastico, Anna. :o)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 26/07/06 alle 17:36 via WEB
:) é vero, oggi é S.Anna...e anche S.Gioacchino :) mi scappa sempre un sorriso, quando sento questo nome, perché ricordo la prima volta che mi capitò di udirlo: ero all'asilo,stavo scendendo dallo scalone che dal piano superiore dove stavano le classi portava nella hall d'ingresso, e la suora dal basso mi disse di tornare indietro a chiamare un bambino con quel nome, ma a me sembrava un nome troppo buffo perchè qualche genitore potesse aver chiamato un figlio a quel modo, credetti che fosse uno scherzo...e feci la figura della tonta di fronte alla suora... :-) e pensare che ora mi sembra addirittura un nome quasi 'aristocratico', ma a quel tempo, giuro, mi sembrò uno scherzo...
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 26/07/06 alle 10:26 via WEB
Io credo che in fondo facciamo una scelta di priorità. A volte non sappiamo cogliere occasioni perchè frenati dalla paura o da altre priorità; in quel momento prevale la non scelta. Poi, a distanza di tempo ci rammarichiamo per le occasioni perse e le attribuiamo alla sfortuna. Però bisogna anche dire che esistono sforutne che ci capitano addossso come tegole, che non ci siamo scelti e che poi hanno il potere di condizionare il resto della nostra vita. Buon onomastico anche da parte mia. :o)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 26/07/06 alle 17:46 via WEB
sono d'accordo con te che si tratta di scelte di priorità... ma, appunto, quello che tante volte mi esaspera é proprio il non ammettere che la priorità l'abbiamo stabilita noi...quanto alle sfortune che ci capitano addosso come tegole... io non lo so se sono nata con la camicia o cos'altro, ma se mi guardo indietro, ogni cosa per cui fino ad oggi mi é capitato di disperarmi, si é rivelata, alla lunga, un vantaggio per me...:-) spero che continui così anche per il futuro :-)
 
sednaa
sednaa il 26/07/06 alle 22:16 via WEB
la poesia è bellissima... mi sento fortunata ad averla potuta leggere !:) in realtà è proprio questo il concetto che volevo esprimere: possiamo essere artefici della nostra fortuna anche imparando a riconoscerla ed a vederla persino dove non sembra essere... un obiettivo ancora lontano per me! una saluto :)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 28/07/06 alle 00:01 via WEB
la poesia é tratta dalla Antologia di Spoon River. Il libro me lo regalarono delle compagne di classe del liceo, ad un compleanno... e più d'una delle poesie di quella raccolta mi é rimasta in mente, a distanza di tanti anni, e ogni tanto me le ridico...:-) se scorri i post precedenti, ne troverai almeno altre tre, citate... :-)
 
rana_nelluniverso
rana_nelluniverso il 27/07/06 alle 01:11 via WEB
Secondo me non c'è una regola per cui sia sempre fortuna o sempre volitività. Se sei malato, se sei carcerato, hai scarse possibilità di realizzare la tua aspirazione. In certe situazioni ci sono ostacoli meno evidenti, a chi guarda da fuori, di quanto lo sia per esempio il carcere. Ma non per questo molto meno determinanti. Il riuscire è un confronto tra la volontà e l'handicap. Non sempre la volontà può vincere l'handicap. Conta anche il carattere, perché un carattere pigro avrà una volontà minore. Ma se a determinare un "mancato obbiettivo" è solo un aspetto del carattere, non c'è la sensazione di averlo propriamente mancato, quell'obbiettivo.
 
 
scalzasempre
scalzasempre il 27/07/06 alle 07:47 via WEB
io che però affronto le cose anche dal punto di vista dell'Anima, devo dire che spesso cosa ci capita è correlato alla nostra capaicità di risolverlo. Se poi non ne siamo stati capaci o abbiamo preferito altre as-soluzioni, il cerchio della vita ci porta verso altre direzioni. E le cose si presentano! pensa solo alle storie sentimentali. Cambiano le persone e la musica è la stessa. Per questo amo la Vita. E' didassica applicata.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 28/07/06 alle 00:49 via WEB
(per rana_nelluniverso ): certo, il carattere ha il suo peso, e quello che uno percepisce come successo, perché lo rapporta alle proprie aspettative, le quali sono anche il prodotto del proprio carattere, un altro ,dal carattere diverso può invece sentirlo come un fallimento. Su questo non posso che darti ragione.Per quanto riguarda gli ostacoli, secondo me hanno la stessa valenza del carattere: rapportato all'ostacolo che ti trovi a dover superare, un certo risultato può essere considerato un grande successo, laddove senza quell'handicap, quel risultato potrebbe essere valutato addirittura insufficiente. In questi giorni mi é capitato di riallacciare i contatti con un compagno di classe dei tempi della scuola: mi diceva, proprio stasera, in una e-mail, che passerà le ferie a casa, perché, avendo avuto problemi ad una gamba fin da piccolo, ha recentemente subito l'amputazione all'altezza della coscia. Ora ha un arto artificiale, un congegno elettronico, alimentato con pile che devono essere ricaricate quotidianamente, e per lui viaggiare diventerebbe estremamente problematico... si potrebbe a buona ragione considerare 'sfortunato', specialmente perché questo che ti ho raccontato non é l'unica sua disgrazia 'fisica'. E invece é una delle persone più positive e serene che mi sia capitato di conoscere... Dipenderà dal fatto che, per dirla con le sue parole, valuta la vita sulla base di quello che ha avuto, e non sulla base di quello che gli é stato negato? che dopotutto sia soltanto una questione di prospettiva? :-)
 
scalzasempre
scalzasempre il 27/07/06 alle 07:49 via WEB
ciao lilith, mito e astro temuto quanto amato. Il senso della Vita a volte è un percorso a zig zag. Ma se tu cerchi qualcosa, alla fine quella cosa ti trova. Je pense. E forse è solo la pazzia ma anche quella ha un suo bel senso.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 28/07/06 alle 00:06 via WEB
tu le cose le sai dire con molta più grazia di me, ma sono fondamentalmente d'accordo con quello che sostieni: se tu cerchi qualcosa, alla fine quella cosa ti trova... lo so bene, perché mi é capitato spesso di constatarlo... e se é pazzia, é una bella pazzia :-)
 
Haashim
Haashim il 27/07/06 alle 14:39 via WEB
Anche secondo me la fortuna è una componente importante, ma non fondamentale della vita; è irrilevante, quando ci si fa trascinare dagli eventi, si evita di fare delle scelte, di prendere posizione ed è un atteggiamento esecrabile. Tanto è vero che Dante ha messo gli ignavi nell'inferno, condannati a portare per sempre una bandiera e inseguiti dai mosconi. Ciò dimostra, che anche in Dante e nella tradizione cristiana, l'ignavia è considerato uno dei peccati più abietti e meritevoli di riprovazione. Sicuramente per gli ignavi la fortuna non serve. Eppoi si potrebbe innestare il discorso dul gorgonzola, che era un formaggio ammuffito e che oggi viene ritenuto un alimento prelibato, adoperato come base per piatti appetitosi. Ammiro quelli che riescono a ricavare dalle proprie "sfortune" un beneficio. La maggior parte, tra i quali mi annovero anche io, si fa prendere dal panico quando smarrisce un documento o incorre in qualche fastidioso incidente. Scrivendo, mi viene anche in mente il detto "la fortuna aiuta gli audaci" e penso che anche in questa massima popolare ci sia del vero, entro certi limiti ovviamente: non si può oltraggiare l'evidenza, con frasi del tipo "è un piatto particolare, quando trattasi di schifezza immonda!". E tuttavia, quando si è sfortunati bisogna ammetterlo, adoperandosi per migliorare con pazienza e fatica. Sulla fortuna mi viene in mente anche l'atteggiamento di quelli che sperperano il loro denaro nel gioco... coinvolgendo anche i propri familiari. Quello che mi fa pensare e mi spaventa talvolta è che basta pochissimo, un niente, per cambiare in modo irrimediabile la propria vita... l'arte sta nell'imparare a disciplinare la propria esistenza e nel compiere scelte ponderate e conformi al proprio sentire, tenendo conto delle esigenze familiari. Siamo tutti legati da vincoli, è un discorso sulla fortuna riguarda quasi sempre non solo noi stessi ma anche chi ci sta accanto... da parte mia, ogni tanto gioco un euro al lotto. Una volta ho vinto 250 euro e credo di essere in pari ... ciao :-)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 28/07/06 alle 01:07 via WEB
:-) c'é una fortuna che ti fa vincere al lotto, e c'é una fortuna che ti porta a fare le scelte di vita fondamentali in modo che siano soddisfacenti per te... é di quest'ultima che stiamo ragionando. Io penso che anche una non scelta alla fine é una scelta, solo che spesso non c'é la consapevolezza di averla fatta, e si accusa la sfortuna per dei risultati di cui siamo soltanto noi i responsabili. :-)
 
tulipanodgl8
tulipanodgl8 il 17/08/06 alle 01:02 via WEB
E l'alternativa che non abbiamo scelto che fine fa? mi piacerebbe vivere una vita parallela fatta delle opportunita' scartate.... Antologia di Spoon River e' uno dei libri che ho piu' amato, uno dei tanti che porto nel cuore , l'ho riconosciuta subito...
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 17/08/06 alle 08:56 via WEB
una vita fatta delle opportunità scartate, come in quel film, Sliding doors, l'hai visto? ma io sono piuttosto fatalista, credo che il destino si può combattere o assecondare, non modificare, e che alla fine si arrivi dove si deve arrivare...:-) hai letto il post 94? si parlava giusto di questo...:-)
 
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