Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

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Uguaglianza e parità

Post n°133 pubblicato il 10 Settembre 2006 da lilith_0404

Leggevo nei giorni scorsi  la distinzione che compie Occhiodivolpe  tra parità e uguaglianza nel suo post n.384 :

l antica rivendicazione di esser 'pari' davanti alla legge diventa via via l’ ingenua affermazione di un eguaglianza che abbatte i parametri di competenze , capacità , responsabilità , cultura”. 

Mi ha fatto ripensare al fatto che mio papà non era una persona istruita, aveva solo la licenza elementare, e in vita mia non l'ho mai visto leggere un libro o un giornale. Ma era molto bravo nel suo lavoro, e aveva l’orgoglio di esserlo. Quando parenti o amici avevan da fare qualche lavoro importante in casa, venivano a chiedergli consiglio, perché sapevano della sua capacità e competenza..

Mentre di certo non mi ha dato una grossa impressione di affidabilità e competenza il medico del pronto soccorso a cui mi sono rivolta nei giorni scorsi, che mentre parlava con me, scherzava con una collega, e che ha stracciato la ricetta che mi stava compilando perché ha sbagliato a scriverla.

Questo episodio mi ha fatto ripensare a   quello che scriveva tempo fa Vega Lyrae , in un post in cui  ragionava sull’abbassamento del livello qualitativo dell’insegnamento conseguente all’allargamento dell’obbligo scolastico, e ho rimpianto una maggior selettività e criteri meritocratici nella selezione degli studenti.

Tuttavia non credo che sia tutta colpa della scuola. Il fatto é, che già ai blocchi di partenza non siamo tutti uguali.

Che ci piaccia o no,  ci sono, perfino tra persone della stessa famiglia, differenze di intelligenza, di indole, di carattere: non ci fosse altro, basterebbe questo a fare la differenza. Poi completano l’opera  l’educazione, e le esperienze di vita, e giocano certo anche le disponibilità economiche familiari, come sottolineava VegaLyrae nei commenti al post 131. 

E alla fine, mi chiedo, la parità che non c’é in partenza, é mai possibile che ci sia all’arrivo?

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Commenti al Post:
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 10/09/06 alle 10:36 via WEB
Mi è piaciuto il tuo post. L'ho segnalato nel mio blog. Ciao!
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/09/06 alle 23:57 via WEB
:) obbligata...:)
 
pro_mos
pro_mos il 10/09/06 alle 23:36 via WEB
quando voglio pensare mi permo qua. da te. ed è un bel passare. grazie:-)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/09/06 alle 23:58 via WEB
:-) grazie a te. Sei sempre il benvenuto :)
 
polystyrene
polystyrene il 11/09/06 alle 00:01 via WEB
anche se non c'è parità, bisogna dare a tutti le stesse possibilità. Poi la selezione durante il cammino è inevitabile e a mio avviso poco severa, concordo. Parlando da insegnante, posso dirti che con questo sistema scolastico può facilmente prendere un diploma chi è adatto solo per la zappa (e magari costui comprandosi una laurea ce lo ritroviamo medico al pronto soccorso) ;-)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 11/09/06 alle 07:34 via WEB
a volte succede anche che non sia molto giusto trattare in modo uguale chi in partenza é disuguale :)però l'uguaglianza di fronte alla legge, e che tutti possano accedere all'istruzione di base, sono principi fondamentali e irrinunciabili...poi una selezione la compie la vita...
 
walk_on_by
walk_on_by il 11/09/06 alle 08:19 via WEB
Concordo pienamente con te, Lilith, sul fatto che gia' ai blocchi di partenza si è diversi. Per i motivi che hai opportunamente elencato. Mi permetto solo di considerare che vi sono alcuni diritti inalienabili a fronte dei quali è assolutamente necessaria la parità di ciascun individuo. Diritto alla vita, accesso al soddisfacimento dei bisogni primari su tutto. Secondo me e' 'solo' il come che è dettato dal conoscere e dal saper tradurre in concreto le proprie conoscenze. Buona settimana.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 12/09/06 alle 08:11 via WEB
sui diritti fondamentali non si discute. La riflessione nasceva piuttosto dal fatto che, a fronte di una dignità 'umana' che ci accomuna tutti, ci sia in una persona una 'consapevolezza' di essere migliore di altre. Può essere, e spesso lo é, presunzione. Ma a volte é anche una giusta 'autostima', una giusta consapevolezza del proprio valore, che può essere il risultato di un impegno profuso nel cercare di sviluppare le proprie qualità, nel raggiungere l'eccellenza..
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 12/09/06 alle 09:27 via WEB
Trovo fondamentale che uno stato investa e punti sull'istruzione pubblica; se facciamo un discorso sociale non dimentichiamoci che ancora oggi costituisce un mezzo per "tirare fuori" certi ragazzi da certe realtà, esistono ancora.... poi, personalmente, preferirei che anche il mio idraulico fosse laureato, cioè un livello scolastico alto per tutti, e non solo per coloro che faranno i "dottori"; utopia?
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 12/09/06 alle 13:01 via WEB
la scuola può insegnarti le tecniche di volo, ma le ali te le dà mamma natura, e la 'voglia' di volare te la insegna la vita... quanto all'idraulico laureato, temo che non sia tanto utopistico: il mese scorso ho assunto come apprendista di un idraulico mio cliente un ragazzo con la laurea in ingegneria... :-)
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 12/09/06 alle 13:29 via WEB
sono d'accordo... ma certo è anche questione di opportunità.. oddio, il tuo idraulico poverino, credo non avesse questa aspirazione.. pero' sarebbe bello alzare il livello minimo di istruzione per tutti, anche perchè certe volte e in molte situazioni, è esclusivamente la scuola ad avere il compito di insegnare ad "essere cittadini"... le nozioni si possono apprendere in qualsiasi momento, la coscienza civica la vedo già piu' difficile.
 
rana_nelluniverso
rana_nelluniverso il 13/09/06 alle 22:27 via WEB
La scuola è una sorta di costrizione a cui non tutti sono adatti. È non-costrizione quando quello che segui ti appassiona. Certi sono dotati per lavori per i quali l'università non serve. Nella gran parte dei casi, lavori manuali. L'ingegnere idraulico non solo non aveva questa aspirazione, ma forse non è neppure dotato per farlo, e mai che diventi poi il suo mestiere definitivo, non sarà mai come quelli che l'idraulico hanno preso a farlo appena finito le medie. E forse non era un'aspirazione neppure di chi lo ha assunto, solo che di potenziali operai sembra che se ne trovino in giro meno che di laureati. A parte che oggi fare quel mestiere comporta anche delle competenze teoriche, per esempio nella manutenzione obbligatoria per legge delle caldaie domestiche (per le quali comunque una scuola professionale o una maturità tecnica sono sufficienti). Per il resto, l'acculturamento non ha bisogno di titoli di studio, anche se avrebbe bisogno di qualche lezione, ogni tanto (l'autodidattica a volte è un fuoripista). Infine, oltre alle condizioni di partenza, che possono essere diverse, diversi possono anche essere i percorsi, comprensivi di maggiori o minori inciampi. E questo può pregiudicare anche la parità all'arrivo. Ma il discorso si allargherebbe. La vita è complessa, ed anche due che abbiano lo stesso titolo di studio, di pari preparazione, possono fare percorsi esistenziali differenti, e raggiungere dopo un tot di anni delle situazioni diseguali tra loro.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 14/09/06 alle 23:58 via WEB
Tra i miei clienti c'é un ragioniere che ha una impresa di pulizie. Un Perito industriale che fa il commercialista, un altro che é dipendente part time di un ente pubblico e come secondo lavoro offre consulenze in materia di lavoro. Il mio assicuratore é un Ingegnere. Il mio socio di studio avrebbe voluto studiare musica al conservatorio, ma la famiglia ha preferito la sicurezza di un diploma di ragioniere. Al tempo stesso una mia collega avrebbe voluto studiare legge, era iscritta all'università ed era bravina, ma ha dovuto lasciare per aiutare la famiglia. Però si é abilitata e fa la Consulente.. Percorsi diversi dove le aspirazioni personali, i sogni, le circostanze di vita, la formazione scolastica, si intrecciano in alchimie dal risultato imprevedibile...:)
 
LadyOscar743
LadyOscar743 il 13/09/06 alle 22:30 via WEB
Credo che "parità" non debba significare il livellamento generale delle proprie capacità e/o provenienze sociali e/o disponibilità economiche. Credo che la parità verrà raggiunta quando sarà dato modo alle specificità di ognugno di potersi esprimere, così il figlio dell'operaio potrà diventare fisico nucleare se gli sarà data la possibilità di studiare ed il figlio dell'imprenditore potrà andare a staccare le pere nei campi se sente di essere nato per voler fare questo. Utopia? Sì, lo so...ma lasciamela, ti prego ;)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 15/09/06 alle 00:11 via WEB
il passaggio del figlio dell'operaio che diventa fisico nucleare, non lo vedo troppo impossibile... un po' più utopistico il figlio dell'imprenditore che vada a staccare le pere nei campi se sente di essere nato per questo... ma sognare non costa nulla, e non sarò io a impedirti di farlo :)
 
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