Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Angeli senza le ali

Post n°137 pubblicato il 24 Settembre 2006 da lilith_0404

Delle bambine del paese non ne venne neanche una. Forse era la difficoltà della strada. Forse la mentalità dei genitori”.

Così scrivevano nel libro ‘Lettera a una professoressa’ i ragazzi della scuola di Barbiana. Sono propensa a credere che fosse vera la seconda ipotesi. Si era nel 1967, io a quel tempo avevo 8 anni, e più di una volta mi é capitato a quell’epoca di sentire parenti e conoscenti affermare con molta convinzione  che per una ragazza andare a scuola era un ‘di più’, qualcosa che poteva esserci, se la famiglia era agiata e poteva permetterselo, ma che non era affatto necessaria.

Per un ragazzo era diverso, la scuola veniva vista come il passaporto per accedere ad un lavoro migliore, meglio retribuito. Ma far studiare una figlia eran soldi buttati, dicevano, perché poi si sposa, e dietro a questa frase c’era implicito che con il matrimonio, e la maternità, ogni velleità professionale avrebbe dovuto necessariamente essere accantonata.

Sembra preistoria, e invece é realtà attuale, se dobbiamo prestar fede al 'Rapporto sullo stato delle madri nel mondo 2005', pubblicato dall’associazione Save the Children, segnalata da  Amoildeserto nel suo post 429 : 58 milioni di ragazze, nei paesi cosidetti in via di sviluppo, non hanno accesso all’istruzione. A giocare non solo le solite motivazioni economiche, ma anche altre, di tipo culturale, ancor più difficili da scalzare, tanto che contrariamente a quello che si potrebbe pensare non sono i paesi più poveri a detenere il poco invidiabile primato di analfabetismo femminile: nella ricca Arabia Saudita  le bambine che frequentano la scuola elementare sono solo il 57% del totale.

Eppure non sono solo considerazioni di giustizia verso la metà femminile della popolazione a suggerire l’opprtunità di un impegno dei governi a favore dell’alfabetizzazione femminile. Specialmente in quei paesi dove il ruolo della donna viene maggiormente circoscritto alla funzione materna, credo che si dovrebbe riflettere su quello che é scritto nel rapporto che ho citato sopra:

Una madre analfabeta ha gravi svantaggi, al pari dei suoi bambini. Madri che non hanno frequentato la scuola hanno maggiori probabilità di essere povere, di avere gravidanze più precoci e più ravvicinate, di avere un più elevato tasso di morte per parto e di mortalità infantile, di essere meno informate sulla [...] prevenzione dell’Aids,  e meno preparate a prendersi cura della salute e del benessere dei loro bambini”.

Come dire che il benessere dei figli passa anche attraverso una adeguata preparazione culturale delle madri.

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Commenti al Post:
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 24/09/06 alle 15:38 via WEB
nel '67 c'ero anch'io (eccome se c'ero), ma nella mia famiglia imperava invece l'eccezione che conferma la regola. i miei genitori ci hanno inculcato il sano principio che nella vita contab essere indipendenti -anche e soprattuttob economicamente, visto che tutte le altre libertà dipendono da questa- e realizzati. mia madre, che pure era del 1914 e non di famiglia benestante, aveva studiato e lavorava (ne ho parlato anche in un mio post , tanto tempo fa). gran cosa, mi rendo conto solo ora. ma allora la si viveva così, con naturalezza, credendo che per tutti fosse altrettanto ovvio.
 
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 24/09/06 alle 16:31 via WEB
Anch'io ho avuto la stessa esperienza di odio_via_co_vento. Anche mia madre mi ha nutrita quotidianamente con questo assioma: una donna DEVE essere economicamente indipendente, perchè solo così potrà sempre essere libera di scegliere nella propria vita. E per essere economicamente indipendente DEVE studiare. Quel DEVE è stato un imperativo categorico per tutta la mia adolescenza, anche quando io, essendo cresciuta in un paesino di montagna dove quasi tutti si fermavano alla licenza media, finita la terza media non avevo alcuna voglia di andarmene via di casa in un collegio, per studiare, e avrei preferito di gran lunga rimanermene a casa mia. Oggi però sono felice di quello che mia madre mi ha trasmesso e concordo nel ritenere la scolarizzazione uno dei più potenti mezzi di emarginazione femminile, contro quella discriminazione che ancora oggi viene messa in atto in molti paesi del mondo.
 
   
VegaLyrae
VegaLyrae il 24/09/06 alle 17:07 via WEB
errata corrige: emancipazione, non emarginazione.
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 26/09/06 alle 01:05 via WEB
il tuo commento, Vega, mette l'accento su uno degli aspetti che sicuramente pesavano, a quei tempi: le difficoltà di spostamento casa-scuola, che comportava la necessità di dover pagare un collegio per chi come te abitava in provincia e doveve frequentare scuole che distavano un po' da casa. al di là dei servizi di trasporto pubblico, che comunque erano molto meno capillarmente diffusi, non c'era la diffusione che c'é ora delle automobili, e anche quando c'era la macchina,di solito era solo il papà ad avere la patente, impensabile che i genitori facessero un servizio trasporti per i figli come vedo fare ora...
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 26/09/06 alle 00:48 via WEB
invece non era altrettanto ovvio per tutti, odio_via_col_vento. Non solo la scuola superiore, ma la stessa scuola media erano ancora una specie di lusso, da permettersi solo se non si presentavano altre priorità dal punto di vista delle necessità familiari. Ne ho parlato nel mio post n.106 ( ma come fai a mettere il link, nei commenti?): probabilmente non era così per tutta la società, ma sicuramente lo era per le classi sociali più modeste, come era appunto quella a cui apparteneva la mia famiglia. Tua mamma scrivi che era maestra, nessuna meraviglia se vi ha cresciuto insegnandovi l'importanza della scuola, a quel tempo, parlo degli anni 60, quando noi andavamo alle elementari,la maestra era ancora un personaggio di riguardo, agli occhi non solo dei bambini ma anche dei genitori...
 
lupopezzato
lupopezzato il 24/09/06 alle 17:14 via WEB
Nel blog di OmbraLuminosa dicevo in un commento «Perché essere emarginati significa non avere diritto nemmeno all’istruzione. Significa essere nati angeli ma senza le ali. Significa guardare un ragno che fa la tela e vergognarti di non essere nemmeno quello. Significa non avere un’opinione perché non sai cos’è un’opinione e se ce l'hai è peggio perchè nessuno te la chiederà» e questo conferma che condivido quanto dici. I numeri sulla diversa scolarità fra maschio e femmine la dicono lunga sulla discriminazione femminile. Checchè se ne dica, argomento sempre attuale. L'altra cosa da sottolineare è quel «far studiare una figlia eran soldi buttati, dicevano». Non rivolto alla figlia ma ai soldi. Al costo dell'istruzione. Un costo che dovrebbe essere totalmente a carico dello Stato, università compresa. Perchè l'istruzione dei cittadini, come la loro salute, è un bene dello Stato. Ma noi siamo occidentali, capitalisti e progrediti e la salute, come l'istruzione, sono un business e non un bene. :o)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 26/09/06 alle 01:39 via WEB
Ho letto quel commento, e come avrai intuito dal titolo che ho scelto, é quello che mi ha dato il 'la' per la scrittura di questo post.I numeri sulla scolarizzazione maschile e femminile,grazie probabilmente anche alle donne della mia generazione,come Odio_via_col_vento e VegaLyrae, dicono che oggi in Italia le donne sono anche più presenti dei coetanei maschi, nelle scuole di ogni ordine, compresa l'università. Ma non é così in molti paesi del mondo, paesi in cui la discriminazione nei confronti delle donne resiste per motivi non solo e non tanto economici, ma soprattutto culturali... Quanto al discorso sul costo dell'istruzione, dici bene, dovrebbe essere a carico dello Stato, ma tieni anche presente che, almeno all'epoca in cui io ero ragazzina, ciò che costava di più era il mancato guadagno che un figlio studente rappresentava: quindi non solo le spese vive per libri e trasporti, ma anche il mancato introito per il fatto che lo studente non lavorava...Al tempo che io frequentavo il liceo, ogni mese due miei fratelli, più giovani di me, portavano regolarmente a casa lo stipendio, ed é anche grazie a loro se ho potuto diplomarmi...
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 24/09/06 alle 18:18 via WEB
Ho letto di questo rapporto e condivido le conclusioni che ne trai. Avendo due figlie adolescenti (la terza è ancora piccola) mi capita però di osservare tra le loro coetanee un frequente distacco dallo studio, come se fosse in fondo un di più rispetto ad altro. Distacco per altro vissuto con un sorriso indulgente da parte delle loro madri.
E mi fa effetto questa dicotomia, tra una parte del mondo nella quale l'istruzione femminile viene vissuta come pericolo, e questa parte delmondo dove di nuovo l'istruzione torna a essere ingombrante, perchè d'ostacolo al tutto e subito.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 26/09/06 alle 01:49 via WEB
sai come é il proverbio : chi ha pane non ha denti, e questa generazione di adolescenti, che si vede riconosciuto come diritto ciò che ancora per le loro madri era una meta da conquistare, non sanno neppure valutare il valore di ciò che ricevono in eredità dalla generazione che le ha precedute. Men che meno sanno capire che é grazie a questo se possono pensare di poter scegliere cosa volere, anziché accettare quello che altri han deciso per loro...
 
   
lupopezzato
lupopezzato il 27/09/06 alle 11:38 via WEB
Femminucce? Che l’attuale generazione non sia in grado di apprezzare per bene quello che «ricevono in eredità dalla generazione che le ha precedute» come dici tu e che vogliano «tutto e subito» come dice Sandali sono d’accordo ma al 50%. Non dimentichiamo però che quello che gli lasciamo in eredità non sono solo rose e fiori. La legge sull’aborto c’è chi vuole rimetterla in discussione. La femminuccia continua ad essere discriminata rispetto al maschietto nel mondo del lavoro. In politica volevano fare le quote rosa proprio perché non c’è parità e non hanno fatto un cazzo. In un paese, per motivi religiosi non hanno diritto alla libera scelta e sono obbligate al velo. In Italia per motivi politici non hanno diritto alla libera scelta e sono obbligate a non indossarlo. In Nigeria l’adulterio viene punito con la lapidazione. In Italia, aver avuto dei rapporti sessuali precedenti, depenalizza la violenza sessuale a favore dello stupratore. In Italia il 20% delle donne che lavorano lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio per mancanza di asili nido. In televisione gli diciamo chiaramente che se non mostrano il culo non faranno nessuna strada e non potranno ambire ad una posizione di rilievo nel mondo della cultura o del lavoro ovvero compagne di qualche calciatore. Dai diciamocelo che onestamente non è tutto oro quello che luccica in quell’eredità che gli lasciamo. E se è vero che è meglio un uovo oggi piuttosto che una gallina domani allora "tutto e subito" perchè noi, a queste femminucce, non gli stiamo facendo il corredo ma gli stiamo solo assegnando i compiti. O no?
 
     
cinico_nick
cinico_nick il 27/09/06 alle 12:09 via WEB
1) in Italia abbiamo giornaliste e presentatrici ottime che non hanno mai mostrato il culo, 2) in Italia per motivi LEGALI e non politici non possono indossare il velo, 3) in politica non fanno strada perchè, dalla base, le donne che fanno politica attiva sono pochissime, 4) in Italia il 99% delle impiegate in regola, quando è incinta, rimane a casa per più di un anno, venendo regolarmente pagata (non esiste al mondo un medico che non è disposto a rilasciare un certificato di "minaccia di aborto" 5) le donne hanno la possibilità di fare dei lavori che, magari, non sarebbero del tutto "femminili" quali la carriera nelle forze armate... distinti saluti...
 
cinico_nick
cinico_nick il 25/09/06 alle 12:02 via WEB
...un Paese con alto tasso di scolarizzazione è un Paese dove si vive meglio, ovviamente non è sufficiente, ma è un buon punto d'inizio...
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 26/09/06 alle 01:57 via WEB
indipendentemente dal fatto di farne un uso 'economico', cioé di applicarla ad un lavoro, una buona istruzione credo serva migliorare la qualità della vita di chi ce l'ha...come appunto sostiene anche il rapporto che ho citato nel post.
 
   
cinico_nick
cinico_nick il 27/09/06 alle 09:11 via WEB
... "sapere" le cose ti consente di capirle, e di avere una propria opinione, la pensiamo allo stesso modo... :)
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 27/09/06 alle 11:06 via WEB
Sei convinto di pensarla allo stesso modo di lilith? A me pare che lei abbia detto qualcosa di molto diverso e condivisibile ovvero che la scolarizzazione migliora la qualità della vita dell’individuo e non è mica detto che migliori quella di un paese. Come vedi, le cose devi "prima" capirle e solo dopo puoi dire di "saperle" e saperle non ti consente di avere un’opinione ma una "conoscenza". L’opinione è qualcosa di diverso dal "sapere" altrimenti non sarebbe un’opinione. Che l’Italia potesse vincere il mondiale era un’opinione e potevi averla solo "prima" del sapere. Solo successivamente, quando l’Italia ha vinto il mondiale, l’opinione è diventata conoscenza. Tornando alla qualità della vita, gli indiani d’america avevano un’ottima qualità della vita malgrado avessero una scolarizzazione zero. Poi arrivarono i barbari. La qualità della vita di un paese dipende non dal grado di scolarizzazione ma dalle differenze sociali che sono causa di scontri e dissidi sociali, ghettizzazioni, malavita, ribellioni, insoddisfazioni, frustrazioni, diversità di diritti, finte democrazie e libertà. Se nel Cile di Pinochet fossero stati tutti laureati pensi che la qualità della vita sarebbe stata un paradiso?
 
     
cinico_nick
cinico_nick il 27/09/06 alle 12:02 via WEB
... o capperi, un emerito esponente dell'accademia della crusce che si abbassa al mio livello!!! ma quale onore... magari mi potresti spiegare tu qualcosa dall'alto della tua luminosa conoscenza... nel Cile di Pinochet, forse, la qualità della vita non sarebbe stata eccelsa (rileggi l'ultima tua frase, l'italiano non sembrerebbe correttissimo, ops)... comunque penso che se in Svezia tutti avessero solo il diploma elementare, la Svezia non sarebbe lo Stato con la più alta qualità della vita del mondo... una piccola precisazione, chi ti ha detto che la qualità della vita degli indiani d'america era ottima?! forse dovresti leggere qualcosa che non sia il solito Tex (perlatro ottimo fumetto!!)... distinti saluti...
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 27/09/06 alle 14:46 via WEB
Scusami se mi intrometto, ma poiché da poco frequenti il mio blog, cinico_nick, voglio informarti di una regola che desidero venga rispettate nella formulazione dei commenti: nessun attacco 'personale' agli altri commentatori. E' sicuramente superfluo precisartelo, visto che in fondo si tratta solo di una elementare regola di buona educazione, ma in passato con altri nick si sono verificate situazioni spiacevoli, che mi hanno reso molto intransigente in proposito, e non esiterei a cancellare dei commenti che degenerassero in rissa... :) non volermene per questo 'promemoria', ma mi dispiacerebbe che per dei malintesi non dovessi più tornare a visitare il mio blog...:)
 
     
cinico_nick
cinico_nick il 27/09/06 alle 14:59 via WEB
... nessun problema. Accetto volentieri la "tirata d'orecchie"... solo una piccola precisazione, non sono stato io ad iniziare. Con questo chiudo il capitolo "lupopezzato" (ci ho già perso troppo tempo) e continuero' a leggerti volentieri...
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 27/09/06 alle 15:59 via WEB
.. sei cattivo, mavvaggio e fai anche la spia.. co' te non ci gioco più.. e non te le spiego mai più le cose..
 
     
cinico_nick
cinico_nick il 27/09/06 alle 16:10 via WEB
.. sono solo CINICO... hahahaha e TU fai la spia ...prrrrrrrr .... io con una che si chiama LILITH non ci parlo.. (p.s. IO ti spiego le cose... tu non capisci una cippa!!!!)
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 25/09/06 alle 13:19 via WEB
Fa effetto anche a me, come sandali, vedere le ragazzine di oggi; i miei non erano particolarmente attenti a questo aspetto, ma mi avevano inculcato il germe dell'indipendenza, e io ero molto determinata ad ottenerla prima possibile. Probabilmente queste ragazze non sentono come speciale il ruolo della donna.. mi sembra non abbiamo quella specie di orgoglio che la nostra generazione cmq ha.. non so, non avendo figlie non posso dirne piu' di tanto; e comunque ho sempre pensato che i giovani sono tutti uguali, nel senso del ripetersi delle generazioni... certo che dipende molto da cio' che "hanno"; noi invece dipendevamo da cio' che "non avevamo".. ma ho fiducia che si ritroveranno, io ho sempre fiducia nei ragazzi.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 26/09/06 alle 02:08 via WEB
io credo che dipenda dal fatto che mentre per noi la scuola era una meta da conquistare, per ottenre la quale dovevi volerla ottenere, e volerlo fortemente, per i giovani di oggi la scuola é un obbligo, a cui devono assoggettarsi anche quando non vorrebbero e preferirebbero fare altro. Io figli non ne ho, ma ho nipoti adolescenti, e mia sorella mi racconta di come sia subita senza entusiamo la frequenza ad una scuola superiore, che ai miei tempi veniva invece sognata come traguardo da raggiungere... :-)
 
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