A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°142 pubblicato il 12 Ottobre 2006 da lilith_0404
Di Socrate avevo letto in un libro che avevo a casa, in cui si presentavano sia l’uomo che il suo tempo. E tra le altre cose, nel raccontare della morte del filosofo, veniva riportato il dialogo ‘Delle leggi’ che Platone fa pronunciare a Socrate quando l’amico Critone gli propone di fuggire dal carcere dove sta aspettando che gli portino la cicuta, che é stato condannato a bere a causa delle sue idee. Socrate, ragionando come al suo solito con l’amico, immagina che mentre cerca di fuggire gli si facciano incontro le Leggi, e che queste gli chiedano conto del suo comportamento. Nel dialogo che intercorre Socrate convince Critone che, benché possa ritenerle ingiuste, le leggi devono essere o cambiate, con il consenso dei cittadini, o rispettate, sia pure a prezzo della vita, perché violando le leggi egli cancellerebbe in un momento tutto l’impegno e il senso stesso della sua vita. Il testo mi é tornato in mente leggendo in diversi blog le reazioni e i commenti alla vicenda del ‘drug wipe’ eseguito ai danni di un gruppo di ignari parlamentari. Qualcuno (ad esempio Magdalene57 ) ha espresso riserve circa il metodo con cui i dati sono stati ottenuti, qualcun altro (come Ossimora ) ha minimizzato il significato dell’episodio. Ma é fuori dubbio che, anche se mimetizzati nel mucchio e protetti dall’anonimato, i 16 onorevoli trovati positivi al test una bella figura non l’hanno fatta. Il meno che si può dire é che predicano bene e razzolano male. E se regalassimo loro una copia del dialogo di Socrate sulle Leggi?
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quel senso assoluto della legge come fondamento del vivere civile e dell'eticità, certo appartiene ad una società diversa, ad un'epoca della storia dell'uomo certo più vicina alla divinizzazione della legge stessa (es. i 10 comandamenti).
noi siamo certo figli dell'individualismo e del relativismo esistenzialista. siamo legge a noi stessi e déi a noi stessi (per dirla - un po' grossolanamente - alla greca).
comunque non mi piace nemmeno la divinizzazione della legge, altro mondo distante dal mio. direi che sento più consono il dettame evangelico per cui "la legge è fatta per l'uomo e non l'uomo per la legge".
Purtroppo nelle cosiddette democrazie il Parlamento ed il Senato non sono altro che l'espressione del Popolo.