Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Ti conosco, mascherina

Post n°184 pubblicato il 18 Febbraio 2007 da lilith_0404
 

immagineViene Febbraio, e il mondo è a capo chino,
ma nei convitti e in piazza
lascia i dolori e vesti da Arlecchino,
il carnevale impazza,
il carnevale impazza...
 

La casa dove abito è vicino all’oratorio, e oggi è la domenica di carnevale.

Come ogni anno, fin dalle prime ore del pomeriggio una litania di  carri allegorici attorniati da nugoli di ragazzini mascherati e schiamazzanti  sfilano sulla strada di fronte al cancello, e si radunano nel cortile e all’esterno dell’oratorio.

Non amo le feste in genere, e le feste chiassose e un po’ sguaiate meno di tutte, l’allegria ostentata mi suona forzata e falsa, e finisco sempre per sentirmi fuori posto.

Però succede a volte come in quella canzone di Mina:
‘quando la banda passò,
volevo dire di no,
ma il mio ragazzo era lì,
e allora dissi di si’.

Mia nipote, in un vezzoso vestito di tulle rosa, il visetto dipinto con le matite colorate, scende con la mamma per mescolarsi alla folla di vocianti mascherine.

Mi fermo ad ammirarla, e ‘Zia,' mi dice, 'lo sai che anche all’asilo  facciamo la festa il giorno dopo di lunedì.?’ 

Mentre la guardo allontanarsi ripenso agli austeri carnevali della mia infanzia, dove tutto il travestimento consisteva in un cappello a cono, di cartone, decorato con le stelline dorate.

Ricordo il piacere delle  stelle filanti, ‘soffiate’ a formare una lunga e  sinuosa spirale di carta colorata. 

I ragazzi che mi passano davanti oggi le stelle filanti le fanno con bombolette spray che sparano fuori certi filamenti colorati, che in comune con quelle della mia infanzia hanno solo il nome, ma non certo la grazia di vederle srotolarsi armoniosamente,  né il piacere di poterle poi ricomporre in rotolini stretti e compatti, che poi si allungavano a formare minuscoli cornetti  e vasetti di carta.

All’imbrunire, tutti i carri son tornati a casa.
Sul’asfalto, un tappeto di coriandoli colorati è tutto quello che rimane della festa.

immagine

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Commenti al Post:
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 19/02/07 alle 08:00 via WEB
mi sono incantato a leggerti, come spesso accade. Qualche volta devo scrivertelo, però :)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/02/07 alle 05:24 via WEB
:-) questo me lo tengo per detto, per tutte le volte che mi incanto a leggere un blog, e per mancanza di tempo al termine mi allontano in punta di piedi, senza lasciare commenti :-) grazie comunque della cortesia, e buona giornata...
 
saradria
saradria il 19/02/07 alle 08:13 via WEB
E' la gioia dei bambini che rende ogni occasione una festa, sabato non sembrava di essere in classe l'allegria dei bimbi travolgeva tutti.Ciao, Adriana
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/02/07 alle 05:26 via WEB
ogni occasione di gioco é una festa per i bambini, e che sia carnevale é solo un pretesto in più... :-)ciao, buona giornata :)
 
bluewillow
bluewillow il 19/02/07 alle 08:46 via WEB
A me il carnevale fa tristezza!
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/02/07 alle 05:33 via WEB
a causa dei ricordi a cui lo associo, di cui ho parlato nel post precedente, e anche per una inclinazione del mio carattere, piuttosto introverso, anche per me questo dover essere allegri per forza finisce col mettere malinconia...
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 19/02/07 alle 13:54 via WEB
Il Carnevale, come molte altre feste, ha ormai perso significato e mordente probabilmente perchè oggi le occasioni di far festa e divertirsi ci sono tutto l'anno.
Il mio paese ha una grossa tradizione carnascialesca con carri mascherati e una maschera caratteristica che esiste solo lì e che talvolta viene presentata anche in Tv. Fino a quando ero bambina, la popolazione locale sentiva molto forte questa ricorrenza la viveva con sincera partecipazione in tutte le sue manifestazioni. Si festeggiavano tre domeniche: quella dei poveri, quella dei contadini e quella dei signori (cioè dei ricchi e benestanti) in cui, sia l'abbigliamento che i dolci, dovevano essere a tema. Poi c'era la sfilata dei carri il giovedì grasso e una gara di scì, con sci rigorosamente di legno, il martedì grasso, a cui dovevano partecipare le stesse maschere della sfilata del giovedì.
Oggi tutto questo viene fatto ancora, almeno in parte. Però le manifestazioni sono state adeguate alle esigenze lavorative della gente, per cui la sfilata è stata spostata all'ultima domenica di carnevale e niente più gara di sci. A parte questi dettagli organizzativi però, quello che è profondamente cambiato è lo spirito di partecipazione: il mio è un paese turistico ed il carnevale non è più organizzato come un momento sentito di vita del paese, ma solo per intrattenere i turisti. E la cosa si respira e si percepisce a pelle, quantomeno da chi, come me, ha vissuto un periodo in cui questa manifestazione era diversa. La sfilata oggi si è ridotta ad una vera pagliacciata piuttosto patetica di persone mascherate e soprattutto annoiate che vivono il tutto come un obbligo.
Bella foto, Lilith. Quale sei tu? Quella di sinistra o quella con il cappello a cono? :o))
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/02/07 alle 05:42 via WEB
io non ricordo quando hanno cominciato a fare la sfilata dei carri. Quando ero bambina non ricordo che si facesse, ma negli ultimi vent'anni sicuramente c'é stata. Ma l'ho sempre osservata dal cortile di casa, non ho mai neppure preso in considerazione l'ipotesi di aggregarmi a sfilare mascherata...non é esattamente il tipo di festa in cui mi sentirei a mio agio :-)
(nella foto siamo io e mia sorella, credo 43 o 44 anni fa, la data precisa non saprei dirtela. Entrambe abbiamo il cappello, ma quello che porto io é scuro e si vede poco...:-)
 
Diamante_e_Carbone
Diamante_e_Carbone il 19/02/07 alle 14:50 via WEB
Associo il carnevale ai dolci. Forse perché mia nonna era solita preparare le sfrappole e i tortelli ripieni di crema, marmellata e cioccolata solo in questo periodo dell'anno. E io mi divertivo a prepararli con lei. Certo, tutta roba fritta che sicuramente non era salutare nè per la dieta degli adulti, né per noi bambini...ma per una volta l'ingordigia era concessa e lì sì che era una gran festa. Ancora oggi, pur non essendo ghiotta di dolci, quelli di Carnevale mi inducono in tentazione.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/02/07 alle 05:51 via WEB
l'abbinamento carnevale/dolci é avvenuto in tempi rellativamente recenti, mia mamma non é mai stata una gran cuoca, e non é mai andata oltre certe frittelle che però faceva anche in altri periodi dell'anno, se le saltava in mente... oggi effettivamente, non sono ancora finiti i panettoni che nei negozi si trovano lattughe e frittelle, senza soluzione di continuità tra dolci di natale, di carnevale e di pasqua...
 
upmarine
upmarine il 20/02/07 alle 01:01 via WEB
Io venivo vestito e portato ai veglioni. Erano vestiti bellissimi che vincevano sempre uno dei primi premi e li confezionava la mamma con velluti e rasi e finti brillanti. Ero sempre un principe o un sultano. Ma il mio ruolo era sempre secondario, in funzione del costume della mia sorella un anno e mezzo più piccola. Lei era quella accontentata da mia madre ed io ero vestito di conseguenza. Vi giuro che mi vergognavo come un ladro. Per me è sempre stata una violenza degna di telefono azzurro.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/02/07 alle 06:04 via WEB
sei poco più giovane di me, ma evidentemente vieni da un contesto sociale diverso: io abitavo ( e abito tutt'ora, per la verità, solo che oggi le cose sono cambiate) in un piccolo paese di provincia, e negli anni in cui io ero bambina, mascherarsi per carnevale consisteva tutt'al più, nel mettersi una maschera di cartone colorato sul viso e un cappello a cono decorato con stelline e lune d'argento e dorate...ricordo solo un anno, ma credo che fossi già in quinta elementare, che andai a scuola 'vestita' da carnevale: il vestito consisteva in una vecchia camicia da notte di mia mamma, di cotone leggero, rosa, tagliata con la gonna a ruota: a casa la usavo per giocare, perché mi arrivava ai piedi, e se giravo su me stessa si gonfiava, sai, come se ci fosse stata sotto la crinolina, e mi sentivo molto damina dell'ottocento... ma quella volta che la indossai come costume di carnevale ci rimasi male, perché la maestra, riconoscendo ovviamente che era una camicia da notte, non ricordo che espressione usò, ma ricordo benissimo che mi fece sentire ridicola, e non ci giocai più... :-)
 
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