Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 19 Maggio 2005 da lilith_0404

Due post, uno di Jazzyna e uno di ParoleMaddalene, negli ultimi giorni mi hanno fatto pensare all’importanza di eprimere in parole i propri sentimenti e le proprie emozioni. Sembra una cosa ovvia,  ma per me non lo é sempre stata, e tuttora non lo é sempre.

Scrive Jazzyna nel suo post n.270 : “...diventava tutto più semplice parlando. Raccontando. Spiegandosi. Discutendo. Mettendosi in gioco fino in fondo, parole, pensieri, emozioni, sensazioni, tutti lì, buttati sul tavolo da gioco a carte scoperte.”

 Nel post n.78 di ParoleMaddalene , in riferimento ad una situazione pur molto diversa, l’argomento viene ripreso, e Laura scrive “  "... non dire ciò che è pensato sarebbe uno spreco peggiore del peggiore silenzio.... diamo le nostre parole a chi ci ha toccato. ... Sono i macigni peggiori: le parole non dette"...

I commenti che ho lasciato a questi due post formano in realtà un tutt’uno, e li riunisco qui, nel tentativo di esporre il mio punto di vista.

Scrivevo dunque a Jazzyna:

“.... Dici che diventa tutto più semplice parlando, raccontando, spiegandosi, discutendo. A volte può essere così, ma non sempre: dipende dalle persone con cui ti trovi ad avere a che fare e dalle circostanze in cui ti trovi ad agire. Io ricordo ad esempio che con mio padre parlare non era possibile: avrebbe ridicolizzato quello che dicevo con uno dei suoi commenti sferzanti,e sarebbe stato peggio. Con lui era molto meglio tacere, la comunicazione doveva avvenire con altre modalità. Ecco, io credo che sia importante capirsi, parlare é un modo per capirsi, ma non l'unico: altrettanto efficace é ascoltare e osservare coloro che vogliamo capire.” 

 E a Laura rispondevo dicendo:

“leggendo queste parole che hai scritto mi é venuto da pensare che qui é quasi facile parlare, questo mondo é fatto di parole, anche se come dici tu sono parole pavide da sindrome pubblica... non così nel mondo così detto reale: molto più difficile riuscire a trovare il modo, il momento, e le espressioni per dire quello che si ha nel cuore o nella testa... infinitamente più difficile, e il più delle volte le parole ti muoiono in gola, e restano parole non dette... anche quando sono parole semplici, anzi persino facili, come un 'ti voglio bene'

Penso che sia il fatto di esporre i pensieri in forma scritta a renderne più facile l'espressione, il fatto di separare il momento in cui si formulano e si dicono da quello in cui vengono recepiti dalla persona a cui sono diretti.

E inoltre, sicuramente, anche il fatto di usare una lingua che consente di esprimerli. L'abitudine ad esprimersi in dialetto, nella vita familiare, pesa molto sulla possibilità di riuscire a dire determinate cose,  come appunto rilevavo tempo addietro in un blog in cui si ragionava sull'argomento:

Tu scrivi ''riviera'' e io leggo ''bassa bresciana''. Cambiano le coordinate geografiche, ma non la sostanza della realtà che descrivi. E se dire ''ti amo'' in rivierasco fa scompisciare dalle risate, dirlo in dialetto bresciano non e' neppure ipotizzabile: non esiste proprio, non è una cosa che si può pensare di fare: in casa mia non ho mai sentito nessuno dire ''ti voglio bene'' allo stesso modo che non ho mai sentito parlare di sesso: l'una e l'altra cosa ugualmente impensabili.”

 

Commenti al Post:
LaPasquinata
LaPasquinata il 19/05/05 alle 10:39 via WEB
Non sottovalutiamo il linguaggio del corpo!
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/05/05 alle 06:04 via WEB
si, ci si esprime e si comunica, oltre che con la parola, anche con gesti ed atteggiamenti... :)
 
CarloLudovico
CarloLudovico il 19/05/05 alle 13:00 via WEB
buon giorno
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/05/05 alle 06:04 via WEB
... :-)
 
ParoleMaddalene
ParoleMaddalene il 20/05/05 alle 08:32 via WEB
E io lascio qui il commento che lasciai da me: ""Ti voglio bene" non è una parola così semplice. Come "ti amo", Come "ho paura", come "difendimi". Non in parte d'accordo con quanto scrivi, dissento da (a partire da) me: mai temuto le parole, qui e, meno di qui, fuori. Parlo, in continuazione, di me di cosa provo, chiedo, voglio frammenti delle vite altrui, voglio sensazioni...e voglio il vero. Voglio la verità. "Che tu sia per me il coltello", diceva Grossman e forse dovrei parlare qui di quel libro... Dimmi tutto, purchè sia vero, ho il cuore a patcwork non morirò per altra stoffa, per altro rammendo, morirei per una tua menzogna, per un tuo oblio: sopporto, tollero, tutte le parole di questo mondo, di questa vita e altrove, i respiri, le storie, i destini, gli sbagli, i drammi...ma no a mai mai mai la menzogna. IL dolo." . Certo, è frettoloso quanto scrivo, ma è lì. Tant'è. Le parole esistono, ma solo se centrano, arrivano, portano un messaggio. Quando scriviamo per noi, quando parliamo per noi, siamo muti e mutoli agli altri. C'è una cosa, oltre la speranza, che può salvarci da noi e dagli altri: la comunicazione. Chi siamo cosa siamo stati cosa vorremmo essere sono fantasmi, puri ectoplasmi, se non detti a qualcuno che li riceve: è la nostra storia, il nostro personalissimo e modestissimo mito a uso personale e domestico. Inutile e arido trattenere dentro un'emozione quando quella stessa emozione potrebbe essere linfa per l'altro, o chiarimento, o anche -sì,sì, anche quella temuta- FUGA. Io voglio lontano da me chi teme il mio mondo. E' destino, non arbitrio: nasciamo semplici o complicati e poi la vita ci gioca addosso complicandoci ulteriormente o semplificandoci. Non posso guardarmi le spalle in continuazione e in continuazione davanti: parlo. Parlo e svelo, aria e via chi non accetta questo: non ho strategie, sono la persona più banale e liscia di questo mondo:per questo mi chiamano "strana", attribuendomi un'etichetta di non gestibilità. Io ho doveri solo nei confronti di me stessa, finora: tradire me, rinchiudermi in un silenzio benefico e salvifico, mi sfinirebbe come è accaduto in quest'ultimo anno. Non voglio non riconoscermi più. Baci, L.
 
 
jazzyna
jazzyna il 20/05/05 alle 20:05 via WEB
Non posso aggiungere nè variare nulla del pensiero di Laura...posso solo dire che condivido in pieno. pal
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 21/05/05 alle 06:17 via WEB
La mia storia personale e il mio temperamento mi portano ad avere un atteggiamento mento impetuoso, come ho cercato di spiegare nel post, pur concordando sulla sostanza di molte cose che dici. Mantengo qualche riserva solo sul fatto che le parole valgano solo in quanto comunicate : il messaggio che le parole centrano e portano può anche essere portato a noi stessi, é la coscienza di cio che sentiamo che solo nel momento in cui viene formulato in parole diventa consapevolezza da cui non potremo prescindere.
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 21/05/05 alle 06:20 via WEB
la risposta qui sopra é naturalmente per Laura, ma anche per Jazzyna, essendosi associata al commento :) un sorriso a entrambe.
 
     
ParoleMaddalene
ParoleMaddalene il 21/05/05 alle 13:11 via WEB
Letto :) e due sorrisi di rilancio!! L.
 
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