Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Madame Curie

Post n°194 pubblicato il 24 Marzo 2007 da lilith_0404
 

immagineNella serie di post che nei giorni scorsi SandaliAlSole ha dedicato alle donne mi ha colpito il dato che tra le donne manager ben il 58% non abbia figli. Una percentuale altissima, che sembra confermare come   la scelta di dedicarsi alla carriera sia difficilmente compatibile con la scelta di formare una famiglia.

L’argomento non è nuovo, anche recentemente mi è capitato di discuterne anche qui nel mio blog, ma i post di SandaliAlSole mi hanno fatto considerare la cosa da un nuovo punto di vista.

Osservavo infatti le fotografie inserite nel post n 1382 delle scienziate che sono state escluse dall’assegnazione del premio Nobel , e ho pensato che il periodo storico in cui hanno operato è all’incirca lo stesso in cui ha lavorato Madame Curie.

Lei però ebbe miglior fortuna, perché di nobel ne ottenne ben due: il primo nel 1903 con il marito Pierre Curie per la Fisica,  il secondo  nel 1911 con Henry Becquerel per la chimica. Fu anche la prima donna ad ottenere una cattedra alla Sorbona, subentrando nel ruolo dopo la morte del marito Pierre .

E' questo aspetto della storia di Madame Curie,   il suo rapporto con il marito, che mi è apparso particolarmente interessante: una intesa e una complicità a 360 gradi, nella vita professionale non meno che in quella domestica.  Ecco infatti quello che lei stessa scrisse al riguardo:

Divenne un serio problema come prenderci cura della nostra piccola Irene e della nostra casa senza abbandonare le mie ricerche scientifiche. Tale rinuncia sarebbe stata molto penosa per me, e mio marito non voleva neppure pensarci, egli usava dire che aveva preso una moglie  per dividere tutte le sue preoccupazioni. Nessuno di noi due prese in considerazione di abbandonare qualcosa che era così importante per entrambi. [omissis] Così, la stretta unione della nostra famiglia mi permise di far fronte a tutti i miei doveri.”

Se dietro un grande uomo capita spesso di vedere una grande donna, per una volta tanto dietro una grande donna si é trovato un grande uomo.

   

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Commenti al Post:
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 24/03/07 alle 17:40 via WEB
Son casi rari Lil... io ho spesso pensato che siano gli uomini a dover fare un piccolo cambiamento per venire incontro a noi donne e alla nostra voglia di crescere in ambito anche extra familiare; forse fra qualche generazione.. tremo se penso a come saranno i miei figli.. io predico sempre; speriamo, era meglio decisamente avere tre femmine.. Buona domenica.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 24/03/07 alle 22:49 via WEB
se gli uomini sono intelligenti, il passo lo faranno, perché hanno solo da guadagnare dal cambio... Sempre nel post di Sandali, avrai letto anche tu che ''il maschilismo attacca gli uomini, ma é trasmesso dalle donne''. Perciò, tu che hai tre maschi, devi attuare una attenta profilassi per non trasmettere questo virus ai tuoi ragazzi :-)) Buona domenica anche a te :-))
 
elioliquido
elioliquido il 25/03/07 alle 03:25 via WEB
Beh, per la complicità a 360° è necessaria una somma di condizioni non facilmente reperibili. Tra le quali una predisposizione caratteriale di entrambi a condividere molto tempo della propria vita (per esempio, per certuni lo stacco dato dal lavorare in luoghi separati è garanzia di salute della coppia).
Va detto che le donne sono cambiate. Era ben difficile immaginare che un Nobel venisse attribuito ad una donna un secolo fa, perché le donne che si occupavano di questioni di scienza erano davvero poche. Solo se erano delle menti eccelse potevano permetterselo, altrimenti venivano sicuramente considerate folli o perdigiorno.
Ciò che dà forza al "movimento" femminile è la "massa" di TUTTE le donne, che rivendicano il diritto ad occupare certi spazi. Sono le donne "normali" a far guadagnare alle donne "speciali" il diritto al nobel. E le donne "normali" di un tempo accettavano un ruolo. C'erano sicuramente le sue buone ragioni. Allo stesso modo in cui c'erano delle ragioni per cui il sapere poteva essere appannaggio relativamente di poche persone (anche tra gli uomini), e via discorrendo.
Poi, ovviamente, quando succede che quella buona ragione vien meno, la strutturazione che si era creata a causa sua ha una certa inerzia nell'adeguarsi al cambiamento. Non ha molto senso fare i processi alla storia. Ciò che conta è la storia nostra, quella di adesso. Infatti questi discorsi sono più che altro motivati dalla situazione attuale, uno sprone a vincere quell'inerzia.
Ho dedicato due parole (di numero) nel mio primo post del nuovo corso a tale Ada Byron (anche lei nota pure come Ada Lovelace, dove al pari di Marie Curie "doveva" portare il cognome del marito). Niente nobel neanche per la sua disciplina, che di fatto non esisteva. Questa signora ebbe comunque tre figli. Al contrario delle donne manager di oggi, di cui parli nel tuo post, le poche donne di allora che si occupassero di questioni riservate agli uomini erano in prevalenza nobili, e dunque potevano usufruire di un supporto (la servitù) che molte donne di oggi non si possono permettere. E soprattutto studiare e sperimentare in proprio consentiva di gestire i tempi, mentre un'attività manageriale è essa a dettarli.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 25/03/07 alle 09:53 via WEB
Ho scoperto Ada Byron Lovelace dopo aver letto il tuo post n1, un paio di settimane fa. E poiché non ne sapevo nulla, dopo aver ricevuto il tuo ‘input, ho cercato in rete immagini e notizie di su di lei, e ho piacevolmente perso alcune ore a scoprire il suo personaggio e la sua storia : internet è impagabile da questo punto di vista, e ora so che, almeno in parte, è anche Lady Lovelace che devo ringraziare se esiste.
Mary Curie invece ( continuerò a chiamarla Curie, perché il suo nome da ragazza ,Sklodowska, è davvero impronunciabile) è stata uno dei miti della mia adolescenza. A quei tempi però la mia attenzione si focalizzava sulla determinazione e sulla tenacia con cui seppe affrontare e superare le difficoltà, non solo culturali, ma anche economiche, che si opponevano alla sua sete di sapere. Ricordo quanto rimasi colpita leggendo che a Parigi viveva in una stanza che non riscaldava per mancanza di denaro,e che per studiare si dimenticava di mangiare finché non cadeva svenuta sul letto. Solo in un secondo tempo ho colto l’aspetto di cui parlo nel post, e cioè la sua intesa molto speciale con il marito, che non solo non la ostacolò, ma anzi la sostenne nelle sue scelte professionali. Per quanto ho letto, non fu solo il marito, ma anche il suocero, che aiutandola come ‘baby sitter con le bambine, fornì un contributo determinante, e questo mi è sembrato molto significativo: oggi come allora, infatti, è spesso il fatto di avere il supporto della famiglia a fare la differenza.
Sono d'accordo con te che la struttura sociale come era impostata nei secoli passati era dovuta ad una serie di cause di fatto : la divisione del lavoro che lo stadio di sviluppo di tecnologia e scienza permettevano, era tale che 'funzionava' meglio con la divisione dei ruoli che c'era. E la divisione del lavoro era tale da non discriminare solo le donne, ma intere classi sociali: fino ad epoche recentissime, la servitù della gleba nell'immenso impero degli zar portava a vendere i contadini insieme alla terra. Non voglio quindi fare alcun processo alla storia, ma come dici tu, trarre una lezione per gestire il momento attuale: un momento in cui, superata la contrapposizione tra i due generi, si può arrivare ad una nuova intesa che io sono convinta può essere vantaggiosa per tutti.
 
marea14
marea14 il 25/03/07 alle 13:30 via WEB
Anche io penso che, purtroppo, è un caso insolito … molto particolare.
Sarebbe bello se lo si potesse generalizzare ...
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 25/03/07 alle 16:41 via WEB
Quando ero al liceo, mi ricordo di un professore di italiano,un tipo di uomo di mezza età e all'apparenza piuttosto all'antica. Rimasi piacevolmente sorpresa sentodolo un giorno spiegare, con molta semplicità e come se fosse una cosa del tutto ovvia, che portava abitualmente dolcevita anziché camicie perché anche sua moglie lavorava e questo le permetteva di dover perdere meno tempo a stirare... anche questa é una forma di complicità...
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 27/03/07 alle 09:50 via WEB
Lui per lei arrivò al punto di imparare il poloacco per poterle scrivere lettere. E' un caso raro quello di un grande uomo dietro una grande, ma è bello sapere che può succedere.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 28/03/07 alle 08:03 via WEB
Non sapevo di questo particolare della lingua... :) si, é davvero confortante pensare che può succedere, che é già successo :-)
 
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