A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°200 pubblicato il 14 Aprile 2007 da lilith_0404
Il ‘vestito bianco’, per molte credo sia un ricordo legato al giorno del matrimonio. Io non mi sono sposata, e quindi questa associazione mentale mi manca. Tuttavia un vestito bianco l’ho avuto anche io. Ci pensavo leggendo il post di Amoildeserto, in cui parla della pasqua dei suoi quindici anni e del suo primo coloratissimo tailleur.Il mio ‘vestito bianco’ fu appunto un tailleur e arrivò a dodici anni. In realtà non fui io a sceglierlo, ma mia mamma. Successe infatti che per diversi anni il vescovo non venisse in paese per celebrare le cresime. All’epoca, la cresima si faceva a sette anni, e normalmente per l’occasione veniva riciclato lo stesso vestito che si era usato l’anno prima per la prima comunione, un vestito che per le bambine era una cosa tutta sbuffi di tulle che le faceva somigliare a sposine in miniatura. Ma dopo aver cresimato i bambini della classe di mio cugino, che avevano un anno più di me, per cinque anni il vescovo disertò l’appuntamento annuale in paese. ‘Quasi si sposano, e ancora non sono cresimati’, commentavano le donne anziane, scotendo la testa con disapprovazione. Alla fine il loro grido di dolore venne ascoltato e il Vescovo trovò il modo di tornare a farci visita, ma io ormai avevo raggiunto la rispettabile età di dodici anni. Quell’anno a fare la cresima eravamo davvero in tanti, due miei fratelli e un numero imprecisato di cugini erano della partita, ma vista la nostra età, i vestiti della prima comunione erano diventati improponibili. Fu così che un'altra tradizione venne infranta e arrivò il mio primo tailleur. Bianco, che a mamma sembrava un colore appropriato per la circostanza. Per le scarpe col tacco però dovetti aspettare ancora qualche tempo.
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Per quanto mi riguarda, non credo di aver mai avuto un vestito bianco; quello che ho indossato per la prima comunione era una specie di abitino da suora, con tanto di velo, fornitoci dal parroco e restituito il giorno dopo.
... non ricordo le scarpe che portavo quel giorno, ma mi ricordo invece perfettamente quando andai a comperarmi un paio di scarpe col tacco... talmente alte, che non fui mai in grado di portarle... :-)
ma chiamare proselitismo coatto una cosa da cui ognuno di noi ha avuto centinaia di occasioni per tirasene fuori, mi pare francamente esagerato!
è come tutte le cose della vita: qualcuno sceglie per te, ma poi puoi scegliere quando e come vuoi il tuo modo di vivere futuro. è una scelta che puoi fare e rifare anche tutti i giorni, smentire o confermare a ripetizione lungo tutta la vita.
perché, c'è consapevolezza, davvero, anche nell'amore? si può anche prometterlo e pensarlo eterno, ma se non lo sceglie di nuovo, tutti i giorni, certo non dura.
Per la cresima avevo un vestito color salmone, un vestito della "domenica" ma niente di più. Ricordo bene quando il vescovo mi chiese se conoscevo l'origine del mio nome, ricordo il mio dubbio su quale versione dargli. Per fortuna, ho optato per quella che a lui era gradita. Della comunione ricordo solo la durata della cerimonia ed il caldo.
Il primo tailleur bianco invece è arrivato intorno ai venti anni ma solo per vanità mia.
Il giorno del corpus domini, infatti, le bambine che avevano fatto quell’anno la prima comunione, aprivano, in doppia fila, la processione indossando sul loro vestito bianco (lungo), uno stupendo paio di ali di cartapesta con decorazioni di cartavelina, di carta crespa e perline. Un bellissimo diadema tra i capelli … un cestino di vimini finemente intrecciato, pieno di petali di rose e di ginestre, attaccato ad un nastro bianco che girava intorno al collo … al loro passaggio le strade si coprivano dei petali dei fiori, elargiti con gesto quasi regale, mentre c’era sempre chi provvedeva a riempire i cestini che si svuotavano velocemente …
Per me, fare la prima comunione significava soprattutto poter fare l’angelo con le ali, il diadema ed il cestino pieno di petali di rose e di ginestre … e ricordo ancora l’emozione di quel giorno pieno di sole in cui anche io sfilai vestita da angelo …