A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
« La mia Beatrice | L'uovo » |
Post n°209 pubblicato il 23 Maggio 2007 da lilith_0404
Del resto mia cara di che si stupisce I versi di questa vecchia canzone di protesta mi son tornati in mente leggendo un articolo pubblicato su La Voce.info Se devo dire la verità, i risultati dell’indagine Istat che sono presentati nell’articolo mi sono sembrati addirittura ovvi, e che non ci fosse bisogno di un grandissimo intuito per immaginarli. Tuttavia, il fatto di vederli documentati in modo rigoroso toglie anche quel residuo dubbio che ancora avremmo potuto nutrire. E la verità è questa, che ci piaccia o no: i figli di genitori istruiti, con una laurea, hanno più probabilità di conseguire a loro volta una laurea con buone votazioni, hanno un tasso di abbandono degli studi più basso, si laureano in tempi più rapidi. Leggendo l’articolo mi è tornato in mente anche un vecchio post di Hesse, in cui l’autrice ironizza sulla posizione di lavoratori precari dei figli dei nostri politici. E mentre ragiono tra me e me su queste evidenze, penso che anche se abbiamo tutti gli stessi diritti e la stessa dignità, tuttavia le condizioni di partenza possono avere un’importanza determinante sul risultato della corsa: nascere in una famiglia piuttosto che in un’altra può fare una certa differenza, in termini di opportunità che si possono cogliere, anche senza che ci sia malafede o nepotismo da parte di nessuno. Nel momento in cui si nasce, insieme al corredo genetico, da cui dipenderà la nostra buona o cattiva salute, la nostra buona o mediocre intelligenza, ci troviamo forniti anche di una famiglia da cui dipenderanno le opportunità a cui potremo o non potremo aspirare, una carta insieme alle altre con cui dovremo cercare di giocare al meglio la nostra partita. |
https://blog.libero.it/lilith0404/trackback.php?msg=2738721
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
AREA PERSONALE
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: MARIONeDAMIEL
il 24/04/2021 alle 22:24
Inviato da: cassetta2
il 27/07/2020 alle 15:44
Inviato da: occhiodivolpe2
il 03/04/2020 alle 08:30
Inviato da: occhiodivolpe2
il 28/04/2017 alle 11:18
Inviato da: occhiodivolpe2
il 21/04/2014 alle 08:49
LINK
- vento
- Marion
- la scatola di latta
- thanksgodisfriday
- nonsmettodisognare
- elastigirl
- Vi Di
- scatti
- Fajr
- Cloud
- Ossimora
- carpediem56
- ufo
- Scalza
- lorenza
- capitano
- nitida-mente
- Michela
- sorelle
- Voglioscendere
- diversamente occupati
p.s.: secondo me l’intelligenza non cià nulla a che fare con il corredo genetico. Si diventa e non si nasce. Dire che Mozart aveva un "talento naturale" serve solo a chiamare fortunati quelli che sono arrivati dove noi non siamo stati capaci di arrivare.
p.s.: dici che intelligenti si diventa e non si nasce? non sono d'accordo. Credo che l'intelligenza sia un dono di natura, che l'educazione e l'allenamento potranno coltivare e affinare, ma se non c'é una buona dotazione di base, non ne potrai ottenere più di tanto. E' come fare un bel vestito: deve esserci un buon sarto, ma senza una buona stoffa, non ne ricaverai grandi risultati. Mozart non sarebbe stato Mozart, senza il padre che ha avuto. Ma il padre non avrebbe potuto ottenere nulla, senza una dotazione iniziale del figlio di un talento fuori dell'ordinario. Parlo per esperienza, ci sono alcune persone che hanno inequivocabilmente una marcia in più...
La marcia in più che hanno certe persone è tutta merito loro. Sorrido però se un musicista, anche se affermato, preferisca addebitare al talento naturale la sua incapacità a non essere diventato un genio e capisco che sia più comodo chiamare sfortuna i propri limiti. Altrettanto però, ritengo sia ingiusto chiamare fortuna la genialità degli altri).
:o)
Mi ha dato delle opportunità, credo di averle colte, sono soddisfatto e la condizione economica della mia famiglia era nella media, niente di più.
Quello che devo ai miei è soprattutto la voglia di realizzarmi, e nel rispetto del prossimo. Ho paura che il problema sia qui, sono concetti che si stanno perdendo.