A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°249 pubblicato il 19 Ottobre 2007 da lilith_0404
Proprio ieri leggevo sull’ultimo numero di Geo un articolo in cui se ne passano in rassegna alcuni particolarmente truculenti, con significati a volte religiosi, altre volte genericamente simbolici, praticati presso popolazioni e culture sparse un po’ in tutto il mondo: tagli praticati in varie parti del corpo, lunghi spilloni infilati nelle guance, solo per dirne alcuni.
Scorrendo il servizio, per associazione di idee mi è tornato in mente il discorso di Lupopezzato nei commenti al mio post n. 247 riguardo al rito del battesimo praticato da coloro che si riconoscono nella religione cristiana.
Quello che mi lascia perplessa, nel ragionamento di Lupopezzato è il significato ‘coercitivo’ che attribuisce ad un rito che dal punto di vista di un non credente ha in fondo solo un valore simbolico, valore che credo per altro abbia origini ben precedenti al cristianesimo, non fosse che per il fatto che Giovanni Battista impartiva il battesimo ai suoi seguaci prima che Gesù avesse iniziato la sua predicazione.
Nel suo intervento Lupopezzato, stigmatizza il fatto che attualmente il battesimo viene impartito normalmente a bambini piccoli, che non sono in grado di esprimere una propria volontà in merito, ma questo non avviene con qualunque tipo di scelta educativa che un genitore o più genericamente una comunità, opera nei confronti dei bambini? Mandare un bambino in una certa scuola, fargli prendere lezioni di musica, o mandarlo in una palestra a imparare ginnastica artistica, non sono scelte che gli adulti fanno, senza consultare il bambino e che influiranno sul suo modo di essere e di comportarsi?
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Per quanto riguarda le scelte che i genitori fanno, non sottovalutare che tali scelte rientrano nei compiti istituzionali di un genitore. L’educazione, la cultura e la cura verso un bambino possono prescindere dal battesimo senza che il bambino ne sia danneggiato. Ti do anche un aiutino: oltre a quelle che tu hai menzionato ci sono, e per fortuna, anche le vaccinazioni. Tutte cose che si fanno per l’educazione ed il benessere del bambino e le farà sia l’ateo che il credente.
Tranne il battesimo.
Con la differenza che l’ateo non battezzando suo figlio non gli toglierà nulla ed in più ne avrà comunque rispetto.
Per quanto riguarda Giovanni Battista hai detto che “impartiva” il battesimo ai suoi seguaci ed “impartire” non è “imporre”.
Nottenotte lilith, sogni di carta e giorni d'oro. :o)
Il commento di Sandali è ben costruito. Due parti. Nella prima parte analizza il problema e nella seconda tira le conclusioni. Premetto che condivido in toto quello che dice Sandali. Non condivido la scissione così netta che fa. Le due cose, causa ed effetto, s’intrecciano fra loro. Mi spiego.
Dice giustamente Sandali (d’accordo con l’analisi di Lilith) che “inevitabilmente, in quanto educatori non teorici ciò che portiamo/di.mostriamo/insegnamo ai nostri figli è ciò che noi stessi viviamo”.
Questa se vogliamo è la causa dei nostri comportamenti educatori ed è un atteggiamento sacrosanto in quanto i genitori hanno comunque una loro educazione, loro tradizioni, un loro modo di pensare e di essere ovvero una loro cultura. Motivo per il quale, per fare un esempio, la schifosissima infibulazione esiste ancora e si tramanda di madre in figlia. Così come si tramanda il rito del battesimo quando viene imposto e non scelto. Così come si tramanda il razzismo e l’intolleranza verso le diversità. Così come si tramanda, come imposizione, in certe realtà tribali la castità fino al matrimonio oppure si condanna in altre realtà tribali l’omosessualità oppure si condanna in altre realtà tribali l’aborto. Meno male che sono realtà tribali lontane dal Bel Paese.
Ed ora Lupo, veniamo alla conclusione di Sandali “Per questo il ruolo del genitore è anche quello di aiutare il bambino nello sviluppo di una coscienza critica. A prescindere dalle sue (del genitore) convinzioni e fede”. Qua Sandali è stata perfetta sia in analisi che in sintesi. Io modificherei soltanto “Per questo il ruolo del genitore e della scuola è anche quello di aiutare il bambino nello sviluppo di una coscienza critica. A prescindere dalle sue (del genitore o insegnante) convinzioni e fede”.
Leggo e condivido lettera per lettera anche perchè “aiutare il bambino nello sviluppo di una coscienza critica” dovrebbe significare che il genitore dovrebbe averla sviluppata già di suo ovvero dovrebbe lasciar decidere al bambino se vuole battezzarsi oppure se vuole farsi un’ora non di “storia delle religioni” ma un’ora di catechismo di Stato a scuola.
Ciao Lupo, buona domenica.
sul fatto che a scuola si insegni 'la religione' o 'la storia dellE religioni' posso essere d'accordo con te, anche se nei miei ricordi ( che però, devo ammettre, risalgono ad alcuni decenni fa) l'ora di religione non é stata mai un'ora di 'catechismo' di Stato... non so se sono stata, come sempre, fortunata io a trovare insegnanti di larghe vedute, o se questa sia, di fatto, la prassi esistente nella scuola italiana...però so che ci sono anche laici che insegnano religione e questo mi fa propendere per la seconda ipotesi che ho espresso. :-))
Torno all’infibulazione perchè è un rito che purtroppo si tramanda. Ma come è possibile che si tramanda? Non succede perchè una figlia che lo ha subito e ritiene di farlo a sua volta a sua figlia ha subito in realtà una violenza peggiore dell’infibulazione stessa ovvero il convincimento che quella cosa sia buona e giusta?
Allora se è vero che violenza genera violenza perché colpevolizziamo solo l’atto ma evitiamo di guardare a monte dell’atto ovvero di mettere in discussione l’educazione che lo ha generato e perché, nel paraculismo che ci distingue, quella degli altri è diseducazione e la nostra no?
Condannare l’aborto, condannare l’eutanasia, condannare l’omosessualità, condannare il divorzio, condannare le unioni di fatto a quale realtà educativa appartengono?
:o))