A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°258 pubblicato il 07 Novembre 2007 da lilith_0404
Nel cubo di Rubik mi ero sicuramente già imbattuta da ragazzina, ne ho un vago ricordo, ma non credo che a quel tempo mi sia riuscito di ottenere un qualsiasi risultato apprezzabile. La delusione e il desiderio di rivincita devono tuttavia aver covato in qualche angolo della mia testa per tutto il tempo, finché, un giorno di qualche anno fa mi venne questo improvviso e irresistibile impulso di riuscire a ricomporre le sei facce del mitico cubo. Non fu difficile procurarmi il gioco, e per qualche tempo divenne una specie di idea fissa: appena avevo un po’ di tempo, ecco che il fatidico cubetto compariva tra le mie mani, suscitando i commenti tra l’ironico e il divertito di chi mi vedeva armeggiare a girare e rigirare le diverse sezioni da ricomporre. Quando dopo innumerevoli tentativi mi riuscì di ottenere una intera faccia del cubo tutta dello stesso colore, mi sembrò di essere finalmente a un passo dalla soluzione, ma naturalmente appena cercai di completare una seconda faccia, rovinai inesorabilmente la prima. Devo darmi atto che dove difetto in prontezza e perspicacia, supplisco di solito con la tenacia, come quel personaggio del libro Cuore, Garrone, che con i pugni stretti e la testa tra le mani china sui libri, senza essere un’aquila riesce a ottenere il premio di miglior studente della classe. Di fronte agli evidenti insuccessi iniziali non mi detti per vinta, cercai in internet spiegazioni sui metodi di soluzione, e trovai un sito in cui, con una grafica in movimento, venivano fornite le spiegazioni del caso: scoprii così che l’errore che commettevo era di non tenere il cubo fermo nella stessa posizione, mentre si girano le varie facce, e il trucco per arrivare alla soluzione sta nell’impostare la ricomposizione partendo da uno spigolo. Anche con questi suggerimenti, ci volle un po’ perché , lentamente, sbagliando e ricominciando innumerevoli volte, riuscissi finalmente a restare solo con tre o quattro tasselli ancora da sistemare. Ammetto che per terminare non mi bastarono le mie sole forze, ma tornai a studiare attentamente la grafica e le spiegazioni di quel sito di cui dicevo prima: con calma e con metodo, seguendo attentamente le indicazioni che venivano date anche gli ultimi tasselli trovarono infine la loro giusta collocazione. Una volta ottenuto il risultato e dimostrato a me stessa che ero in grado di farlo, ben presto l’interesse per il gioco scemò fino a scomparire. Il cubetto ricomposto rimane, a futura memoria, in un cassetto della scrivania : però immaginate la mortificazione nel vedere nei giorni scorsi sulla home page di libero un filmato in cui viene ricomposto in meno di otto secondi! click
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Comunque, a forza di dai e dai, sono arrivata a chè mi mancava solo una faccia, ma non l'ho mai portato a termine del tutto; probabilmente il mio sistema non era quello giusto. Procedevo per "strati": una volta completata la prima faccia, passavo al secondo "strato", ma mi mancava sempre e inesorabilmente il terzo "strato". Dev'esserci ancora, buttato da qualche parte in qualche cassetto... :o)