A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°277 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da lilith_0404
Le cronache dei mesi scorsi ci hanno abituato a vedere monaci vestiti di rosso sfilare per le strade della Birmania e sfidare la violenza della repressione per sostenere rivendicazioni molto ‘laiche’, addirittura di carattere economico, in nome di una popolazione che da decenni è priva della possibilità di esprimere liberamente le proprie aspirazioni. E immancabilmente nella mia immaginazione la figura del Dalai Lama, il suo viso dal sorriso mite, i grandi occhiali, la testa rasata, si identificava nelle file di monaci che sfilavano pacificamente per le vie delle città birmane. Nella mia ignoranza, fino a qualche giorno fa credevo che il Dalai Lama fosse il capo spirituale di quei monaci che osavano sfidare il potere delle armi, una specie di Papa Buddista, a dimostrazione di quanto siamo condizionati dalla nostra esperienza nel percepire la realtà in cui ci imbattiamo. Già, perché il Dalai Lama non ha nessuna relazione gerarchica con i monaci Birmani, egli è si un maestro spirituale per i seguaci della sua dottrina, ma la sua sfera di influenza è circoscritta al Tibet, dal quale vive in esilio da quando era poco più che bambino. La sua è una religione senza Dio, poiché il Budda non è una divinità, e come ha tenuto a sottolineare l’ambasciatore cinese in occasione della visita in questi giorni dell’anziano monaco in Italia, la sua autorità non è paragonabile al papa dei cristiani. E tuttavia, nonostante l’opposizione indispettita della Cina, il Dalai Lama conduce tenacemente la sua battaglia, spendendo la sua autorevolezza e la sua fama a favore di una causa, il riconoscimento delle autonomie del Tibet pur all’interno di uno stato Cinese,che di religioso non ha nulla. Per lui, come per i monaci della Birmania, la vita spirituale non è disgiunta dalla vita civile. Con buona pace del governo Cinese, che di questa spina nel fianco, una volta di più, non ha potuto liberarsi.
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Mi risulta che il Dalai Lama si batte anche per la pace e penso che andare a stringere la mano ed a prendersi la medaglietta da Bush sia abbastanza sconcertante.
Non tutto quello che luccica... Ciao :o)
Quale fra le due cose è più ipocrita?
Per quanto riguarda il premio Nobel, la mia opinione me la tengo ben stretta: un Nobel per la Pace non può recarsi negli Stati Uniti e stringere la mano e prendersi un riconoscimento ufficiale dal Capo di uno Stato altrettanto invasore come gli USA nei confronti dell’Iraq e poi recarsi in un paese complice dell'invasore USA. Così facendo il Nobel predica bene ma razzola male. :o)