A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°279 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da lilith_0404
"Nel 1973, una giovane signora che molto sapeva di pedagogia pubblicò un saggio che costituì una pietra miliare per il nascente movimento italiano delle donne: si chiamava Elena Gianini Belotti. In Dalla parte delle bambine raccontò come l'addestramento sociale e culturale all'inferiorità femminile si compisse nel giro di pochi anni, dalla nascita all'ingresso nella vita scolastica, e nei luoghi deputati all'educazione: famiglia, nidi, scuole materne ed elementari [...] Tutto questo sembrava superato. Parlare, oggi, di discriminazione di genere fra le bambine e i bambini, e osservare le ferite inflitte così in entrambi i sessi, sembra qualcosa di irreale [...] Sembra, è vero, così. Ma non appena arriva l'età scolare, non appena si inizia il confronto con il gruppo e soprattutto con altri adulti, le cose cambiano."
Cominciava così una recensione che mi è capitato di leggere alcune settimane fa.
Mi è tornata in mente la mattina di Natale, mentre mio nipote, tre anni compiuti il venticinque di novembre, mi chiede: “Ma il mio regalo quale è?’’. “ Il regalo tu lo hai già avuto ieri’’ ci affanniamo a spiegare io e sua mamma, ma niente, più noi spieghiamo questa semplice realtà, più lui insiste a chiedere “ Ma il regalo per me non c’è?” con una delusione sempre più evidente man mano che la domanda viene ripetuta.
Finalmente mi ricordo che un regalo per lui potrebbe anche esserci: è una bambolina di pezza che mi ha dato un’altra mia sorella, è ancora incartata, in un sacchetto in camera mia. Vado a prenderla, convinta di cancellare in questo modo la delusione e far spuntare il sorriso sul faccino del piccolo.
"Ma é una BAMBOLA!!!" esclama schifato il bambino, appena dato uno sguardo al contenuto del sacchetto. "Una bambola non é da maschi!!!" protesta, restituendomi il mio pacchetto, offeso che abbia potuto pensare di darglielo.
Mentre torno in camera a rimettere la bambola dove stava, non posso che prendere atto di come, già a tre anni, le distinzioni di genere siano perfettamente acquisite dai bambini, e l'idea di cosa sia da maschi e cosa sia da femmine saldamente radicata nelle loro teste.
Les jeux sont faits, insomma, ben prima di arrivare all'età scolare, e per sempre.
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Chiaro che poi lui rifiuta la bambolina.
A parziale consolazione, lei rifiuterà armi, mostri e cose del genere. Almeno spero.
Ciao Lilith!
Concordo però con te che la distinzione è chiara fin da subito. Che la distinzione corrisponda però a un rufiuto, non saprei. La mia più piccola si è sempre fatta un vanto di saper giocare con i giochi da maschi anche meglio di loro, mentre un carissimo amico delle mie prime due ha sempre amato sbizzarrirsi con il gioco della casa e della famiglia. Alla scuola materna ho sempre visto questi giochi corali, di nuovo senza preclusioni. Diverso è il caso del dono: il gioco tende a essere scelto tenendo conto del genere del bambino destinatario.
Comunque penso che tutto questo sia soprattutto maschile, infatti è molto più facile vedere bambine usare giocattoli da maschio che non il contrario. Già ai miei tempi, io stessa, benchè avessi bambole e bambolotti, preferivo molto di più giocare con le macchinine, i trenini elettrici, archi, frecce, pistole, soldatini, traforo e quant'altro, eppure non penso di essere cresciuta "mascolina". C'era invece un mio amico di allora che si era fatto regalare delle bambole ed era stato deriso da tutti. Nonostante ciò non ha sviluppato tutto questo spirito paterno, infatti non ha (ancora?)avuto figli e, a dispetto dei suoi modi gentili, da grande è diventato un vero tombeur de femme. Questo a dimostrazione del fatto che il tipo di gioco non è strettamente vincolante per la personalità futura, benchè, come dicevo sopra, ci sia soprattutto da parte machile una maggiore reticenza a fare giochi considerati tradizionalmente da femmina!