Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

« Tolleranza zero ... con ...Au  revoir »

I blog sono un'altra cosa ?

Post n°75 pubblicato il 05 Novembre 2005 da lilith_0404

“I blog  sono un’altra cosa, i blog non sono vita reale” mi scrive Giancla56 nei commenti al post precedente.

Non é la prima volta che sento questa affermazione, e mi ha sempre lasciato un po’ perplessa. 

E' un dato di fatto che il virtuale annullando le distanze, sia fisiche che di ambiente sociale,  consente modalità di interazione tra persone che sarebbero state impensabili fino a pochi anni fa: prima dell’avvento di Internet e delle chat, e dei blogs, per dialogare con Haashim, che se non sbaglio sta in Sicilia, avrei avuto solo il telefono o carta e penna, ma con ogni probabilità uno e l’altra sarebbero stati inutili, perché nessuna occasione di conoscerci si sarebbe mai presentata.

Quello che sostiene Giancla, quando afferma che l'anonimato permette a qualcuno di far emergere la parte peggiore di sè, annullando i freni inibitori che in altri contesti impedirebbero certi comportamenti, non basta secondo me a rendere irreale ciò che accade nei blog.

Interazione fra persone, dicevo. Penso che il nocciolo della questione sia tutto qui: persone, non semplici nick.

Persone che hanno emozioni, sentimenti, idee, e li esprimono in parole.

E, per dirla con Isotropico ( post n.226 ) :”  ..a pensarci bene, il mondo è fatto di cose: ma noi per essere in relazione col mondo, e per poterlo capire, abbiamo bisogno di un logos: ovvero di quella matrice che dà origine sia al ragionamento che al linguaggio. Quindi il nostro mondo è fatto di pensieri e di parole, non di cose. Noi siamo fatti di pensieri e di parole. Con i pensieri capiamo la verità: e con le parole la rendiamo vera. Perché con le parole produciamo i significati delle cose: ed è quello il nostro mondo. E il fatto di poter condividere quei significati, attraverso le parole, è la cosa più nobile e più importante che all'uomo sia concesso di fare.”

Se Isotropico ha ragione, allora il blog é quanto di più reale si possa immaginare.

       

Commenti al Post:
supergengi
supergengi il 05/11/05 alle 08:54 via WEB
ho letto il commento di Giancla...e sebbene il contesto del discorso sia diverso....nel mio caso il blog e' la mia vita...c'e' scritta la mia vita, con tanto di emozioni e sentimenti...poi c'e' chi parla di una cosa ...e chi di un'altra...ma e' il significato per me e' sempre il medesimo....
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/05 alle 14:42 via WEB
ci sono modi diversi, di vivere il blog: un diario, nella maggior parte dei casi, da condividere con chi legge ma anche una bacheca, come nel caso di Giancla, o di Corsaramora, una vetrina per propri lavori di poesia o di letteratura, o un luogo di scambio di opinioni, come nel mio caso. Ma comunque un pezzetto di vita di ciascuno...
 
lupopezzato
lupopezzato il 05/11/05 alle 13:55 via WEB
Ciao fantasmini ed ectoplasmi, sulla realtà vera e su quella finta ho già detto cosa ne penso nella discussione precedente. La realtà è una sola. Tranne alcuni nick che per me sono “irreali” ma solo perché non li cago proprio. Eheheheh. Isotropico ha scritto «con i pensieri capiamo la verità: e con le parole la rendiamo vera. Perché con le parole produciamo i significati delle cose: ed è quello il nostro mondo». Penso che i pensieri e le parole non c’entrano nulla con la comprensione delle cose. Per capire un fulmine è necessaria la conoscenza. All’inizio era paura poi la conoscenza ha piano piano razionalizzato le nostre paure. La verità la comprendiamo con la conoscenza mentre con il ragionamento la codifichiamo e la riproduciamo. Cosa significa dire «con le parole la rendiamo vera»? Con la parola non “produciamo” ma “raccontiamo”. Non c’è nulla di nobile nella parola. Un dizionario, anche se pieno pieno di parole, resta uno strumento. La Divina Commedia, anch’essa piena piena di parole, è invece un’opera. Dov’è la differenza? Cos’è che rende diverso un dizionario dalla Divina Commedia? Le parole forse? No. Sono un pò di giorni che non scrivo un post e sai perché? Non perché ho finito le parole. Ne ho tante per la testa. Un’infinità. Quello che mi manca è il filo. Quel filo sottilissimo, invisibile ed appiccicoso come quello di una ragnatela. Quel filo che tiene assieme le parole. Quel filo che da un senso a quello che mi passa per la testa. Non sono importanti le cose ma è importante “il senso delle cose”. Una donna può piacerci fisicamente ed allora quella donna è come una bella parola. Ma quando ci innamoriamo vuol dire che quella donna è diventata frase. Ciao. :o)
 
 
supergengi
supergengi il 05/11/05 alle 14:20 via WEB
per quel che mi riguarda molte mie parole sono diventate ...bellissime frasi...e la virtualita' non e' piu' tale....ciao...buona giornata
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/05 alle 14:37 via WEB
mi risulta che succeda abbastanza spesso... :) ciao, buona giornata anche a te
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/05 alle 14:40 via WEB
( questo é per Lupopezzato... :) quando ci sono altri commenti già legati, va sempre a finire in coda ). Tu dici che ‘...i pensieri e le parole non c’entrano nulla con la comprensione delle cose’ ... e mi spieghi come fai a renderti conto , a formulare nella testa il concetto del funzionamento di qualsiasi cosa se non lo sai esprimere in parole? ‘un dizionario anche se pieno di parole resta uno strumento’... perfettamente d’accordo, chiaro che con il termine ‘parola’ si intende non la parola singolarmente presa, come quella che sta in un dizionario, ma la parola organizzata in discorso... ‘Non sono importanti le cose ma è importante “il senso delle cose”... concordo, il senso che gli diamo esprimendolo in parole... :-)
 
kruunu
kruunu il 05/11/05 alle 17:04 via WEB
Ci troviamo di fronte a una doppia alternativa: una prima deriva da un retaggio kantiano: l’ente deve essere definito nel disinteresse; in questo caso il disinteresse rispetto al beneficio proveniente dalla norma (il mezzo)stabilita con l’altro. La seconda è espressa con la recepibilità, il modus recipientis: è l’entità stessa, ossia che congiunge beneficio dell’uno e beneficio dell’altro, fine della relazione e costituzione del sé, senza distinzione. Sono chiamato a essere soggetto solo in quell’evento nel quale mi incontro con quell’altro che sono io e mi riflette; in maniera filosoficamente più importante, quella voce, (il logos) che è la mia, lo diventa allorquando rimbalza. Questo è il solo limite di una relazione virtuale; la voce (logos) che mi distingue e produce il mio essere qui, immaterialmente, ma pieno della mia essenza. Dire "io" implica l’altro: non posso fare questo ritorno, se l’altro non risponde alla voce. E, quindi, il concetto di virtualità, va ridimensionato e traslato in presenza di un logos, di un IO. kruunu
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/05 alle 14:54 via WEB
‘Dire "io" implica l’altro: non posso fare questo ritorno, se l’altro non risponde alla voce’... ma appunto questa possibilità di risposta, e di interazione tra le persone é ciò che caratterizza in modo peculiare il mondo dei blog...
 
kruunu
kruunu il 05/11/05 alle 17:12 via WEB
Dimenticavo: si è parlato di verità connessa al logos. Propendo più per quanto espresso da Lupopezzato, anche se, sono persuaso che la verità è una produzione della libertà. E la schiavitù del nostro genere, quasi sicuramente non produrrà che scintille di verità. Il logos potrebbe, in caso di assoluta libertà, produrre verità, o da un punto di vista ultra-metafisico, la VERITA'. kruunu
 
streghella16
streghella16 il 05/11/05 alle 19:31 via WEB
Be' insomma, sarebbe riduttivo confondere la vita vera con lo spazio virtuale di un blog.Certo, in un blog si possono dire molte cose di sé, ma a fronte di tutte quelle che diciamo, quante ne taciamo? Il confronto non regge proprio, e meno male. Mi darebbe un senso di inadeguatezza, rinchiudere la mia vita in una scatola di Megabytes. Buona serata a tutti.:-)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/05 alle 14:36 via WEB
Credo che anche a me “darebbe un senso di inadeguatezza, rinchiudere la mia vita in una scatola di Megabytes” ... non é ovviamente questo ciò che intendevo dire, ma soltanto affermare che quello che accade nel blog entra a far parte della vita, insieme al resto; è vita come lo é l’andare in palestra, uscire con gli amici, leggere un libro, provare una ricetta di cucina o fare una passeggiata sulla spiaggia... :) ciao, buona serata anche a te
 
giancla56
giancla56 il 06/11/05 alle 12:17 via WEB
ciao. beh, il mio commento era un po' più articolato, dicevo anche altre cose. ma non importa: ognuno ha le sue opinioni. buona domenica. :)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/05 alle 14:35 via WEB
si, effettivamente ho saccheggiato il tuo commento per articolare il mio discorso, é un mio vizio e spero che la cosa non ti abbia dato troppo fastidio... non pretendo di ‘convincere’ nessuno con le mie considerazioni, ma solo approfittare di questo spazio che ho a disposizione per esprimerle. :) buona domenica a te...
 
   
giancla56
giancla56 il 07/11/05 alle 17:57 via WEB
nessun fastidio, figurati! ma qualche precisazione occorre. io non ho detto che i nick non sono persone reali. ho detto che le persone (in questo universo) "potrebbero" apparire diverse da quel che sono. ergo, altro dalla loro realtà. faccio un banale esempio su di me (vorrei farlo su un altro nick che mi intriga proprio perchè non capisco fino a che punto finge, ma non importa...). io sono un accanito fumatore. per molte persone non è un problema, per altre lo è, per alcuni (purtroppo) è un grave difetto. chi mi conosce "live" lo sa, ma sa anche altro. sa se sono simpatico o no, se sono sincero o no, se sono generoso o no, se puzzo o no, se dico cose intelligenti o no, ecc...somma il mio essere fumatore a tutto il resto, fa una media e decide se gli sto bene. o no (succede, ahimé). ora, nel mio blog io dico praticamente tutto, senza reticenze. se tacessi questa mia abitudine o, addirittura, scrivessi che i fumatori mi dànno la nausea, chi mi legge avrebbe di me un'idea incompleta (se non falsa). ed ecco cosa intendo con "anonimato". non il fatto che manchi un nome, un cognome e un indirizzo. quanto il fatto che manchi la "presa diretta", la constatazione de visu o "de tacto" (si dirà così? no, non credo...) di ciò che in realtà si è. la "controprova". tutto qui. ciao. :)
 
polystyrene
polystyrene il 06/11/05 alle 13:53 via WEB
Se partiamo dal presupposto che la parola, scritta o parlata si può considerare "vera" solo per il fatto che esiste, allora ok. Poco importa se ciò che si esprime è realmente sentito, o originale o sincero... Noi siamo qui per nutrirci di parole, perchè ci danno emozioni, la possibiltà di confrontarci ecc. Tuttavia mi trovo maggiormente d'accordo con Giancla, perchè, almeno per quel che mi riguarda, io qui sono un personaggio, e penso che tutti lo siamo, anche se inconsapevolmente. E il personaggio, come ogni invenzione, racchiude qualcosa del vero sè, ma non è la persona. Un piccolo aneddoto: alcuni blogger che ebbi occasione di conoscere di persona si stupirono e non poco quando dissi loro che ero disgustata dalla violenza ed evitavo di andare a vedere film in cui c'era il benchè minimo spargimento di sangue. Mi avevano identificata con il mio personaggio noir, eheh! :)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/05 alle 15:04 via WEB
io penso che tutti noi siamo personaggi, non solo qui, ma in tutti i momenti della nostra vita: proviamo a far mente locale, quanti ruoli interpretiamo contemporaneamente ogni giorno: figlia, consulente, moglie, amica, cliente, sorella, ecc... :in ognuno di questi ruoli, ogni volta una sola parte del nostro tutto emerge, e spesso sono parti in contraddizione tra di loro: quale di esse potremmo identificare con il nostro 'VERO' io? nessuna singolarmente presa lo é, io penso, ma solo dall'insieme di tutte emerge chi veramente siamo, e tra le altre, anche quel pezzettino che emerge qui, nel blog.. :) ciao, buona domenica
 
 
giancla56
giancla56 il 07/11/05 alle 18:02 via WEB
infatti, secondo me, tu potresti essere benissimo una che va in giro col taieullerino grigio e il filo di perle, fidanzata da quindici anni con un commercialista di Prati e che non si è mai fatta nemmeno una canna. eheheh....:)
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 07/11/05 alle 18:58 via WEB
:-))) mai avuto un taieullerino grigio e neppure un filo di perle... porto i jeans circa 355 giorni all'anno, ma in effetti é vero che non mi sono mai fatta nemmeno una canna, non fumo e sono pure astemia... un disastro completo!! :-)))) ciao
 
     
giancla56
giancla56 il 07/11/05 alle 19:44 via WEB
ehmmm...veramente, dicevo a poly....:)
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 08/11/05 alle 00:29 via WEB
:o) ecco perché é bene specificare a chi si vuol indirizzare il commento... :-))) ma comunque, nessun problema, no? :-)
 
     
giancla56
giancla56 il 08/11/05 alle 07:51 via WEB
no, no, infatti nessun problema. ma ti do una dritta: basta contare i puntini che precedono i commenti. :)
 
HotelMandovi
HotelMandovi il 06/11/05 alle 22:03 via WEB
ho letto attentamente tutti i commenti prima di dire la mia, però dirò la mia senza tenere conto dei commenti precedenti(specialmente quello di kruuno, che mi piacerebbe molto leggere tradotto in italiano:) io ho conosciuto alcuni bloggers, e ho appurato che la verità della persona non c'entra nulla con le parole di un blog. qui le parole e la nostra goffaggine o maestrìa nel metterle assieme rende il nostro personaggio goffo o bellissimo, fuori da qui spesso anche, ma per poco. la presunta "verità" - se esiste - è più forte dell'impressione, e la parola fa parte al 70%(circa, sto arrotondando :) dell'impressione. pare anche a me che l'opinione di isotropico citata da lilith non abbia sostanza. noi siamo fatti di ben altro che di pensieri e parole, noi comprendiamo(comprendiamo e basta, la verità lasciamola in sospeso per il momento) con parti di noi che vanno ben oltre i pensieri, e con le parole facciamo di tutto, ma veramente di tutto, dall'omicidio allla creazione di mondi. quello che credo rende vero un blog, qualunque cosa contenga, è l'esigenza di comunicare che c'è alla base. quello che Lorenz ha studiato nelle anatre(prive di parola, mi risulta...e qual'è, oltretutto, la verità per le anatre?) quel "quack quack" che si rimandano l'un l'altra continuamente e che altro non significa "io sono qui, tu ci sei?"
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 07/11/05 alle 23:54 via WEB
La verità di una persona può c'entrare poco o tanto con le parole di un blog, dipende da quanto chi scrive vuol nascondersi o mostrarsi. Poi, certo ci può anche essere la maggiore o minore abilità nell'usare la parola scritta. Siamo d'accordo anche sul fatto che nel rapporto 'reale' ci sono molti più elementi di valutazione, o di 'riscontro', come dice Giancla. Però il punto é che nel momento in cui mi metto alla tastiera e scrivo, e rispondo a chi mi scrive, sia che io mi mostri con una fotografia o che dissimuli la mia identità, quella persona sono io, e le parole che scrivo, le ho pensate, e le risposte che ricevo mi fanno riflettere, possono ferirmi, o farmi piacere, ma comunque la giri, sono una 'esperienza' che é diventata parte della mia vita, e poco importa che non sappia se la persona che me le ha scritte é alta o bassa, grassa o magra: se mi insultano, mi sento ferita, se una discussione si anima, mi appassiono, se leggo qualche pezzo ben scritto, lo apprezzo e ne sono arricchita. Siamo d'accordo che non é TUTTA la mia vita, che in qualunque momento posso schiacciare il tasto 'cancella' e sparire nel nulla. Ma quando anche lo facessi, mi rimarrà l'esperienza di cio' che ho scritto e di ciò che ho letto, e delle persone che ho incontrato...
 
lupopezzato
lupopezzato il 07/11/05 alle 12:14 via WEB
Scolta Lilith.... Urko ed Urka vivevano nella stessa caverna. Più o meno un milione di anni fa. Non si parlavano perché l’inventore delle parole non era nato ancora. Quando Urko stava seduto sul divano e guardava gli pterodattili che volavano nel cielo, Urka spolverava. Alle volte Urka si abbassava per pulire i battiscopa e da sotto la minigonna, fatta con la pellicina delle unghie del dinosauro, le si vedeva la gnocca dal folto pelo. Ad Urko, nel vederla, gli si drizzava l’uccello. Il nome delle cose non era ancora arrivato. Come il natale ad agosto. Però Urko aveva imparato che quando vedeva la gnocca di Urka, gli si drizzava l’uccello ed anche Urka lo aveva imparato. Imparavano, giorno per giorno. Nei silenzi di parole inesistenti e nella ripetitività dei gesti della natura. Il sole nasce tutte le mattine e se non avesse un nome nascerebbe lo stesso. Urko ed Urka non se le dicevano le cose. Come quando qualcuno mi dice “non so se riesco a spiegarmi.. non trovo le parole adatte” ed io rispondo “no problem, ho capito lo stesso”. Il mio Gengis non sapeva il nome delle cose ma riconosceva le crocchette dai sassolini ed a me mi avrebbe riconosciuto in mezzo a un miliardo di persone e senza chiamarmi per nome. Perché la conoscenza è una cosa mentre la parola è soltanto un’etichetta che mettiamo su quella cosa. La parola è un mezzo. Serve a catalogare e serve a raccontare ovvero a divulgare. Al ragionamento non serve la parola ma la conoscenza delle cose. Mamma e papà non mi hanno mai spiegato come si accendeva la televisione. Io vedevo che schiacciavano un pulsante. Anch’io accesi la televisione. Schiacciai quel pulsante e puf si accese la tv. Egh egh egh, risi contento. Guardavo ed imparavo. Non le parole ma la conoscenza aveva guidato il mio ditino. Egh egh egh. La televisione restò accesa. Non sapevo spegnerla. Nella mia testolina mi chiedevo “ghft jhgyu jhgyfn wytrew”? Che tradotto significa “Gigi come cazzo si spegne adesso la televisione?” Come vedi le domande me le ponevo lo stesso a prescindere dalle parole. Il bambino corre dal papà “Papà come si chiama questo?”. “Si chiama pisello”. Ecco il bambino ora ne conosce il nome ma prima già ne conosceva il funzionamento. Lo tocca. Impara anche a farlo funzionare. A dirigerlo. Non si fa più pipì addosso e mica non se la fa perché sa che quello si chiama pisello. Molto prima che arrivasse l’uomo delle parole l’uomo già non si pisciava più addosso. Come vedi la parola l’ho usata solo per raccontare. :o)
 
Haashim
Haashim il 07/11/05 alle 15:11 via WEB
Però attraverso le parole è possibile conoscere una persona. Se così non fosse, gli psicologi sarebbero degli sprovveduti, quando propinano i propri test. Così anche quelli che selezionano il personale. Inoltre, è certo vero che l'uomo mangia, beve, copula alla stessa maniera degli scimpanzè, ma il dono della parola ci differenzia. E la stessa obiezione che mi muovono alcuni ragazzi: ma noi senza sapere questo concetto potremmo vivere lo stesso, cosa cambia? Cambia e molto miei cari; in primo luogo, l'essere consapevoli, la ragione ci differenzia dalle bestie ed inoltre conoscere ci permette di compiere delle scelte consapevoli e responsabili. Mi viene anche da dire un'altra cosetta: è difficile che un cretino riesca a dissimulare la propria cretineria, soprattutto per iscritto. Di converso una persona intelligente può scegliere di rivestire il ruolo di cretino senza che gli altri se ne accorgano. E poi ci sarebbe un'altra cosa, quando ognuno di noi è portato a giudicare gli altri; a dire, ma mi aspettavo di più e di meglio. Il problema è capire "di più e di meglio" rispetto a che cosa? Non credo che la risposata possa essere questa: rispetto a quello che scrivi. Forse è più coerente dire rispetto a quello che volevo e che cerco. :-)
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 07/11/05 alle 15:32 via WEB
Ciao, hai scritto «attraverso le parole è possibile conoscere una persona», intendevi persona persona o nick? Non dimenticare che hai detto che il blog è un mondo non reale proprio perchè qua dentro ci sono solo parole. Seconda cosa, hai detto «il dono della parola ci differenzia» mi pare che sia quello della ragione a differenziarci e non quello della parola. Fermo restando che visti i risultati e considerato che razionalità dovrebbe significare non ripetere gli errori del passato non saprei se la ragione ci distingue in meglio o in peggio. Non ho paura del giudizio degli uomini ma mi vergogno del giudizio che esprimerebbero quelle che hai chiamato "bestie" se potessero farlo. Forse il vero dono che ci ha fatto la natura è quello di non farci giudicare dagli animali. Ci sputerebbero in faccia. :o) p.s.: sono d'accordo con te su una cosa, la maggior parte dei cretini sanno scrivere ma non sanno leggere. :o)
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 08/11/05 alle 00:24 via WEB
(mi intrometto nella discussione e la risposta qui di seguito é sia per Lupo che per Haashim): E’ nato prima l’uovo o la gallina? Le cose esistevano prima che qualcuno le nominasse o é il fatto di aver dato loro un nome a farle esistere come ‘cose’ separate da noi? potremmo discutere all’infinito, e restare ciascuno con le nostre convinzioni: Lupo dice che al ragionamento serve la conoscenza delle cose, e che la parola é solo un’etichetta che le cataloga. Io penso che senza parola non ci sarebbe ragionamento e quindi non potrebbe esserci conoscenza: certo, anche uno scimpanzé, adeguatamente ammaestrato può imparare che premendo un certo pulsante la scatola che gli uomini chiamano televisione si illumina e compaiono delle figure in movimento, ma nessuno scimpanzé, per quanto ammaestrato saprà mai darsi ragione del perché questo succeda, e questo per il semplice fatto che non avendo la parola, non riesce neppure a formulare la domanda da cui potrebbe scaturire la risposta che cerca. Che attraverso le parole si possa conoscere una persona, come dice Haashim beh, dipende, soprattutto, da quanto quella persona vuol farsi conoscere, da quanto é sincera, da quanto é abile con le parole. Indubbiamente, come scrivevo più sopra, il rapporto cosidetto ‘reale’ offre maggiori elementi di giudizio. Ma quello che invece é sicuro é che con la parola si può interagire, si può dialogare, comunicare, e , come dice Hotel Mandovi, lanciare quel quack quack che significa : io sono qui, tu ci sei?
 
     
Haashim
Haashim il 08/11/05 alle 14:54 via WEB
Mi associo alle parole Lilith e mi taccio. ciao :-)
 
AMARC0RD
AMARC0RD il 10/11/05 alle 10:48 via WEB
la parola solo letta o solo udita, per forza di cose è un'interpretazione del lettore uditore, e si può solamente interpretare confrontandola con il proprio conosciuto, la propria esperienza, ed è una realtà soggettiva --- chi esprime scrivendo, è un altra realtà ancora ---- entrambi, sono spicchi di realtà, e come tutti gli spicchi devono esser reinnestati per dare la visione, l'odore, il sapore, il tatto, il gusto, la percezione totale del frutto intero ......
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 12/11/05 alle 08:04 via WEB
nella realtà cosidetta 'virtuale' dei blog, la parola é il mezzo con cui stabiliamo realazioni con le persone: persone reali quelle che scrivono, persone reali quelle che leggono. :) ciao, buona giornata
 
isotropico
isotropico il 10/11/05 alle 19:23 via WEB
Naturalmente non posso che confermare quanto ho già scritto. Mi pare però che lupopezzato non abbia capito bene quello che io intendevo dire: io non volevo dire che le parole VENGONO PRIMA delle cose, perché naturalmente non è sempre vero. La fame si fa sentire anche se non la chiamiamo fame, o se la chiamiamo in un altro modo. Quello che volevo dire è un'altra cosa: noi non veniamo a contatto con le cose in sé, vuoi per il Velo di Maya, vuoi per qualsiasi altro motivo; quindi per noi il mondo non è un insieme di cose, ma una rete di significati, che legano le cose tra di loro e soprattutto noi alle cose. Le parole non sono soltanto i veicoli di quei significati, ma per molti versi SONO quei significati. Ovvio che se dico "Ho fame" non sto facendo molto più che "raccontare" a parole un concetto: ma è diverso usare le parole per dire "M'illumino d'immenso": ecco, io credo che "M'illumino d'immenso" siano delle parole che CREANO una cosa, o per lo meno PERMETTONO a questa cosa di esistere in mezzo agli uomini. Non è un semplice raccontarla. Le parole non servono solo a dire che si ha fame o che si ha sonno. Bene. Chiarita questa cosa, mi sembra un po' affrettato concludere che "il blog è quanto di più reale si possa immaginare". Perché è vero che con le parole si producono i significati delle cose: ma non è detto che questi significati siano necessariamente aderenti a quanto quelle cose siano effettivamente nella realtà. Raccontando una cosa abbiamo il potere di inventare, anzi, dirò di più: raccontando una cosa non possiamo fare a meno di inventare. Ognuno di noi è un personaggio, consapevolmente (vd. polysyrene o isotropico) o meno (quasi tutti). Il fatto è che le parole sono filtri distorcenti, e quello che mostriamo è diverso da quello che siamo. Questa cosa, secondo me, è inevitabile. Poi naturalmente per alcuni le parole sono dei filtri minimi e trascurabili, e la loro personaità si trasmette comunque intatta attraverso di esse. Quindi in sostanza il discorso è così: noi non abbiamo le cose, ma abbiamo le parole per dire le cose; però, quando diciamo le cose, sbagliamo a dirle; quindi i nostri rapporti sono sorretti da una serie di sbagli e di fraintendimenti, pur minimi e spesso trascurabili. Però, scava scava, ci sono sempre, non possiamo levarli. In un blog viene fuori spesso una parte di noi molto più intima e privata, che altrimenti magari non si conoscerebbe: tuttavia viene fuori distorta e non proprio uguale a com'è realmente; a questo si aggiunga che gli altri la recepiscono in modo ulteriormente distorto, vuoi perché non ci si conosce di persona, vuoi perché le parole sono un filtro più potente rispetto ai gesti, agli sguardi, ai toni della voce. Quindi, tecnicamente, il rapporto tra blogger è più FINTO di un rapporto tra persone vere, perché è un rapporto tra NICKNAME e non tra persone. Io non credo che dietro ai nickname ci siano delle persone: i nickname sono dei nickname, e sono cose diverse dalle persone. Io con tutti voi ho a che fare in quanto nickname, e vi considero in quanto nickname. Se vi conoscessi di persona vi considererei come persone E come nickname, e io sarei per voi una persona E un nickname. Ma comunque un nickname. Tuttavia c'è da dire che attraverso i blog si ha l'opportunità di scambiare qualcosa di più grande e più bello di quanto si possa fare di persona: allora in questo senso il rapporto di condivisione è PIU' VERO di quanto avvenga di persona (per verità io non intendo verosimiglianza, sia chiaro). Non sono ancora riuscito a fare un bilancio tra le due cose.
 
 
isotropico
isotropico il 10/11/05 alle 19:28 via WEB
Mi sono espresso male in una frase: "Io non credo che dietro ai nickname ci siano delle persone". Lo credo, eccome: ovvio che ci sono, per carità. Però io ho a che fare con i nickname, e non con le persone. Il motivo è semplice: il personaggio che ha come nome il nickname è diverso dalla persona che ha inventato il personaggio e il nickname.
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 12/11/05 alle 08:55 via WEB
E’ evidente che l’affermazione "il blog è quanto di più reale si possa immaginare" voleva essere una provocazione per coloro che sostengono che il blog non sia vita reale. Sul fatto che ognuno di noi sia un personaggio, in modo più o meno consapevole, sono assolutamente d’accordo, ma non lo siamo solo qui dentro: anche nella vita di ogni giorno, ciascuno di noi, più o meno consapevolmente, recita una serie di ruoli, come ho cercato di dire nella risposta al commento di polystyrene. E in ogni ruolo siamo noi, ma non lo siamo in modo completo: quando incontro il dott.xy nel suo studio, la persona con cui ho a che fare non é la stessa che il dottor xy é quando va allo stadio a vedere la partita, o quando discute con l’idraulico che gli deve rifare il bagno. Voglio dire che il ruolo che di volta in volta recitiamo fa uscire solo alcuni aspetti di noi e non tutti, e che lo stesso accade qui nel blog. Non sono invece d’accordo con la tua affermazione che ‘il personaggio che ha come nome il nickname è diverso dalla persona che ha inventato il personaggio e il nickname’. Una persona può anche inventare un personaggio, ma nell’inventarlo non può NON metterci cio’ che lei é; poiché é al tempo stesso autore e interprete del personaggio, non credo che quel personaggio possa del tutto essere ‘ALTRO’ da ciò che la persona é. In un modo o in un altro, attraverso quel personaggio la persona si rivela e si manifesta per quello che é. :) ciao, grazie per il tuo intervento, e buona giornata
 
     
isotropico
isotropico il 12/11/05 alle 14:23 via WEB
Sono molto d'accordo riguardo ai ruoli che una persona ha in diverse occasioni di rapporto con gli altri: il blog è una di quelle tante occasioni, e non è meno finta. Magari si è più se stessi scrivendo in un blog che con il camice del medico addosso, tanto per citare il tuo esempio. Per quanto riguarda il rapporto autore/personaggio, non dico che le due persone sono del tutto diverse: dico che non sono perfettamente uguali. Ovvio che ogni personaggio è imboccato dal proprio autore: ma come prima abbiamo detto che si è diversi in situazioni diverse, così anche nel blog ci si mostra in una versione (magari solo leggermente) sfasata rispetto a quanto si è realmente. A questo punto la domanda è: "Se ogni voltra ci si mostra per qualcosa di leggermente diverso, cosa siamo per davvero noi?". Se siamo qualcosa solo in relazione agli altri (come tenderei a pensare io) allora non esiste un vero e proprio concetto assoluto di "noi-stessi-come-siamo-davvero": ma questo è un pensiero un po' pirandelliano, forse un po' forzato.
 
     
HotelMandovi
HotelMandovi il 13/11/05 alle 11:27 via WEB
moltissimo forzato, scusa se insisto, non ce l'ho con te ma con il concetto, per me indigeribile... contemporaneo di pirandello, ma precedendo di pochissimo con le proprie le date di pubblicazione di luigino, un misconosciuto (spesso persino ai filosofi di mestiere) filosofo-scrittore spagnolo, tal Unamuno, non solo sosteneva con asssoluta incoerenza-anche di vita- la "coerenza dell'incoerenza"(e così mi ha conquistata) ma molto prima della scuola di palo alto & co. indagava il concetto di "noi-stessi-come-siamo-davvero" e parlava di juan e tomàs che si incontrano, e ad incontrarsi sono almeno sei persone diverse: juan come crede di essere, juan come tomàs crede che sia, juan come realmente è e solo Dio lo conosce, tomàs come crede di essere, tomàs come juan crede che sia, e tomàs come realmente è e solo Dio lo conosce. ma la cosa spettacolare è che più tardi aggiungeva, Unamuno, che poi quello che conta realmente è il "sogno di sè" che ciascuno può avere, il sè verso cui tendere, il sè sognato e costruito lentamente. e insomma a mio avviso, se un blog non è una fuga da sè ma fa parte del mio sogno di me è cosa sana e buona, altrimenti è mistificazione.
 
stilograficanera
stilograficanera il 27/01/06 alle 23:55 via WEB
Difficile sapere quello che è vero da quello che non lo è. Difficile sapere se quello che si scrive è quello che si pensa. Difficile sapere se si esiste o si è di passaggio. Difficle sapere se ci sarà un domani. Il Blog sembra essere come la vira di tutti i giorni, ma più legata ai sogni.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

ULTIME VISITE AL BLOG

Fajrliberantemiki23redlilith_0404campcassetta2MARIONeDAMIELsabrina.santafedeLess.is.moreHaashimocchiodivolpe2ossimoratheothersideofthebedmariomancino.m
 

ULTIMI COMMENTI

.
Inviato da: MARIONeDAMIEL
il 24/04/2021 alle 22:24
 
La vita è un male immaginario con effetti collaterali...
Inviato da: cassetta2
il 27/07/2020 alle 15:44
 
:)
Inviato da: occhiodivolpe2
il 03/04/2020 alle 08:30
 
.
Inviato da: occhiodivolpe2
il 28/04/2017 alle 11:18
 
.
Inviato da: occhiodivolpe2
il 21/04/2014 alle 08:49
 
 
ARCHIVIO DEI POST
'05'06'07'08'09
gen-xxx-
febxxxx-
marxxxx-
aprxxxx-
magxxxx-
giuxxx--
lugxxx--
agoxxx--
setxxx--
ottxxx--
novxxx--
dicxxx--
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 
 website counter
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963