A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°326 pubblicato il 03 Novembre 2008 da lilith_0404
La notizia mi è capitata sotto gli occhi ieri mattina, girando in rete, e un senso di sgomento mi è calato addosso. Non smetto di pensarci, non posso capacitarmi che sia successo davvero, e che centinaia di persone abbiano potuto restare inerti ad osservare accadere questo fatto senza esserne inorridite, senza tentare di opporvisi. Una scena che sembra uscita pari pari dal romanzo ‘Il cacciatore di aquiloni’, e ricordo il senso di angoscia che mi aveva pervaso quando lo lessi, ma, mi dicevo, è solo un romanzo, una invenzione dell’autore per costruire la sua storia. Ma Aisha non era il personaggio di un romanzo. Aisha era una bambina di tredici anni, qualcuno ha avuto l’ipocrisia di sentirsi tanto giusto da scagliare la prima pietra contro di lei, e poi la seconda e la terza, e poi ancora e ancora decine di altre, fino ad ucciderla. Aisha è morta per mano di coloro a cui aveva chiesto giustizia, e sono talmente disincantata e prevenuta da pensare che potrebbero averla uccisa proprio per coprire la loro stessa colpa, per eliminare per sempre chi avrebbe potuto accusarli dello stupro di cui era stata vittima. Non riesco a farmene una ragione e se un Dio esiste, prego e spero che là dove non può arrivare la giustizia degli uomini, possa arrivare la giustizia divina e che nessuna pietà ci sia per loro, perché essi non hanno avuto pietà per Aisha |
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Ancora una volta, per un tribunale di uomini, il colpevole da punire non è il criminale stupratore ma la donna (bambina) che è stata violentata. Ad orrore si aggiunge altro orrore … ed è un grande orrore quello che provo. Anche qui il termine giusto è femminicidio. La violenza fatta ad Aisha è violenza fatta a tutte noi donne … una violenza che resterà viva nella nostra memoria perché ogni donna che subisce violenza siamo noi. L’elenco, purtroppo, è lunghissimo.
Trovo disgustoso che alcuni di questi luoghi vengano definiti incivili ed altri no.
Trovo ancora più disgustoso che in alcuni di questi luoghi si possa essere condannati a morte per adulterio così come si possa essere condannati a morte per omosessualità.
Trovo altrettanto disgustoso che in certi luoghi, vicini vicini a noi, si possa essere discriminati e condannati per omosessualità.
Tutti portiamo ancora l’anello al naso anche se non lo mostriamo.