Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Chi fra noi kapò, chi vittima sarà ?

Post n°77 pubblicato il 30 Gennaio 2006 da lilith_0404

Seguivo ieri sera in televisione uno speciale del telegiornale, in cui sopravvissuti di Auschwitz intervistavano sopravvissuti di altri genocidi: una Ruandese scampata al massacro dei Tutsi, , un Armeno scampato al massacro dei Turchi, e  poi un Giapponese sopravvissuto a Hiroshima  e uno scrittore Cambogiano, e un Russo sopravvissuto ai gulag siberiani.

Mentre ascoltavo i racconti di quelle persone non potevo non pensare alla risposta che mi ha scritto Giancla56 al commento che ho lasciato al suo post 824:

"la Shoah è una cosa, ovvero il più grande genocidio della Storia. tutto il resto (i gulag, la Cina, la Cambogia, il Darfur, la Cecenia, la Bosnia, ecc...) sono ALTRO... Sottolineare le differenze non significa fare una graduatoria di chi ha sofferto di più... Significa... (evitare ) di trasformare tutto in un'indistinta galleria di episodi di ingiustizia e sofferenza che, per il fatto stesso di non saperli più distinguere, paragonare e valutare, perdono prima o poi di significato. Se tutto è uguale ad Auschwitz, Auschwitz perde di significato."

Io penso invece che proprio il voler separare Auschwitz da tutto il resto sia un modo di ‘sterilizzarlo’, un po’ come dire: ‘si, é successo ma é una cosa finita,  e non permetteremo che succeda più’.

Non é così.

Auschwitz é il simbolo tragico di una storia che si é ripetuta e si ripete .

Ben pochi di noi c’erano al tempo di Auschwitz, e ci possiamo sentire innocenti di fronte a quella colpa. Ma la Bosnia é stata solo dieci anni fa, il Ruanda é stato solo ieri.

Una frase mi ha colpito, detta da uno dei sopravvissuti di Auschwitz che parlavano nella trasmissione di cui dicevo all’inizio: diceva che le persone che hanno contribuito a far funzionare il sistema dei campi di concentramento come Auschwitz prese nel privato potevano essere considerate brave parsone, persone che amavano la propria famiglia e che cercavano di essere dei buoni cittadini. E mi é tornata alla memoria  quel verso di una canzone di Guccini che dice : chi fra voi kapò, chi vittima sarà in un lager?

Sono andata a rileggerla e ho deciso di riportarla per esteso qui di seguito, perché esprime bene quello che penso in proposito.

Cos'è un lager?

E' una cosa nata in tempi tristi, dove dopo passano i turisti,
occhi increduli agli orrori visti... "non gettar la pelle del salame!"...

Cos'è un lager?

E' una cosa come un monumento e il ricordo assieme agli anni è spento,
non ce n'è mai stati, solo in quel momento,
l' uomo in fondo è buono, meno il nazi infame!
Ma ce n'è, ma c'è chi li ha veduti o sono balle di sopravvissuti?
Illegali i testimoni muti, non si facciano nemmen parlare!

Cos'è un lager?

Sono mille e mille occhiaie vuote, sono mani magre abbarbicate ai fili,
son baracche, uffici, orari, timbri e ruote, son routine e risa dietro a dei fucili,
sono la paura, l' unica emozione, sono angoscia d' anni dove il niente è tutto,
sono una pazzia ed un' allucinazione che la nostra noia sembra quasi un rutto,
sono il lato buio della nostra mente, sono un qualche cosa da dimenticare,
sono eternità di risa di demente, sono un manifesto che si può firmare...

E un lager, cos'è un lager?

Il fenomeno ci fu. E' finito! Li commemoriamo, il resto è un mito!
l'hanno confermato ieri giù al partito, chi lo afferma è un qualunquista cane!

Cos'è un lager?

E' una cosa sporca, cosa dei padroni, cosa vergognosa di certe nazioni,
noi ammazziamo solo per motivi buoni... quando sono buoni? Sta a noi giudicare!

Cos'è un lager?

E' una fede certa e salverà la gente, l' utopia che un giorno si farà presente
millenaria idea, gran purga d' occidente, chi si oppone è un giuda e lo dovrai schiacciare!

Cos'è un lager?

Son recinti e stalli di animali strani, gambe che per anni fan gli stessi passi,
esseri diversi, scarsamente umani, cosa fra le cose, l' erba, i mitra, i sassi,
ironia per quella che chiamiam ragione, sbagli ammessi solo sempre troppo dopo,
prima sventolanti giustificazioni, una causa santa, un luminoso scopo,
sono la furiosa prassi del terrore sempre per qualcosa, sempre per la pace,
sono un posto in cui spesso la gente muore, sono un posto in cui, peggio, la gente nasce...

E un lager...

E' una cosa stata, cosa che sarà, può essere in un ghetto, fabbrica, città,
contro queste cose o chi non lo vorrà, contro chi va contro o le difenderà,
prima per chi perde e poi chi vincerà, uno ne finisce ed uno sorgerà
sempre per il bene dell'umanità,

chi fra voi kapò, chi vittima sarà

in un lager?

Commenti al Post:
ladymiss0
ladymiss0 il 30/01/06 alle 09:24 via WEB
io me mio, bentornata
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 31/01/06 alle 08:32 via WEB
:) grazie, in realtà son sempre rimasta qui intorno, sai?
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 30/01/06 alle 14:44 via WEB
Ciao, Lilith, bentornata!
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 31/01/06 alle 08:34 via WEB
:-)) se non ricordo male c'era una mezza promessa per gennaio, non é così? la proposta é sempre valida :)
 
HotelMandovi
HotelMandovi il 30/01/06 alle 15:31 via WEB
lieto rileggerti, nonostante l'argomento! :-)) argomento che a me fa venire in mente un collega a scuola che quando programmiamo le attività per il giorno della memoria, anzi, ogni volta che viene citato il giorno della memoria, salta su incazzatissimo(scusa il termine, ma lui proprio incazzatissimo salta su!) dicendo che si oppone, indistintamente, a qualsiasi attività sulla Shoah se prima non si faranno attività per ricordare anche le foibe... questa è la canzone per lui, e per quelli che hanno una memoria colorata a strisce, della serie "questo massacro mi rattrista quello no, questo vale di più quello di meno, questo è un crimine contro l'umanità, quello solo contro degli uomini"
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 31/01/06 alle 08:41 via WEB
sono cresciuta leggendo Il Diario di Anna Frank, e Se questo é un Uomo, ascoltando La canzone del bambino nel vento di Guccini... non sto affatto sminuendo la Shoah, che mi dà un senso di angoscia al solo pensarci. Ma, appunto, non so illudermi che sia una cosa finita 60 anni fa, mi accorgo che é intorno a noi, che é 'in' noi, e che in forme diverse solo perché meno gigantesche continua ad essere attuata.
 
waltzingmathilda
waltzingmathilda il 30/01/06 alle 19:38 via WEB
chi fra voi kapò, chi vittima sarà...penso a un film bellissimo e surreale, "train de vie", dove un intero villaggio di ebrei cerca di sfuggire alla deportazione fingendosi deportati (e nazisti) su un treno che fugge verso la frontiera. fa sorridere, storto e con brividi, quanto a un certo punto i finti nazisti si immedesimino nella parte...fino a una frontiera impossibile. ciao Lilith, bentornata.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 31/01/06 alle 08:44 via WEB
ho visto il film, e la cosa più tremenda é la fine, perché dopo tanto girare in tondo, non arrivano da nessuna parte... si, mette i brividi a pensarci :-)
 
occhiodivolpe
occhiodivolpe il 31/01/06 alle 09:22 via WEB
è vero , dal passato è dal presente sorgono terribili fatti dell ingiustizia , dell oppressione , ed è importante ogni volta saperli riconoscere , denunciarli , coltivarne la memoria per sperare che non si ripetano....ma è anche vero che la shoah appare figlia di una speciale degenerazione umana ,nn tanto e solo x le forme di eliminazione , e la crudeltà dell indifferenza.. ma per l idea di invocare un proprio diritto non più per condurre una guerra ( ! )ma per demonizzare una popolazione e legittimarne lo sterminio , come i Romani con i Sanniti , gli Yankees con i Pellirosse ... allora le coscienze non furono scandalizzate ,la shoah ha fatto nascere nel mondo la condanna per la prima volta , per questo è sacra , nn comparabile ad altre ingiustizie , e simbolo di una peversione specifica ...
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 02/02/06 alle 07:57 via WEB
Sono d’accordo con te quando dici che ‘la shoah ha fatto nascere nel mondo la condanna, per la prima volta’. Non so se sia stato per le proporzioni immense del genocidio perpetrato o se sia stato per la possibilità di documentare la cosa anche con supporti audiovisivi, che ha messo le immagini della tragedia sotto gli occhi del mondo e ha impedito a chiunque di ignorare quanto successo. Sta di fatto che nessuno più da allora in poi ha potuto dire: io non immaginavo...
 
occhiodivolpe
occhiodivolpe il 31/01/06 alle 09:25 via WEB
e bentornata ...
 
Coulomb2003
Coulomb2003 il 31/01/06 alle 16:28 via WEB
Concordo pienamente. Niente altro da aggiungere se non un bentornata.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 02/02/06 alle 07:57 via WEB
Non son mai andata molto lontano... :)
 
giancla56
giancla56 il 31/01/06 alle 22:52 via WEB
cara Lil, ho spiegato il mio punto di vista: dare alla Shoah un significato particolare non significa racchiuderla tra le parentesi della Storia come qualcosa di talmente inconcepibile che sarebbe anche irripetibile, nè distrarsi sul resto. tutto il contrario. allo stesso modo, ricordare una volta l'anno il Giorno della Memoria significa farne vuota e ipocrita liturgìa. e per spiegare questa mia opinione ho citato anche le parole di Giuliano da Empoli (che tu in parte riporti). d'altronde, nell'altro mio blog (dove pure s'è accesa analoga querelle), mi si è spiegato che Alessandro Piperno scrive di Cultura del Piagnisteo. dunque, gli stessi Ebrei hanno diverse opinioni sull'argomento. opinioni, appunto: tutte legittime, naturalmente. l'importante (e non parlo certo per te) è che dietro certe critiche al Giorno della Memoria non si nasconda qualcosa di diverso e di non detto: noia, disinteresse, un voler sminuire o, addirittura, un voler negare. questo sarebbe grave. e témo che per molti sia, purtroppo, così. ciao. :)
 
 
giancla56
giancla56 il 31/01/06 alle 22:54 via WEB
errata corrige: "allo stesso modo, ricordare una volta l'anno il Giorno della Memoria NON significa farne vuota e ipocrita liturgìa." mi sono incartato. succede. :)
 
 
giancla56
giancla56 il 31/01/06 alle 22:59 via WEB
PS: non ho postato tutto l'articolo di Da Empoli, ma egli spiegava come la Shoah sia stato anche "tecnicamente" l'archétipo del genocidio. paragonabile, forse, solo al Rwanda. :)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 02/02/06 alle 08:04 via WEB
credo che chi ha vissuto quell’esperienza non ne possa prescindere, il ricordo ce l'ha stampato nella memoria prima, e sulla pelle poi. Il problema se mai se lo pongono quelli che l’hanno solo sentita raccontare, siano essi Ebrei oppure no. Soprattutto se lo possono porre coloro che temono che il senso di colpa che ne consegue possa venire strumentalizzato per fini di parte. Perché, a mio parere, se é pur vero che quasi nessuno di noi c’era a quel tempo, e individualmente presi possiamo sentirci innocenti, collettivamente non possiamo non sentire un senso di cattiva coscienza.
 
mrkrip
mrkrip il 05/02/06 alle 22:40 via WEB
Sono d'accordo con la tua analisi e non avrei altro da aggiungere se non altre stragi, altre fosse comuni come tutte quelle che si stanno scoprendo in Irak ora che la guerra si sta lentamente normalizzando e che risalgono non a dieci anni fa come la Bosnia ma soltanto allo scorso anno
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 07/02/06 alle 18:30 via WEB
.. saranno i morti fatti dagli americani? Sono tanti sai? Decine e decine di migliaia. Servono fosse grandi e profonde. Cosa significa «ora che la guerra si sta lentamente normalizzando»? C'è una guerra in Iraq? A me pareva fosse un'aggressione fatta da terroristi in divisa militare! E 'normalizzando' cosa significa? Che muoiono da un lato solo? Sempre dallo stesso lato? E sempre 100 a 1? Bla bla bla...
 
   
skyblus
skyblus il 08/02/06 alle 11:08 via WEB
"La guerra si sta lentamente normalizzando"...Mio dio giò, come può si può dire una cosa così..."La guerra si sta normalizzando"....NORMALIZZANDO!??? quindi è normale che ci siano le guerre!? Mio dio che orrore....Orrore già dover accettare che esista la guerra..che esistiamo noi in guerra....Orrore già dove accettare il concetto di guerra!! Quanti secoli ancora ci vorrà perchè l'evoluzione umana non ricorrerà alla sua bestialità più interiore?...Quanti secoli ancora di cultura, arte, affinchè passi dentro i geni la bellezza della e il dono della vita e l'ìnutilità delle guerre!?...Quanti ancora?...Quanto ancora per arrivare a non dire più "è normale che ci siano le guerre"?....E' davvero ancora così accettabile tanto da far dire ad un uomo di questo secolo "ora che la guerra si sta normalizzando"...Quindi esiste ancora in noi, nella gente...parlo della gente comune...non dei potenti o dei politici, che non hanno propio niente a che fare con la "gente", esiste ancora il concetto che la guerra è accettabile?...Talmente tanto tanto che si da una scala di valore...Vale a dire: guerra giusta, guerra sbagliata, guerra da poco, guerra da molto, guerra normale...Ed normale guardare ad essa nelle sue fasi, tanto da far di re "ora che la guerra si sta normalizzando"?....Mio dio, quanti secoli ancora da percorrere per arrvare a definirci uomini liberi!
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 08/02/06 alle 13:55 via WEB
Sono d'accordo, Rita. Forse la frase che Mkrip ha scritto non era esattamente quello che intendeva, ma anche io nel leggere'la guerra si sta normalizzando' ho pensato:'é mai possibile che la guerra possa essere'normale'?
 
     
nef29
nef29 il 12/02/06 alle 12:19 via WEB
Credo che il verbo normalizzare andasse letto in chiave sociologica... e in questo senso, senza alcun giudizio di valore, come constatazione di una normalizzazione di fatto, concordo con chi l'ha utilizzato. (sempre che io abbia interpretato correttamente il suo pensiero). Mi hai fatto pensare a un libro che ho letto. Una delle cose che ho studiato e che mi ha maggiormente stravolto è un esperimento socio-psicologico piuttosto famoso (che qui citerò per forza di cose molto brevemente e superficialmente) in cui si ricreava artificialmente una situazione in cui uno scienziato ordinava a una persona di inviare una serie di scosse elettriche consecutive e di intensità crescente ad un'altra persona, che si trovava in un'altra stanza. La presenza di alcuni fattori come: un'autorità che dà un ordine (lo scienziato), il senso di deresponsabilizzazione, la non visibilità del dolore arrecato, la ripetizione del gesto ecc ecc, facevano sì che la maggioranza delle persone coinvolte nell'esperimento (persone normalissime come me e voi) spingesse quel bottone, più volte, pur sapendo di infliggere un dolore molto forte a qualcuno. Un altro esperimento che ricordo, invece, rinchiuse un gruppo di persone in un laboratorio, suddividendole di fatto in kapò e vittime, al fine di studiarne il comportamento. L'esperimento stesso venne sospeso poichè molti degli individui messi nella condizione di poter fare qualsiasi cosa ad un'altra persona, dopo un po' di tempo, perdevano il senso del limite e iniziavano a dare letteralmente di matto... insomma: secondo le ricerche sperimentali (pochissime e molto discusse, sia chiaro) siamo (quasi)tutti potenziali kapò... Cosa voglio dire? quello che è accaduto non è stato un momento di follia collettiva, un evento lontano, estemporaneo, inspiegabile... quello che è accaduto mette a nudo una parte di noi. Ci sono circostanze particolari che possono indurre persone normalissime a fare cose ignobili, quindi. E questo di fatto accadde ai tempi del genocidio degli ebrei, dentro e fuori dai lager. Io però vorrei, di queste esperienze, guardare anche a quegli individui, pochissimi, che si ribellavano alla logica dell'esperimento... quei, pochissimi, che si rifiutavano di premere il bottone. Se il contesto e una serie di fattori posso spingere a liberare il lato oscuro dell'uomo, sono però anche queste le condizioni in cui si evidenzia chi è veramente capace di resistere, di ribellarsi, di difendere i suoi fratelli... penso a chi diede la vita per nascondere Anna Frank, per esempio. La frase di Guccini dice questo, infondo: da che parte ci saremmo schierati noi?... e questo è l'aspetto più difficile da digerire, quello su cui riflettere... quello che ci mette in discussione tutti quanti.
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 13/02/06 alle 17:34 via WEB
ragionavo di questo con waltzingmathilda, in un messaggio privato: é l'essere umano ad avere in sé un lato di 'cattiveria'che lo rende capace di infliggere ai propri simili crudeltà atroci, solo che le circostanze lo mettano nella posizione di poterlo fare. E sono assolutamente d'accordo con te, quando dici che sta a noi scegliere da che parte stare:per questo nel dare il titolo al post, ho cambiato il verso di Guccini: non 'chi di VOI' ma 'chi di NOI kapò...". :)
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 08/02/06 alle 14:03 via WEB
...sempre per qualcosa, sempre per la pace...sempre per il bene dell'umanità...non lo sapevi?
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 08/02/06 alle 13:59 via WEB
come ho scritto, la storia si é ripetuta, e continua a ripetersi, nonostante le dichiarazioni e i proclami..
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 08/02/06 alle 14:06 via WEB
( lo so che contando i puntini si capisce, ma per chiarezza, le risposte sopra sono, nell'ordine, per Rita, per Lupo e per Mrkrip)
 
teneraeardita
teneraeardita il 07/02/06 alle 21:18 via WEB
Per non dimenticare. Bentornata.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 08/02/06 alle 13:56 via WEB
bastasse non dimenticare... :)
 
legs_68
legs_68 il 08/02/06 alle 18:30 via WEB
per non dimenticare, occorre avere consapevolezza e conoscenza di ciò che è necessario ricordare...penso alle scuole pubbliche in italia oggi, l'educazione alla vita e provo tristezza, non c'è cosa peggiore di kapò inconsapevole e vittima ignara, trovo sterile differenziare i vari genocidi e lager la sofferenza non può essere classificata da alcuno, grazie lilith, bacio pat
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/02/06 alle 08:55 via WEB
taanto può fare la scuola, e tanto i mezzi di informazione, quanto l'iniziativa personale.. dipende anche da noi :)
 
   
legs_68
legs_68 il 10/02/06 alle 10:21 via WEB
dei mezzi di informazione, perdonami, non ho fiducia, sulla nostra singola rivoluzione personale baso il mio quotidiano, pat
 
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