A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
Messaggi del 15/04/2005
Post n°26 pubblicato il 15 Aprile 2005 da lilith_0404
Probabilmente c’entra la mia passione per le biografie, ma ci sono post che mi piace particolarmente leggere e che leggo con più attenzione di altri, perché gettano luce su come una persona é diventata quello che é. Come il post.n.161 di Rosalux. Qui nel caso specifico c’entra anche il fatto che racconta di come ha scoperto l’amore per i libri: questo ha destato anche in me ricordi ed echi di fatti lontani, che hanno fatto si che tornassi a leggerlo a distanza di oltre un mese. Il mio primo ricordo riguardo ai libri risale alla prima elementare. Non so se i libri fossero acquistati dai genitori o forniti dalla scuola, ma sta di fatto che la maestra li aveva trattenuti tutti, e ce li avrebbe consegnati solo quando fossimo stati in grado di leggere. Ricordo ancora lo sforzo di dare un senso alla successione di segni che vedevo scritto: la parola era CIGNO : la difficoltà di riconoscere il suono dolce della C davanti alla vocale I, e il suono particolare di quel GN che doveva suonare tutt’uno, con la G che si fa dolce fondendosi nella N. Continuavo a guardare quelle cinque lettere, le sillabavo separatamente C–I-G-N-O e non mi evocavano assolutamente nulla : C, staccato I staccato G ( dura nella mia pronuncia mentale) staccato N staccato O ... assolutamente insignificanti, le riguardavo quasi sconsolata, ma che caspita é questa cosa, non vuol dire niente, e se fosse uno scherzo della maestra? Poi, d'un tratto, l’illuminazione, una immagine si forma nel cervello evocata dalla successione delle lettere scritte, il trucco era nel non tenere le lettere staccate ma nel fonderle, non C-I-G-N-O ma CIGNO : balzai dalla sedia, Cigno, maestra, é Cigno! e nella testa l’immagine del cigno della fiaba di Andersen, vista su qualche libro di fiabe, in tutto lo splendore dello sue piume bianche. Neppure il brutto anatroccolo si sentiva più fiero di sé nel ricevere l’omaggio degli altri cigni, di quanto mi sentissi io nel ricevere prima fra tutti i bambini della classe il prezioso libro di lettura dalle mani della maestra : e fu l’inizio di un amore, quello per i libri, che ancora dura. |
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