A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
Messaggi del 24/09/2006
Post n°137 pubblicato il 24 Settembre 2006 da lilith_0404
“Delle bambine del paese non ne venne neanche una. Forse era la difficoltà della strada. Forse la mentalità dei genitori”. Così scrivevano nel libro ‘Lettera a una professoressa’ i ragazzi della scuola di Barbiana. Sono propensa a credere che fosse vera la seconda ipotesi. Si era nel 1967, io a quel tempo avevo 8 anni, e più di una volta mi é capitato a quell’epoca di sentire parenti e conoscenti affermare con molta convinzione che per una ragazza andare a scuola era un ‘di più’, qualcosa che poteva esserci, se la famiglia era agiata e poteva permetterselo, ma che non era affatto necessaria. Per un ragazzo era diverso, la scuola veniva vista come il passaporto per accedere ad un lavoro migliore, meglio retribuito. Ma far studiare una figlia eran soldi buttati, dicevano, perché poi si sposa, e dietro a questa frase c’era implicito che con il matrimonio, e la maternità, ogni velleità professionale avrebbe dovuto necessariamente essere accantonata. Sembra preistoria, e invece é realtà attuale, se dobbiamo prestar fede al 'Rapporto sullo stato delle madri nel mondo 2005', pubblicato dall’associazione Save the Children, segnalata da Amoildeserto nel suo post 429 : 58 milioni di ragazze, nei paesi cosidetti in via di sviluppo, non hanno accesso all’istruzione. A giocare non solo le solite motivazioni economiche, ma anche altre, di tipo culturale, ancor più difficili da scalzare, tanto che contrariamente a quello che si potrebbe pensare non sono i paesi più poveri a detenere il poco invidiabile primato di analfabetismo femminile: nella ricca Arabia Saudita le bambine che frequentano la scuola elementare sono solo il 57% del totale. Eppure non sono solo considerazioni di giustizia verso la metà femminile della popolazione a suggerire l’opprtunità di un impegno dei governi a favore dell’alfabetizzazione femminile. Specialmente in quei paesi dove il ruolo della donna viene maggiormente circoscritto alla funzione materna, credo che si dovrebbe riflettere su quello che é scritto nel rapporto che ho citato sopra: “ Una madre analfabeta ha gravi svantaggi, al pari dei suoi bambini. Madri che non hanno frequentato la scuola hanno maggiori probabilità di essere povere, di avere gravidanze più precoci e più ravvicinate, di avere un più elevato tasso di morte per parto e di mortalità infantile, di essere meno informate sulla [...] prevenzione dell’Aids, e meno preparate a prendersi cura della salute e del benessere dei loro bambini”. Come dire che il benessere dei figli passa anche attraverso una adeguata preparazione culturale delle madri.
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