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dei santi e di Gesù

Post n°489 pubblicato il 23 Settembre 2011 da ormalibera
 

Cosa abbiamo fatto di Gesù e dei Santi?! Li abbiamo messi su di un altare e resi impotenti. Il vincitore che sale sul podio è solo. Tutti applaudono ma il podio è lontano da chi applaude. Non è più uno di noi, è uno che si è sollevato e staccato dalla "massa", divenendo irraggiungibile. Paradossalmente tendiamo a isolare e riporre lontano dalla nostra portata anche i "mostri assassini", i folli. Messi lontano, isolati, non corriamo il rischio di dover vedere "loro", santi e demoni, dentro di noi. Tenendoli a distanza, i Grandi Esseri Spirituali su un altare e i demoni catalogati sotto "psicopatici", ci sentiamo al sicuro. Nessuna minaccia viene a turbare il nostro gioco quotidiano. Gesù non intendeva salire su di un altare. Non voleva creare alcuna religione. Spingeva a divenire tutti come Lui, non servi fedeli ed ubbidienti. Quando il cristiano si impone di seguire le orme di Gesù sta creando un fantoccio. Nessuno può seguire nessuno, a meno che si trasformi in  un burattino, un soldatino ammaestrato che non pensa, non ragiona, non fa altro che obbedire agli ordini. Per rendere il passaggio di Gesù valido, su questa terra, occorre avere una meta soltanto: divenire come Lui. Se siamo tutti Figli di Dio, tutti particelle provenienti da un Unico allora non dobbiamo imitare nessuno, dobbiamo divenire ciò che siamo. Coloro che si sono spinti a divenire Figli di Dio sono sempre stati visti con sospetto, denigrati, umiliati, combattuti. Salvo, poi, una volta morti, a riporli, in simulacri di gesso o bei dipinti, su di un altare. L'altare è lontano, l'altare non è per noi. Non è alla nostra portata. E' irraggiungibile. Nessun santo intendeva finire lì o nella nicchia di una cattedrale. Nessuno. Se davvero di santo si trattava, se davvero era riuscito a realizzarsi, non poteva che rifiutare, aborrire qualsiasi altare. Ma la chiesa li teme, la gente li teme. Se entri nella consapevolezza non sei più in grado di giocare. Il gioco non ha più lo stesso gusto, è meno intrigante, non è più accattivante. Pregano, i fedeli pregano. Hanno paura. Temono il loro gioco, temono ciò che creano. Temono ciò che intendono sperimentare. E arrivano persino a mercanteggiare, a offrire qualcosa in cambio di ciò che credono di volere. Forse mi sto sbagliando ma è solo quel che vedo. Mi sono fermata anch'io, un tempo, davanti ad una statua a pregare ma ora mi rendo conto che lo facevo perché credevo fosse il modo giusto di fare, visto che lo facevano quasi tutti. Solo moltissimo tempo dopo ho compreso che la preghiera vera è altro. L'incontro con la Spiritualità avviene in altro modo. E non è quel che mi è stato insegnato. E' immensamente più potente, più grande, più bello. E' l'Amore, è la Ricerca, è la Richiesta, è Trovare.

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Commenti al Post:
liliasansone
liliasansone il 23/09/11 alle 22:56 via WEB
Ciascuno di noi cerca Gesu'come e dove vuole, e se lo si cerca veramente Lui si fa trovare.C'e' chi desidera un momento di raccoglimento comunitario,e' un desiderio legittimo, ed e' nella comunita' "vera" che si percepisce forte la presenza dello spirito. Mia cara, a prescindere da ogni cosa, ciascuno trova quello che vuol trovare. Buonanotte
(Rispondi)
 
ormalibera
ormalibera il 23/09/11 alle 23:20 via WEB
Giustissimo, ma non era questo il senso del mio post. Era intimo, era l'approccio al mondo spirituale. Vi è una immensa ipocrisia che molti neppure riescono a percepire. Ciascuno è libero di fare quel che vuole, e ci mancherebbe altro! in un mondo che Dio stesso ha concesso libero. Ma la conoscenza è altro. Per tutta la vita io l'ho cercata, ed ancora la cerco. Quel che ho scritto è ciò che oggi riesco a vedere. Non c'è stata chiesa, prete, monaco, comunità che sia riuscita a farmi sentire Gesù così vicino come lo sento oggi, dopo essermi allontanata da ciò che mi impediva di avvicinarmi a Lui. Questa è solo ed unicamente la mia esperienza, niente altro. Non pretendo certo che sia accolta e seguita da altri. E' il mio cammino che qui condivido con chi ha la pazienza ed il tempo di leggermi. E se dovessi far sorgere un piccolo dubbio a qualcuno, e quel dubbio lo conducesse alla consapevolezza ne sarei immensamente felice, ma di certo non avrei alcun merito perché ogni scelta appartiene a chi la fa. Un sorriso ed una buona notte
(Rispondi)
ninograg1
ninograg1 il 23/09/11 alle 23:59 via WEB
e come si fa a commentare? premetto che non sarò breve quindi sei autorizzata a cancellare il commento, non me la prendo, ok? a mio parere una cosa è la ricerca della conoscenza altro è il "credere" in un qualcosa.... la prima afferisce alla realtà effettuale e la sua percezione da cui discende la capacità di modificarla se se ne hanno i mezzi culturali e tecnici; altra cosa é invece il mito e la ricerca della spiritualità che è la cosa che caratteriza il genere umano in particolare perché da quando è sceso dagli alberi ha sempre cercato di mitizzare il mondo che aveva davanti agli occhi... man mano che si evolve il genere umano, e procede la sua conoscenza del mondo, ha contestualizzato e razionalizzato affinando anche la parte cosiddetta spirituale in entità sempre più complesse e astratte nelle quali rispecchiare le proprie aspirazioni e visioni...... il problema è nato quando ha tentato, distorcendo l'orizzonte, di imporre ad altri la propria visione e spiritualità ritenendola "vera e rivelata" rispetto a quella altrui...... assolutizzando commetteva l'errore madornale di superare il confine fra orizzonte spirituale e fede rivelata che è altro..... non so se risponde perfettamente al post ma mi ha dato questa visualizzazione che ti ho esposto con la quale puoi essere d'accordo o meno, non c'è problema non sono portatore di verità ma solo di dubbi!!!!
(Rispondi)
 
ormalibera
ormalibera il 24/09/11 alle 09:01 via WEB
Grazie di questo commento, bellissimo. Hai espresso molto più semplice e chiaro quel che a volte io esprimo in mille parole. Ritengo la tua descrizione giusta e validissima. Aggiungo solo una piccolissima nota. Difficilissimo da esprimere e far comprendere, almeno così credo. Il mio cammino mi ha portata a rendermi conto che quel che viene definito "spiritualità" in realtà è di una concretezza incredibile. Per spiritualità sto intendendo quel "quid" che è dentro ciascuno di noi e che permea l'universo. Non trattasi di cosa astratta in cui credere. Infatti io non credo quasi più a niente, ho sperimentato ed è ben altro. So che a volte temo di poter essere definita e sentirmi pazza, ma questa è la mia esperienza. Non una divinità su di un altare ma una Divinità presente oserei dire quasi tangibile. Per non essere troppo prolissa in un commento cercherò di farne un post, grazie, sei uno specchio molto pulito un sorriso
(Rispondi)
 
 
ninograg1
ninograg1 il 24/09/11 alle 10:56 via WEB
da che io ricordi non ho mai avuto un credo, pur apparenendo a una famiglia cattolica io non ho mai sentito la necessità di credere: perché non lo so però è così.. difficilissimo da spiegare. una cosa però me la sento di dire: quando cercano d'impormi un credo e le sue conseguenze m'inkazzo perché la ritengo una violenza.
(Rispondi)
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Solo dopo che l'ultimo albero sarà stato abbattuto.
Solo dopo che l'ultimo fiume sarà stato avvelenato.
Solo dopo che l'ultimo pesce sarà stato catturato.
Soltanto allora scoprirai che il denaro non si mangia
 

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