dino secondo barili
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GIANFILIPPO E DELFINA racconto (646) di Dino Secondo Barili
9 GIUGNO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 9 giugno 2014 – Lunedì 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
646
I racconti di Pavia
Gianfilippo e Delfina
Che cos’è un desiderio? E’ un sentimento di ricerca…che a volte dura anni. Almeno fino a quando tale desiderio/bisogno (perché di bisogno si tratta) non viene soddisfatto. Questo era appunto ciò che provava, un anno fa, Gianfilippo, un gagliardo cinquantenne, Commercialista a Milano, abitante a Pavia. Un anno fa… al compimento del suo cinquantesimo compleanno, aveva preso una decisione. Avrebbe, finalmente cercato la donna del cuore, la donna alla quale aveva pensato per tutta la vita. Fino a cinquant’anni, infatti, Gianfilippo si era dedicato al lavoro, anima e corpo. A Milano si era fatto la fama di Professionista serio e capace. Aveva organizzato un suo Ufficio di venti impiegate che avevano occhi e orecchie solo per lui, il Capo, il Dott. Gianfilippo. Questi, però, quando tornava nella sua casa a Pavia era solo… Solo nel suo lussuoso Attico affacciato sul fiume Ticino. Anche a Pavia, Gianfilippo aveva fatto le cose in grande. Più che un Attico, il suo lussuoso appartamento (ad una spanna dal cielo) sembrava una “reggia”(quadri ed opere d’arte di ogni genere)… e Lui, Gianfilippo, il Re… il Re Sole. A cinquant’anni, quel sentirsi soli, cominciava a pesargli. Un anno fa, cercava in tutti i modi di tornare tardi alla sera… e di partire presto al mattino… così (pensava il cinquantenne) per limitare il disagio. La verità, però, era un’altra. In Ufficio aveva assunto una nuova impiegata, La Dott. Delfina, trent’anni, alta, bionda, capelli lunghi che le inondavano la schiena, occhi azzurro mare… e gambe da fine del mondo. Il Commercialista Gianfilippo era ossessionato dalla gambe… Se non fosse stato perché era il Capo, il Professionista serio ed affermato, l’uomo che aveva sempre una risposta pronta, precisa, tecnicamente perfetta… avrebbe passato il suo tempo ad adorare… le gambe. L’essere Capoufficio, Capo “Assoluto”, il Responsabile di tutto… gli imponeva un inflessibile autocontrollo. Anzi, di più… perché, da quando la Dott. Delfina era entrata in Ufficio aveva sempre gli occhi addosso di tutte le venti impiegate. Bastava che Delfina rivolgesse lo sguardo al Dott. Gianfilippo …e tutte le venti impiegate erano su lei… come faine pronte a sbranarla se avesse fatto un passo falso. Anche il Dott. Gianfilippo sentiva di essere osservato. Era già accaduto dieci anni prima. Allora aveva quarant’anni. Aveva preso il discorso alla leggera con una nuova impiegata, Celestina… e si è visto rivoltare contro tutte impiegate dell’Ufficio. E Celestina, la nuova impiegata, era stata costretta a dare le dimissioni e andarsene. Ora, se il Dott. Gianfilippo voleva tenersi la Dott. Delfina non doveva sbagliare. Inoltre, Delfina era il tipo di donna che il cinquantenne aveva sempre sognato e desiderato. Un anno fa, il Dott. Gianfilippo, dopo aver assunto la Dott. Delfina, aveva cominciato ad avere un sogno ricorrente. Appena si addormentava nel suo lussuoso Attico, iniziava il sogno… Veniva svegliato da un rullo di tamburi. Davanti ai suoi occhi appariva una processione… Un interminabile susseguirsi di cavalli e carrozze… dame e cavalieri. Alla fine …su lussuosa carrozza scoperta trainata da quattro cavalli bianchi, vistosamente bardati a festa…c’era Delfina, splendida, spavalda, seducente. seduta su uno scranno d’oro. La Dott. Delfina… aveva un elegantissimo abito trasparente (si vedeva tutto o quasi). A quel punto il Dott Gianfilippo si svegliava di soprassalto…sudato e con un cerchione alla testa. Una, due, tre… cinque, sei, sette notti… tutte di seguito, sempre lo stesso sogno. Il cinquantenne cominciò a preoccuparsi. Aveva desiderato una donna, alta, bionda, capelli lunghi spioventi sulla nuda schiena, occhi azzurro mare, gambe da fine mondo… ma non così. Non come nel sogno (anche se ricorrente). La donna, Lui… Gianfilippo la voleva vera…in carne ed ossa… che parlava. Cosa fare? L’unica persona che poteva aiutarlo era il Dott. Felice, lo Psicologo più “in voga” di Milano. “Dott. Felice non ce faccio più. Ho un sogno ricorrente che mi perseguita…” E giù a raccontare il sogno nei minimi particolari. Il Dott. Felice aveva una risposta per ogni domanda e per ogni situazione. “Dott. Gianfilippo, per il suo caso non c’è che una soluzione: farsi crescere i baffitti…” Il Commercialista rimase scioccato. Pensava ad uno scherzo. “I baffitti? E perché? Io non ho mai portato i baffetti in vita mia. Li porto adesso che ho cinquant’anni?” – “E, si”-rispose candido il Dott. Felice – “La donne sono speciali nel riconoscere un “rubacuori”. Quando? Quando a cinquant’anni… un uomo si fa crescere i baffetti neri tipo Clark Gable… Le sue impiegate lo condanneranno perché ha perso la testa per una donna. Con i baffetti sarà un altro uomo, un “latin lover”, un avventuriero. In quel caso avrà campo libero per lanciarsi alla conquista della Dott. Delfina, alta, bionda, occhi azzurro mare, e gambe da fine del mondo… Le sue impiegate l’inciteranno nella conquista della sua Rossella O’Hara. Delfina, intanto, non vedrà l’ora di considerarla il suo Eroe… l’uomo dagli irresistibili baffetti da rubacuori.” Gianfilippo fece come suggerito dal Dott. Felice. In breve tempo si fece crescere dei baffetti neri, speciali. Le sue impiegate la presero come un affronto. Come uno schiaffo. Delfina si sciolse come neve al sole. Quando Gianfilippo e Delfina prendevano il sole nudi sull’Attico di Pavia, in riva al Ticino… la bionda dagli occhi azzurro mare ripeteva spesso … “Gianfilippo i tuoi baffetti neri … mi hanno conquistata … non posso più farne a meno” - Questo è il racconto 646, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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