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SILVIA E LE BORSETTE VERDI racconto (651) di Dino Secondo Barili

Post n°13963 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

14 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 14 giugno 2014 – Sabato 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

651

I racconti di Pavia / Londra

Silvia e le borsette verdi

Silvia, una splendida quarantenne, alta, bionda, occhi verdi, gambe da fine del mondo, un anno fa, ha deciso di dare una svolta alla propria vita. Quando una donna compie quarant’anni e si accorge di “non” avere mai avuto un attimo di respiro… tranne correre… si rende conto che è il momento di cambiare registro. Infatti, Silvia, correndo prima per raggiungere la Laurea, poi, per il posto di lavoro… infine per il ruolo di Dirigente di una Agenzia Commerciale di Milano…era arrivata …ad una crisi di nervi. La quarantenne, oltre a correre, cosa aveva fatto? Nulla o quasi. Nulla di ciò che avrebbe voluto fare. Avere un amore, per esempio, e farsi una famiglia con dei figli. Invece, no. Ecco perché a vent’anni aveva rinunciato a coltivare l’amicizia con Fausto, suo compagno di scuola. Fausto era uno splendido ragazzo… ma aveva un difetto. Era intelligente, aveva tanti sogni… e nemmeno un soldo. A vent’anni, i sogni abbondano (i soldi, no). La vita è una scommessa… una puntata al tavolo verde. Solo dopo che il tempo è passato tutto ritorna in mente … come in un film. Silvia, a quarant’anni si era fatto l’esame di coscienza ed aveva rivisto il film della sua vita. L’unica scena che si ripeteva all’infinito era… correre. Un anno fa, però, ha detto “basta”. Una mattina di sabato si è guardata allo specchio… e non si è piaciuta. Si è chiesta “…ed io sarei questa donna? E no. Io non sono la donna che vedo allo specchio. Quella che vedo dentro di me… è un’altra” Chiamò la sua amica Parrucchiera, Elisa, che ne sapeva una più del Diavolo, e spiegò il suo problema. Bisogna sempre avere una amica fidata. Elisa era troppo sveglia per non aver capito. Intervenne. “Silvia… ci penso io. Prima di tutto nuova acconciatura e nuovo look… poi, un passo alla volta” Dopo il trattamento… Silvia non era più la stessa donna di prima. Si era guardata alla specchio e si era vista nei panni di una nuova donna pronta a spiccare il volo. Dove? Verso nuovi lidi. Non certamente ad inacidire tra le quattro mura di un Ufficio, oppure a discutere le stesse cose cento volte. Silvia aveva ripreso a sognare. La Parrucchiera Elisa sembrava il trombettiere che suonava la carica… con una fantasia senza limiti. “Silvia ora preparati ad incontrare il tuo Pigmalione. Colui che ti farà diventare una Diva” Silvia si immaginava di trovarsi di fronte ad un uomo da far perdere i sensi. Invece, no. Si trovò di fronte a un nano, alto uno e cinquanta o poco più. Più piccolo di lei di venti centimetri. Brutto come la notte…con una macchina fotografica più grande di lui… e tre a tracolla. Si chiamava proprio Pigmalione e quando parlò, Silvia, rimase di sasso. “Fanciulla, lascia fare a me… Per te ho in tasca il contratto per un servizio fotografico per la pubblicità di una marca di borsette per donna. Non devi fare altro che seguirmi, stare ai miei ordini, fare ciò che ti dico e non chiedere mai il perché” Per una quarantenne, Dirigente di un Ufficio Commerciale a Milano, è stata come una doccia fredda. Nemmeno i suoi Capi l’avevano mai trattata cosi. Eppure, da donna avveduta, Silvia sapeva che quello era il personaggio che l’incuriosiva, l’attraeva, l’affascinava. Pigmalione aveva qualcosa di magico nelle sue parole e nei suoi gesti che meritavano attenzione e considerazione. Del resto il fotografo aveva bisogno di trasformare Silvia, “nell’oggetto del desiderio” di molte donne. Sette Capitali: Roma, Parigi, Madrid, Lisbona, Vienna, Berlino, Londra. E perché? Per un pieghevole stampato in milioni di copie. Cosa c’era di più magico? Pigmalione sapeva come fare. Silvia, chiese un mese di ferie …. chiuse la bocca e non parlò più. Voleva solo vedere come si sarebbe svolta l’avventura. Il “nanetto” aveva vinto ancora una volta. Nella sua carriera di fotografo nessuna donna aveva mai detto di no. Dopo una mese dove Silvia aveva fatto tutto ciò che le era stato ordinato… ecco il risultato. Centinaia e centinaia di fotografie una più bella dell’altra dove sullo sfondo comparivano i luoghi simbolo delle sette Capitali e Silvia… con una borsetta tra le mani. Il fotografo si era divertito a ritrarla nelle posizioni più originali, nei momenti più impensati. Per esempio… mentre osservava una borsetta verde. Cosa aveva di magico quella borsetta? Si sarebbe potuto scrivere un libro sulle emozioni che quella borsetta esprimeva. Un mese dopo, però, era tutto finito. Pigmalione ha “tirato le somme” presente Elisa. Parlò. “Silvia, sei stata brava. Hai fatto tutto ciò che ti ho ordinato in modo perfetto e questo è il risultato. Ricordati una cosa. Questo è il ricordo che rimarrà di ciò che è stato un mese nelle sette Capitali più belle del Mondo. Potrai sempre rivedere te. La vita, però, è vita …La vita continua giorno dopo giorno. Se vuoi immortalare te stessa e dare un senso alle fotografie delle borsette… dipende da te. Dalla tua voglia di vivere… Domani, io Pigmalione, partirò con una nuova Silvia… perché questo è il mio mestiere. A te non resta che innamorarti di un uomo splendido. Ho voluto farti una sorpresa. Questa sera sarai mia ospite al Ristorante delle Sette Leghe. Oltre a me, Elisa e te … ci sarà anche il Dott. Goffredo… il cinquantenne che mi ha ordinato il servizio fotografico. Quello che accadrà questa sera …dipende tutto da te”. Nessuno dei tre parlò. (I lettori di questo Blog, ormai abituati ai colpi di scena… possono immaginare cosa è avvenuto quella sera stessa. Anzi, potrebbero scriverlo a commento del presente racconto). …- Questo è il racconto 651, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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