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GISELLA E IL LAGO DI COMO racconto (656) di Dino Secondo Barili

Post n°14023 pubblicato il 19 Giugno 2014 da dinobarili
 

19 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 19 giugno 2014 – Giovedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Giovedì

656

I racconti di Pavia

Gisella e il Lago di Como

Un anno fa, la Prof Gisella, trentacinque anni, bellissima, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo, era stanca ed annoiata. Le ragioni erano molte. La principale era la Scuola presso cui insegnava come Docente di Lettere. Gli studenti erano così e così. Il Colleghi non offrivano grandi interessi. L’unico risvolto positivo era lo stipendio sicuro. Inoltre, Gisella si era lasciata con il suo moroso, Il Docente di Educazione Fisica, Prof Leone. Un bell’uomo. Un quarantenne che si vedeva solo lui ed amava avere sempre gli occhi puntati su di sé da parte di tutte le Colleghe della Scuola. Per un po’ Gisella non ci aveva fatto caso. Poi, cominciò ad essere insofferente. La Docente desiderava avere accanto un uomo meno appariscente dal momento che… “morto un Papa… ne sarebbe arrivato un altro”. Accampando impegni inesistenti, fece in modo di ritrovare la propria libertà ed autonomia. Così, un anno fa, Gisella si sentiva stanca ed annoiata… ma non depressa. Anzi, sotto quell’aspetto, non aspettava altro che il momento di “spiccare il volo”… avere un altro amore. Questa volta, però… niente Colleghi… niente Scuola… Qualcosa di grande… di vero… di eccezionale. Chi è quella donna che a trentacinque anni non sogna un “amore da favola”? Del resto Gisella era una bellezza rara, di quelle che quando passeggiava per Strada Nuova a Pavia faceva girare la testa a tutti gli uomini di ogni età. Ora, però eccola, stanca e decisa a recuperare le proprie forze. Dopo la fine dell’anno scolastico Gisella si era concessa un meritato riposo nel suo bell’appartamento in Pavia, al quarto piano, con le finestre rivolte al fiume Ticino. La Docente di Lettere era talmente stanca che durante la giornata si abbandonava sul divano della sala. Prendeva un libro. Iniziava a leggere… e subito si addormentava. Un anno fa, appena addormentata, Gisella ebbe un sogno. Sognò sua nonna Donata… Il sogno era confuso. Si vedeva un Lago. Alcune montagne sullo sfondo. Sul Lago c’erano diverse imbarcazioni che si muovevano adagio… La nonna Donata, però, era ben vestita e passeggiava in un giardino stupendo in compagnia della sua coetanea Clotilde. Ed era stata proprio Clotilde a sollecitare Donata a parlare. “Di a tua nipote quello che hai detto a me” Nonna Donato non se lo fece ripetere. “Gisella… so che sei stanca ed annoiata. Non preoccuparti. Vieni qui a passare qualche giorno sul Lago di Como e vedrai che non avrai più problemi. Anzi, proprio in questo punto, nel giardino di Villa Carlotta, incontrerai l’uomo della tua vita” Al quel punto si sentì suonare il campanello dell’appartamento e il sogno si interruppe. Gisella non aveva dimenticato nulla di ciò che aveva detto nonna. Quando la Docente di lettere andò ad aprire la porta si trovò davanti il Postino con una raccomandata tra le mani. “E’ per Lei. Mi serve una firma” Gisella firmò e prima di aprirla si fece una domanda. “Prima il sogno…poi la raccomandata… sono coincidenze oppure è la mano del Destino?” La trentacinquenne aprì la busta della raccomandata. Era il Notaio Rocco che l’invitava nel suo Studio di Como per firmare alcuni documenti riguardanti sua nonna Donata. Ormai aveva deciso. Gisella, dopo essere stata a Como, avrebbe fatto una visita alla Villa Carlotta. La Villa è un luogo di rara bellezza, dove capolavori della natura e dell’ingegno umano convivono in perfetta armonia in oltre 70.000 metri quadrati visitabili tra giardini e strutture museali. Questa splendida dimora venne commissionata alla fine del 1600 dal marchese Giorgio Clerici che desiderava per sé un edificio imponente, ma sobrio, circondato da un giardino all’italiana con statue, scalee e fontane. Era proprio quello che Gisella voleva vedere con i suoi occhi. Il giorno dell’appuntamento dal Notaio in Como era un mercoledì. Splendido sole, temperatura ideale. Basta dire Lago di Como perché la mente corra al romanzo i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Gli occhi della Docente di Lettere, invece, erano puntati sui Giardini di Villa Carlotta…e quel sentiero in cui, in sogno, la nonna le aveva predetto che avrebbe incontrato l’amore… Le persone possono credere o non credere, ma i sogni premonitori hanno sempre accompagnato l’uomo nella sua lunga storia. Gisella non sapeva cosa pensare, ma alle undici del mattino, era sul quel sentiero all’interno degli stupendi Giardini di Villa Carlotta nello stesso punto in cui aveva visto in sogno nonna Donata. Non l’aveva dimenticato. C’era una fontanella e tutt’intorno fiori e piante di rara bellezza. Ad un tratto Gisella si abbassò sulla fontanella per toccare l’acqua. La stava per toccare quando vide riflesso nell’acqua la figura di un uomo…ed una voce. “No. Mai toccare l’acqua con tanti fiori…” Gisella si girò. Un splendida figura d’uomo sui cinquant’anni era davanti a lei. “Sono il Prof. Durant di una Università di Parigi… Non è mai consigliabile toccare l’acqua quando ci sono così tanti fiori in intorno. Troppo lungo spiegare il perché” Gisella rimase come fulminata. Ormai non aveva più dubbi quello era l’uomo che aveva sempre sognato. Giselle e Durant andarono a prendere un caffè al Bar. Si raccontarono tutto o quasi. Alla fine il Prof. Durant invitò Gisella nel suo Castello in Francia… sulle rive della Loira, dove c’era una fontanella identica a quella della Villa Carlotta. - Questo è il racconto 656, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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