dino secondo barili
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IL DOTT. CAMILLO racconto (666) di Dino Secondo Barili
29 GIUGNO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 29 giugno 2014 – Domenica - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
666
I racconti del benessere
Il Dott. Camillo
Un anno fa, Il Dott. Camillo, scapolo, quarant’anni ben portati, aveva deciso di mettere ordine nelle sue carte. Veramente, il suo “Studio – Biblioteca – Soggiorno” era quanto di più disordinato ci fosse sulla faccia della Terra. Lo era da sempre. Un anno fa, invece, il Dott. Camillo sentì il bisogno di mettere ordine almeno sulla sua scrivania dove si trovavano ammucchiate carte di ogni genere. Si sa che “carta… chiama carta”. Ne sanno qualcosa i “burocrati di professione” i quale sono “gli inventori delle carte”(da compilare). La carta è facile da ammucchiare… difficile da smaltire (…a meno che non si ricorra alla raccolta differenziata. Allora, basta uno scatolone… ed è tutto sistemato). Camillo era proprio in quelle condizioni. Doveva in qualche modo intervenire… decidersi. Iniziò dalle prime carte che si trovavano sotto i suoi occhi… e scoprì che non aveva ancora aperto una busta che era arrivata per posta qualche giorno prima. Il Dott. Camillo provvide immediatamente. Era la convocazione per una “cena fra coetanei del Corso di Laurea” che aveva frequentato all’Università. Nell’invito c’erano i nomi di tutti gli invitati con accanto il numero di telefono, tra i quali anche Emilia, una ex- compagna di Corso con la quale aveva avuto una relazione finita con l’esame di Laurea. Dopo aver letto e riletto l’elenco il quarantenne, decise di chiamare Emilia, la sua ex- morosa. L’avrebbe sentita volentieri. Stava per digitare il numero sul telefonino quando ebbe un ripensamento e rimandò. A quarant’anni un uomo ha alti e bassi dal punto di vista dell’umore. Camillo era proprio in quello stato. Avrebbe voluto scambiare quattro parole proprio con Emilia. Si ricordò di quando lui e Emilia si incontravano sul Ponte Coperto di Pavia…. Perché non andarci? Dopo tutto era sabato, sabato pomeriggio. La gente passeggiava per la città. Il Dott. Camillo aveva già dimenticato di mettere ordine sulla scrivania. Meglio lasciare il bell’appartamento che abitava e fare quattro passi per raggiungere il Ponte Coperto affollato di persone di ogni età. Era il posto ideale per lasciar libera la mente … e rivedere “il film dei ricordi”. Per “ricordare” non basta… “ricordare”… serve anche ritornare sul luogo dei ricordi. Il Ponte Coperto, per il Dott. Camillo era il luogo ideale. Sulla riva sinistra del fiume la città antica. Dall’altra parte Borgo Ticino, il borgo medioevale dei pescatori. Un luogo magico dove l’antiche atmosfere riemergono ad ogni passo. Specialmente lungo il fiume che scende a valle. Una delle passeggiate preferite da Emilia. Perché non tornare in quella parte della città? Il Dott. Camillo aveva deciso. Era proprio là che sarebbe andato… Camminare adagio. Senza fretta. Godere di ogni attimo per ricordare i bei momenti passati nel corso degli anni. Era la strada in cui Emilia e Camillo si fermavano per baciarsi. Ormai era fatta. Camillo camminava adagio lungo la riva del fiume. Il suo sguardo si perdeva sui tetti rossi di Pavia. Sulla facciata di arenaria di San Michele Maggiore. Sulle lisce pareti delle Torri. Sulla possente mole del cinquecentesco Palazzo del Collegio Borromeo. Un continuo su e giù sui tetti della città… Un dolce vagare tra sogni e ricordi. Ad un tratto il quarantenne si sentì stanco e voglia di sedersi. Cosa c’era di meglio di abbandonare sé stessi sull’erba molle della riva del fiume? Non esiste luogo migliore per riposare. Per chiudere gli occhi e abbandonarsi alle immagini della mente… Il Dott. Camillo si era da poco seduto… quando una barca… a motore spento si stava avvicinando alla riva. Per il Dott. Camillo è stato un colpo. Sulla barca c’era Emilia, la bellissima, raggiante Emilia. “Camillo, cosa fai tutto solo sulla riva del Ticino?” Il quarantenne cercò di darsi un contegno. Rispose con una scusa.”Stavo godendo un po’ di fresco” Emilia conosceva bene Camillo. Era il tipo che aveva bisogno di qualcuno che gli desse la sveglia. Lo tenesse sempre sulla corda, sul “chi vive”. “Dai, Camillo, so benissimo che ti stai lasciando prendere dai ricordi… Lascia perdere. Il passato è passato. Ognuno di noi deve vivere il presente. Deve correre come corre la corrente del fiume. Anzi, sai Camillo… noi siamo la corrente fiume. La corrente che va… che va e non si ferma. Ho una proposta da farti. Sto facendo un servizio fotografico per una Rivista Internazionale che si occupa di Milano EXPO’2015… perché non vieni con me a darmi una mano? Con questa barca dobbiamo raggiungere Venezia. Dobbiamo raccontare a modo nostro il viaggio di Carlo Goldoni da Pavia a Venezia quando venne scacciato dal Collegio Ghislieri perché aveva scritto una commedia sulle donne pavesi. Tu credi che Carlo Goldoni è stato sloggiato dal Collegio e da Pavia solo perché ha parlato male delle donne? Non facciamo ridere… Quella era la scusa… i motivi erano altri. Allora, Camillo, cosa dici? Vieni con me?” Il quarantenne che, qualche ora prima, voleva mettere ordine sulla sua scrivania capì che era meglio accettare. Le occasioni perdute… non tornano più. Emilia aveva un corpo bellissimo. Alta, bionda, occhi azzurri e gambe che erano un favoloso programma… Camillo prese posto sulla barca… Emilia accese il motore… e si mise a cantare… “Voglio vivere così. Col sole in fronte…felice canto… insieme a te” . - Questo è il racconto 666, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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