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TIZIANO E I CINQUANTENNI racconto (729) di Dino Secondo Barili

Post n°15178 pubblicato il 31 Agosto 2014 da dinobarili
 

31 AGOSTO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 31 agosto 2014 – Domenica - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto della Domenica

729

I racconti dell’estate

Tiziano e i cinquantenni

Il 31 agosto dello scorso anno, il Dott. Tiziano, cinquant’anni, fisico atletico, mente vivace, era in crisi. La causa non erano le ferire appena terminate… ma i suoi amici coetanei. La ragione è presto detta. Per Ferragosto, i coetanei del Dott. Tiziano avevano organizzato una rimpatriata… una di quelle riunioni che sembrano dei “giochi di società”… invece producono effetti imprevisti. Alla riunione avevano partecipato tutti i coetanei del quartiere di Pavia nel quale abitava il cinquantenne con le rispettive mogli o compagne. In quell’occasione, l’unico che non aveva una moglie o una compagna era proprio il Dott. Tiziano. Per delicatezza nessuno si era azzardato a fare la fatidica domanda… “Tiziano perché non ti sposi?”, ma tutti i presenti, uomini e donne, lanciavano occhiate interrogative come se volessero pronunciare la stessa domanda. Il cinquantenne scapolo sentiva quegli occhi addosso come fossero tanti giudici in procinto di pronunciare la sentenza. La serata era andata discretamente bene, ma da quel momento Tiziano non era il Tiziano di prima, sempre allegro e scanzonato. La prima ad accorgersi è stata la Signora Amelia, la Portinaia, una sessantenne alla quale non sfuggiva nulla. “Dott. Tiziano, da qualche giorno la vedo molto giù di corda. Cosa le successo? Lei sa che a me può dire tutto… io sono una tomba” Non era vero. Tutti i condomini del Palazzo, però, si fidavano della Signora Amelia. Con il suo modo di fare aveva combinato più di un incontro galante … che era sfociato in “un grande amore” (a detta dei protagonisti). Il Dott. Tiziano ha cercato di resistere alla domanda, ma alla fine ha dovuto “sputare il rospo”. “Signora Amelia, a Ferragosto ho partecipato alla rimpatriata dei coetanei del quartiere. Tutti cinquantenni… tutti sposati o accompagnati dalla loro dolce metà… meno uno, io. Nessuno mi ha rivolto la fatidica domanda “Tiziano perché non ti sposi?”, ma è come se me l’avessero rivolta. Mi sono sentito come Calimero il pulcino nero…” La Signora Amelia era troppo furba per affondare il dito nella piaga. Colse, invece, nella risposta il disagio di un cinquantenne che, dopo aver lavorato una vita, non era soddisfatto. Era proprietario dell’Attico in cui abitava con ogni tipo di confort… al quale, mancava la donna. La sua donna. In effetti, il Dott. Tiziano non aveva mai avuto una morosa. Le donne che attiravano la sua attenzione erano donne sposate, con marito e figli. Belle donne, ma impegnate. La Signora Amelia, ne era a conoscenza. Mai e poi mai, il Dott. Tiziano, uomo un po’ timido, si sarebbe azzardato a fare un proposta (indecente?) ad una donna sposata. Ora, però, il Dott. Tiziano era in crisi, crisi nera. Cinquant’anni, del resto, sono un rebus. Il rebus è nei capelli che diventato brizzolati, quando non cominciano a cedere. Nelle prime rughe intorno agli occhi… e tutto resto. La Signora Amelia non si lasciò sfuggire l’occasione. “Dott. Tiziano posso invitarla a cena a casa mia, questa sera?” Il cinquantenne non aveva motivo di rifiutare. Sapeva solo che la Signora Amelia era una cuoca bravissima, richiesta e consultata da tutte le famiglie del Palazzo. Il Dott. Tiziano, dopo aver accettato, cominciò a farsi dei problemi. Avendo alcune ore di tempo, pensò di recarsi al Salone di Bellezza per consigli e operazioni varie. Inoltre, si fece consigliare dal suo Parrucchiere di Fiducia, il Signor Savino, esperto in molte arti. Il Parrucchiere era stato chiaro. “Dott. Tiziano, se è invitato ad una cena a sorpresa… non si faccia mancare i fiori. Con i fiori si risolve tutto” Il cinquantenne fece recapitare alla Signora Amelia un grande mazzo di rose rosse… La Portinaia, dopo averle ricevute, si convinse che le rose erano dirette a lei come fosse il Destino. Infatti, la Signora Amelia, aveva preparato una cena favolosa. Organizzata in modo perfetto...alla quale non mancava nulla. O, meglio. Quando il Dott. Tiziano entrò nella sala da pranzo rimase un po’ male perché era solo… con la Portinaia. La Signora Amelia, però, ha precisato subito i termini. “Dott. Tiziano, ho preparato la cena per quattro persone… Lei, io…e due donne che stanno per arrivare. Le chiedo di avere un po’ di pazienza…” La sessantenne non aveva ancora finito di parlare e il campanello della porta si era messo a suonare. Entrarono due sorelle gemelle, Lidia e Viviana. Due trentenni che erano la fine del mondo. Una bionda e l’altra mora. Alte, occhi azzurri, e gambe mozzafiato. Il Dott. Tiziano, per poco non svenne. A cena si trovò di fronte le due amazzoni e non sapeva dove guardare, come esprimersi. La Signora Amelia, intanto, andava avanti e indietro per non lasciare nulla al caso. Ad un tratto Lidia ricevette una telefonata. Era suo marito che aveva dei problemi con la figlia. Ormai, il Dott. Tiziano era solo con Viviana. La cosa stava prendendo una piega decisamente piacevole. La Signora Amelia si era inventata anche lei dei problemi e cercava di lasciare sola la coppia. I due cominciarono a “limonare”. Per la prima volta il Dott. Tiziano, complice il vino della Signora Amelia, si era lanciato alla conquista della trentenne. Anche Viviana si era data da fare. Si rendeva conto che era arrivato il suo momento. Adesso o mai più. Quando il Destino vuole … non ci sono scuse. Tiziano pensò di sistemare un capello fuoriposto a Viviana… e si avvicinò alla sua bocca… Bocca già pronta a collaborare per molti e svariatissimi esperimenti… (lasciamo ai lettori di questo Blog l’immaginazione dei fatti successivi). - Questo è il racconto 729, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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