dino secondo barili
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ELISA racconto (530) di Dino Secondo Barili
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
530
Il San Valentino… di Elena
Un anno fa, all’avvicinarsi del 14 febbraio, i giornali e la TV si erano dati da fare per parlare di San Valentino e della Festa degli Innamorati. Non bastavano gli addobbi delle vetrine piene di strane confezioni di cioccolatini, cuoricini d’oro con le parole “t’amo”, proposte e regali vari… anche i “media” facevano un gran fracasso. Elena, cinquant’anni, in un primo tempo non ci aveva fatto caso. Riteneva che la cosa non la riguardasse… Poi, adagio, adagio… si sentì coinvolta. Del resto un donna a cinquant’anni è nel pieno delle sue potenzialità. Non importava che, in quel momento, fosse single. Riteneva di esserlo… ma solo temporaneamente. Michele, il suo ultimo fidanzato, da sei mesi era partito. Si era preso una “pausa di riflessione” e si era trasferito in un’altra città. Elena aveva capito che si trattava di una scusa…e che avrebbe fatto meglio a metterci “una pietra sopra”. Ora, era sola, libera come l’aria … e la Festa di San Valentino era alle porte. Cosa fare? Restare con le mani in mano o tentare di aprire qualche varco? A volte basta poco per dare una svolta alla propria vita. Chiamò la sua amica e coetanea Martina per un caffè in un Bar di Piazza della Vittoria a Pavia. Martina si rese disponibile e all’ora fissata, le due amiche, si trovarono una di fronte all’altra sedute ad uno dei tavolini dei Bar della Piazza. Siccome l’affollamento dei Bar è continuo le persone sono quasi “pigiate” una accanto all’altra. Ad Elena, però, la cosa non dispiaceva. Anzi, era un modo per sentirsi in piacevole compagnia. Martina chiese subito quale fosse la ragione dell’appuntamento. Elena spiegò il motivo. “Martina, domani 14 febbraio è San Valentino. Come sai sono rimasta sola. Michele se ne è andato e non tornerà più. Pertanto non ho alcuna voglia di farmi sangue cattivo. Ho deciso di vivere un San Valentino speciale, sopra le righe. Non mi importa dove, ma lontano da Pavia. Voglio togliermi tutte le soddisfazioni di questo mondo. Volevo chiederti se hai delle idee in proposito.” Martina, comprese il desiderio dell’amica. Sapeva per esperienza, che quando “un amore” finisce le persone hanno spesso due opposti atteggiamenti. C’è chi si abbatte e cade in depressione … e chi non vede l’ora di “inneggiare alla libertà”… e ricominciare una nuova avventura. L’amica Elena apparteneva alla seconda categoria. Cercò di essere concreta. “Elena, tutto quello che posso fare è di invitarti a passare la serata in una Sala da Ballo. Mio marito ed io abbiamo prenotato… ci puoi venire anche tu.” La cinquantenne, ci pensò e declinò gentilmente l’invito. “No, no, Martina. Ti ringrazio, ma non è genere di San Valentino che desidero vivere. Voglio qualcosa di speciale. Magari un bel viaggio sulla Costa Azzurra… in rossa Ferrari. Passeggiata sul lungo mare… Un drink tanto per creare l’atmosfera… una cenetta al lume di candela con un “fusto da fine del mondo” in uno dei Ristoranti caratteristici della costa…e poi, e poi… quel che Dio vorrà… magari una notte di fuoco, di sesso senza limiti.” Più che un San Valentino sembrava un “libro dei desideri”…Mentre Martina non sapeva più cosa dire, un elegante Signore, sui sessant’anni, seduto al tavolino accanto, si rivolse a Elena e parlò. “Signora Elena. Mi scusi se la chiamo così. Ho ascoltato tutto ciò che ha detto. Sono il Dott. Felice Franz, Regista in Francia. Mi sto occupando di una fiction per la TV. La sua idea di passare un San Valentino speciale sulla Costa Azzurra, mi piace. Se vuole possiamo partire subito sulla mia rossa Ferrari… e tutti i suoi desideri diventeranno realtà.” Elena rimase allibita. Martina per poco non svenne. Oltre tutto, il Dott. Felice Franz era un “fusto”, proprio l’uomo che Elena aveva sempre sognato. La cinquantenne decise sull’istante… “Certo che vengo… il treno del Destino passa una sola volta nella vita. Adesso o mai più. O si prende il treno quando passa… o si rimane a piedi… per sempre.” - (530)
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