dino secondo barili
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LUCREZIA ...E CARLINO racconto (826) di Dino Secondo Barili
6 DICEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 6 dicembre 2014 – Sabato - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
826
Lucrezia e … Carlino
Un anno fa, la Dott. Lucrezia, quarant’anni, single, bellissima … impiegata presso una Agenzia Commerciale di Milano, appena aveva qualche ora libera, correva in Biblioteca. Era appassionata delle vecchie storie della città. Un anno fa, durante uno dei soliti “giri” in Biblioteca, le era capitato tra le mani un giornale del 1800. Uno di quei giornali senza pretese che raccontavano la vita della città nelle minute sfaccettature. Storie di popolo … sartine, fruttivendole, ciabattini. Ed è stato proprio la storia di un ciabattino che l’ha interessata in modo particolare. Diceva il giornale … “Secondo il ciabattino Carlino abitante in via Torino, a Milano ci sono tre categorie di persone. Quelle che hanno amato … quelle che ameranno … e quelle che amano ora. Quelle che hanno amato sono nostalgiche di un passato che non c’è più. Quelle che ameranno … si illudono di sperare in un domani migliore e diverso dall’attuale. Quelle che amano in questo momento … sono le persone più fortunate … perché sono pienamente coscienti … che la vita è adesso … ora …” Lucrezia si sentì colpita da una simile opinione. Fece un breve esame della sua vita e comprese che aveva appena compiuto quarant’anni e … non era soddisfatta sul piano sentimentale. Troppe volte si era illusa di aver incontrato l’uomo ideale, ma era stata un’illusione di breve durata. Lucrezia, si rese conto che doveva fare qualcosa. Non poteva rimanere con le mani in mano ad aspettare. Cosa poteva fare? Lucrezia cominciò a girare per la città. Specialmente in via Torino, dove una volta, nel 1800 abitava il ciabattino Carlino. Ormai via Torino è pieno centro città. Di ciò che c’era nel 1800 non è rimasto quasi nulla … Un anno fa, la Dott. Lucrezia, dopo aver girovagato in via Torino, aveva deciso di fare una passeggiata in Piazza Cordusio e fare quattro passi in via Dante. Arrivata in Piazza Cordusio, però, sentì il bisogno di un caffè … Quando una persona è sola con i propri pensieri, anche entrare in un Bar per bere un caffè diventa un problema. In Piazza Cordusio c’è sempre un formicolio di gente che va da tutte le parti. Lucrezia pensò di fermarsi a guardare la gente. Il caffè poteva attendere. Ogni tanto il pensiero di Lucrezia andava al ciabattino Carlino. Doveva convenire che il passato non c’è più … e il futuro è solo un’illusione. La vita vera è quella che si sta vivendo … giorno dopo giorno. Anche per l’amore è la stessa cosa. Lucrezia fece un sospiro e si sentì di “invocare” il ciabattino Carlino … Disse a sé stessa: “Carlino … se mi senti … mandami l’amore che desidero”. Sembrava uno dei tanti sfoghi che le persone fanno per riempire il vuoto che hanno dentro. Subito dopo aver sospirato … Lucrezia, aveva deciso di raggiungere il Bar che si trovava a poca distanza … Mise il piede in una buca e per poco non cadde per terra. Per poco non cadde … perché … un bellissimo cinquantenne, che era accanto a lei, si accorse che Lucrezia stava cadendo. L’abbracciò e la sorresse … evitandole l’impatto col suolo. La quarantenne divenne rossa come un peperone. Non sapeva più cosa pensare. Si rendeva perfettamente conto che stava per cadere … e cadere in malo modo. Per fortuna, c’è stata la presa rapida del bellissimo cinquantenne il quale, non solo la salvò dall’infortunio, ma l’invitò a prendere un caffè. Per prima cosa si presentò. “Sono il Dott. Andrea … Sono contento di averla salvata da un infortunio certo e poco piacevole. Adesso, però, non ci pensi più … ci sono io” Quando una bellissima quarantenne, alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo (come Lucrezia) incontra un cinquantenne dal fascino irresistibile come il Dott. Andrea … le cose non possono più tornare come prima. Infatti, Andrea e Lucrezia gustarono il più bel caffè della loro vita. Si raccontarono le loro storie personali. Si diedero del tu … e decisero di cenare insieme. Andrea, però, aveva dei gusti particolari. Amava consumare la cena, portata da un notissimo Ristorante, nel suo Attico in un Palazzo di dodici piani nel centro di Milano. Lucrezia non poteva rifiutare una simile offerta (e non ne aveva la benché minima intenzione). L’Attico di Andrea occupava il perimetro dell’intero palazzo. Una parte era occupata dall’abitazione (da sogno) … e la restante parte da un giardino da favola. Quando Lucrezia si trovò in un simile “paradiso terrestre” si rese conto che era stata baciata dalla fortuna … e non solo. Andrea, infatti, aveva messo gli occhi su di lei e non era stato più capace di toglierli. Intanto la cena era stata l’occasione perché anche Lucrezia cominciasse a stravedere per il bellissimo cinquantenne. D’altro canto Andrea aveva tutte le qualità desiderate da una donna. La cena ha la sua importanza ed ha permesso ad Andrea di dichiarare la sua passione. “Lucrezia, dal momento che ti ho abbracciata per evitare la caduta sull’asfalto mi sono sentito stregato. Non riesco più a staccare gli occhi da te … Non so quanto tempo potrò resistere senza abbracciarti di nuovo … e baciarti” Per Lucrezia è stata una vera e propria dichiarazione d’amore alla quale ha risposto con un bacio. Infatti, la quarantenne bellissima si abbandonò tra le braccia di Andrea il quale la inondò di baci e carezze. Anche Lucrezia rispose ai baci e alle carezze e ogni tanto sussurrava Andrea … Andrea … Andrea. Il bel cinquantenne preso dalla foga volle fare un passo in più. “Lucrezia … chiamami Carlino. Così mi chiamavano quando ero bambino … per ricordare un mio antenato che abitava in via Torino” - Questo è il racconto 826, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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