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AMORE E PATURNIE racconto (337) di Dino Secondo Barili

Post n°19167 pubblicato il 27 Aprile 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

337

Amore e paturnie

Merito dei mezzi di comunicazione di massa, oppure del fatto evolutivo della specie (uomo – donna) oggi, le persone di sessant’anni … ne dimostrano quaranta… o giù di lì. Elemento principale… l’attività fisica. Oggi, tutte le persone sanno che per tenersi in buona salute occorre fare ginnastica, studiare, avere progetti di vita sana e dinamica. Ne sapeva qualcosa il Dott. Adalberto, sessant’anni, psicologo, il quale nella sua professione aveva seguito un codice ben definito. Il problema comunque, per lo Psicologo, non erano gli uomini… ma le donne. E’ noto che donne hanno un “orologio biologico” molto raffinato e quotidianamente presente: lo specchio e le rughe. Sono spesso le rughe che mandano in crisi e in depressione le donne. Il Dott. Adalberto non trovava alcuna difficoltà a parlare con gli uomini. L’attività fisica era il loro pallino… correre, camminare, andare in bicicletta e vari tipi di ginnastica. Le donne, invece, pur applicandosi molto alle corse, camminate, bicicletta e ginnastiche varie, cadono spesso in depressione. Un anno fa, a Pavia, il Dott. Adalberto ha creato un gruppo di volontariato che alle sette del mattino si riuniva lungo le rive del fiume Ticino per lunghe camminate. C’erano pure momenti di sosta e parecchi esercizi di respirazione. “L’attività fisica non basta.” – diceva il Dott. Adalberto – “Bisogna avere la mente libera da pensieri… Inoltre, è necessario avere davanti agli occhi immagini positive e cariche di piacere.” Un anno fa, il Dott. Adalberto, predicava bene, ma notava che la Signora Bruna, una bionda sessantenne, nubile, era “persa” nei suoi pensieri. Alla prima occasione in cui il Dottore si trovò solo, a tu per tu, con la Signora Bruna affrontò il problema. “Come  mai quello sguardo assente? Hai dei problemi?” La sessantenne non rispose. Accennò a qualcosa di incomprensibile. Il Dott. Adalberto non si perse d’animo. Era abituato a “sciogliere nodi”. A sessant’anni ne aveva viste di tutti i colori e conosciuto storie di ogni genere. Forse, per quello non aveva ancora trovato il tempo e la voglia di sposarsi. Da quel giorno, intanto, la Signora Bruna non si era più presentata agli incontri del Gruppo… alle sette del mattino sulla riva del fiume Ticino. Dopo qualche settimana, un lunedì, per caso, Adalberto e Bruna si incontrarono in Piazza della Vittoria. Adalberto, come Psicologo era curioso per natura. Ne approfittò subito per affrontare l’argomento. “Bruna, come mai non ti sei fatta più vedere? Ti sei offesa perché ti ho fatto quella domanda? Con me puoi parlare… è il mio mestiere…” La Signora sessantenne fece una smorfia. Si vedeva lontano un miglio che aveva bisogna di sfogarsi. “Vede Dottore…” – Adalberto l’interruppe… “No, no…cominciamo male. Chiamami Adalberto.” La Signora Bruna si sentì disarmata. Fece uno sforzo… poi riprese a parlare. “Vedi, Adalberto, tu assomigli come una goccia d’acqua, all’uomo che ho amato per dieci anni… vent’anni fa. Anche se sono nubile ho coltivato l’amore più di ogni altra cosa. Ogni volta che ti guardo in faccia, ritrovo parole, modi, atteggiamenti che mi riportano a quel tempo e quell’amore mai dimenticato. Ecco il motivo per cui non ho più partecipato alle camminate del Gruppo.” Bruna tacque come se avesse perso la voce. Adalberto, da psicologo navigato quale era, aveva capito tutto. “E cosa vorresti dire? Che non sarebbe possibile vivere e rivivere… insieme … oggi… quello che hai vissuto vent’anni fa? Secondo me, è un errore sentirsi schiavi di un passato che comunque non deve essere dimenticato o ignorato. E’ proprio nel “presente” che il passato può dare i suoi migliori frutti…” Saranno stati i discorsi, oppure la voce dello Psicologo…ma la Signora Bruna si sciolse come ghiaccio al sole. Prese la mano di Adalberto e non la lasciò più. Piazza della Vittoria a Pavia è un luogo romantico dove ogni persona sente il bisogno di stringere una mano… primo passo per scalare la montagna dell’amore e della felicità.(337)

 
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