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IRENE racconto (354) di Dino Secondo Barili

Post n°21005 pubblicato il 18 Ottobre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

354

Primo giorno di lavoro dopo le ferie…

Da che mondo è mondo … il primo giorno di lavoro dopo le ferie è stato un giorno particolare… anzi, complicato. Per Irene, trentenne, impiegata presso una Agenzia Commerciale, “ieri”…era il primo giorno di lavoro dopo le ferie. Non era ancora in Ufficio e già aveva voglia di voltare i tacchi e ritornare da dove era venuta… cioè… dal mare. Purtroppo “necessità non vuol legge”, e Irene ha dovuto varcare la porta dell’Ufficio. Salutare l’unico impiegato presente …e sedersi davanti al proprio computer… La ripresa è sempre difficile. Non bastano le pratiche che si sono accumulate sul posto di lavoro a cambiare l’umore di una persona… Irene, inventando i più disparati problemi (del computer), ha cominciato a lamentarsi con Gianfilippo… unico suo collega. “Non si possono fare delle ferie di m… come le mie. Più sfigata di me non c’è nessuno. Una persona aspetta tutto l’anno per andare in vacanza…e poi? Cosa ci trova? Niente… anzi, meno di niente…” Gianfilippo è un cinquantenne felicemente sposato, con la testa sulle spalle. Per regola, non si lascia coinvolgere molto facilmente nei problemi delle colleghe impiegate. Essendo solo in ufficio, ritenne di rispondere… per il principio della buona educazione (perché?…esiste ancora la buona educazione?). “Irene, cosa hai da lamentarti? Hai trent’anni, sei bella come un fiore, giovane come l’acqua e … single. Puoi avere il mondo ai tuoi piedi… Se ti lamenti tu…gli altri, cosa dovrebbero dire?” Si vedeva lontano un miglio che Gianfilippo stava provocando (un cataclisma)… Irene, cercò di trattenersi … ma solo per poco. Dopo alcuni secondi (regolamentari) esplose come un fuoco d’artificio. “Gianfilippo, parli tu, perché hai trovato la donna del cuore e sei felicemente sposato… Ma, pensa ad una povera “single” in cerca dell’anima gemella (maschio latino ecc. ecc.). Già ci sono pochi uomini (quelli veri… si intende). Quei pochi sembrano avere ben altre mire che allacciare una relazione stabile… Quando, poi, una donna come me incontra … o pensa di aver incontrato l’uomo della sua vita…Basta! … non farmi parlare!” Gianfilippo, ormai non poteva più far finta di niente. Inoltre, aveva annusato nell’aria… qualcosa di “bruciato”. Non poteva più lasciarselo sfuggire… “Allora, Irene, vuoi raccontare come sono andate le cose oppure devo chiamare lo psicologo.” Irene, da una parte voleva tenere per sé il suo segreto…dall’altra… si sa come sono le donne… “Il più bel segreto è quello che si racconta per primo…” Del resto il primo giorno di lavoro dopo le ferie ha bisogno di un “particolare rodaggio”… raccontare le avventure dell’estate… Irene, fingendo difficoltà si mise a raccontare. “Gianfilippo… al mare ci sono andata per avere l’incontro fatale…e l’ho avuto. In discoteca ho conosciuto un ragazzo (trentacinque anni) bellissimo, gentilissimo, educatissimo… proprio il tipo di uomo che avevo sempre sognato. Anche l’approccio è stato facile…un caffè e via. Anzi, troppo facile. Tre sere in discoteca come due innamorati. Già la seconda sera mi erano venuti dei sospetti… Mai una volta che mi abbracciasse… sul serio. Mai… una sua mano che sfiorasse i miei seni… non parliamo poi del resto. La terza sera, era la serata dei lenti, dei balli sulla mattonella… Ho pensato “forse sarà timido?”. Ho preso l’iniziativa. L’ho letteralmente trascinato sulla pista da ballo…e non l’ho mollato più… Ho cercato in tutti i modi di strusciarmi contro il suo corpo… Farlo sentire uomo. Niente da fare… Verso la fine della serata… con la pista da ballo ormai in penombra, l’uomo per il quale stavo spasimando, mi ha detto. “Esco un attimo. Ho lasciato una cosa in automobile…” Da quel momento non l’ho visto più. La quarta sera, speravo di incontrarlo nuovamente sulla pista da ballo… C’era, infatti… ma era accompagnato (e ballava)… con un altro ragazzo … ancora più “figo”…bello ed affascinante… E poi dicono che sfiga non esiste…Esiste. Esiste.” (354)

 
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