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ERMENEGILDO racconto (416) di Dino Secondo Barili

Post n°21377 pubblicato il 12 Dicembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

416

Ermenegildo

La vita è fatta di alti e bassi. Un periodo va tutto bene… un altro… così e così. Il Geometra Ermengildo, sessant’anni, non era un tipo lamentoso. Prendeva la vita “come veniva” e alla fine non aveva avuto grandi problemi. Al compimento del sessantesimo anno, però, aveva avuto una crisi. Aveva fatto il bilancio della proprio vita ..e non era soddisfatto. Gli mancava la famiglia. Veramente, le cose non stavano esattamente così. A quarant’anni aveva avuto “una fiamma”. Una collega Geometra si era proposta come “possibile moglie”. Dopo un tira e molla di qualche mese la cosa era finita in un bolla di sapone. Ora, invece, il sessantenne, si sentiva giù di corda. Aveva avuto una bella carriera. Si era fatto un bel giro di clienti e l’appartamento signorile in una zona residenziale a Pavia. Aveva accumulato una certa disponibilità… che lo metteva al riparo da eventuali momenti di crisi… Sul piano sentimentale, però, era una “frana”. Viveva nel suo appartamento …con il cane Fido, il quale risentiva degli umori del padrone. Infatti, non solo il Geometra era in crisi, ma anche Fido. Da uomo pratico, però, Ermenegildo si rese conto che era giunto il momento di rivolgersi al proprio Medico di fiducia, il Dott. Giuseppe. Il Medico di fiducia era anch’egli un sessantenne. Capì al volo le ragioni del malessere. “Geometra Ermenegildo, io le posso prescrivere un po’ di esami, ma lei è più sano di me. Lei dovrebbe prendersi una vacanza … e visto che c’è, dovrebbe prendersi anche una bella e giovane moglie. Sono le giovani mogli che risolvono i problemi esistenziali dei mariti.” Detto dal medico di fiducia non poteva essere una battuta. Doveva essere qualcosa di serio, molto serio…da prendere alla lettera. Ermenegildo cominciò a pensarci. Qualche settimana prima, in Corso Cavour a Pavia, il Geometra aveva incontrato il suo collega Gianfrancesco di settant’anni. Teneva sottobraccio, ben stretta, una bellissima ragazza (trent’anni si e no) che avrebbe potuto essere sua figlia. Gianfrancesco era pimpante come un “grillo” e aveva gli occhi che luccicavano come i fanali di una fuoriserie. Ermenegildo aveva salutato la coppia… ma non si era azzardato a chiedere chi fosse la donna (anzi, la ragazza… altro che donna!). Ad aggiornarlo ci pensò il collega Giansiro di Voghera. “Ermenegildo hai visto che moglie si è preso il nostro settantenne collega Gianfrancesco? Una donna da fine del mondo… Trent’anni si e no… una donna da far venire l’infarto… E sai come ha fatto? E’ andato in America. Un mese di vacanza… ed è tornato ammogliato…” Ermenegildo si sentì un verme. Capì che non poteva permettersi un simile lusso. Sapeva benissimo di avere sessant’anni. Di essere un Geometra affermato. Un professionista serio il quale, dopo molti sacrifici, poteva considerarsi benestante… Ma in America… in vacanza non ci sarebbe mai andato. E, meno che mai, a prendervi moglie… fosse stata anche miss universo. La notte stessa in cui il Dott. Giuseppe, Medico di fiducia, gli aveva consigliato la vacanza (e la moglie), Ermenegildo, aveva avuto un incubo. Sognò di trovarsi sdraiato sulla spiaggia… di un mare cristallino. Sulla spiaggia c’era solo lui, Ermenegildo, e la sua giovanissima e bellissima moglie… Ad un tratto si era alzata “una nuvola di mosconi” che si era messa a roteare intorno alla moglie. Il Geometra si era prodigato in sforzi sovrumani per scacciarli, ma i mosconi aumentavano e puntavano dritti dritti alle parti “sospette”. Dopo una lotta impari, Ermenegildo era caduto a terra… stremato e sfinito. Dopo un incubo di tale portata e intensità, il Geometra si recò, nuovamente dal Dott. Giuseppe per un consiglio. La risposta del Medico è stata lapidaria. “Non ho detto di andare in vacanza in America… e la moglie non deve essere da infarto altrimenti “la festa dura poco”. Ci si può fermare anche a Pavia…. Una volta c’era una canzone pavese che diceva. “Viva Pavia. Città delle belle donne… noi siamo le colonne dell’Università”. Le bellezze albergano sotto tutti i cieli…anche sotto il cielo di Pavia.” Ermenegildo capì l’antifona. Il suo pensiero andò subito dalla Rosina, sua vicina di casa, il cui appartamento confinava con quello del Geometra. Rosina aveva vent’anni meno… ma un modo di guardare che faceva intravedere … incandescenti notti d’amore… -(416)

 
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