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RENATA racconto (434) di Dino Secondo Barili

Post n°21507 pubblicato il 29 Dicembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

434

Renata

La Signora Renata, un anno fa, ha raggiunto l’età della pensione. Sola da qualche anno… il giorno in cui ha ricevuto il certificato di pensione si è messa a piangere. A sessantacinque anni, una persona ha il diritto di piangere quando e come vuole. I motivi possono essere infiniti… o nessuno. Ma una persona come la Signora Renata, la quale ha iniziato a lavorare a quattordici anni, sapeva che doveva contare sempre e solo sulle proprie forze. Dopo la “caragnata” (il pianto) del giorno in cui ha ricevuto il libretto di pensione… si è lavata la faccia. Si è guardata allo specchio…e si è detta: “Renata svegliati… la vita non è una passeggiata.” Siccome erano le dieci del mattino, la sessantacinquenne tolse tutte le tende delle finestre del suo appartamento in Pavia e si è messa a lavarle. Lo aveva fatto quasi con rabbia… per sfogare tutte le contraddizioni che aveva dentro la testa… per dimenticare tutto ciò che, nella vita, le era andato storto. Quel giorno, a notte fonda, la sessantacinquenne era ancora alle prese con le tende. Era “stanca morta”, ma non voleva fermarsi… O, meglio, voleva fermarsi… ma solo dopo aver scaricato tutto il suo disagio. All’una di notte, Renata, decise di andare a letto. Si sentì uno straccio… Aveva le ossa rotte…dolevano da tutte le parti e per ogni movimento che facesse. La mattina successiva, però, Renata si alzò sollevata, quasi serena. Si disse: “Oggi è un giorno nuovo… voglio fare tutto ciò che per tanti anni non ho potuto fare.” Si mise in ordine. Mise il vestito rosso e si recò in Piazza della Vittoria per guastare un buon caffè. La Piazza era piena di gente… persone di ogni età. Naturalmente, gli occhi della neo pensionata, andavano a finire sulle persone della sua età o qualche anno in più. Non c’era una persona che conoscesse… con la quale avesse scambiato una parola… incontrato in qualche luogo, per un qualche motivo. Le venne un nodo alla gola. “Possibile che di tutte le persone che conoscevo … sono rimasta io sola?” Preferì non darsi la risposta. Però, aveva bisogno di parlare con qualcuno… uomo o donna non aveva importanza. Dopo aver preso il caffè, lasciò Piazza della Vittoria e adagio, adagio cominciò a camminare per Corso Cavour, Strada Nuova e vie adiacenti. Anche in quel caso “non” incontrò una persona con cui scambiare una parola. Renata si ricordò che era sabato, giorno di mercato. Fece quattro passi veloci e raggiunse Piazza Petrarca. Il mercato cittadino era una “testa” unica. A fatica era possibile crearsi un varco tra la folla. Renata si sentì rinascere… In mezzo a tutto quel vociare, quei discorsi indecifrabili fatti di lingue sconosciute, si sentì meglio… come a casa propria. Tra le innumerevoli facce ne individuò una. Era Gianna, la sua compagna di scuola. Quella con cui aveva passato gli anni delle scuole elementari. Finalmente una persona con cui poteva parlare, scambiare qualche parola. Erano anni che Renata e Gianna non si vedevano. L’incontro tra le due “antiche” amiche sembrava fatto apposta per “far correre il treno della vita”. Dopo i soliti convenevoli, Gianna presentò Renata a suo fratello Goffredo. Sessantasei anni, scapolo, un fisico da atleta, una vivacità che non aveva uguali. Gianna passò subito al sodo. “Renata, mio fratello Goffredo ha un problema. Vuole andare a passare una settimana a Parigi … ma non vuole andarci da solo. Dice che a Parigi bisogna andarci in due. Possibilmente un uomo e una donna… che non si sono mai visti… e che si incontrano per la prima volta.”… Sembrava “un gioco” combinato dal Destino. Renata e Goffredo si guardarono in viso. Renata ruppe il ghiaccio. “Io, sono disponibile anche subito. Ho sempre sognato di andare a Parigi…” Goffredo guardò Renata. Era proprio il tipo di donna con la quale avrebbe voluto vivere… giorni da favola e notti di fuoco…- (434)

 
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